“Tutta la vita di Cristo è Rivelazione del Padre: le sue parole e le sue azioni, i suoi silenzi e le sue sofferenze, il suo modo di essere e di parlare. Gesù può dire: «Chi vede me vede il Padre» [Gv 14,9], e il Padre: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo» [Lc 9,35]. Poiché il nostro Signore si è fatto uomo per compiere la volontà del Padre, i più piccoli tratti dei suoi Misteri ci manifestano «l’amore di Dio per noi» [1Gv 4,9]” (CCC 516).
La fine è imminente, la tristezza sembra torchiare i cuori dei discepoli. Gesù li incoraggia dicendo che va a preparare loro una dimora nei cieli. La sua Parola è Verità e infonde coraggio ai cuori vacillanti. Promette di ritornare alla fine del mondo. La morte, vinta dalla Croce, per ogni uomo diventa incontro con la Vita. Queste parole di Gesù restano sempre attuali e quindi sono rivolte anche all’uomo di oggi. Gesù, infine, è la Via che conduce al Padre: giungeremo in Cielo osservando i suoi insegnamenti, ma soprattutto per i suoi meriti, con i quali ci rende accessibile il Paradiso.
Gesù rispondendo a Tommaso “sembra dire: Quale cammino vuoi percorrere? Io sono la via. Dove vuoi andare? Io sono la verità. Dove te ne vuoi rimanere? Io sono la vita. I sapienti della terra riescono a capire che Dio è vita eterna e verità conoscibile; ma il Verbo di Dio, che è verità e vita congiuntamente al Padre, è divenuto via avendo assunto la natura umana. Cammina contemplandone l’umiltà e giungerai a Dio” (S. Agostino).
Antifona d’ingresso
Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto prodigi; a tutti i popoli ha rivelato la salvezza. Alleluia. (Sal 98,1-2)
Colletta
O Padre, che ci hai donato il Salvatore e lo Spirito Santo, guarda con benevolenza i tuoi figli di adozione, perché a tutti i credenti in Cristo sia data la vera libertà e l’eredità eterna. Per il nostro Signore Gesù…
Oppure:
O Padre, che ti riveli in Cristo maestro e redentore, fa’ che, aderendo a lui, pietra viva, rigettata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a te, siamo edificati anche noi in sacerdozio regale, popolo santo, tempio della tua gloria. Per il nostro Signore Gesù Cristo…
Prima Lettura At 6,1-7
Scelsero sette uomini pieni di Spirito Santo.
Nel brano proposto dalla Liturgia odierna si può cogliere la risposta dei Dodici alle questioni sollevate da un gruppo di discepoli. Il fatto è di fondamentale importanza e porta i cristiani a prendere maggiore coscienza del proprio ruolo nella società e a trovare nuove soluzioni per farsi “tutto a tutti”.
Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, aumentando il numero dei discepoli, quelli di lingua greca mormorarono contro quelli di lingua ebraica perché, nell’assi-stenza quotidiana, venivano trascurate le loro vedove. Allora i Dodici convocarono il gruppo dei discepoli e dissero: «Non è giusto che noi lasciamo da parte la parola di Dio per servire alle mense. Dunque, fratelli, cercate fra voi sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di sapienza, ai quali affideremo questo incarico. Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e al servizio della Parola». Piacque questa proposta a tutto il gruppo e scelsero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Pròcoro, Nicànore, Timone, Parmenàs e Nicola, un prosèlito di Antiòchia. Li presentarono agli apostoli e, dopo aver pregato, imposero loro le mani. E la parola di Dio si diffondeva e il numero dei discepoli a Gerusalemme si moltiplicava grandemente; anche una grande moltitudine di sacerdoti aderiva alla fede. Parola di Dio.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 32 (33)
Il tuo amore, Signore, sia su di noi: in te speriamo.
Oppure:
Alleluia, alleluia, alleluia.
Esultate, o giusti, nel Signore;
per gli uomini retti è bella la lode.
Lodate il Signore con la cetra,
con l’arpa a dieci corde a lui cantate. Rit.
Perché retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell’amore del Signore è piena la terra. Rit.
Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame. Rit.
Seconda Lettura 1Pt 2,4-9
Voi stirpe eletta, sacerdozio regale.
Nella prima lettera di Pietro è centrale il tema della santità, vocazione propria di ogni cristiano, impegno inderogabile del battezzato. Dopo aver trattato l’argomento dal punto di vista spirituale e pratico, l’apo-stolo fissa l’attenzione su un punto particolare. La santità non è sinonimo di buona educazione, né semplicemente di lotta contro il peccato, ma è la vita vissuta in Cristo, sorgente di ogni perfezione.
Dalla prima lettera di san Pietro apostolo
Carissimi, avvicinandovi al Signore, pietra viva, rifiutata dagli uomini ma scelta e preziosa davanti a Dio, quali pietre vive siete costruiti anche voi come edificio spirituale, per un sacerdozio santo e per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, mediante Gesù Cristo. Si legge infatti nella Scrittura: «Ecco, io pongo in Sion una pietra d’angolo, scelta, preziosa, e chi crede in essa non resterà deluso». Onore dunque a voi che credete; ma per quelli che non credono la pietra che i costruttori hanno scartato è diventata pietra d’angolo e sasso d’inciampo, pietra di scandalo. Essi v’inciampano perché non obbediscono alla Parola. A questo erano destinati. Voi invece siete stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere ammirevoli di lui, che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua luce meravigliosa.
Parola di Dio.
Canto al Vangelo Gv 14,6
Alleluia, alleluia.
Io sono la via, la verità, la vita, dice il Signore: nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Alleluia.
Vangelo Gv 14,1-12
Io sono la via, la verità e la vita.
La pericope è tratta dai discorsi di addio che Gesù ha rivolto ai suoi durante l’Ultima cena. Il clima è carico di dolorosa sorpresa per la predizione del tradimento e del triplice rinnegamento di Pietro, nello stesso tempo è pervaso di struggente affetto a motivo dell’imminente distacco.
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via». Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre». Parola del Signore.
Preghiera dei Fedeli (proposta)
Chiediamo al Padre di inondarci con la sua grazia, perché possiamo essere degni del ritorno di Cristo, quando egli verrà e ci prenderà con sé, per portarci dove è lui. Preghiamo dicendo: Ascoltaci Signore.
– Perché la Chiesa non ceda alle tentazioni del successo e del potere, ma abbia in Gesù, umile e servo, il suo unico Signore. Preghiamo. Rit.
– Perché i diaconi permanenti, accolti nelle nostre comunità come ministri ordinati, si pongano con passione e impegno al servizio delle necessità della Chiesa. Preghiamo. Rit.
– Perché i cristiani seguano Gesù, la via, fra le tentazioni del mondo, per giungere alla vita eterna e alla beatitudine celeste. Preghiamo. Rit.
– Perché ciascuno di noi si senta pietra viva necessaria all’edificazione della Chiesa, realizzando la missione che Dio ci ha affidato. Preghiamo. Rit.
– Perché nella nostra comunità si vivano l’amore gratuito, l’ascolto e l’aiuto reciproco, nella consapevolezza della presenza del Signore Gesù in mezzo a noi. Preghiamo. Rit.
Celebrante
Ascolta o Padre le nostre preghiere, perché seguendo la via tracciata da Gesù possiamo sempre meglio conoscere il tuo amore e abbracciare la tua volontà. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.
Preghiera sulle offerte
O Dio, che in questo scambio di doni ci fai partecipare alla comunione con te, unico e sommo bene, concedi che la luce della tua verità sia testimoniata dalla nostra vita. Per Cristo nostro Signore.
Antifona alla comunione
“Io sono la via, la verità e la vita”, dice il Signore. Alleluia. (Gv 14,6)
Preghiera dopo la comunione
Assisti, Signore, il tuo popolo, che hai colmato della grazia di questi santi misteri, e fa’ che passiamo dalla decadenza del peccato alla pienezza della vita nuova. Per Cristo nostro Signore.
Approfondimento
Il Libro degli Atti – Oggi, come sistemazione, è il quinto libro del Nuovo Testamento, posto subito dopo il Vangelo di Giovanni, ma è comunemente accettato che il terzo Vangelo e il Libro degli Atti dovettero in principio costituire una sola opera.
Presenta le vicende relative alla predicazione del vangelo, alla fondazione e alla crescita delle prime comunità cristiane. Mette in risalto l’opera efficace dello Spirito Santo, vero protagonista della diffusione della Parola, la centralità della Chiesa-madre di Gerusalemme, l’ufficio dei Dodici e in particolare l’attività degli apostoli Pietro e Paolo.
Luca tuttavia non scrive una storia della Chiesa apostolica e neppure un trattato di apologetica cristiana, ma un’opera teologica che descrive per lettori pagani il carattere, la diffusione, i problemi della Chiesa primitiva. In 11,26 viene annotato che «ad Antiochia per la prima volta i discepoli furono chiamati Cristiani».
La data di composizione del «Vangelo dello Spirito Santo», come co-munemente viene chiamata l’opera lucana, va collocata non prima del 62 e non dopo il 90 per motivi storici e per assenza di riferimenti all’e-pistolario paolino.
L’autore del Libro degli Atti, in base ai suoi scritti, «deve essere un cristiano della generazione apostolica, giudeo molto ellenizzato, o meglio ancora, greco di buona formazione, che conosceva a fondo quanto riguardava le cose giudaiche e la Bibbia greca, e con buone conoscenze mediche; finalmente, e soprattutto, compagno di viaggio di Paolo, come dimostrano quei racconti della seconda parte degli Atti, nei quali si esprime in prima persona plurale» (Bibbia di Gerusalemme)
Questo autore è identificato concordantemente dalla tradizione della Chiesa con san Luca.
Dopo il Prologo e il racconto dell’Ascensione di Gesù, l’opera può essere divisa in quattro parti.
Prima parte, capitoli 1-5: la nascita della Chiesa a Gerusalemme.
Seconda Parte, capitoli 6-12: le primi missioni, il martirio di Stefano, la conversione di Paolo e la presa di coscienza, da parte di Pietro, del piano salvifico divino che comporta l’ingresso dei pagani nella Chiesa.
Terza Parte, capitoli 13-15: La missione di Barnaba e di Paolo e il Concilio di Gerusalemme.
Quarta parte, capitoli 16-28: i viaggi missionari di Paolo, il suo arresto, gli interrogatori a Gerusalemme e a Cesarea (21-26), il suo viaggio in Italia e la reclusione romana (27-28).
Gli Atti si chiudono mostrando la proclamazione del vangelo di Gesù Cristo a Roma: quando «Atti arriva a Roma, centro del mondo, la narrazione dell’espansione della Chiesa ha raggiunto un termine; l’impossibile è stato ottenuto, il vangelo è divenuto un vangelo universale» (John McKenzie).
Commento al Vangelo
Chi ha visto me, ha visto il Padre – Ai discepoli turbati, Gesù rivela di essere il Figlio di Dio, uguale al Padre e invita i discepoli ad avere fede in lui.
Non sia turbato il vostro cuore: la passione è imminente, Gesù ha preconizzato il tradimento di Giuda, il rinnegamento di Pietro; l’atmosfera è satura di tristezza, di domande alle quali i discepoli non sanno dare risposte convincenti, si avverte un futuro prossimo gravido di dolore e di angoscia, si respira un clima di attesa e di stupore. Le parole di Gesù ricordano le parole che Mosè, prima di morire, rivolse agli israeliti nel momento di entrare nella Terra promessa: non spaventatevi e non abbiate paura dei nemici (Dt 1,29). Qui il nemico è il mondo sottomesso a Satana (cfr Gv 13,27; 16,33).
Nell’espressione Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me (Credete in Dio, e credete anche in me), tra le traduzioni possibili, i due verbi (credere) possono essere tradotti con il presente indicativo: Voi credete (già) in Dio e credete anche in me. Se così è, Gesù vuol dire ai suoi amici (cfr Gv 15,15): voi già avete la fede, dovete semplicemente continuare a credere, non fermatevi davanti a quanto vi ho preannunziato (i due tradimenti e la sua morte) e a quelli che sto per svelarvi. Per Giovanni «la fede in Dio e in Gesù è una sola: se si scuote la fede in Dio, cede anche quella in Gesù. I discepoli sono invitati a continuare a tenersi saldi al Padre di Gesù. Gesù torna presso di Lui per preparare loro un posto» (Gianfranco Nolli).
Vado a prepararvi un posto: Gesù non si discosta dal linguaggio comune dei suoi conterranei. Gli ebrei credono che in cielo vi siano le dimore dei giusti (cfr Lc 16,9; Mc 10,40).
Gesù fa due promesse agli Apostoli: quella di preparare loro un posto nella casa del Padre e quella di ritornare per prenderli per sempre con lui. Anche questa promessa può avere diverse traduzioni: Gesù ritornerà alla morte di ogni singolo apostolo, giorno in cui ciascuno sarà accolto dal Signore e introdotto nella visione di Dio; oppure alla fine dei tempi (sarebbe un raro richiamo alla parusia [cfr Gv 2,28]); oppure dopo la morte, con la risurrezione. Probabilmente tutti e tre questi significati sono contemporaneamente presenti, secondo lo stile pregnante del quarto evangelista. Ma al di là del significato, Gesù sta assicurando ai suoi discepoli che sarà con loro e rimarrà ad essi unito «tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,20). Una promessa che si realizza nella Chiesa e soprattutto nel cuore di chi si apre a Lui, per mezzo della fede.
Voi conoscete la via: alla perplessità di Tommaso, Gesù si proclama la via, cioè l’unico mediatore per giungere al Padre. Non si può incontrare Dio e vivere in comunione con lui se non per mezzo di Gesù, in quanto è il Rivelatore definitivo che dona la vita per la salvezza del mondo.
Io sono via, la verità e la vita. Queste parola hanno valore epesegetico: come ci suggerisce Ignace de la Potterie il senso della dichiarazione di Gesù è «Io sono la via, perché sono la verità e quindi anche la vita». Gesù è la via, «cioè il mediatore verso il Padre, perché ne è la rivelazione totale, l’epifania del suo amore salvifico [aletheia = verità]», ed è la vita in quanto «comunica ai credenti la vita stessa del Padre, di cui è in pieno possesso» (A. Poppi).
Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio… Tommaso, l’apostolo incredulo (Gv 20,27), dice di non conoscere la via della verità e della vita pur avendola davanti. I sensi sono inutili, occorre mettere in campo la fede: bisogna «conoscere che Gesù è l’Unigenito del Padre per riconoscere che Dio è il Padre che ci ama [Gv 3,14]» (Bibbia di Gerusalemme).
Allo stupore segue la rivelazione. Gesù e il Padre sono una «cosa sola» (Gv 10,30): «Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me». Chi vede Gesù vede il Padre. È il vedere della fede, non della visione. Ma lo stesso testo giovanneo afferma che il Padre e il Figlio sono due persone distinte: Gesù dichiara di recarsi dal Padre per preparare un posto ai suoi discepoli, è la via che conduce gli uomini al Padre, infine i seguaci devono credere in Lui e nel Padre. Il Padre e il Figlio, pur vivendo l’uno nell’altro, sono due Persone distinte e quindi non vanno confuse. Gesù è pertanto vero Uomo e vero Dio. Un’affermazione che aveva precedentemente provocato un tentativo di lapidazione, perché considerata blasfema dai Giudei (cfr Gv 10,30-31).
Gesù chiede ai suoi Apostoli un supplemento di fede che può essere rinforzata dalla memoria delle opere da lui compiute. È un invito a leggere la vita del Maestro alla luce della fede, una lettura però attualmente ardua perché non avevano ancora ricevuto lo Spirito Santo: il «Conso-latore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v’insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto» (Gv 14,26). Solo quando riceveranno lo Spirito Santo comprenderanno la personalità misteriosa del Cristo: come egli ha compiuto le Scritture (cfr Gv 5,39), quale sia il senso delle sue parole e dei suoi insegnamenti (cfr Gv 2,19), dei suoi atti, dei suoi «segni», delle sue opere (cfr Gv 14,16; 16,13; 1Gv 2,20s), della sua passione, morte e risurrezione (cfr Lc 24,25-26).
Chi crede in me, anch’egli compirà le opere… Non si intenda che il discepolo sarà più grande del Maestro. Queste opere grandi sono il molto frutto che i discepoli porteranno restando uniti a Gesù: «Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla» (Gv 15,5). Solo la fede in Gesù, e la comunione con lui, donerà al discepolo di partecipare al suo potere di rimettere i peccati e di dare la vera vita attraverso l’opera dello Spirito Santo.
Riflessione
Io sono la via, la verità e la vita – Le parole di Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita» vanno ben oltre la domanda di Tommaso. Infatti il significato di questa affermazione è di incommensurabile ricchezza.
Io sono la via – È un termine che nella Bibbia ha molti significati. È interessante mettere in evidenza che l’AT dà soprattutto a questo termine un significato a cui è legato un concetto etico, legato cioè al modo di vivere. Per esempio, il Signore Dio incarica Mosè perché istruisca gli Israeliti sulla via giusta da seguire: «A loro spiegherai i decreti e le leggi; indicherai loro la via per la quale devono camminare» (Es 18,20).
Gesù dicendo di essere lui stesso la via vuol suggerire che nessuno può andare al Padre se non per mezzo suo: “solo attraverso Gesù si può giungere a Dio. Solo Gesù è la via al Padre, perché lui solo in quanto Figlio ha il potere di condurre con sé nella casa paterna. Conoscere la via significa sapere che bisogna lasciarsi prendere da Gesù e introdurre nella comunione con Dio, e che questa diverrà perfetta quando si starà insieme a lui” (R. T.). La lettera agli Ebrei conferma che Cristo è la «via nuova e vivente» (Eb 10,20; cfr anche Eb 9,8).
Per i cristiani via sta anche per i valori che essi devono vivere. È la «via della giustizia», il comportamento giusto in quanto comandato da Dio (cfr 2Pt 2,21). Tra i valori da vivere, il più grande è l’amore (cfr 1Cor 12,31), poi c’è la verità (cfr 2Pt 2,2) e la rettitudine (cfr 2Pt 2,21).
Io sono la verità – Nella Bibbia, quando si parla di verità, non se ne parla come di un concetto filosofico. Si parla piuttosto come di una verità pratica, di un orientamento di vita, di fedeltà, di lealtà, di probità, qualità che suscitano confidenza e sicurezza.
Dio stesso è verità: “Egli è la Roccia; perfetta è l’opera sua; tutte le sue vie sono giustizia; è un Dio verace e senza malizia; Egli è giusto e retto” (Dt 32,4). Egli è sempre fedele alle promesse e molte sono le espressioni, nell’AT, che si riferiscono a Dio come «Dio di verità», «Dio vero, fedele agli impegni contratti» (Gen 24,27; Sal 31,6; Sal 40,12; Ger 10,10), al cammino di Iahvé che è sentiero «di verità e di grazia» (Sal 25,10), alla legge di Dio che è «verità» (Sal 110,142).
Anche nel NT Dio è la verità (1Gv 5,20) e pure Gesù, come ci suggerisce il brano evangelico di oggi, si definisce la verità (Gv 14,6). Lui è venuto per la verità (Gv 1,17), è la luce vera (Gv 1,9) e rende testimonianza alla verità (Gv 8,10; 18,37). Il cristiano deve testimoniare la sua fede per mezzo dello spirito di verità (Gv 15,26; Gv 16,13).
La verità costruisce anche la comunità dei credenti (Ef 4,15).
“In definitiva, accogliere la verità come norma di vita significa aprirsi a tutto ciò che è buono e vero: «In conclusione, fratelli, tutto quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato, quello che è virtù e merita lode, tutto questo sia oggetto dei vostri pensieri» (Fil 4,8).
Come la legge per il saggio dell’AT, così la verità in Cristo costituisce la nuova, autentica sapienza che si esprime negli orientamenti concreti della vita del cristiano: «Chi è saggio e accorto tra voi? Mostri con la buona condotta le sue opere ispirate a saggia mitezza. Ma se avete nel vostro cuore gelosia amara e spirito di contesa, non vantatevi e non mentite contro la verità» (Gc 3,13-14).
La verità nel NT, rivelazione dell’amore di Dio che si manifesta personalmente in Gesù Cristo e nello Spirito Santo, scende come forza vitale fino al credente, diventando sapienza concreta, meritevole della benedizione divina” (Bruno Liverani).
Io sono la vita – Nell’AT la vita dell’uomo dipende dalla volontà benefica di Iahvé. L’uomo benedetto da Dio vive una vita lunga, protetta dalla benevolenza e dalla munificenza divina. Una protezione che si manifesta sotto forme molto concrete: salute, ricchezza, discendenza numerosa, rispetto da parte del prossimo, il tutto accompagnato dalla gioia interiore di sapersi amato da Dio. La morte è così la negazione di tutti gli aspetti caratteristici della vita e consegue al peccato, perché con esso l’uomo si sottrae alla volontà benefica di Dio.
La mutua relazione tra l’aspetto fisico della vita e la condotta religiosa, cioè quella morale dell’uomo, è anche la base dei concetti di vita e di morte nel NT. Da questo punto di vista l’opera di salvezza di Cristo consiste nel portare su di sé il peccato dell’umanità fino alla morte fisica e nel restaurare l’esistenza umana con la risurrezione fisica alla vita.
Questa nuova vita, quella della risurrezione, appartiene alla fine dei tempi e implica non solo il godimento di Dio, ma anche il ristabilimento fisico totale dell’uomo. Comunque, questa vita futura è già ora una realtà per colui che è legato al Cristo per mezzo della fede. Un’avven-tura che inizia con l’immersione nelle acque salutari del Battesimo.
L’Evangelista Giovanni, soprattutto, insiste sul fatto che chi ascolta le parole di Gesù Cristo e gli obbedisce entra già in possesso della vita «vera», «eterna»: “In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita” (Gv 5,24).
Gesù è «la via, la verità e la vita». Senza di lui il cuore dell’uomo sprofonda nel turbamento, nell’angoscia e nelle tenebre. Chi ha trovato Cristo ha trovato tutto. “Nel tempo presente, l’uomo non ha più bisogno di compiere ricerche per trovare la via della «verità» e della «vita». Gli basta essere discepolo perché Cristo, il Signore, è «la via, la verità e la vita»; è lui il luogo dove si incontrano l’amore dei discepoli e l’amore del Padre [cfr Gv 17,21]” (Egidio Caporello).
La pagina dei Padri
Io sono la via, la verità e la vita – Sant’Agostino: Se ami, segui. Amo, dici, ma dove devo seguire? Se il Signore Dio tuo ti avesse detto soltanto: Io sono la verità e la vita, tu, desiderando la verità, anelando alla vita, cercheresti la via per pervenire ad esse, e diresti a te stesso: È un grande dono la verità, è un grande dono la vita; se la mia anima sapesse come arrivarvi! Cerchi la via per giungervi? Ascolta il Signore; è lui che per primo te lo dice: «Io sono la via». Prima che tu chieda qual è la via, egli te lo dice: «Io sono la via». La via per dove? «E la verità e la vita». Prima dice per dove devi andare, poi dice dove. «Io sono la via, io sono la verità, io sono la vita». In quanto resta presso il Padre, è la verità e la vita; in quanto si è rivestito di carne mortale è la via. Non ti è stato detto: Sforzati di cercare la via per giungere alla verità e alla vita.
Non ti è stato detto questo. Pigro, alzati! La via stessa è venuta da te, per svegliare dal sonno te che dormivi; e se egli ti ha svegliato, alzati e cammina.