marzo, meditazioni

16 Marzo 2018

16 Marzo 2018 – Venerdì, IV di Quaresima – (Sap 2,1a.12-22; Sal 33[34]; Gv 7,1-2.10.25-30) – I Lettura: “Vengono ora passati in rassegna i pensieri dell’empio che, rispecchiando alcuni principi della filosofia greca, nega qualunque significato alla vita presente e futura. Il massimo ideale diventa allora un’esistenza gaudente, priva di scrupoli e fondata sulla sopraffazione dei deboli. Il giusto va eliminato, perché rappresenta il richiamo a principi morali e a una realtà trascendente, che essi negano” (Bibbia Via, Veritá e Vita, nota). Salmo: Questo salmo “appartiene alla spiritualità dei «poveri di JHWH», coloro che si rifugiano solo in Dio, sfidando le manovre degli ingiusti con la loro fede nuda. L’abbandono in Dio – insegna il salmo – è sorgente di gioia e di pace […]. Il povero, avvolto dalla luce di Dio e difeso dal suo angelo santo, sente di avere il Signore stesso nella sua tenda familiare” (G. Ravasi). Vangelo: La festa delle capanne ricorreva intorno al nostro mese di Settembre e durava sette giorni durante i quali si ringraziava Dio per i raccolti dell’anno e per l’annunzio dell’era messianica. Per questo motivo i fratelli di Gesù vogliono che anche Lui partecipi per manifestare il suo potere. Ma per Gesù non è questo il momento giusto. Ci troviamo nuovamente in una situazione di forte scontro fra Gesù e i Giudei, ma nessuno aveva il coraggio di arrestarlo perché “non era ancora giunta la sua ora”.

Cercavano di arrestare Gesù, ma non era ancora giunta la sua ora – Dal Vangelo secondo Giovanni: In quel tempo, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più percorrere la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo. Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, quella delle Capanne. Quando i suoi fratelli salirono per la festa, vi salì anche lui: non apertamente, ma quasi di nascosto. Alcuni abitanti di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere? Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il Cristo? Ma costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia». Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato». Cercavano allora di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere le mani su di lui, perché non era ancora giunta la sua ora.

Riflessione: “Nonostante la pessima intenzione dei sacerdoti, degli scribi e dei farisei di uccidere Gesù, nessuno poté mettergli le mani addosso perché egli non lo permise. Era il padrone della sua vita, e nessuno poteva toglierla a lui senza di lui. Eppure è detto, al principio del capitolo, che egli «non voleva più percorrere la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo». Se non potevano ucciderlo senza il suo permesso, perché poi li fuggiva quasi che avessero potuto farlo senza il suo consenso? Ma egli nel suo infinito amore misericordioso, senza una necessità non voleva esporli a commettere col pensiero, col desiderio e con la volontà l’orribile peccato di attentare alla sua vita. Egli poi volle insegnarci a non esporci inutilmente ai pericoli ai quali andiamo incontro operando il bene, ed a non essere causa di colpe novelle a quelli che lo combattono. Il coraggio cristiano non è mai temerità o reazione aggressiva; è frutto di abbandono in Dio, ed è sempre fioritura di carità; sa essere fermo ed incrollabile, ma sa essere anche compassionevole e remissivo verso i cattivi. Nelle angustie e nelle contraddizioni confidiamo in Dio, e non ci facciamo troppo spaventare dalle congiure dei perversi. Essi possono agitarsi quanto vogliono, ma non possono arrestare sul quadrante della provvidenza le ore di Dio. Si può far arrestare un orologio, ma non si può arretrare l’ombra di una meridiana, poiché essa dipende dal sole che splende in alto. L’orologio è regolato dagli uomini, e va quasi sempre male, la meridiana è regolata dal corso del sole e non fallisce mai. Abbiamo fede nei tempi di Dio, e quando gli uomini si agitano per demolire il bene confidiamo nell’ora di Dio che scocca infallibile e luminosa dopo l’ora delle tenebre. Vigiliamo piuttosto per non interferire noi con le nostre colpe e le nostre ingratitudini nei momenti di Dio, e ricorriamo alla preghiera senza stancarci, perché la preghiera è arma che nessuna forza umana può far spezzare” (D. R.). Possiamo dire che c’è un tempo per ergersi, come il lucerniere al centro della stanza, per illuminare tutta la casa, e c’è un tempo in cui bisogna anche saper tacere, nascondersi e rimanere al proprio posto: Dio ci conceda la sapienza per agire sempre secondo la sua volontà.

La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa: Gesù era consapevole della morte che lo attendeva – Catechismo degli Adulti 226-227: Da tempo Gesù si rendeva conto del rischio mortale. Ripetutamente aveva affermato che quanti si convertono al Regno vanno incontro a persecuzioni: a maggior ragione la stessa sorte sarebbe toccata a lui; tanto più che anche Giovanni Battista era stato ucciso, per ordine di Erode. Nei Vangeli troviamo numerose predizioni di Gesù riguardo a un suo futuro di sofferenza: alcune sono allusive; tre sono piuttosto dettagliate, rese probabilmente più esplicite dai discepoli alla luce degli eventi compiuti. Gesù dunque è consapevole del pericolo; ma gli va incontro con decisione: «Mentre erano in viaggio per salire a Gerusalemme, Gesù camminava davanti a loro ed essi erano stupiti; coloro che venivano dietro erano pieni di timore» (Mc 10,32). Il pericolo non indebolisce la sua fedeltà a Dio e non rallenta i suoi passi. L’ostilità contro Gesù fu alimentata da quanti, senza comprenderne le opere e l’insegnamento, lo considerarono un sovvertitore della religione e un pericoloso agitatore di folle. Gesù era consapevole della morte che lo attendeva, ma andò incontro ad essa con coraggio, per essere fedele a Dio.

Il mistero dell’ora di Gesù – Giovanni Paolo II (Catechesi, 14 Gennaio 1998): Prima dell’ora scelta dal disegno divino, i nemici non possono impadronirsi di Gesù. Parecchie volte si è tentato di fermare Gesù o di ucciderlo. Riportando uno di questi tentativi, il Vangelo di Giovanni pone in luce l’impotenza degli avversari: “Cercarono di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettergli le mani addosso, perché non era ancora giunta la sua ora” [7,30]. Quando l’ora viene, appare anche come l’ora dei nemici. “Questa è la vostra ora, è l’impero delle tenebre”, dice Gesù a “coloro che gli erano venuti contro, sommi sacerdoti, capi delle guardie del tempio e anziani” [Lc 22,52-53]. In quest’ora buia sembra che il potere erompente del male non possa essere fermato da nessuno. E tuttavia anche quest’ora rimane sotto il potere del Padre. Sarà Lui a permettere ai nemici di Gesù di catturarlo. La loro opera si inscrive misteriosamente nel piano stabilito da Dio per la salvezza di tutti. Più che l’ora dei nemici, l’ora della passione è dunque l’ora di Cristo, l’ora del compimento della sua missione. Il Vangelo di Giovanni ci fa scoprire le disposizioni intime di Gesù all’inizio dell’ultima Cena: “Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine” [Gv 13,1]. È dunque l’ora dell’amore, che vuole andare “sino alla fine”, cioè fino al dono supremo. Nel suo sacrificio, Cristo ci rivela l’amore perfetto: non avrebbe potuto amarci più profondamente! Quest’ora decisiva è insieme ora della passione e ora della glorificazione. Secondo il Vangelo di Giovanni, è l’ora in cui il Figlio dell’uomo è “elevato da terra” [12,32]. L’elevazione sulla croce è segno dell’elevazione alla gloria celeste.

La Parola di Dio commentata dai Padri della Chiesa: La croce nell’anima – “Quando parlo della croce, non penso al legno, ma al dolore. In effetti questa croce si trova nella Britannia, in India e su tutta la terra. Cosa dice il Vangelo? Se non portate la mia croce e non mi seguite ogni giorno… [Lc 14,27]. Notate cosa dice! Se un animo non è affezionato alla croce, come io alla mia per amor vostro, non può essere mio discepolo. Felice colui che porta nel suo intimo la croce, la risurrezione, il luogo della nascita e dell’ascensione di Cristo! Felice chi ha Betlemme nel suo cuore, nel cui cuore, cioè, Cristo nasce ogni giorno! Che significa del resto «Betlemme»? Casa del pane. Siamo anche noi una casa del pane, di quel pane che è disceso dal cielo. Ogni giorno Cristo viene per noi affisso alla croce. Noi siamo crocifissi al mondo e Cristo è crocifisso in noi. Felice colui nel cui cuore Cristo risuscita ogni giorno, quando egli fa penitenza per i suoi peccati anche i più lievi. Felice chi ascende ogni giorno dal monte degli ulivi al regno dei cieli, ove crescono gli ulivi rigogliosi del Signore, ove si eleva la luce di Cristo, ove si trovano gli oliveti del Signore. Sono come un olivo fecondo nella casa di Dio [Sal 51,10]. Accendiamo anche la nostra lampada con l’olio di quell’olivo e subito entreremo con Cristo nel regno dei cieli” (Girolamo).

Silenzio / Preghiera / La tua traccia: Cercavano di arrestarlo… dietro a queste manovre vi erano le autorità religiose di Gerusalemme, quelle che il Vangelo di san Giovanni spesso chiama “i Giudei” (cfr. Gv 1,19; Gv 2,18; 5,10; 7,13; 9,22; 18,12; 19,38; 20,19), e tra questi in prima linea i Farisei. I Vangeli sottopongono la mentalità e la vita dei Farisei ad una critica spietata: Gesù sferza la loro superbia (Lc 18,10-14), la loro avidità (Mc 12,40), la loro ambizione (Mt 23,5ss) e la loro ipocrisia (Mt 15,3-7). Siccome i Farisei e gli scribi erano preoccupati della fedeltà alla Legge ed erano zelanti per ciò che già c’era, essi hanno respinto Gesù, poiché egli avanzava la pretesa di essere sopra la Legge e di annunziare un nuovo messaggio da parte di Dio. Da queste considerazioni nel cuore dei Farisei nacque il proposito di uccidere Gesù, un disegno delittuoso condiviso con i “sommi sacerdoti”, i Sadducei e gli Erodoiani. Una congrega i cui membri si odiavano, i Sadducei erano i nemici naturali dei Farisei, e gli Erodiani detestati da tutti perché partigiani dell’odiato monarca Erode, eppure pur di abbattere “il nemico comune” si alleano e con spavalderia, e calpestando ogni norma di legalità, portano a buon fine il loro disegno. Quello dei Farisei fu un disegno criminale non dettato da preoccupazioni politiche, di fronte allo stato essi tenevano una posizione moderata, ma soltanto da motivazioni religiose: uno zelo esagerato che spesso annebbia le menti spingendo, anche i più moderati, a commettere orrendi crimini.

Santo del giorno: 16 Marzo – Sant’Agapito di Ravenna, Vescovo: “Decimo dei vescovi ravennati, il Martirologio Romano ne celebra la memoria il 16 marzo. Visse tra la fine del III sec. e la prima metà del IV, ed è senza fondamento la notizia della sua partecipazione al concilio di Roma del 340, indetto dal papa Giulio I. Fino al sec. X rimase sepolto nell’area cimiteriale adiacente alla Basilica Probi di Classe; nel 963 l’arcivescovo Pietro IV ne riesumò le reliquie e le trasferì nell’Anastasi urbana. Ma il suo culto comincia ad affermarsi solo verso il sec. XI, quando viene estesa a tutti i primi dodici vescovi ravennati la leggenda dell’elezione miracolosa attraverso la discesa di una colomba sul capo del candidato, leggenda originariamente propria solo per s. Severo Fu l’arcivescovo Filippo Fòntana (1250-1270) che soprattutto diffuse e curò il culto dei cosiddetti «Vescovi Colombini»” (Giovanni Lucchesi).

Preghiamo: Padre santo, che nei tuoi sacramenti hai posto il rimedio alla nostra debolezza, fa’ che accogliamo con gioia i frutti della redenzione e li manifestiamo nel rinnovamento della vita. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

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