marzo, meditazioni

19 Marzo 2018

19 Marzo 2018 – Lunedì – San Giuseppe (Solennità) – (2Sam 7,4-5a.12-14a.16; Sal 88[89]; Rm 4,13.16-18.22; Mt 1,16.18-21.24a) – I Lettura: La profezia di Natan «è costruita su un’opposizione: non è Davide che farà una casa (un tempio) a Yhwh; è Yhwh invece che farà una casa (una dinastia) a Davide. La promessa concerne essenzialmente la permanenza della dinastia davidica sul trono d’Israele. Così essa è compresa da Davide. L’oracolo oltrepassa dunque la persona del primo successore di Davide, Salomone. Il chiaroscuro della profezia lascia intravedere un discendente nel quale Dio si compiacerà. È il primo anello delle profezie sul Messia, figlio di Davide (Is 7,14; Mi 4,14; Ag 2,23)» (Bibbia di Gerusalemme). Salmo: “Davide, che ha peccato facendo il censimento del popolo, implora la misericordia del Signore: Tu hai pur giurato a Davide! […] Ma il mistero di questo salmo si estende alla passione di nostro Signore: nel Cristo la misericordia eterna è stata edificata, edificio non fatto da mani d’uomo, ma dallo Spirito Santo” (Arnobio Il Giovane). II Lettura: Per Paolo, la salvezza, culminante nella morte e risurrezione di Cristo, è per tutti gli uomini che credono con una fede che significhi, come Abramo, «sperare contro ogni speranza» (Rm 4,18). Poiché tutti gli uomini sono peccatori a nulla serve la Legge per la salvezza. Essa è in sé buona e santa in quanto esprime la volontà di Dio (Rm 7,12-25; 1Tm 1,8), e tuttavia è incapace di conferire la giustizia (Gal 3,11.21s; Rm 3,20). Solo la fede in Cristo giustifica e Abramo è il modello della giustificazione per mezzo della fede perché egli fu giustificato non per le sue opere né per l’osservanza della Legge, ma per aver creduto. Vangelo: “Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto…”: è giusto perché è desideroso di osservare la Legge che obbligava il marito a sciogliere il matrimonio in caso di adulterio, è giusto perché vuole mitigare con la magnanimità il rigore della Legge desiderando evitare di esporre la sua sposa alla pubblica diffamazione, è giusto perché accetta con gioia la volontà di Dio anche se misteriosa e umanamente inspiegabile. L’angelo pone fine ai dubbi di Giuseppe: “Giuseppe, figlio di Davide, non temere…”. Nell’annuncio evangelico viene poi svelato il compito che attendeva Giuseppe e cioè quello d’imporre il nome al bambino e assumerne la paternità legale. La nascita di Gesù è collocata all’interno del grande disegno divino della salvezza, e si incarna nella storia umana rivelandosi tra le mura di una famiglia umile e timorata di Dio.

Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore – Dal Vangelo secondo Matteo: Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo. Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giusep-pe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore.

Riflessione: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa». “In queste parole è racchiuso il nucleo centrale della verità biblica su san Giuseppe, il momento della sua esistenza a cui in particolare si riferiscono i padri della Chiesa. L’evangelista Matteo spiega il significato di questo momento, delineando anche come Giuseppe lo ha vissuto. Rispondendo al chiaro disegno di Dio, Maria col trascorrere dei giorni e delle settimane si rivela davanti alla gente e davanti a Giuseppe come «incinta», come colei che deve partorire e porta in sé il mistero della maternità. In queste circostanze «Giuseppe suo sposo che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto» (Mt 1,19). Egli non sapeva come comportarsi di fronte alla «mirabile» maternità di Maria. Certamente cercava una risposta all’inquietante interrogativo, ma soprattutto cercava una via di uscita da quella situazione per lui difficile. «Mentre dunque stava pensando a queste cose, gli apparve in sogno un angelo del Signore» (Mt 1,20). Il messaggero divino introduce Giuseppe nel mistero della maternità di Maria. Colei che secondo la legge è la sua «sposa», rimanendo vergine, è divenuta madre in virtù dello Spirito Santo. E quando il Figlio, portato in grembo da Maria, verrà al mondo, dovrà ricevere il nome di Gesù. Era, questo, un nome conosciuto tra gli Israeliti ed a volte veniva dato ai figli. In questo caso, però, si tratta del Figlio che – secondo la promessa divina – adempirà in pieno il significato di questo nome: Gesù – Dio salva. Il messaggero si rivolge a Giuseppe come allo «sposo di Maria», a colui che a suo tempo dovrà imporre tale nome al Figlio che nascerà dalla Vergine di Nàzaret, a lui sposata. Si rivolge, dunque, a Giuseppe affidandogli i compiti di un padre terreno nei riguardi del Figlio di Maria. «Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa» (Mt 1,24). Egli la prese in tutto il mistero della sua maternità…: dimostrò in tal modo una disponibilità di volontà, simile a quella di Maria, in ordine a ciò che Dio gli chiedeva per mezzo del suo messaggero” (Giovanni Paolo II, Redemptoris Custos 2-3).

La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa: Ed eccoci allora davanti alla «sacra Famiglia» – Paolo VI (Omelia, 19 Marzo 1975): Ma Giuseppe, anche lui, sebbene umile artigiano, era un privilegiato; aveva il carisma dei sogni rivelatori; ed uno, il primo registrato nel Vangelo, fu questo: «Giuseppe figlio di David, non abbi timore ad accogliere Maria come tua consorte, poiché quello che è nato in lei è opera dello Spirito Santo. Darà alla luce un figlio, e tu gli metterai nome Gesù; poiché Egli salverà il suo popolo dai loro peccati» (Mt 1,20-21); cioè sarà il Salvatore, sarà il Messia, «l’Emmanuele, che vuol dire il Dio con noi» (Ibid. 23). Giuseppe obbedì: felice, ed insieme generoso nel sacrificio umano che gli era chiesto. Egli sarà padre del nascituro non carne, sed caritate, scrive Sant’Agostino (Serm. 52,20; PL 38,351); marito, custode, testimonio della immacolata verginità e insieme della divina maternità di Maria (cfr. Serm. 225; PL 38,1096). Situazione unica, miracolosa, che mette in evidenza la santità personale non solo della Madonna, ma insieme quella del modesto, ma sublime suo sposo, Giuseppe, il Santo che la Chiesa presenta, pur durante il tirocinio quaresimale, alla nostra festosa venerazione. Ed eccoci allora davanti alla «sacra Famiglia».

San Giuseppe, patrono della buona morte – CCC 1014: La Chiesa ci incoraggia a prepararci all’ora della nostra morte: «Dalla morte improvvisa, liberaci, Signore» (antiche Litanie dei santi), a chiedere alla Madre di Dio di intercedere per noi «nell’ora della nostra morte» («Ave Maria») e ad affidarci a san Giuseppe, patrono della buona morte: «In ogni azione, in ogni pensiero, dovresti comportarti come se tu dovessi morire oggi stesso; se avrai la coscienza retta, non avrai molta paura di morire. Sarebbe meglio star lontano dal peccato che fuggire la morte. Se oggi non sei preparato a morire, come lo sarai domani?».

La Parola di Dio commentata dai Padri della Chiesa: Giuseppe, il Giusto – “L’evangelista, dopo aver affermato che questa nascita derivava esclusivamente dallo Spirito Santo, senza nessun intervento naturale, conferma la sua asserzione anche in un altro modo. E ci dà una prova per impedire che qualcuno nutra dei dubbi, in quanto prima di allora non si era mai udito né si era mai visto niente di simile. Per prevenire il sospetto che egli, come discepolo di Gesù, avesse inventato questa prodigiosa storia della nascita verginale allo scopo di far cosa grata al suo maestro, fa intervenire Giuseppe, il quale prova la verità di questo avvenimento con il dolore che esso gli ha provocato. È, insomma, come se l’evangelista dicesse: se non volete credere a me, se la mia testimonianza vi sembra sospetta, credete almeno allo sposo di questa vergine. Egli, infatti, dice: «Giuseppe, suo sposo, che era giusto…». La qualifica di giusto, in questa circostanza, significa uomo che ha tutte le virtù. Con «giustizia» si intende talvolta una sola virtù in particolare, come quando si dice: colui che non è avaro è giusto. Ma giustizia significa anche la generalità di tutte le virtù: e, in questo senso soprattutto, la Scrittura usa il termine «giustizia», come quando ad esempio dice: «uomo giusto, verace» [Gb 1,1], oppure: «tutti e due erano giusti» [Lc 1,6]” (Bernardo da Chiaravalle).

Silenzio / Preghiera / La tua traccia: San Giuseppe – «La figura di questo grande Santo, pur rimanendo piuttosto nascosta, riveste nella storia della salvezza un’importanza fondamentale. Anzitutto, appartenendo egli alla tribù di Giuda, legò Gesù alla discendenza davidica, così che, realizzando le promesse sul Messia, il Figlio della Vergine Maria può dirsi veramente “figlio di Davide”. Il Vangelo di Matteo, in modo particolare, pone in risalto le profezie messianiche che trovarono compimento mediante il ruolo di Giuseppe: la nascita di Gesù a Betlemme [2,1-6]; il suo passaggio attraverso l’Egitto, dove la santa Famiglia si era rifugiata [2,13-15]; il soprannome di “Nazareno” [2,22-23]. In tutto ciò egli si dimostrò, al pari della sposa Maria, autentico erede della fede di Abramo: fede nel Dio che guida gli eventi della storia secondo il suo misterioso disegno salvifico. La sua grandezza, al pari di quella di Maria, risalta ancor più perché la sua missione si è svolta nell’umiltà e nel nascondimento della casa di Nazaret. Del resto, Dio stesso, nella Persona del suo Figlio incarnato, ha scelto questa via e questo stile – l’umiltà e il nascondimento – nella sua esistenza terrena. Dall’esempio di San Giuseppe viene a tutti noi un forte invito a svolgere con fedeltà, semplicità e modestia il compito che la Provvidenza ci ha assegnato. Penso anzitutto ai padri e alle madri di famiglia, e prego perché sappiano sempre apprezzare la bellezza di una vita semplice e laboriosa, coltivando con premura la relazione coniugale e compiendo con entusiasmo la grande e non facile missione educativa. Ai Sacerdoti, che esercitano la paternità nei confronti delle comunità ecclesiali San Giuseppe ottenga di amare la Chiesa con affetto e piena dedizione, e sostenga le persone consacrate nella loro gioiosa e fedele osservanza dei consigli evangelici di povertà, castità e obbedienza. Protegga i lavoratori di tutto il mondo, perché contribuiscano con le loro varie professioni al progresso dell’intera umanità, e aiuti ogni cristiano a realizzare con fiducia e con amore la volontà di Dio, cooperando così al compimento dell’opera della salvezza» (Benedetto XVI, Angelus, 19 Marzo 2006).

Santo del giorno: 19 Marzo – San Giuseppe, sposo della Beata Vergine Maria: “Questa celebrazione ha profonde radici bibliche; Giuseppe è l’ultimo patriarca che riceve le comunicazioni del Signore attraverso l’umile via dei sogni. Come l’antico Giuseppe, è l’uomo giusto e fedele (Mt 1,19) che Dio ha posto a custode della sua casa. Egli collega Gesù, re messianico, alla discendenza di Davide. Sposo di Maria e padre putativo, guida la Sacra Famiglia nella fuga e nel ritorno dall’Egitto, rifacendo il cammino dell’Esodo. Pio IX lo ha dichiarato patrono della Chiesa universale e Giovanni XXIII ha inserito il suo nome nel Canone romano” (Messale Romano).

Preghiamo: Dio onnipotente, che hai voluto affidare gli inizi della nostra redenzione alla custodia premurosa di san Giuseppe, per sua intercessione concedi alla tua Chiesa di cooperare fedelmente al compimento dell’opera di salvezza. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

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