aprile, Liturgia

8 Aprile 2018 – II DOMENICA DI PASQUA (B)

ANTIFONA D’INGRESSO
Come bambini appena nati, bramate il puro latte spirituale, che vi faccia crescere verso la salvezza. Alleluia. (1Pt 2,2)
Oppure:
Entrate nella gioia e nella gloria, e rendete grazie a Dio, che vi ha chiamato al regno dei cieli. Alleluia. [cfr. 4 Esd 2,36-37 (Volg.)]

COLLETTA
Dio di eterna misericordia, che nella ricorrenza pasquale ravvivi la fede del tuo popolo, accresci in noi la grazia che ci hai dato, perché tutti comprendiamo l’inestimabile ricchezza del Battesimo che ci ha purificati, dello Spirito che ci ha rigenerati, del Sangue che ci ha redenti. Per il nostro Signore Gesù Cristo…
Oppure: 
O Dio, che in ogni Pasqua domenicale ci fai vivere le meraviglie della salvezza, fa’ che riconosciamo con la grazia dello Spirito il Signore presente nell’as-semblea dei fratelli, per rendere testimonianza della sua risurrezione. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

PRIMA LETTURA At 4,32-35
Un cuore solo e un’anima sola.

In questo brano degli Atti degli Apostoli si delinea una prima immagine delle comunità cristiane che si andavano formando dopo la risurrezione di Cristo e l’annuncio degli apostoli. Una fede condivisa in uno stile di vita comune che impegnava i credenti nello stesso apostolato: l’annuncio della Buona Novella e la guarigione e liberazione degli uomini dal dominio del peccato e della morte.

Dagli Atti degli Apostoli
La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un’anima sola e nessuno considerava sua proprietà quello che gli apparteneva, ma fra loro tutto era comune. Con grande forza gli apostoli davano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù e tutti godevano di grande favore. Nessuno infatti tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano campi o case li vendevano, portavano il ricavato di ciò che era stato venduto e lo deponevano ai piedi degli apostoli; poi veniva distribuito a ciascuno secondo il suo bisogno. Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE Dal Salmo 117 (118)
La pietra che i costruttori avevano scartato è diventata capo d’angolo, è «manifesto per tutti che questo è detto del Cristo… Costui non è da Dio, ma seduce la folla (cfr. Gv 7,12). Ora questo riprovato si è manifestato talmente approvato che è diventato testata d’angolo. Non una pietra qualunque è atta ad essere pietra angolare: è necessaria la pietra scelta, capace di unire due muri. Il profeta dice qui: respinto dai giudei e tenuto in nessun conto, è apparso talmente ammirabile che non solo si integra all’edificio, ma è lui che riunisce e tiene insieme i due muri. Quali muri? I credenti, giudei e gentili» (Giovanni Crisostomo).

Rit. Rendete grazie al Signore perché è buono: il suo amore è per sempre.
Oppure: Alleluia, alleluia, alleluia.

Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre».
Dica la casa di Aronne:
«Il suo amore è per sempre».
Dicano quelli che temono il Signore:
«Il suo amore è per sempre». Rit.

La destra del Signore si è innalzata,
la destra del Signore ha fatto prodezze.
Non morirò, ma resterò in vita
e annuncerò le opere del Signore.
Il Signore mi ha castigato duramente,
ma non mi ha consegnato alla morte. Rit.

La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.
Questo è il giorno che ha fatto il Signore:
rallegriamoci in esso ed esultiamo! Rit.
SECONDA LETTURA 1Gv 5,1-6
Chiunque è stato generato da Dio vince il mondo.

Giovanni nella sua prima lettera si sofferma su due punti fondamentali del cammino del credente: l’amore e la fede. Amare Dio e il prossimo è il primo e il più perfetto tra i comandamenti. Ma l’amore non vale a nulla se non scaturisce dalla fede in Cristo che nella sua Rivelazione ci ha mostrato la volontà salvifica di Dio per gli uomini. Amare, dunque, senza misura e credere senza riserva.

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
Carissimi, chiunque crede che Gesù è il Cristo, è stato generato da Dio; e chi ama colui che ha generato, ama anche chi da lui è stato generato. In questo conosciamo di amare i figli di Dio: quando amiamo Dio e osserviamo i suoi comandamenti. In questo infatti consiste l’amore di Dio, nell’osservare i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi. Chiunque è stato generato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede. E chi è che vince il mondo se non chi crede che Gesù è il Figlio di Dio? Egli è colui che è venuto con acqua e sangue, Gesù Cristo; non con l’acqua soltanto, ma con l’acqua e con il sangue. Ed è lo Spirito che dà testimonianza, perché lo Spirito è la verità. Parola di Dio.

CANTO AL VANGELO Gv 20,29
Alleluia, alleluia.
Perché mi hai veduto, Tommaso, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto! Alleluia.

VANGELO Gv 20,19-31
Otto giorni dopo, venne Gesù.

Nella gioia di vederLo risorto, i discepoli ricevono da Gesù il compito non di giudicare, ma di salvare, di rimettere i peccati. La missione di suoi è rendere presente Cristo, presenza dell’amore del Padre. Dopo Pasqua, l’amore del Padre è dato nella forma e nella forza dello Spirito, il soffio di Dio. Questo è il dono del risorto che “soffiò e disse loro: Ricevete lo Spirito Santo”.

Dal Vangelo secondo Giovanni
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
Parola del Signore.

LA PAROLA DI DIO COMMENTATA DAL MAGISTERO DELLA CHIESA

O Dio, che riveli la tua onnipotenza soprattutto con la misericordia e il perdono – Penitenzieria Apostolica (Decreto, 29 Giugno 2002): La Misericordia Divina sa perdonare anche i peccati più gravi, ma nel farlo muove i fedeli a concepire un dolore soprannaturale, non meramente psicologico, dei propri peccati, così che, sempre con l’aiuto della grazia divina, formulino un fermo proposito di non peccare più. Tali disposizioni dell’animo conseguono effettivamente il perdono dei peccati mortali quando il fedele riceve fruttuosamente il sacramento della Penitenza o si pente dei medesimi mediante un atto di perfetta carità e di perfetto dolore, col proposito di accostarsi quanto prima allo stesso sacramento della Penitenza: infatti Nostro Signore Gesù Cristo nella parabola del figliuol prodigo ci insegna che il peccatore deve confessare la sua miseria a Dio dicendo: “Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio” [Lc 15,18-19], avvertendo che questo è opera di Dio: “era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato” [Lc 15,32]. Perciò con provvida sensibilità pastorale il Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, per imprimere profondamente nell’animo dei fedeli questi precetti ed insegnamenti della fede cristiana, mosso dalla dolce considerazione del Padre delle Misericordie, ha voluto che la seconda Domenica di Pasqua fosse dedicata a ricordare con speciale devozione questi doni della grazia, attribuendo a tale Domenica la denominazione di “Domenica della Divina Misericordia” [Congr. per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, Decr. Misericors et miserator, 5 Maggio 2000].

Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi – Lumen Gentium 17: Come infatti il Figlio è stato mandato dal Padre, egli stesso ha mandato gli apostoli (cfr. Gv. 20,21) dicendo: “Andate e ammaestrate tutte le genti, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro a osservare tutto quanto vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo” (Mt 28,19-20). E questo solenne comando di Cristo di annunziare la verità della salvezza, la Chiesa l’ha ricevuto dagli apostoli per adempierlo sino all’ultimo confine della terra (cfr. At 1,8). Essa fa quindi sue le parole dell’apostolo: “Guai… a me se non predicassi il Vangelo” (1Cor 9,16), e perciò continua a mandare ininterrottamente missionari, fino a che le nuove chiese siano pienamente costituite e anch’esse continuino l’opera di evangelizzazione. È spinta infatti dallo Spirito santo a cooperare perché sia mandato ad effetto il piano di Dio, il quale ha costituito Cristo principio di salvezza per il mondo intero.

Il Sacramento della penitenza, superlativo veicolo di grazia – Paolo VI (Udien-za Generale, 12 Marzo 1975): Vangelo chiarissimo, consolantissimo. Vangelo obbligante. Vangelo trasfuso e operante nella disciplina della santa Chiesa di Dio. Vangelo, che ci suggerisce una duplice raccomandazione. Ai Sacerdoti la prima (che meriterebbe assai lungo e assai interessante discorso): Fratelli Sacerdoti, abituatevi seriamente, specializzatevi severamente in questo ministero di salvezza; delicatissimo e oneroso, ma superlativo, veicolo immediato di grazia, vera terapia delle anime, fonte di luce e di sapienza, esercizio inesauribile di bontà, scuola per il ministro stesso di esperienza e di umiltà. Non lo trascurate, non lo abbracciate; e non mai, non mai lo profanate! Fatene l’eserci-zio paziente e sapiente della vostra carità sacerdotale! Ai fedeli tutti la seconda raccomandazione: abbiate fiducia nella Confessione sacramentale, momento tipico, difficile dapprima, consolantissimo poi, dell’esperienza della misericordia divina. Come scegliete cautamente un bravo medico per la salute fisica, o studiosamente lo psicanalista saggio per le cure della mente, sappiate scegliere, se potete, il medico dell’anima, discreto, ma saggio, buono, vero dispensatore di conforto, di consiglio, di ammonimento, di grazia; la grazia della risurrezione, la grazia pasquale!

PREGHIERA DEI FEDELI
Celebrante: Come la prima comunità cristiana, anche noi riuniti per celebrare l’Eucaristia invochiamo il Signore ricco di misericordia.
Lettore: Preghiamo insieme e diciamo: Ascolta, Signore, il tuo popolo.

– Per la Chiesa sparsa nel mondo, perché nella diversità di culture e di lingue ritrovi la sua unità attorno al Vangelo e all’unico comandamento dell’amore, preghiamo. Rit.

– Per le persone che si impegnano per costruire una società basata sulla giustizia, sulla solidarietà e sul rispetto dei più deboli, perché sentano la forza della fede come sostegno nei loro sforzi quotidiani, preghiamo. Rit.

– Per tutti coloro che a causa di un dolore o di una sofferenza hanno smarrito la propria fede, perché sentano la forza della preghiera delle comunità cristiane al loro fianco che li guida alla riscoperta del volto di Cristo risorto, preghiamo. Rit.

– Per tutti coloro che partecipano a questa Eucaristia, perché, passati attraverso il mistero della Pasqua, riconosciamo la presenza del Signore risorto nella nostra comunità radunata nel giorno del Signore, preghiamo. Rit.

Celebrante: Signore Gesù, morto e risorto per la nostra salvezza, ascolta la preghiera della tua Chiesa e manifesta ancora a tutti i prodigi del tuo amore. Tu, che vivi e regni nei secoli dei secoli.

PREGHIERA SULLE OFFERTE
Accogli con bontà, Signore, l’offerta del tuo popolo [e dei nuovi battezzati]: tu che ci hai chiamati alla fede e rigenerati nel Battesimo, guidaci alla felicità eterna. Per Cristo nostro Signore.

PREFAZIO DI PASQUA II
La nuova vita in Cristo.

È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
proclamare sempre la tua gloria, o Signore,
e soprattutto esaltarti in questo tempo
nel quale Cristo, nostra Pasqua, si è immolato.
Per mezzo di lui
rinascono a vita nuova i figli della luce,
e si aprono ai credenti le porte del regno dei cieli.
In lui morto è redenta la nostra morte,
in lui risorto tutta la vita risorge.
Per questo mistero,
nella pienezza della gioia pasquale,
l’umanità esulta su tutta la terra,
e con l’assemblea degli angeli e dei santi
canta l’inno della tua gloria: Santo…

ANTIFONA ALLA COMUNIONE
“Accosta la tua mano, tocca le cicatrici dei chiodi e non essere incredulo, ma credente”. Alleluia. (cfr. Gv 20,27)

PREGHIERA DOPO LA COMUNIONE
Dio onnipotente, la forza del sacramento pasquale che abbiamo ricevuto continui a operare nella nostra vita. Per Cristo nostro Signore.

UN PO’ DI PANE PER CAMMINARE
«Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». Oggi celebriamo la domenica della Misericordia e la vogliamo celebrare come il giorno della nostra gioia, della nostra beatitudine: siamo noi coloro che, pur non avendo visto, crediamo in Lui, nella sua opera, nella sua Parola. Noi siamo coloro che abbiamo ottenuto misericordia! Questa felice espressione la incontriamo più volte nella Scrittura, per esempio in Pietro: «Un tempo voi eravate non-popolo, ora invece siete popolo di Dio; un tempo eravate esclusi dalla misericordia, ora invece avete ottenuto misericordia» (1Pt 2,10). San Paolo, parlando ai Romani, in riferimento all’antico popolo dell’alleanza, afferma: «Come voi un tempo siete stati disobbedienti a Dio e ora avete ottenuto misericordia a motivo della loro disobbedienza, così anch’essi ora sono diventati disobbedienti a motivo della misericordia da voi ricevuta, perché anch’essi ottengano misericordia. Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per essere misericordioso verso tutti!» (Rm 11,30-32). Sì, abbiamo ottenuto misericordia! I misteri della fede celebrati nella settimana precedente non sono frutto della nostra dignità, grazia acquisita dai nostri meriti. La Redenzione è opera gratuita della misericordia divina. La salvezza e il perdono sono elargiti gratuitamente a noi dalla sua libera benevolenza. Se da una parte il cuore è colmo di gioia per quanto vissuto, in termini di grazia, durante questa settimana appena conclusa, dall’altra parte abbiamo la consapevolezza di non aver fatto nulla per aver meritato tutto questo. Siamo dunque interpellati, nella nostra libera responsabilità, a corrispondere a tanto amore. E come dimostrare concretamente l’amore che abbiamo verso Dio e il prossimo? Ce lo ricorda san Giovanni (seconda Lettura): osservando i suoi precetti, cominciando dal primo e più importante comandamento, da cui ogni altro precetto dipende: mettere Dio al primo posto, amandolo con tutto il cuore, l’anima e le forze; amando il nostro prossimo come noi stessi, realizzando una perfetta comunione con Dio e i fratelli: gratuitamente riceviamo e gratuitamente diamo! Un’economia che non si fonda sul possesso o sul denaro ma sulla misericordia ricevuta e donata senza misura.

CONOSCIAMO L’OPUS MATRIS VERBI DEI

CAPITOLO 4
IMPEGNO DI APOSTOLATO E DI PASTORALE

Art. 88 – La Pastorale della Buona Stampa e della Cultura: “È necessario persuadersi che dalla stampa dipende la salvezza di milioni e milioni d’anime, dipende la civiltà cristiana ed il benessere fra le nazioni, dipende il diffondersi e l’invigorirsi del Vangelo fra le popolazioni” (Giacomo Alberione, L’apostolato dell’Edizione). La Famiglia ecclesiale di vita evangelica «Opus Matris Verbi Dei» si servirà di tutti i mezzi atti a realizzare i suoi fini privilegiando la formazione di scuole di preghiera e corsi di studi teologici. Avrà cura di usare con sapienza i mezzi di comunicazione sociale. Promuoverà inoltre centri di diffusione della stampa con biblioteche e sale di lettura.

Art. 89 – La Famiglia ecclesiale di vita evangelica «Opus Matris Verbi Dei» “cer-cherà il dialogo con gli umanesimi contemporanei cogliendo, ovunque, i «semi del Verbo» ma denunciando ogni ambiguità” († Giuseppe Agostino).

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