maggio, meditazioni

5 Maggio 2018

5 Maggio 2018 – Sabato, V di Pasqua – (At 16,1-10; Sal 99[100]; Gv 15,18-21) – I Lettura: Paolo va a Derbe e a Listra, dove alcune comunità si erano formate durante il suo primo passaggio. Dopo aver tentato d’andare a sinistra nella provincia d’Asia, poi a destra in Bitìnia, l’apostolo e i suoi compagni sono stati chiamati dallo Spirito ad andare dritto davanti a loro, in Macedonia, dall’altra parte del mar Egeo. In presenza di porte chiuse, il servitore obbediente deve guardarsi dall’insistere, e attendere la direzione da parte di Dio. Salmo: “Né tristi, né abbattuti, né lenti, ma ilari. Se non si serve Dio nella gioia, non ci si permetta di comparire davanti a lui!” (Cirillo Alessandrino). Vangelo: Gesù avverte i discepoli che saranno odiati e perseguitati e nel contempo li assicura che l’odio del “mondo” e la persecuzione sono l’ambiente in cui si manifesterà la testimonianza dello Spirito e insieme ad essa anche la loro. Egli non si limita a predire l’odio del mondo, ma lo spiega e ne smaschera le radici celate.

Voi non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo – Dal Vangelo secondo Giovanni: In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che io vi ho detto: “Un servo non è più grande del suo padrone”. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato».

Riflessione: «Un servo non è più grande del suo padrone». Essere cristiani significa essere associati a Cristo, desiderare la piena comunione con lui, conformarci alla sua volontà. Ciò comporta un quotidiano esercizio di vicinanza a Cristo: saremo simili a lui solo nella misura in cui impareremo a stare con lui. La preghiera, il silenzio, la meditazione delle Sacre Scritture, l’adorazione Eucaristica personale e silenziosa, come quella comunitaria, la vita sacramentale (in particolare la Confessione e la partecipazione attiva, profonda, matura alla Santa Messa) ci aprono all’azione dello Spirito Santo, il quale, nella misura in cui liberamente glielo permettiamo, opera in noi quel meraviglioso lavoro di grazia che è la nostra conformazione a Cristo. Uniti a Cristo nella redenzione del mondo, nell’offerta sacrificale, nell’opera di riparazione dei peccati… uniti a Cristo, alla sua Croce, alla sua morte… senza pretendere nulla di più di quanto egli ha sofferto e offerto per noi. Gesù crocifisso, nostro vanto e gloria, è stoltezza del mondo: se non viviamo anche noi la stoltezza della Croce, non potremo mai dichiararci suoi veri amici.

La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa: Il mondo vi odia – Mons Ovidio Poletto, Vescovo (Omelia, 3 Agosto 2010): Gesù annuncia ai discepoli l’odio e la persecuzione che incontreranno. La parola odio viene ripetuta ben sette volte. Il mondo odia i cristiani per la stessa ragione per cui ha odiato Gesù: come lui, essi non sono del mondo. Quest’odio del mondo verso i discepoli non è passeggero, ma perdurerà finché una parte dell’umanità rifiuterà di accogliere il messaggio di Gesù. Lungo tutto il suo vangelo, Giovanni contrappone il mondo al Cristo. Il mondo lo odia perché egli attesta contro di lui, denuncia le sue opere malvagie. Questa opposizione proviene dall’incom-patibilità irriducibile tra la luce e le tenebre. Essere scelti da Gesù è essere strappati a questo mondo di tenebre. Ormai, in quanto discepoli, i credenti sono impegnati nello stesso combattimento del Signore contro il mondo. I discepoli avranno dunque la stessa sorte del maestro: chiamati a imitare lui dovranno subire persecuzioni a causa del nome di Gesù. L’evangelista mostra la logica di quest’odio che colpisce in successione il Padre, il Cristo e i discepoli stessi. Ascoltando queste parole siamo richiamati ad una verità elementare della vita cristiana: essa è costantemente esposta a contrasti e opposizioni fino al martirio. Essere cristiani è seguire Gesù come unica guida, mettendo in conto lo scontro che sino alla fine della storia umana ci sarà fra il regno di Dio e i “dominatori di questo mondo di tenebre”.

La persecuzione – Card. Sergio Sebastiani (Omelia, 1 Giugno 2002): Come sapete il vangelo di Giovanni è stato scritto dopo quello dei tre sinottici (verso l’anno 90 d. Cristo), quando le prime comunità cristiane sperimentavano già l’odio, il rifiuto dell’ambiente sociale, per cui la risposta ed il comportamento dei primi cristiani, non poteva essere quello tipico dell’epoca “occhio per occhio e dente per dente” (= vendetta) ma il suo opposto: l’amore e il perdono! Giovanni ricorda loro il comandamento nuovo dato da Gesù: “Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amati”! E “se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me”. La persecuzione fa parte integrante della vita della Chiesa di Cristo! La Chiesa è nata dal mistero pasquale di Cristo; si è costituita e si è sviluppata con la persecuzione contro gli Apostoli prima e contro i primi cristiani poi. È stato così fin dall’inizio dell’era cristiana; lo è oggi dopo 2000 anni e lo sarà fino alla fine: “Se voi foste del mondo, il mondo vi amerebbe, perché esso ama ciò ch’è suo; ma voi non siete del mondo per questo il mondo vi odia”. Essere nel mondo senza essere del mondo!

L’origine dell’odio – Papa Francesco (Omelia, 4 Maggio 2013): Gesù ci ha riscattati. Ci ha scelti per pura grazia. Con la sua morte e resurrezione ci ha riscattati dal potere del mondo, dal potere del diavolo, dal potere del principe di questo mondo. L’origine dell’odio è questa: siamo salvati e quel principe del mondo, che non vuole che siamo salvati, ci odia e fa nascere la persecuzione che dai primi tempi di Gesù continua fino a oggi. Tante comunità cristiane sono perseguitate nel mondo. In questo tempo più che nei primi tempi; eh! Oggi, adesso, in questo giorno, in questa ora. Perché? Ma perché lo spirito del mondo odia.

L’odio del mondo – Card. Carlo Caffarra (Omelia, 30 Aprile 2005): «Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me». L’incontro colla persona del Risorto vivente nella Chiesa genera una compagnia, un’amicizia con Lui, un’appartenenza a Lui che ci fa vivere e ci trasforma in Lui. Accade una vera e propria rigenerazione della nostra umanità. Gregorio Magno parla di Cristo come di una “forma cui imprimimur”. Quale è il segno di questa impressione della forma di Cristo nella nostra persona? La pagina evangelica oggi ci dà una risposta sconvolgente: il segno è l’odio del mondo. La realtà oggi presente dentro al mondo, la realtà di Cristo nella sua comunità e della sua comunità in Cristo, diciamo in una parola, la realtà della Chiesa come tale è odiata dal mondo come tale. Perché quest’opposi-zione? La ragione è l’appartenenza del discepolo del Signore ad un universo che è incomparabile con l’universo mondano; chi appartiene all’uno non appartiene all’altro: «poiché non siete del mondo ma io vi ho scelto dal mondo, per questo il mondo vi odia». La scelta di Cristo ci estrae dal mondo; ci fa di natura diversa da quella mondana: per questo il mondo non ci riconosce più come suoi e ci odia. Carissimi fratelli e sorelle, questa pagina evangelica va presa molto sul serio; non possiamo scansarla. Non molto tempo fa si discusse se in Europa ci fosse o non ci fosse in atto una vera e propria persecuzione della Chiesa. Alla luce del Vangelo di oggi la questione si risolve assai facilmente. È scritto nel Vangelo, nella pagina evangelica di oggi, che l’odio per la Chiesa c’è sempre ed ovunque. L’odio contro la carità, contro l’umiltà e la castità, contro la glorificazione di Cristo unico salvatore del mondo; chiedersi se esiste questo odio è una questione inutile. Ma non è inutile chiedersi se questo odio esiste verso ciascuno di noi come persone che glorificano Cristo, che vivono il suo comandamento: se questo non avviene è perché apparteniamo al mondo. Non c’è bisogno di essere odiato, mi odio già da solo; non c’è bisogno che la presenza cristiana sia perseguitata, perché si è già autoliquidata e dissolta. Siamo servi che hanno voluto essere più grandi – più furbi, più sapienti – del loro padrone. Ma quando il servo non vuole essere più grande del suo padrone, siatene certi: è odiato e perseguitato.

Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi – CCC 530: L’intera vita di Cristo sarà sotto il segno della persecuzione. I suoi condividono con lui questa sorte. Il suo ritorno dall’Egitto ricorda l’Esodo e presenta Gesù come il liberatore definitivo.

La Parola di Dio commentata dai Padri della Chiesa: Il mondo – “La parola «mondo» è quasi il nome collettivo di tutte le passioni. Quando noi vogliamo designarle a una a una, invece, usiamo il loro nome particolare. Le passioni sono una parte del meccanismo del mondo; ove esse sono spente, anche la mondanità è cessata. Tra di queste enumeriamo l’amore alla ricchezza, l’ansia di accumulare possedimenti, la crapula che riempie il corpo e da cui sorgono le passioni impure, l’ambizione che è la sorgente dell’invidia, il desiderio di potere, la superbia e la boria per la propria posizione, la brama di notorietà tra gli uomini, che è causa di inimicizie, e il timore di pericoli corporei. Ove il corso di tutte queste cessa ed esse svaniscono, in egual grado cessa la situazione mondana, e giunge a termine, come avvenne per alcuni santi, che col corpo erano morti. Vivevano nel corpo, ma non secondo la carne. Guarda dunque in quante di queste passioni tu ancora vivi, e saprai in quali parti del mondo tu stai ancora e in quali tu sei morto” (Isacco di Ninive).

Silenzio / Preghiera / La tua traccia: Maria, socia del Redentore – «La beata Vergine avanzò nella peregrinazione della fede e serbò fedelmente la sua unione col Figlio sino alla croce, dove, non senza un disegno divino, se ne stette (cfr. Gv 19,25), soffrendo profondamente col suo Unigenito e associandosi con animo materno al suo sacrifico, amorosamente consenziente all’immolazione della vittima da lei generata» (LG 58). “Quanto grande, quanto eroica è allora l’obbedienza della fede dimostrata da Maria di fronte agli imperscrutabili giudizi di Dio! Come si abbandona a Dio senza riserve, prestando il pieno ossequio dell’intelletto e della volontà a colui, le cui «vie sono inaccessibili» (Rm 11,33). Ed insieme quanto potente è l’azione della grazia nella sua anima, come penetrante è l’influsso dello Spirito Santo, della sua luce e della sua virtù! Mediante questa fede Maria è perfettamente unita a Cristo nella sua spoliazione. Ai piedi della Croce Maria partecipa mediante la fede allo sconvolgente mistero di questa spoliazione” (Redemptoris Mater 18).

Santo del giorno: 5 Maggio – Sant’Angelo da Gerusalemme (di Sicilia), Martire carmelitano: Angelo è annoverato tra i primi Carmelitani che dal monte Carmelo tornarono in Sicilia, dove, secondo le fonti tradizionali degne di fede, morì a Licata per mano di uomini empi, nella prima metà del secolo XIII. Venerato come martire, ben presto fu edificata una chiesa sul luogo del suo martirio, e ivi venne deposto il suo corpo. Nel 1662 le reliquie furono traslate nella nuova chiesa, edificata nello stesso luogo in seguito alla liberazione della città dalla peste (1625) per intercessione del Santo. Il culto di sant’Angelo si diffuse in tutto l’Ordine e anche tra il popolo.

Preghiamo: Dio onnipotente ed eterno, che nel battesimo ci hai comunicato la tua stessa vita, fa’ che i tuoi figli, rinati alla speranza dell’immortalità, giungano con il tuo aiuto alla pienezza della gloria. Per il nostro Signore…

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