Antifona d’ingresso
Tendi l’orecchio, Signore, rispondimi: mio Dio, salva il tuo servo che confida in te: abbi pietà di me, Signore; tutto il giorno a te io levo il mio grido. (Sal 86,1-3)
Colletta
O Dio, che unisci in un solo volere le menti dei fedeli, concedi al tuo popolo di amare ciò che comandi e desiderare ciò che prometti, perché fra le vicende del mondo là siano fissi i nostri cuori dove è la vera gioia. Per il nostro Signore Gesù Cristo…
Oppure:
O Padre, fonte di sapienza, che nell’umile testimonianza dell’apostolo Pietro hai posto il fondamento della nostra fede, dona a tutti gli uomini la luce del tuo Spirito, perché riconoscendo in Gesù di Nazaret il Figlio del Dio vivente, diventino pietre vive per l’edificazione della tua Chiesa. Per il nostro Signore Gesù Cristo…
Introduzione alla Parola di Dio
(I Lettura) Il rimprovero a Sebna è un seguito ai rimproveri proferiti da Isaìa, da parte di Dio, a tutto il popolo d’Israele. Il peccato sta nella mancanza di senso religioso (“Non conosce, non intende” Is 1,2) che si manifesta con la costruzione di mezzi difensivi e un’assoluta disattenzione al piano di Dio. L’errore di Sebna sta nel costruirsi il sepolcro, un tentativo per perpetuare il proprio nome sulla terra. Nel contesto delle vicende difficili che il popolo sta attraversando, ciò mette in maggiore risalto la brama di gloria terrena, e come si tenti la realizzazione della propria volontà anziché di quella di Dio. Eliakìm (che significa “colui che Dio ha designato”), prenderà il posto di Sebna: è il segno che Dio riprenderà in mano le sorti del suo popolo. (II Lettura) In ambienti di cristiani venuti dal paganesimo, serpeggiava un certo antisemitismo. La lettera di Paolo ai Romani, spiega che, come Dio ha perdonato l’incredulità dei pagani, così farà per i Giudei ancora increduli. La conclusione è chiara: a noi spetta solo di dare gloria a Dio, i nostri ragionamenti non potranno arrivare mai alla comprensione della sua sublimità. (Vangelo) La confessione di fede di Pietro, non è una sua intuizione, ma è una rivelazione divina. La fede da lui dimostrata fa di lui la Roccia. Egli ha espresso in parole la fede dei discepoli, facendosi loro portavoce. Su questa fede si poggia tutto il fondamento della Chiesa e, finché questa fede durerà, l’inferno non potrà prevalere su di essa.
Prima Lettura
Gli porrò sulla spalla la chiave della casa di Davide.
Dal libro del profeta Isaìa (22,19-23): Così dice il Signore a Sebna, maggiordomo del palazzo: «Ti toglierò la carica, ti rovescerò dal tuo posto. In quel giorno avverrà che io chiamerò il mio servo Eliakìm, figlio di Chelkìa; lo rivestirò con la tua tunica, lo cingerò della tua cintura e metterò il tuo potere nelle sue mani. Sarà un padre per gli abitanti di Gerusalemme e per il casato di Giuda. Gli porrò sulla spalla la chiave della casa di Davide: se egli apre, nessuno chiuderà; se egli chiude, nessuno potrà aprire. Lo conficcherò come un piolo in luogo solido e sarà un trono di gloria per la casa di suo padre».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 137 (138)
“Salmo della chiamata universale… In senso spirituale, è il salmo dei battezzati, di coloro che sono stati illuminati” (Atanasio).
Rit. Signore, il tuo amore è per sempre.
Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore:
hai ascoltato le parole della mia bocca.
Non agli dèi, ma a te voglio cantare,
mi prostro verso il tuo tempio santo. Rit.
Rendo grazie al tuo nome per il tuo amore e la tua fedeltà:
hai reso la tua promessa più grande del tuo nome.
Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto,
hai accresciuto in me la forza. Rit.
Perché eccelso è il Signore, ma guarda verso l’umile;
il superbo invece lo riconosce da lontano.
Signore, il tuo amore è per sempre:
non abbandonare l’opera delle tue mani. Rit.
Seconda Lettura
Da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (11,33-36): O profondità della ricchezza, della sapienza e della conoscenza di Dio! Quanto insondabili sono i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie! Infatti, chi mai ha conosciuto il pensiero del Signore? O chi mai è stato suo consigliere? O chi gli ha dato qualcosa per primo tanto da riceverne il contraccambio? Poiché da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose. A lui la gloria nei secoli. Amen.
Parola di Dio.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno su di essa. (Mt 16,18)
Alleluia.
Vangelo
Tu sei Pietro, e a te darò le chiavi del regno dei cieli.
Dal Vangelo secondo Matteo (16,13-20): In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.
Parola del Signore.
La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa
Tu sei il Figlio di Dio – CCC 426-427: «Al centro della catechesi noi troviamo essenzialmente una persona: quella di Gesù di Nazaret, unigenito del Padre […]; il quale ha sofferto ed è morto per noi e ora, risorto, vive per sempre con noi. […] Catechizzare […] è, dunque, svelare nella persona di Cristo l’intero disegno di Dio […]. È cercare di comprendere il significato dei gesti e delle parole di Cristo, dei segni da lui operati». Lo scopo della catechesi: «Mettere […] in comunione […] con Gesù Cristo: egli solo può condurre all’amore del Padre nello Spirito e può farci partecipare alla vita della Santa Trinità». «Nella catechesi è Cristo, Verbo incarnato e Figlio di Dio, che viene insegnato, e tutto il resto lo è in riferimento a lui; solo Cristo insegna, mentre ogni altro lo fa nella misura in cui è il suo portavoce, consentendo a Cristo di insegnare per bocca sua. […] Ogni catechista dovrebbe poter applicare a se stesso la misteriosa parola di Gesù: “La mia dottrina non è mia, ma di colui che mi ha mandato” (Gv 7,16)».
Sì, Gesù, tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente! – Benedetto XVI (Angelus, 24 Agosto 2008): La liturgia di questa domenica rivolge a noi cristiani, ma al tempo stesso ad ogni uomo e ogni donna, la duplice domanda che Gesù pose un giorno ai suoi discepoli. Dapprima chiese loro: “La gente chi dice che sia il Figlio dell’uomo?”. Essi gli risposero che per alcuni del popolo Egli era Giovanni Battista redivivo, per altri Elia, Geremia o qualcuno dei profeti. Allora il Signore interpellò direttamente i Dodici: “Voi chi dite che io sia?”. A nome di tutti, con slancio e decisione fu Pietro a prendere la parola: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. Solenne professione di fede, che da allora la Chiesa continua a ripetere. Anche noi quest’oggi vogliamo proclamare con intima convinzione: Sì, Gesù, tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente! Lo facciamo con la consapevolezza che è Cristo il vero “tesoro” per il quale vale la pena di sacrificare tutto; Lui è l’amico che mai ci abbandona, perché conosce le attese più intime del nostro cuore. Gesù è il “Figlio del Dio vivente”, il Messia promesso, venuto sulla terra per offrire all’umanità la salvezza e per soddisfare la sete di vita e di amore che abita in ogni essere umano. Quale vantaggio avrebbe l’umanità accogliendo quest’annuncio che porta con sé la gioia e la pace!
Riunire in Cristo l’umanità intera in un’unica famiglia – Benedetto XVI (Angelus, 24 Agosto 2008): “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. A questa ispirata professione di fede da parte di Pietro, Gesù replica: “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli”. È la prima volta che Gesù parla della Chiesa, la cui missione è l’attuazione del disegno grandioso di Dio di riunire in Cristo l’umanità intera in un’unica famiglia. La missione di Pietro, e dei suoi successori, è proprio quella di servire quest’unità dell’unica Chiesa di Dio formata da giudei e pagani; il suo ministero indispensabile è far sì che essa non si identifichi mai con una sola nazione, con una sola cultura, ma che sia la Chiesa di tutti i popoli, per rendere presente fra gli uomini, segnati da innumerevoli divisioni e contrasti, la pace di Dio e la forza rinnovatrice del suo amore. Servire dunque l’unità interiore che proviene dalla pace di Dio, l’unità di quanti in Gesù Cristo sono diventati fratelli e sorelle: ecco la peculiare missione del Papa, Vescovo di Roma e successore di Pietro.
Costruire la sua Chiesa sopra questa fede – Papa Francesco (Angelus, 24 Agosto 2014): Gesù sente nel suo cuore una grande gioia, perché riconosce in Simone la mano del Padre, l’azione dello Spirito Santo. Riconosce che Dio Padre ha dato a Simone una fede “affidabile”, sulla quale Lui, Gesù, potrà costruire la sua Chiesa, cioè la sua comunità, cioè tutti noi. Gesù ha in animo di dare vita alla “sua” Chiesa, un popolo fondato non più sulla discendenza, ma sulla fede, vale a dire sul rapporto con Lui stesso, un rapporto di amore e di fiducia. Il nostro rapporto con Gesù costruisce la Chiesa. E dunque per iniziare la sua Chiesa Gesù ha bisogno di trovare nei discepoli una fede solida, una fede “affidabile”. È questo che Lui deve verificare a questo punto del cammino. Il Signore ha in mente l’immagine del costruire, l’immagine della comunità come un edificio. Ecco perché, quando sente la professione di fede schietta di Simone, lo chiama “roccia”, e manifesta l’intenzione di costruire la sua Chiesa sopra questa fede.
Offrire a Gesù la propria fede, povera ma sincera – Papa Francesco (Angelus, 24 Agosto 2014): Fratelli e sorelle, ciò che è avvenuto in modo unico in san Pietro, avviene anche in ogni cristiano che matura una sincera fede in Gesù il Cristo, il Figlio del Dio vivente. Il Vangelo di oggi interpella anche ognuno di noi. Come va la tua fede? Ognuno dia la risposta nel proprio cuore. Come va la tua fede? Come trova il Signore i nostri cuori? Un cuore saldo come la pietra o un cuore sabbioso, cioè dubbioso, diffidente, incredulo? Ci farà bene nella giornata di oggi pensare a questo. Se il Signore trova nel nostro cuore una fede non dico perfetta, ma sincera, genuina, allora Lui vede anche in noi delle pietre vive con cui costruire la sua comunità. Di questa comunità, la pietra fondamentale è Cristo, pietra angolare e unica. Da parte sua, Pietro è pietra, in quanto fondamento visibile dell’unità della Chiesa; ma ogni battezzato è chiamato ad offrire a Gesù la propria fede, povera ma sincera, perché Lui possa continuare a costruire la sua Chiesa, oggi, in ogni parte del mondo.
Preghiera dei Fedeli
Celebrante: Fratelli e sorelle, Gesù vuole riunire tutti gli uomini nella Chiesa che ha fondato e affidato a Pietro e agli apostoli. Presentiamo a Dio Padre le preghiere del suo popolo e del mondo intero.
Lettore: Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore.
– Per il successore di Pietro, il suo servo e nostro Papa Francesco: confermalo nella fede e rendilo guida sicura e paterna della tua Chiesa. Preghiamo. Rit.
– Per la Chiesa, affidata da Cristo a Pietro e ai suoi apostoli: Dio ci aiuti a rendere più salda la sua unità riconoscendo in Gesù Cristo il centro intorno a cui si radunano i fedeli. Preghiamo. Rit.
– Per scoprire e rispettare la volontà di Gesù che volle nella sua Chiesa l’autorità e il servizio di Pietro, degli apostoli e dei loro successori, come ministero di discernimento e di guida. Preghiamo. Rit.
– Perché noi, pietre vive della Chiesa, laici impegnati nel mondo siamo fedelmente uniti al Signore e sappiamo vivre nella comunione fraterna. Preghiamo. Rit.
Celebrante: Padre, tu hai voluto la Chiesa corpo del Cristo e tempio vivo dello Spirito, fondata su Pietro e gli apostoli. Aiutaci ad essere pietre vive di questa tua Chiesa, e a collaborare alla salvezza del mondo. Per Cristo nostro Signore.
Preghiera sulle offerte
O Padre, che ti sei acquistato una moltitudine di figli con l’unico e perfetto sacrificio del Cristo, concedi sempre alla tua Chiesa il dono dell’unità e della pace. Per Cristo nostro Signore.
Prefazio delle domeniche del tempo Ordinario (VIII)
La Chiesa radunata nel vincolo della Trinità
È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno.
Con il sangue del tuo Figlio
e la potenza dello Spirito
tu hai ricostituito l’unità della famiglia umana
disgregata dal peccato,
perché il tuo popolo,
radunato nel vincolo di amore della Trinità,
a lode e gloria della tua multiforme sapienza,
formi la Chiesa,
corpo del Cristo e tempio vivo dello Spirito.
Per questo mistero di salvezza,
uniti ai cori degli angeli,
proclamiamo esultanti
la tua lode: Santo…
Antifona alla comunione
Con il frutto delle tue opere sazi la terra, o Signore, e trai dai campi il pane e il vino che allietano il cuore dell’uomo. (Sal 104,13-15)
Oppure:
Dice il Signore: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna,
e io lo risusciterò nell’ultimo giorno”. (Gv 6,55)
Oppure:
“Voi, chi dite che io sia?”. “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. (Mt 16,15-16)
Preghiera dopo la comunione
Porta a compimento, Signore, l’opera redentrice della tua misericordia e perché possiamo conformarci in tutto alla tua volontà, rendici forti e generosi nel tuo amore. Per Cristo nostro Signore.
Un po’ di pane per camminare
Beato John Henry Newman (The Christian Ministry, PPS II, 25): Il ministero di Pietro perdura sempre nella Chiesa… nella persona di coloro che gli sono succeduti; occorre dunque ammettere che la benedizione del Signore pronunciata prima su di lui, scende persino sui suoi servi più piccoli che «custodiscono il deposito» [1Tm 6,20]. San Pietro li rappresenta ed è il simbolo di tutti. «Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l’hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli…». Promessa sacra e gloriosa! Possibile che si esaurisca interamente nella sola persona di Pietro, per quanto grande sia questo nobile apostolo? Sarà forse inserita nel vangelo eterno [Ap 14,6] per testimoniare semplicemente in favore di un uomo scomparso da tanto tempo? D’altronde, è forse uso della Parola ispirata da Dio esaltare le persone? La ricchezza di questa promessa e della benedizione di Cristo non resiste forse ad ogni interpretazione minimalista che si possa darne? Non supera forse qualsiasi cosa, fino a convincere la nostra mancanza di fede con la bontà di colui che si è così impegnato? Insomma, non è un insieme di pregiudizi a impedire a tanta gente di accogliere questa promessa di Cristo fatta a Pietro, secondo la pienezza della grazia che l’ha accompagnata? … Se le promesse fatte agli apostoli da Cristo non si compiono nella Chiesa per tutta la sua durata, come si potrebbe estendere l’efficacia dei sacramenti al di là dell’epoca degli inizi?.
Conosciamo l’Opus Matris Verbi Dei
(Per conoscerci: 0922 607054 // 095 965638)
Capitolo 2
La nostra spiritualità
Art. 21 – I Sodali dell’Opus Matris Verbi Dei, nel desiderio di accogliere l’invito del Maestro divino (cfr. Lc 18,1) e di vivere intensamente l’esortazione dell’Apostolo Paolo: “Pregate inoltre incessantemente con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito, vigilando a questo scopo con ogni perseveranza” (Ef 6,18), come Servi della Parola, coltivano con assiduo impegno lo spirito di preghiera e la preghiera stessa, attingendoli dalle fonti genuine della spiritualità cristiana (cfr PC 6).
Art. 22 – In primo luogo tengano quotidianamente tra le mani la sacra Scrittura affinché dalla lettura e dalla meditazione dei libri sacri imparino la eminente scienza di Gesù Cristo (cfr. SC 6).
Art. 23 – Compiano la sacra liturgia, soprattutto il sacrosanto mistero dell’Eucaristia, con le disposizioni interne ed esterne volute dalla Chiesa, e alimentino presso questa ricchissima fonte la loro vita spirituale (cfr. SC 6).