maggio, meditazioni

9 Maggio 2018

9 Maggio 2018 – Mercoledì, VI di Pasqua – (At 17,15.22-18,1; Sal 148; Gv 16,12-15) – I Lettura: Il passaggio ad Atene è per Paolo un momento duro. Nonostante il discorso edificante, ben costruito e ben espresso, la sua comunque è una sconfitta. Quel “ti ascolteremo un’altra volta” è un congedo quasi ironico. Lascia amarezza, anche se Paolo non demorde e trova immediatamente altre vie, altri luoghi per dare piedi e velocità alla trasmissione della buona notizia. Ma come nelle esperienze più tragiche, nulla è del tutto perduto. Almeno due persone si lasciano mettere in discussione e iniziano a credere. Salmo: “Tutta la creazione, che è stata liberata dalle fatiche e respira nel regno dell’eter-nità, assunta essa stessa nella gloria della beatitudine, infine saziata e felice, canta al suo Dio. Infatti la creazione stessa attende la manifestazione dei figli di Dio… essa stessa sarà liberata dalla schiavitù e assunta nella libertà della gloria dei figli di Dio (cfr. Rm 8,19.21)” (Ilario). Vangelo: Ascoltando il Paràclito, i discepoli vengono rassicurati sulla vittoria di Cristo e sostenuti per darne testimonianza al mondo. Lo Spirito condurrà i credenti verso la piena appropriazione della verità del Figlio. Attraverso di Lui essi parteciperanno a ciò che è di Gesù, il Glorificato. Nel testo c’è la contrapposizione tra due tempi: il tempo di Gesù di Nàzareth, il quale ha parlato, e il tempo dello Spirito, che condurrà i discepoli alla verità tutta intera. Questi due tempi sono una cosa sola: il parlare dello Spirito dipende unicamente da Gesù glorificato. Il Figlio e lo Spirito sono due, ma sono uno nell’agire.

Lo Spirito della verità vi guiderà a tutta la verità – Dal Vangelo secondo Giovanni: In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

Riflessione: «Lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità». Dio ha dato a tutti i battezzati il suo Spirito, ma non tutti si lasciano guidare da lui e perciò non tutti realizzano la loro verità di figli. Solo quelli che si abbandonano docilmente all’azione dello Spirito Santo vivono in pienezza la grazia dell’adozione e come veri figli raggiungono il loro fine: la comunione con Dio nell’amore. Finché l’uomo procede con le sue iniziative, il suo orientamento a Dio è incompleto, perché è sempre un modo umano; ma quando si lascia guidare dallo Spirito Santo, questi, agendo in modo divino, lo orienta perfettamente a Dio. Lo Spirito Santo con i suoi doni agisce direttamente sulla volontà dell’uomo: la sollecita, la infiamma, l’attira a sé e attraverso l’amore ne illumina la mente. È così che, sotto l’azione dello Spirito Santo, il battezzato va a Dio come Figlio, tutto preso dall’amore del Padre e dal desiderio di fare la sua volontà. È questo il vero e unico cammino che conduce alla santità. L’azione dello Spirito Santo è quanto mai potente ed efficace, tuttavia egli, Spirito di amore, non violenta l’uomo, ma attende che questi assecondi liberamente i suoi impulsi e gli consegni per amore la propria volontà. Se trova in lui resistenza, ritira le sue grazie e lo lascia nella mediocrità. Questo è il pericolo che San Paolo indica esortando a non vivere «secondo la carne», ossia secondo quelle inclinazioni che portano l’uomo ad affermare se stesso e la propria volontà più o meno indipendentemente da Dio, ma «secondo lo Spirito» (Rm 8,4). Perché «la carne tende alla morte, mentre lo Spirito tende alla vita e alla pace» (Rm 8,6). Questa è la vita e la pace dei figli di Dio: lasciarsi guidare alla Verità dallo Spirito.

La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa: Il desiderio di Dio – CCC 27-28: Il desiderio di Dio è inscritto nel cuore dell’uomo, perché l’uomo è stato creato da Dio e per Dio; e Dio non cessa di attirare a sé l’uomo e soltanto in Dio l’uomo troverà la verità e la felicità che cerca senza posa: La ragione più alta della dignità dell’uomo consiste nella sua vocazione alla comunione con Dio. Fin dal suo nascere l’uomo è invitato al dialogo con Dio: non esiste, infatti, se non perché, creato per amore da Dio, da lui sempre per amore è conservato, né vive pienamente secondo verità se non lo riconosce liberamente e se non si affida al suo Creatore. Nel corso della loro storia, e fino ai giorni nostri, gli uomini in molteplici modi hanno espresso la loro ricerca di Dio attraverso le loro credenze ed i loro comportamenti religiosi (preghiere, sacrifici, culti, meditazioni, ecc). Malgrado le ambiguità che possono presentare, tali forme d’espressione sono così universali che l’uomo può essere definito un essere religioso: Dio creò da uno solo tutte le nazioni degli uomini, perché abitassero su tutta la faccia della terra. Per essi ha stabilito l’ordine dei tempi e i confini del loro spazio, perché cercassero Dio, se mai arrivino a trovarlo andando come a tentoni, benché non sia lontano da ciascuno di noi. In lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo (At 17,26-28).

… perché cerchino Dio – CCC 2566: L’uomo è alla ricerca di Dio. Mediante la creazione Dio chiama ogni essere dal nulla all’esistenza. Coronato “di gloria e di splendore” (Sal 8,6), l’uomo, dopo gli angeli, è capace di riconoscere che il Nome del Signore “è grande… su tutta la terra” (Sal 8,2). Anche dopo aver perduto la somiglianza con Dio a causa del peccato, l’uomo rimane ad immagine del suo Creatore. Egli conserva il desiderio di colui che lo chiama all’esisten-za. Tutte le religioni testimoniano questa essenziale ricerca da parte degli uomini.

Lo Spirito della verità vi guiderà a tutta la verità – Dominum et Vivificantem 6: Questo «guidare alla verità tutta intera», in riferimento a ciò di cui gli apostoli «per il momento non sono capaci di portare il peso», è in necessario collegamento con lo spogliamento di Cristo per mezzo della passione e morte di Croce, che allora, quando pronunciava queste parole, era ormai imminente. In seguito, tuttavia, diventa chiaro che quel «guidare alla verità tutta intera» si ricollega, oltre che allo scandalum Crucis, anche a tutto ciò che Cristo «fece ed insegnò». Infatti, il mysterium Christi nella sua globalità esige la fede, poiché è questa che introduce opportunamente l’uomo nella realtà del mistero rivelato. Il «guidare alla verità tutta intera» si realizza, dunque, nella fede e mediante la fede: il che è opera dello Spirito di verità ed è frutto della sua azione nell’uomo. Lo Spirito Santo deve essere in questo la suprema guida dell’uomo, la luce dello spirito umano. Ciò vale per gli apostoli, testimoni oculari, che devono ormai portare a tutti gli uomini l’annuncio di ciò che Cristo «fece ed insegnò» e, specialmente, della sua Croce e della sua Risurrezione. In una prospettiva più lontana ciò vale anche per tutte le generazioni dei discepoli e dei confessori del Maestro, poiché dovranno accettare con fede e confessare con franchezza il mistero di Dio operante nella storia dell’uomo, il mistero rivelato che di tale storia spiega il senso definitivo.

Il Padre e il Figlio rivelati dallo Spirito – CCC 243: Prima della sua Pasqua, Gesù annunzia l’invio di un “altro Paraclito” (Difensore), lo Spirito Santo. Lo Spirito che opera fin dalla creazione, che già aveva “parlato per mezzo dei profeti” (Simbolo nicenocostantinopolitano), dimorerà presso i discepoli e sarà in loro, per insegnare loro ogni cosa e guidarli “alla verità tutta intera” (Gv 16,13). Lo Spirito Santo è in tal modo rivelato come un’altra Persona divina in rapporto a Gesù e al Padre.

Credo nello Spirito Santo – CCC 687: “I segreti di Dio nessuno li ha mai potuti conoscere se non lo Spirito di Dio” (1 Cor 2,11). Ora, il suo Spirito, che lo rivela, ci fa conoscere Cristo, suo Verbo, sua Parola vivente, ma non dice se stesso. Colui che “ha parlato per mezzo dei profeti” ci fa udire la Parola del Padre. Lui, però, non lo sentiamo. Non lo conosciamo che nel movimento in cui ci rivela il Verbo e ci dispone ad accoglierlo nella fede. Lo Spirito di Verità che ci svela Cristo non parla da sé. Un tale annientamento, propriamente divino, spiega il motivo per cui “il mondo non può ricevere” lo Spirito, “perché non lo vede e non lo conosce”, mentre coloro che credono in Cristo lo conoscono perché “dimora” presso di loro.

La Parola di Dio commentata dai Padri della Chiesa: “Alla Chiesa è stata affidata la comunione con Cristo, che è lo Spirito Santo, caparra di immortalità, sigillo della nostra fede e scala per ascendere a Dio. Nella Chiesa infatti – è detto – Dio ha posto gli apostoli, i profeti, i maestri [1Cor 12,28] e tutti gli altri uffici, operati dallo Spirito; ma di questo Spirito non partecipano certo coloro che non stanno uniti alla Chiesa e privano se stessi della vita, per le loro dottrine perverse e le loro azioni malvagie. Dove è la Chiesa, è lo Spirito di Dio; dove è lo Spirito di Dio, è la Chiesa e tutta la grazia. Lo Spirito poi è verità. Perciò coloro che non hanno parte con lui, non si nutrono alle mammelle della madre per mantenersi in vita, non attingono alla fonte limpidissima che sgorga dal corpo di Cristo; si scavano invece delle fosse nella terra [Ger 2,13], vi bevono l’acqua torbida di fango. Sfuggono la fede della Chiesa, e non vengono conservati; rigettano lo Spirito, e non vengono istruiti; lontani dalla verità, vengono travolti da ogni errore, ne sono sballottati, ogni momento cambiano pensiero sulla stessa realtà, non giungono mai a una nozione ferma, perché vogliono essere piuttosto maestri a parole che discepoli della verità. Non sono fondati sopra l’unica pietra, ma sull’are-na” (Ireneo di Lione).

Silenzio / Preghiera / La tua traccia: Maria plasmata dallo Spirito Santo – «Lo Spirito Santo ha preparato Maria con la sua grazia. Era conveniente che fosse “piena di grazia” (Lc 1,28) la Madre di Colui nel quale “abita corporalmente tutta la pienezza della Divinità” (Col 2,9). Per pura grazia ella è stata concepita senza peccato come la creatura più umile e più capace di accogliere il Dono ineffabile dell’Onnipotente» (CCC 722).

Santo del giorno: 9 Maggio – San Pacomio, Abate: “Nacque nell’Alto Egitto, nel 287, da genitori pagani. Arruolato a forza nell’esercito imperiale all’età di vent’anni, finì in prigione a Tebe con tutte le reclute. Protetti dall’oscurità, la sera alcuni cristiani recarono loro un po’ di cibo. Il gesto degli sconosciuti commosse Pacomio, che domandò loro chi li spingesse a far questo. «Il Dio del cielo» fu la risposta dei cristiani. Quella notte Pacomio pregò il Dio dei cristiani di liberarlo dalle catene, promettendogli in cambio di dedicare la propria vita al suo servizio. Tornato in libertà, adempì al voto aggregandosi a una comunità cristiana di un villaggio del sud, l’attuale Kasr-es-Sayad, dove ebbe l’istruzione necessaria per ricevere il battesimo. Per qualche tempo condusse vita da asceta, dedicandosi al servizio della gente del luogo, poi si mise per sette anni sotto la guida di un vecchio monaco, Palamone. Durante una parentesi di solitudine nel deserto, una voce misteriosa lo invitò a fissare la sua dimora in quel luogo, al quale presto sarebbero convenuti numerosi discepoli. Alla morte dell’abate Pacomio, i monasteri maschili erano nove, più uno femminile. Del santo restò sconosciuto il luogo della sepoltura” (Avvenire).

Preghiamo: O Dio, che ci chiami a celebrare nella fede la risurrezione del tuo Figlio, fa’ che possiamo rallegrarci con lui insieme ai tuoi santi nel giorno della sua venuta. Egli è Dio, e vive e regna con te…

Leave a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *