I Lettura: Le vicende umane fanno da sfondo alla vicenda divina della corsa della Parola per il mondo. La comunità di Antiòchia è abbastanza ricca di discepoli pronti ad indicare la novità di Dio attraverso la predicazione, per questo lo Spirito destina Paolo e Bàrnaba ad una missione più vasta.
Vangelo: La pericope costituisce l’epilogo della vita pubblica di Gesù. Gesù stesso rivolge a ogni discepolo un chiaro e definitivo appello perché orienti la propria vita sull’essenziale con una adesione convinta e vissuta alla sua divina parola. Chi, al contrario, non crede e non vive le esigenze del Vangelo incorre nel giudizio di condanna e nell’ultimo giorno sarà vagliato dalla stessa Parola divina che non ha accolto.
Io sono venuto nel mondo come luce – Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù esclamò: «Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e, che cosa devo dire. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me».
La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa
Gesù è la luce venuta nel mondo – Mons. Vincenzo Paglia, Vescovo (Omelia, 10 maggio 2006): Il Signore è la luce venuta nel mondo. Ma la luce non serve solo per smascherare ciò che non va, come un fascio livido e impietoso che mette a nudo peccati e mancanze. Piuttosto è luce che riscalda, che indica un cammino, che fa vedere e incontrare gli altri “perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo” dice il Signore. Allo stesso modo, il Signore è parola, ma non per giudicare e schiacciare gli uomini e le donne sulla loro miseria umana, anzi, è espressione della bontà di Dio che vuole recuperare e salvare tutti, non disprezza il lucignolo che fuma né la canna incrinata che rischia da un momento all’altro di spezzarsi. La vera condanna infatti non viene dalla Parola di Dio, ma dal non credere che essa possa divenire vita, possa generare azioni, sentimenti, modi di essere e di fare nuovi. È una constatazione, non una minaccia: se non accogliamo e rendiamo vita la Parola di Dio, come potrà egli guidarci, sanarci, renderci felici? Saremmo irrevocabilmente condannati ad ascoltare solo noi stessi, condannati alla schiavitù dell’egocentrismo.
Gesù è la luce – Paolo VI (Udienza Generale, 22 giugno 1966): Cristo è la sorgente della luce; è la luce. Ma come giunge a noi questa luce? Il Signore ha voluto stabilire un sistema, disporre un ordine, per cui la sua luce giungesse a noi mediante un servizio umano, mediante un riflesso qualificato e autorizzato, e cioè mediante il magistero e il ministero apostolico. Egli infatti disse agli Apostoli: «Voi siete la luce del mondo» (Mt 5,14); e mediante una trasparenza interiore di Cristo stesso, emanante dall’intero corpo mistico e visibile della Chiesa, quasi ch’essa fosse l’ostensorio di Cristo; così che è essa stessa chiamata «sacramento», segno sacro cioè e tramite dell’unione di Dio con l’umanità (cfr Cost. Lumen Gentium 1). «Chi ascolta voi, disse Gesù riferendosi ai discepoli elevati a funzioni gerarchiche, ascolta me; e chi disprezza voi, disprezza me» (Lc 10,16). Praticamente perciò noi non potremo arrivare a Cristo, se non cercandolo e trovandolo nella sua Chiesa. Ricordiamo ancora la famosa esortazione di S. Giovanni Crisostomo: «Non ti allontanare dalla Chiesa! Nulla è più forte di essa! La tua speranza è la Chiesa, il tuo rifugio è la Chiesa. Essa è più alta del cielo e più vasta della terra. Essa non invecchia mai, ma sempre vigoreggia». Un altro grande dottore orientale, Origene, fin dalla prima metà del terzo secolo, commentando la Genesi, diceva: «Se vogliamo essere noi pure come il cielo, avremo in noi i luminari che ci possono illuminare: Cristo e la sua Chiesa. Egli infatti è la luce del mondo, che illumina pure la Chiesa con la sua luce; … e la Chiesa, preso il lume di Cristo, illumina tutti quelli che si trovano nella notte dell’ignoranza» (In Gen. Hom. 1, 5; P. G. 12, 150).
E io so che il suo comandamento è vita – Giovanni Paolo II (Omelia, 9 giugno 1992): Dio ha indicato a tutti il cammino verso la salvezza, verso la vita eterna, dando agli uomini i suoi comandamenti. La via che conduce alla vita eterna è la via dei comandamenti di Dio: “Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti” (Mt 19,17) risponde subito dopo Gesù al giovane. Allo stesso tempo, il cammino della salvezza consiste nella risposta fondamentale alla questione della vocazione nella vita dell’uo-mo. Ciascuno di voi, uomini e donne, troverà in questi comandamenti la via che conduce a Dio, e lungo la quale dovrà camminare. I Comandamenti sono una condizione fondamentale e indispensabile perché l’uomo possa realizzare la vocazione della sua vita: raggiungere il fine per il quale vive sulla terra. Questa è la prima ed essenziale risposta di Cristo, di Colui che “è luce e salvezza” dell’uomo: “Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti”.
La Parola di Dio commentata dai Padri della Chiesa
La guida del Signore – «I precetti del Vangelo, fratelli carissimi, non sono altro che insegnamenti divini, fondamento su cui edificare la speranza, base d’appoggio per sostenere la fede, nutrimento per saziare il cuore, timone per dirigere il viaggio, aiuto per tenersi saldi alla salvezza; istruendo sulla terra le menti docili dei fedeli, le conducono ai regni del cielo. Molte cose Dio fece annunciare e udire per bocca dei profeti; ma quanto maggiori sono le verità che annuncia il Figlio, la Parola di Dio che abitò nei profeti, come ci attesta con le sue stesse parole! Ora, egli non comanda solo di preparare la via a colui che viene, ma egli stesso viene e ci apre, e ci indica la via affinché noi, che prima erravamo ciechi e alla ventura nelle tenebre di morte, illuminati dallo splendore della sua grazia, possiamo seguire la via della vita sotto la guida e la condotta del Signore» (Cipriano di Cartagine).
Silenzio / Preghiera / La tua traccia
«Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre». Abbiamo solennemente celebrato la Veglia Pasquale: una liturgia particolare e unica che gira intorno ad un punto fisso della nostra fede: Cristo è la Luce! Gesù è la luce che illumina le tenebre del mondo; luce che rifulge per trarci fuori dal peccato e condurci allo splendore della sua ammirabile luce (cfr 1Pt 2,9); luce per manifestare le opere buone e cattive di ciascun cuore, affinché tutto sia chiaro e manifesto (cfr Ef 5,8-14). La Luce di Cristo è il dono ineffabile del Padre che rifulge nei nostri cuori per l’azione dello Spirito Santo. Una Luce che è gioia per quanti credono in Dio ma è bagliore accecante per quanti amano le tenebre e l’ombra di morte, Luce che rende palese ogni falsità e menzogna, Luce che non condanna, ma che permette a ciascuno di confrontarsi con la Parola ed esserne quindi da lei giudicati. Luce che si irradia nel mondo per ogni uomo, ma che per espandersi vuole la nostra collaborazione, come afferma apertamente lo Spirito Santo (I Lettura): «Riservate per me Bàrnaba e Sàulo per l’opera alla quale li ho chiamati». La Luce del mondo ci attende, aspetta la nostra disponibilità, vuole la nostra collaborazione, ci chiede di essere pronti alla testimonianza, ci invia tra i fratelli per dare l’an-nuncio più bello: Cristo, Luce delle genti, ci ha amati, ci ha redenti, ci ha salvati, ci ha preparato un posto e ora ci attende!
Preghiamo
O Dio, vita dei tuoi fedeli, gloria degli umili, beatitudine dei giusti, ascolta la preghiera del tuo popolo, e sazia con l’abbondanza dei tuoi doni la sete di coloro che sperano nelle tue promesse. Per il nostro Signore Gesù Cristo…