liturgia, marzo

1 Aprile 2018 – DOMENICA DI PASQUA (B)

ANTIFONA D’INGRESSO
Sono risorto, e sono sempre con te; tu hai posto su di me la tua mano, è stupenda per me la tua saggezza. Alleluia. (cfr. Sal 139,18.5-6)
Oppure:
Il Signore è davvero risorto. Alleluia. A lui gloria e potenza nei secoli eterni. (Lc 24,34; cfr. Ap 1,6)

COLLETTA
O Padre, che in questo giorno, per mezzo del tuo unico Figlio, hai vinto la morte e ci hai aperto il passaggio alla vita eterna, concedi a noi, che celebriamo la Pasqua di risurrezione, di essere rinnovati nel tuo Spirito, per rinascere nella luce del Signore risorto. Egli è Dio e vive e regna con te…

PRIMA LETTURA At 10,34a.37-43
Noi abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti.

Pietro è mandato dal Signore nella casa di Cornelio, centurione romano e uomo timorato di Dio. Qui inizia ad annunciare la buona Novella. Con il battesimo di Giovanni al Giordano l’apostolo spiega come il Messia, guidato dallo Spirito di Dio, passò per le strade della Galilea e della Giudea liberando coloro che erano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui.

Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, Pietro prese la parola e disse: «Voi sapete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nàzaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui. E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nella regione dei Giudei e in Gerusalemme. Essi lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che si manifestasse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti. E ci ha ordinato di annunciare al popolo e di testimoniare che egli è il giudice dei vivi e dei morti, costituito da Dio. A lui tutti i profeti danno questa testimonianza: chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati per mezzo del suo nome».
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE Dal Salmo 117 (118)
«Non diciamo con ragione noi che sei un Samaritano e hai un demonio? [Gv 8,48] … Costui non è da Dio, ma seduce la folla [cfr. Gv 7,12]. Ora questo riprovato si è manifestato talmente approvato che è diventato testata d’angolo. Non una pietra qualunque è atta ad essere pietra angolare: è necessaria la pietra scelta, capace di unire due muri. Il profeta dice qui: respinto dai giudei e tenuto in nessun conto, è apparso talmente ammirabile che non solo si integra all’edificio, ma è lui che riunisce e tiene insieme i due muri. Quali muri? I credenti, giudei e gentili» (San Giovanni Crisostomo).

Rit. Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci ed esultiamo.
Oppure: Alleluia, alleluia, alleluia.

Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Dica Israele: «Il suo amore è per sempre». Rit.

La destra del Signore si è innalzata,
la destra del Signore ha fatto prodezze.
Non morirò, ma resterò in vita
e annuncerò le opere del Signore. Rit.

La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi. Rit.

SECONDA LETTURA Col 3,1-4
Cercate le cose di lassù, dove è Cristo.

Paolo conclude la parte teologica della lettera ai Colossési con questa esortazione: la morte e resurrezione di Cristo, cioè il suo mistero pasquale, ha cambiato la vita del mondo e in modo specifico la vita del popolo di Colossi. Morti e risorti con Cristo, dunque devono cercare le cose di Cristo, là dove egli si trova, alla destra del Padre nella gloria.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési
Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria. Parola di Dio.

Oppure 1Cor 5,6b-8
Togliete via il lievito vecchio, per essere pasta nuova.

Gli Ebrei prima della Pasqua dovevano eliminare qualsiasi traccia di lievito dell’anno che stava per finire. Anche solo un pizzico del lievito vecchio avrebbe contaminato gli azzimi della Pasqua nuova. Così i cristiani; dovevano eliminare ogni usanza legata alla condotta di vita che avevano prima di abbracciare il Vangelo annunciato da Paolo.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
Fratelli, non sapete che un po’ di lievito fa fermentare tutta la pasta? Togliete via il lievito vecchio, per essere pasta nuova, poiché siete àzzimi. E infatti Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato! Celebriamo dunque la festa non con il lievito vecchio, né con lievito di malizia e di perversità, ma con àzzimi di sincerità e di verità. Parola di Dio.

SEQUENZA
Alla vittima pasquale,
s’innalzi oggi il sacrificio di lode.
L’agnello ha redento il suo gregge,
l’Innocente ha riconciliato
noi peccatori col Padre.

Morte e Vita si sono affrontate
in un prodigioso duello.
Il Signore della vita era morto;
ma ora, vivo, trionfa.

«Raccontaci, Maria:
che hai visto sulla via?».
«La tomba del Cristo vivente,
la gloria del Cristo risorto,
e gli angeli suoi testimoni,
il sudario e le sue vesti.
Cristo, mia speranza, è risorto;
precede i suoi in Galilea».

Sì, ne siamo certi:
Cristo è davvero risorto.
Tu, Re vittorioso,
abbi pietà di noi.

CANTO AL VANGELO Cfr. 1Cor 5,7-8
Alleluia, alleluia.
Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato: facciamo festa nel Signore.
Alleluia.

VANGELO Gv 20,1-9
Egli doveva risuscitare dai morti.

Nel giorno della Risurrezione il protagonista indiscusso è il sepolcro: l’evangelista Giovanni vuole che diventi segno e simbolo della promessa del Cristo. Ancora un atto di fede viene richiesto alla Maddalena e a tutti i discepoli: credere dinanzi alla morte e credere ancora dinanzi ad una tomba vuota. Questa scena ci aiuta a comprendere la Scrittura la quale annuncia l’amore di Dio per il Figlio diletto, un amore così grande da ridare la vita al Figlio che si è affidato al Padre, fino alla morte e alla morte di croce.

Dal Vangelo secondo Giovanni
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti. Parola del Signore.

LA PAROLA DI DIO COMMENTATA DAL MAGISTERO DELLA CHIESA

Il trionfo di Cristo – Giovanni XXIII (Omelia, 29 Marzo 1959): La Pasqua è il punto più splendente della Sacra Liturgia. Le due Settimane di Passione che la precedono riassumono la dottrina della redenzione del genere umano, l’insegna-mento divino proposto alla buona volontà di ogni cristiano di salvarsi e di santificarsi in vista dei beni celesti, l’affermazione del trionfo temporaneo di Cristo, sì, anche temporaneo per quaggiù, ma sicuro e finale nei secoli eterni. Dalla Domenica delle Palme a questa giornata gloriosa e commemorativa della Risurrezione di Gesù, quale storia si rinnova, quale poema spirituale ed armonioso, il cui canto si ripete di anno in anno: meglio si direbbe: si riassume di giorno in giorno nella vita di ciascun sacerdote e fedele. San Leone Magno dichiara nettamente che il Paschale Sacramentum, la celebrazione Pasquale, è la più importante e la più notevole del culto sacro.

Il Signore della vita era morto; ma ora, vivo, trionfa – Benedetto XVI (Messag-gio Urbi et Orbi, 12 Aprile 2009): L’annuncio della risurrezione del Signore illumina le zone buie del mondo in cui viviamo. Mi riferisco particolarmente al materialismo e al nichilismo, a quella visione del mondo che non sa trascendere ciò che è sperimentalmente constatabile, e ripiega sconsolata in un sentimento del nulla che sarebbe il definitivo approdo dell’esistenza umana. È un fatto che se Cristo non fosse risorto, il “vuoto” sarebbe destinato ad avere il sopravvento. Se togliamo Cristo e la sua risurrezione, non c’è scampo per l’uomo e ogni sua speranza rimane un’illusione. Ma proprio oggi prorompe con vigore l’annuncio della risurrezione del Signore, ed è risposta alla ricorrente domanda degli scettici, riportata anche dal libro di Qoèlet: “C’è forse qualcosa di cui si possa dire: / Ecco, questa è una novità?” (Qo 1,10). Sì, rispondiamo: nel mattino di Pasqua tutto si è rinnovato. “Morte e vita si sono affrontate / in un prodigioso duello: / il Signore della vita era morto; / ma ora, vivo, trionfa.” Questa è la novità! Una novità che cambia l’esistenza di chi l’accoglie, come avvenne nei santi.

La Pasqua di Cristo è la speranza del mondo – Giovanni Paolo II (Omelia, 3 Aprile 1999): Nella luce della Risurrezione di Cristo, come emerge in pienezza questa verità che canta il Salmista! Condannato ad una morte ignominiosa, il Figlio dell’uomo, crocifisso e risorto, è diventato pietra angolare per la vita della Chiesa e di ogni cristiano. “Ecco l’opera del Signore: una meraviglia ai nostri occhi” (Sal 117 [118],23). Ciò è avvenuto in questa notte santa. L’hanno potuto constatare le donne, che “nel giorno dopo il sabato, quando era ancora buio” (Gv 20,1), si recarono al sepolcro per ungere la salma del Signore e trovarono la tomba vuota. Udirono la voce dell’angelo: “Non abbiate paura! Voi cercate Gesù il crocifisso. Non è qui. È risorto” (cfr. Mt 28,1-5). Così si adempirono le parole profetiche del Salmista: “La pietra scartata dai costruttori è divenuta testata d’angolo”. Questa è la nostra fede. Questa è la fede della Chiesa e noi ci gloriamo di professarla alle soglie del terzo millennio, perché la Pasqua di Cristo è la speranza del mondo, ieri, oggi e nei secoli. Amen!

PREGHIERA DEI FEDELI
Celebrante: Fratelli e sorelle, oggi Cristo, nostra Pasqua, è risorto: la nostra salvezza è compiuta! Con gioia ed esultanza apriamo il nostro cuore al Signore per tutte le necessità della Chiesa, del mondo e della nostra vita.
Lettore: Preghiamo insieme e diciamo:
Lo invochiamo dicendo: Signore, Dio della gloria, ascoltaci!

– Per tutte le comunità cristiane, perché la Pasqua segni un autentico passaggio verso una vita spirituale più matura e consapevole, preghiamo. Rit.

– Per il mondo intero, perché riconosca le meraviglie del Signore e scopra in Cristo il punto di riferimento di coloro che cercano la verità di Dio e la verità dell’uomo, preghiamo. Rit.

– Per chi è solo e in difficoltà, perché si senta avvolto dall’amore del Signore, che lo ha chiamato a partecipare alla sua gloria, preghiamo. Rit.

– Per noi che partecipiamo a questa Eucaristia, perché la gioia pasquale non si esaurisca in questo giorno, ma ci accompagni nella vita quotidiana, preghiamo. Rit.

Celebrante: O Signore, Dio della gloria, che conosci i nostri cuori, sostienici nei nostri propositi di rinnovamento della vita alla luce della Pasqua e accogli ogni nostra invocazione, perché il mondo intero possa riconoscere in te la fonte della vita e della speranza. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

PREGHIERA SULLE OFFERTE
Esultanti per la gioia pasquale ti offriamo, Signore, questo sacrificio, nel quale mirabilmente nasce e si edifica sempre la tua Chiesa. Per Cristo nostro…

PREFAZIO DI PASQUA I
Cristo agnello pasquale.

È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza,
proclamare sempre la tua gloria, o Signore,
e soprattutto esaltarti in questo giorno
nel quale Cristo, nostra Pasqua, si è immolato.
È lui il vero Agnello che ha tolto i peccati del mondo,
è lui che morendo ha distrutto la morte e risorgendo ha ridato a noi la vita.
Per questo mistero, nella pienezza della gioia pasquale,
l’umanità esulta su tutta la terra, e con l’assemblea degli angeli e dei santi
canta l’inno della tua gloria: Santo…

ANTIFONA ALLA COMUNIONE
Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato: celebriamo dunque la festa con purezza e verità. Alleluia. (1Cor 5,7-8)

PREGHIERA DOPO LA COMUNIONE
Proteggi sempre la tua Chiesa, Dio onnipotente, con l’inesauribile forza del tuo amore, perché, rinnovata dai sacramenti pasquali, giunga alla gloria della risurrezione. Per Cristo nostro Signore.

UN PO’ DI PANE PER CAMMINARE
In giornate solenni come questa, un cristiano pensa che protagonista del Vangelo sia il Cristo morto e risorto, le sue apparizioni, le donne, i discepoli, le loro corse, le loro titubanze, la loro gioia… Poi, quando ci mettiamo in ascolto della Liturgia della Parola, ci accorgiamo che i veri e inaspettati protagonisti del racconto evangelico del giorno di Pasqua, sono dei semplici panni. La doppia sottolineatura, sia all’arrivo di Giovanni, come anche di Pietro, ruba la scena ad ogni altro dettaglio, al punto da restare l’unico: «l’altro discepolo… si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte». Per quanto insignificante è tra le prove più schiaccianti della veridicità della Risurrezione! Se davvero fosse venuto qualcuno a trafugare il corpo di Gesù (come pensavano le donne venute al sepolcro di buon mattino), o se lo avessero fatto gli stessi discepoli (come suggerirono i sommi sacerdoti alle guardie), non avrebbero certamente perso tempo a togliere dal corpo del defunto bende e lenzuola, tantomeno si sarebbero messi a piegare per bene e sistemarle in un luogo a parte: il tutto sarebbe stato fatto di notte, al buio e in modo confuso e convulso. Invece la scena che si presenta ai discepoli è tutt’altra rispetto a quella di un rapimento (qualsiasi fosse stato il fine). Ma quelle vesti funebri ci ricordano ancora una verità, così espressa da san Paolo: voi che avete conosciuto il Cristo, siete da lui istruiti «ad abbandonare l’uomo vecchio, con la sua condotta di prima, l’uomo che si corrompe seguendo le passioni ingannevoli, a rinnovarvi nello spirito della vostra mente e a rivestire l’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella vera santità» (Ef 4,22-24). Quelle bende appartengono ad un morto, erano servite per avvolgere un corpo corruttibile. Ma ora Cristo ha vinto la morte: è risorto! Quelle bende vanno smesse come testimonianza per ogni uomo. Oggi siamo chiamati a deporre le nostre vecchie abitudini, i nostri vecchi pensieri, i nostri vecchi vizi: sarà Pasqua se risorgiamo con Cristo, trionfando sui panni del peccato e della morte.

CONOSCIAMO L’OPUS MATRIS VERBI DEI

CAPITOLO 4
IMPEGNO DI APOSTOLATO E DI PASTORALE

Art. 87 – La Pastorale Familiare: L’Opus Matris Verbi Dei sin dal suo sorgere ha compreso la centralità della famiglia, colta secondo il disegno di Dio. Per la sua crescita e santificazione in special modo ha indirizzato e sempre indirizzerà ogni sforzo pastorale, convinta che il risanamento morale e cristiano della famiglia costituisca la base per risanare il mondo e rivitalizzare la Chiesa: “Dentro la famiglia si gioca la storia. Essa è così l’anima della società” († Giuseppe Agostino, Una famiglia nuova per una storia di liberazione nel tessuto sociale ed ecclesiale del Sud). Pertanto, si propone di fondare gruppi e piccole comunità di famiglie fortemente impegnate col Vangelo, fondate sulla Parola, l’Eucaristia e il servizio carismatico in perfetta armonia con i Pastori della Chiesa e in diretta dipendenza del Magistero. Curerà la formazione dei nubendi, mediante corsi di formazione e di pastorale familiare.

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