febbraio, Liturgia

18 Febbraio 2018 – I DOMENICA DI QUARESIMA (B)

ANTIFONA D’INGRESSO
Egli mi invocherà e io lo esaudirò; gli darò salvezza e gloria, lo sazierò con una lunga vita. (Sal 91,15-16)

COLLETTA
O Dio, nostro Padre, con la celebrazione di questa Quaresima, segno sacramentale della nostra conversione, concedi a noi tuoi fedeli di crescere nella conoscenza del mistero di Cristo e di testimoniarlo con una degna condotta di vita. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

PRIMA LETTURA Gen 9,8-15
L’alleanza fra Dio e Noè liberato dalle acque del diluvio.

Il sesto capitolo del libro della Genesi contiene una delle più tristi considerazioni da parte di Dio sull’uomo e sulla sua capacità di fare il male: «Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni intimo intento del loro cuore non era altro che male, sempre. E il Signore si pentì di aver fatto l’uomo sulla terra e se ne addolorò in cuor suo. Il Signore disse: “Cancellerò dalla faccia della terra l’uomo che ho creato e, con l’uomo, anche il bestiame e i rettili e gli uccelli del cielo, perché sono pentito d’averli fatti”» (Gen 6,5-7). Solo Noè troverà grazia agli occhi del Signore (Gen 6,8) e il diluvio sarà lo strumento divino che purificherà la terra. Passata l’inondazione Dio stringerà un’alleanza con Noè, il cui segno sarà l’arcobaleno; un’alleanza eterna che si estenderà a tutta la creazione: «Non maledirò più il suolo a causa dell’uomo, perché ogni intento del suo cuore umano è incline al male fin dall’adolescenza; né colpirò più ogni essere vivente come ho fatto. Finché durerà la terra, seme e mèsse, freddo e caldo, estate e inverno, giorno e notte non cesseranno» (Gen 8,21-22).

Dal libro della Gènesi
Dio disse a Noè e ai suoi figli con lui: «Quanto a me, ecco io stabilisco la mia alleanza con voi e con i vostri discendenti dopo di voi, con ogni essere vivente che è con voi, uccelli, bestiame e animali selvatici, con tutti gli animali che sono usciti dall’arca, con tutti gli animali della terra. Io stabilisco la mia alleanza con voi: non sarà più distrutta alcuna carne dalle acque del diluvio, né il diluvio devasterà più la terra». Dio disse: «Questo è il segno dell’alleanza, che io pongo tra me e voi e ogni essere vivente che è con voi, per tutte le generazioni future. Pongo il mio arco sulle nubi, perché sia il segno dell’alleanza tra me e la terra. Quando ammasserò le nubi sulla terra e apparirà l’arco sulle nubi, ricorderò la mia alleanza che è tra me e voi e ogni essere che vive in ogni carne, e non ci saranno più le acque per il diluvio, per distruggere ogni carne».
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE Dal Salmo 24 (25)
«Per meglio conoscere per quale via noi dobbiamo tendere a Dio, ascoltiamo quello che insegna il profeta David: Le vie del Signore sono misericordia e verità [Sal 25 (24),10]. Ora, la regola di vita per i fedeli proviene dall’esempio delle opere divine. Ed è giusto che Dio esiga di essere imitato da quelli che ha creato a sua immagine e somiglianza. Però, noi certamente non ci impossesseremo di questa gloriosa dignità, se non facendo trovare in noi la misericordia e la verità» (San Leone Magno).

Rit. Tutti i sentieri del Signore sono amore e fedeltà.

Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza. Rit.

Ricòrdati, Signore, della tua misericordia
e del tuo amore, che è da sempre.
Ricòrdati di me nella tua misericordia,
per la tua bontà, Signore. Rit.

Buono e retto è il Signore,
indica ai peccatori la via giusta;
guida i poveri secondo giustizia,
insegna ai poveri la sua via. Rit.

SECONDA LETTURA 1Pt 3,18-22
Quest’acqua, come immagine del battesimo, ora salva anche voi.
Il passo petrino contiene tutti gli elementi di un’antica professione di fede: la morte di Cristo, la discesa agli inferi, la resurrezione, la sua glorificazione, il giudizio sui vivi e sui morti. Gesù risorto estende la sua signoria su tutti gli abitanti della terra e su tutti gli abitanti del cielo, angeli, Principati e Potestà.

Dalla prima lettera di san Pietro apostolo
Carissimi, Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio; messo a morte nel corpo, ma reso vivo nello spirito. E nello spirito andò a portare l’annuncio anche alle anime prigioniere, che un tempo avevano rifiutato di credere, quando Dio, nella sua magnanimità, pazientava nei giorni di Noè, mentre si fabbricava l’arca, nella quale poche persone, otto in tutto, furono salvate per mezzo dell’acqua. Quest’acqua, come immagine del battesimo, ora salva anche voi; non porta via la sporcizia del corpo, ma è invocazione di salvezza rivolta a Dio da parte di una buona coscienza, in virtù della risurrezione di Gesù Cristo. Egli è alla destra di Dio, dopo essere salito al cielo e aver ottenuto la sovranità sugli angeli, i Principati e le Potenze.
Parola di Dio.

CANTO AL VANGELO Mt 4,4b
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

VANGELO Mc 1,12-15
Gesù, tentato da satana, è servito dagli angeli.

Il tempo è compiuto: tutta l’economia dell’antica alleanza è portata da Dio alla pienezza. Al termine di quest’ultimo periodo della storia, alla «fine dei tempi», sopraggiungerà la «fine del tempo», che è il «giorno» della venuta del Cristo, della sua rivelazione e del giudizio. In attesa di quest’ultimo evento l’uomo deve «convertirsi e credere nel Vangelo», solo così potrà fruire della salvezza offertagli dal Cristo. La pacifica convivenza di Gesù con le bestie selvatiche evoca l’ideale messianico d’un ritorno alla pace paradisiaca (cfr. Is 11,6-9).

Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano. Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».   Parola del Signore.

LA PAROLA DI DIO COMMENTATA DAL MAGISTERO DELLA CHIESA

Lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana – CCC 538-540: I Vangeli parlano di un tempo di solitudine di Gesù nel deserto, immediatamente dopo che ebbe ricevuto il battesimo da Giovanni: «Sospinto» dallo Spirito nel deserto, Gesù vi rimane quaranta giorni digiunando; sta con le fiere e gli angeli lo servono. Terminato questo periodo, Satana lo tenta tre volte cercando di mettere alla prova la sua disposizione filiale verso Dio. Gesù respinge tali assalti che ricapitolano le tentazioni di Adamo nel Paradiso e quelle d’Israele nel deserto, e il diavolo si allontana da lui «per ritornare al tempo fissato» (Lc 4,13). Gli evangelisti rilevano il senso salvifico di questo misterioso avvenimento. Gesù è il nuovo Adamo, rimasto fedele mentre il primo ha ceduto alla tentazione. Gesù compie perfettamente la vocazione d’Israele: contrariamente a coloro che in passato provocarono Dio durante i quaranta anni nel deserto, Cristo si rivela come il Servo di Dio obbediente in tutto alla divina volontà. Così Gesù è vincitore del diavolo: egli ha «legato l’uomo forte» per riprendergli il suo bottino. La vittoria di Gesù sul tentatore nel deserto anticipa la vittoria della passione, suprema obbedienza del suo amore filiale per il Padre. La tentazione di Gesù manifesta quale sia la messianicità del Figlio di Dio, in opposizione a quella propostagli da Satana e che gli uomini desiderano attribuirgli. Per questo Cristo ha vinto il tentatore per noi: «Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia compatire le nostre infermità, essendo stato lui stesso provato in ogni cosa, a somiglianza di noi, escluso il peccato» (Eb 4,15). La Chiesa ogni anno si unisce al Mistero di Gesù nel deserto con i quaranta giorni della Quaresima.

Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio – Lumen Gentium 5: Il mistero della santa Chiesa si manifesta nella sua stessa fondazione. Il Signore Gesù, infatti, diede inizio ad essa predicando la buona novella, cioè l’avvento del regno di Dio da secoli promesso nella Scrittura: «Poiché il tempo è compiuto, e vicino è il regno di Dio» (Mc 1,15; cfr. Mt 4,17). Questo regno si manifesta chiaramente agli uomini nelle parole, nelle opere e nella presenza di Cristo. La parola del Signore è paragonata appunto al seme che viene seminato nel campo (cfr. Mc 4,14): quelli che lo ascoltano con fede e appartengono al piccolo gregge di Cristo (cfr. Lc 12,32), hanno accolto il regno stesso di Dio; poi il seme per virtù propria germoglia e cresce fino al tempo del raccolto (cfr. Mc 4,26-29). Anche i miracoli di Gesù provano che il regno è arrivato sulla terra: «Se con il dito di Dio io scaccio i demòni, allora è già pervenuto tra voi il regno di Dio» (Lc 11,20; cfr. Mt 12,28). Ma innanzi tutto il regno si manifesta nella stessa persona di Cristo, figlio di Dio e figlio dell’uomo, il quale è venuto «a servire, e a dare la sua vita in riscatto per i molti» (Mc 10,45). Quando poi Gesù, dopo aver sofferto la morte in croce per gli uomini, risorse, apparve quale Signore e messia e sacerdote in eterno (cfr. At 2,36; Eb 5,6; 7,17-21), ed effuse sui suoi discepoli lo Spirito promesso dal Padre (cfr. At 2,33). La Chiesa perciò, fornita dei doni del suo fondatore e osservando fedelmente i suoi precetti di carità, umiltà e abnegazione, riceve la missione di annunziare e instaurare in tutte le genti il regno di Cristo e di Dio, e di questo regno costituisce in terra il germe e l’inizio. Intanto, mentre va lentamente crescendo, anela al regno perfetto e con tutte le sue forze spera e brama di unirsi col suo re nella gloria.

Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo – CCC 1427-1428: Gesù chiama alla conversione. Questo appello è una componente essenziale dell’annuncio del Regno: “Il tempo è compiuto e il Regno di Dio è ormai vicino; convertitevi e credete al Vangelo” (Mc 1,15). Nella predicazione della Chiesa questo invito si rivolge dapprima a quanti non conoscono ancora Cristo e il suo Vangelo. Il Battesimo è quindi il luogo principale della prima e fondamentale conversione. È mediante la fede nella Buona Novella e mediante il Battesimo che si rinuncia al male e si acquista la salvezza, cioè la remissione di tutti i peccati e il dono della vita nuova. Ora, l’appello di Cristo alla conversione continua a risuonare nella vita dei cristiani. Questa seconda conversione è un impegno continuo per tutta la Chiesa che “comprende nel suo seno i peccatori” e che, “santa insieme e sempre bisognosa di purificazione, incessantemente si applica alla penitenza e al suo rinnovamento”. Questo sforzo di conversione non è soltanto un’opera umana. È il dinamismo del “cuore contrito” (Sal 51,19) attirato e mosso dalla grazia a rispondere all’amo-re misericordioso di Dio che ci ha amati per primo.

PREGHIERA DEI FEDELI
Celebrante: Preghiamo Dio nostro Padre perché ci guidi con la luce dello Spirito in questo cammino di conversione verso la Pasqua.

Lettore: Preghiamo insieme e diciamo: Signore, nostro sostegno, ascoltaci!

– Ascolta, Dio di misericordia, la preghiera che ti rivolgiamo per la tua Chiesa sparsa nel mondo: fa’ che purificata da questo cammino giunga a celebrare la Pasqua con cuore rinnovato. Preghiamo. Rit.

– Ti preghiamo, Signore, per i nostri governanti, fa’ che si impegnino a costruire un mondo più giusto ed umano. Preghiamo. Rit.
– Insegnaci, Signore, ad amare i nostri fratelli, in particolare quelli che sono nel dolore e nella disperazione. Preghiamo. Rit.

– Ti preghiamo, Signore, per questa comunità, perché nell’ascolto della tua Pa-rola riscopra la grazia del Battesimo e il fervore nella carità. Preghiamo. Rit.

Celebrante: O Dio, fa’ che con la celebrazione di questa Quaresima, segno sa-cramentale della nostra conversione, giungiamo a una più profonda conoscenza del mistero di Cristo. Egli che vive e regna nei secoli dei secoli.

PREGHIERA SULLE OFFERTE
Si rinnovi, Signore, la nostra vita e col tuo aiuto si ispiri sempre più al sacrificio, che santifica l’inizio della Quaresima, tempo favorevole per la nostra salvezza. Per Cristo nostro Signore.

PREFAZIO
Gesù vittorioso sulla tentazione del maligno.

È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre Santo, Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro Signore.
Egli consacrò l’istituzione del tempo penitenziale
con il digiuno di quaranta giorni,
e vincendo le insidie dell’antico tentatore
ci insegnò a dominare le seduzioni del peccato,
perché celebrando con spirito rinnovato
il mistero pasquale possiamo giungere alla Pasqua eterna.
E noi, uniti agli angeli e ai santi,
cantiamo senza fine l’inno della tua lode: Santo…

ANTIFONA ALLA COMUNIONE
“Il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo”.
Oppure:
Il Signore ti coprirà con la sua protezione, sotto le sue ali troverai rifugio. (Sal 91,4)

PREGHIERA DOPO LA COMUNIONE
Il pane del cielo che ci hai dato, o Padre, alimenti in noi la fede accresca la speranza, rafforzi la carità, e ci insegni ad aver fame di Cristo, pane vivo e vero, e a nutrirci di ogni parola che esce dalla tua bocca. Per Cristo nostro Signore.

UN PO’ DI PANE PER CAMMINARE
La penitenza – Il cristiano sa che soltanto con la penitenza riuscirà a vincere, in modo definitivo, il mondo, la carne e il diavolo (cfr. 1Gv 2,15-16; Mt 17,21). Questa finalità della penitenza è chiaramente sottolineata dal Catechismo della Chiesa Cattolica, che afferma: «Il quarto precetto della Chiesa [“In giorni stabiliti dalla Chiesa astieniti dal mangiare carne e osserva il digiuno”] assicura i tempi di ascesi e di penitenza che ci preparano alle feste liturgiche e a farci acquisire il dominio sui nostri istinti e la libertà di cuore» (2043). Se poi diamo alla penitenza il sapore della salvezza, in essa v’è una dimensione universale, infatti tutti con «la penitenza e la spontanea accettazione delle fatiche e delle pene della vita, con cui si conformano a Cristo sofferente [2Cor 4,10; Col 1,24], possono raggiungere tutti gli uomini e contribuire alla salvezza di tutto il mondo» (AA 17). Il Decreto sull’attività missionaria della Chiesa “Ad Gentes” dopo aver ricordato le parole di Cristo «Fate penitenza e credete al Vangelo», aggiunge con estrema chiarezza: «E poiché chi non crede è già giudicato, le parole di Cristo sono insieme parole di giudizio e di grazia, di morte e di vita. Infatti soltanto facendo morire ciò che è vecchio, possiamo giungere a rinnovamento di vita» (8). Solo gli uomini nuovi raggiungeranno la salvezza: «Non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adùlteri, né depravati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né calunniatori, né rapinatori erediteranno il regno di Dio» (1Cor 6,9-10). La penitenza deve abbracciare tutto l’uomo, ecco perché v’è una penitenza esteriore e una interiore. La penitenza interiore è «il dinamismo del “cuore contrito” [Sal 51,19], mosso dalla grazia divina a rispondere all’amore misericordioso di Dio. Implica il dolore e la repulsione per i peccati commessi, il fermo proposito di non peccare più in avvenire e la fiducia nell’aiuto di Dio. Si nutre della speranza nella misericordia divina» (Compendio 300). La penitenza esteriore «si esprime in forme molto varie, in particolare con il digiuno, la preghiera, l’elemosina. Queste e molte altre forme di penitenza possono essere praticate nella vita quotidiana del cristiano, in particolare nel tempo di Quaresima e nel giorno penitenziale del venerdì» (ibidem 301). Tra le molte altre forme di penitenza possiamo aggiungere quanto ci suggerisce il vescovo Jacques-Bénigne Bossuet. Nel 1695 inviò alle Visitandine di Meaux una meditazione sul digiuno cristiano e tra le tante cose diceva alle monache: «Per il digiuno si devono intendere tutte le altre austerità con le quali si mortifica il proprio corpo. È d’uopo nasconderle con ogni diligenza e non prendere un’aria malinconica come gli ipocriti, ma ungersi il capo e lavarsi la faccia, mostrare a tutti dolcezza e gioia; non essere come quelli che sopportano con impazienza le austerità e sembrano prendersela con tutti coloro ai quali parlano, trattandoli aspramente e divenendo loro molesti. L’austerità verso se stessi deve rendere più mansueti, più affabili, deve correggere e non attizzare il cattivo umore. Questo appunto è il significato dell’unzione del capo e della faccia lavata, che è come dire la dolcezza e la gioia». Alla luce di queste parole si farà bene a riscrivere l’elenco delle opere penitenziali necessarie per entrare in Paradiso. E forse oggi sarà più che mai necessario annotare nell’elenco delle opere penitenziali il sorriso, la pazienza, la gioia, l’affabilità e la buona educazione. Ma attenzione, philosophum non facit barba: la barba non fa il filosofo, che fuori metafora significa che i segni esteriori non costituiscono alcuna prova certa che si è ciò che si appare.

CONOSCIAMO L’OPUS MATRIS VERBI DEI

CAPITOLO 4
IMPEGNO DI APOSTOLATO E DI PASTORALE

La carità pastorale ha orizzonti sempre più vasti quanto è vasto l’umano, il dolore, le attese di ognuno e di tutti. † Giuseppe Agostino, Schegge di vita

Art. 80 – L’apostolato peculiare della Famiglia ecclesiale di Vita evangelica «Opus Matris Verbi Dei» è il servizio della Parola di Dio annunciata e testimoniata. Immersa in un profondo silenzio contemplativo, è pronta, con un’ac-coglienza appassionata e sapienziale, ad ascoltare la Parola di Dio e, altresì, a diventare instancabile evangelizzatrice di questa divina Parola, così come è garantita e trasmessa dal Magistero della Chiesa.

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