Liturgia

25 Giugno 2017 – XII Domenica del Tempo Ordinario

Antifona d’ingresso

Il Signore è la forza del suo popolo e rifugio di salvezza per il suo Cristo. Salva il tuo popolo, Signore, benedici la tua eredità, e sii la sua guida per sempre. (Sal 28,8-9)

Colletta

Dona al tuo popolo, o Padre, di vivere sempre nella venerazione e nell’amore per il tuo santo nome, poiché tu non privi mai della tua guida coloro che hai stabilito sulla roccia del tuo amore. Per il nostro Signore…

Oppure:

O Dio, che affidi alla nostra debolezza l’annunzio profetico della tua parola, sostienici con la forza del tuo Spirito, perché non ci vergogniamo mai della nostra fede, ma confessiamo con tutta franchezza il tuo nome davanti agli uomini, per essere riconosciuti da te nel giorno della tua venuta. Per il nostro Signore…

Introduzione alla Parola di Dio

Nella Prima lettura Geremia lamenta di essere stato «violentato» da Dio e «costretto» ad annunciare una Parola scomoda. Il profeta medita di abbandonare il campo d’azione, anzi di cancellare Dio dalla sua memoria. Ma nelle traversie scopre la presenza del Signore che sconvolge le congiure degli empi e libera il povero dalle mani dei malfattori. Tutto questo lo apre alla fiducia e gli infonde nuovo coraggio per andare avanti nella missione. Povero, ‘anaw (Ger 22,16), assume qui un significato religioso: colui che è provato in mezzo agli uomini e ripone la sua fiducia in Dio. I «poveri di Jahve» (Sof 2,3) rappresenteranno la posterità spirituale di Geremia. La seconda lettura mette in evidenza uno degli effetti tragici del peccato: la separazione dell’uomo da Dio. Questa separazione è la morte: morte spirituale ed eterna, di cui la morte fisica è il segno (cfr. Sap 1,13; 2,24; Eb 6,1). Per san Paolo, tutti coloro «che non sono entrati in relazione con Cristo mediante la fede continuano nella loro solidarietà con Adamo e la sua discendenza e sono, perciò, in uno stato di morte spirituale. La missione della Chiesa è di annunciare con franchezza e trasmettere con coraggio la salvezza, ottenuta dal sacrificio di Cristo per tutti gli uomini» (Giuseppe D’Anna). Nel Vangelo, i discepoli sono in difficoltà, la Parola sembra che abbia perduto la sua efficacia, la Chiesa stessa è perseguitata; sembra che tutto stia per risolversi in un sonoro fallimento… eppure Gesù infonde coraggio e dà ai suoi una speranza: Lui sarà sempre con la sua Chiesa e nessuno potrà distruggere quanto Dio stesso ha edificato. Per questa presenza divina i cristiani potranno e dovranno proclamare tutto senza alcun timore, se è necessario affrontando anche il martirio. Questa presenza divina, inoltre, svela ai credenti il vero volto di Dio: il «Dio vicino, previdente e provvidente, che mai fa mancare la sua assistenza; il Dio amico, che infonde coraggio e sostiene nelle avversità: il Dio ch’è sempre accanto all’uomo per difenderlo» (Mons. Marcello Semeraro).

Prima Lettura

Ha liberato la vita del povero dalle mani dei malfattori.  

Dal libro del profeta Geremia (20,10-13): Sentivo la calunnia di molti: «Terrore all’intorno! Denunciatelo! Sì, lo denunceremo». Tutti i miei amici aspettavano la mia caduta: «Forse si lascerà trarre in inganno, così noi prevarremo su di lui, ci prenderemo la nostra vendetta». Ma il Signore è al mio fianco come un prode valoroso, per questo i miei persecutori vacilleranno e non potranno prevalere; arrossiranno perché non avranno successo, sarà una vergogna eterna e incancellabile. Signore degli eserciti, che provi il giusto, che vedi il cuore e la mente, possa io vedere la tua vendetta su di loro, poiché a te ho affidato la mia causa! Cantate inni al Signore, lodate il Signore, perché ha liberato la vita del povero dalle mani dei malfattori.

Parola di Dio.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 68 (69)

«Il salmo 68 mette in evidenza lo zelo per la casa di Dio; il salmista, immerso nel dolore, trova in Dio pace e serenità ed intona un inno di lode, fiducioso nell’aiuto del Signore. Il nuovo testamento cita 18 volte questo salmo applicandolo a Cristo; per questo i Padri lo considerano messianico e vedono in esso la preghiera di Cristo al Padre. Dalla bocca di Cristo questa preghiera passa sulla bocca della Chiesa, che raccoglie i dolori degli uomini e li santifica unendoli a quelli di Cristo. Con i martiri di tutti i secoli e i perseguitati a causa della giustizia, con questo salmo invochiamo Dio affinché, nella sua tenerezza, si volga a noi e ci salvi» (Giambat-tista Montorsi).

  1. Nella tua grande bontà rispondimi, o Dio.

Per te io sopporto l’insulto
e la vergogna mi copre la faccia;
sono diventato un estraneo ai miei fratelli,
uno straniero per i figli di mia madre.
Perché mi divora lo zelo per la tua casa,
gli insulti di chi ti insulta ricadono su di me. R.

Ma io rivolgo a te la mia preghiera,
Signore, nel tempo della benevolenza.
O Dio, nella tua grande bontà, rispondimi,
nella fedeltà della tua salvezza.
Rispondimi, Signore, perché buono è il tuo amore;
volgiti a me nella tua grande tenerezza. R.

Vedano i poveri e si rallegrino;
voi che cercate Dio, fatevi coraggio,
perché il Signore ascolta i miseri
non disprezza i suoi che sono prigionieri.
A lui cantino lode i cieli e la terra,
i mari e quanto brulica in essi. R.

Seconda Lettura

Il dono di grazia non è come la caduta.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Romani (5,12-15): Fratelli, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e, con il peccato, la morte, così in tutti gli uomini si è propagata la morte, poiché tutti hanno peccato. Fino alla Legge infatti c’era il peccato nel mondo e, anche se il peccato non può essere imputato quando manca la Legge, la morte regnò da Adamo fino a Mosè anche su quelli che non avevano peccato a somiglianza della trasgressione di Adamo, il quale è figura di colui che doveva venire. Ma il dono di grazia non è come la caduta: se infatti per la caduta di uno solo tutti morirono, molto di più la grazia di Dio, e il dono concesso in grazia del solo uomo Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti.

Parola di Dio.

 

Acclamazione al Vangelo (cfr. Gv 15,26b-27a)

Alleluia, alleluia.

Lo Spirito della verità darà testimonianza di me, dice il Signore,

e anche voi date testimonianza

Alleluia.

 

Vangelo

Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo.

Dal Vangelo secondo Matteo (10,26-33): In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Non abbiate paura degli uomini, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geenna e l’anima e il corpo. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri! Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».

Parola del Signore.

La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa

Non abbiate paura – CCC 765: Il Signore Gesù ha dotato la sua comunità di una struttura che rimarrà fino al pieno compimento del Regno. Innanzitutto vi è la scelta dei Dodici con Pietro come loro capo. Rappresentando le dodici tribù d’Israele, essi sono i basamenti della nuova Gerusalemme. I Dodici e gli altri discepoli partecipano alla missione di Cristo, al suo potere, ma anche alla sua sorte. Attraverso tutte queste azioni Cristo prepara ed edifica la sua Chiesa.

… far perire l’anima e il corpo nella Geenna – CCC 363: Spesso, nella Sacra Scrittura, il termine anima indica la vita umana, oppure tutta la persona umana. Ma designa anche tutto ciò che nell’uomo vi è di più intimo e di maggior valore, ciò per cui più particolarmente egli è immagine di Dio: “anima” significa il principio spirituale nell’uomo.

La Geenna – CCC 1034: Gesù parla ripetutamente della “Geenna”, del “fuoco inestinguibile”, che è riservato a chi sino alla fine della vita rifiuta di credere e di convertirsi, e dove possono perire sia l’anima che il corpo. Gesù annunzia con parole severe che egli “manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno… tutti gli operatori di iniquità e li getteranno nella fornace ardente” (Mt 13,41-42), e che pronunzierà la condanna: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno!” (Mt 25,41).

Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati – CCC 305: Gesù chiede un abbandono filiale alla Provvidenza del Padre celeste, il quale si prende cura dei più elementari bisogni dei suoi figli: “Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?… Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cercate prima il Regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta” (Mt 6,31-33).

… chiunque mi riconoscerà – CCC 2145: Il fedele deve testimoniare il nome del Signore, confessando la propria fede senza cedere alla paura. L’atto della predicazione e l’atto della catechesi devono essere compenetrati di adorazione e di rispetto per il nome del Signore nostro Gesù Cristo.

… chi invece mi rinnegherà – CCC 1816: Il discepolo di Cristo non deve soltanto custodire la fede e vivere di essa, ma anche professarla, darne testimonianza con franchezza e diffonderla: “Devono tutti essere pronti a confessare Cristo davanti agli uomini, e a seguirlo sulla via della Croce attraverso le persecuzioni, che non mancano mai alla Chiesa”. Il servizio e la testimonianza della fede sono indispensabili per la salvezza: “Chi mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli” (Mt 10,32-33).

Preghiera dei Fedeli

Preghiamo Dio Padre, che ha cura di tutte le creature e diciamo con umiltà sincera:

Rit. Abbi pietà del tuo popolo, Signore.

Custodisci la tua Chiesa. Rit.

Proteggi il nostro papa Francesco. Rit.

Assisti il nostro vescovo N. Rit.

Salva il tuo popolo. Rit.

Conservaci la pace. Rit.

Abbi pietà del cristiano che dubita. Rit.

Aiuta l’incredulo che vorrebbe credere. Rit.

Illumina i legislatori e i governanti. Rit.

Soccorri i poveri. Rit.

Consola gli afflitti. Rit.

Difendi gli orfani e le vedove. Rit.

Accogli nella tua pace tutti i defunti. Rit.

S’innalzi fino a te, Signore, la nostra preghiera, e discenda su di noi la tua misericordia. Per Cristo nostro Signore.

Preghiera sulle offerte

Accogli, Signore, la nostra offerta:

questo sacrificio di espiazione e di lode

ci purifichi e i rinnovi,

perché tutta la nostra vita

sia bene accetta alla tua volontà.

Per Cristo nostro Signore.

  

Prefazio

È veramente cosa buona e giusta,
proclamare le tue grandi opere
e renderti grazie a nome di tutti gli uomini,
Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro Signore.

Egli, nascendo da Maria Vergine,
ha inaugurato i tempi nuovi;
soffrendo la passione,
ha distrutto i nostri peccati;
risorgendo dai morti,
ci ha aperto il passaggio alla vita eterna;
salendo a te, Padre,
ci ha preparato un posto nel tuo regno.
Per questo mistero di salvezza,
uniti agli angeli e ai santi,
cantiamo senza fine
l’inno della tua lode: Santo…

 

Antifona alla comunione

Gli occhi di tutti, Signore, si volgono a te fiduciosi,
e tu provvedi loro il cibo a suo tempo. (Sal 145,15)
Oppure: 
Dice il Signore: “Io sono il buon pastore,
e dò la mia vita per le mie pecore”. (Gv 10,11.15)
Oppure: 
“Perfino i capelli del vostro capo sono contati;
non abbiate timore: voi valete di più di molti passeri!”,
dice il Signore. (Mt 10,30-31)

 

Preghiera dopo la comunione

O Dio che ci hai rinnovati con il corpo e sangue del tuo Figlio, fa’ che la partecipazione ai santi misteri ci ottenga la pienezza della redenzione. Per Cristo nostro Signore.

 Un po’ di pane per camminare.

Giovanni Paolo II, Omelia, 4 Ottobre 1986: Cristiani di Lyon, di Vienne, di Francia, che cosa fate dell’eredità dei vostri gloriosi martiri? Certamente, oggi non siete trattati come bestie, nessuno cerca di mandarvi a morte a causa di Cristo. Ma non bisogna forse riconoscere che un altro genere di prove investe impercettibilmente i cristiani?

Correnti di pensiero, stili di vita e talvolta persino leggi opposte al vero senso dell’uomo e di Dio, minacciano la fede cristiana nella vita delle persone, delle famiglie e della società. I cristiani non sono maltrattati, godono di ogni libertà, ma non è forse reale il rischio di vedere la fede come imprigionata da un ambiente che tende a relegarla nel settore della sola vita privata dell’individuo? Una grande indifferenza da parte di molti nei confronti del Vangelo, e del comportamento morale che esso esige, non è forse un modo di sacrificare, oggi, a poco a poco, agli idoli dell’egoismo, del lusso, del godimento e del piacere ricercati ad ogni costo e senza limiti? Questa forma di pressione o di riduzione potrebbe uccidere l’anima senza intaccare il corpo. Lo spirito del male che si opponeva ai nostri martiri è sempre all’opera. Con altri mezzi esso continua a cercare di distogliere dalla fede. Cristiani di Lyon, e di Francia, non lasciatevi prendere. Nel nostro mondo che offre all’uomo tante possibilità di vera libertà, di sviluppo spirituale, che ha realizzato progressi immensi al servizio del-l’uomo, che cosa fate voi per contribuire a smascherare questi idoli e per emanciparvene? Poteste avere sempre il discernimento e il coraggio della fede! Voi avete qui un compito comune da portare a termine. Un solo e unico battesimo vi ha consacrato in Cristo. Nella fedeltà alla sua parola e senza fare separatamente nulla di ciò che potreste fare insieme per rispondere ai bisogni dell’uomo d’oggi, «esistete saldi nella fede» (2Pt 5,9).

 

Conosciamo l’Opus Matris Verbi Dei

 

Capitolo 1

Natura, forma di vita e finalità della Famiglia Ecclesiale di Vita Evangelica

Opus Matris Verbi Dei

Art. 8 – In particolare i Sodali si donano ai fratelli e così si impegnano:

– a condurre gli uomini a Dio (cfr. Gv 1,40-42);

– e, consapevoli che “l’orazione è una comunione d’amore portatrice di vita per la moltitudine” (CCC 2719), ad immettere e ad alimentare la preghiera nella vita del Popolo di Dio;

– a predicare il Vangelo ad ogni creatura (cfr. Mc 16,15), privilegiando le nazioni scristianizzate e prive di cura pastorale. A questo scopo saranno lieti di sopportare per gli uomini ogni sorta di patimento per completare nella loro carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa (cfr. Col 1,24).

Art. 9 – La Famiglia sarà oggetto di particolare attenzione e carità pastorale, L’Opus Matris Verbi Dei si adopererà per la santificazione della Famiglia mediante la conoscenza e la pratica di tutti quei valori che le sono propri, perché scopra non solo la sua «identità», ciò che essa è, ma anche la sua «missione», ciò che essa può e deve «fare» (FC 17).

 

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