aprile, meditazioni

20 APRILE 2020 – LUNEDÌ, II SETTIMANA DI PASQUA

I Lettura: La Chiesa perseguitata dai Giudei porta il peso inumano della sofferenza, ma non elabora programmi di fuga per sfuggire alla violenza scatenata dal Sinedrio. Non reagisce con le armi, ma con la preghiera. Il cuore della preghiera è il salmo 2, un salmo che preannuncia i maltrattamenti che avrebbe sopportato il consacrato del Signore, profezia che si è adempiuta negli avvenimenti che hanno accompagnato la passione, la morte e la risurrezione di Gesù. Al termine della preghiera la terra trema e questo sta a significare che Dio ha ascoltato favorevolmente la preghiera della comunità cristiana.

Vangelo: Il dialogo fra Nicodèmo e Gesù si intesse tutto sulla contrapposizione fra carne e spirito. Nicodèmo, maestro in Israele, confessa alla fine la sua ignoranza di fronte a Gesù, che è il Maestro. L’incomprensione di Nicodèmo evidenzia il carattere misterioso e soprannaturale della nascita dallo Spirito, condizione per comprendere Gesù ed entrare nel regno di Dio. Questo brano era utilizzato nella Chiesa primitiva come catechesi battesimale.

Se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio – Dal Vangelo secondo Giovanni

Vi era tra i farisei un uomo di nome Nicodèmo, uno dei capi dei Giudei. Costui andò da Gesù, di notte, e gli disse: «Rabbì, sappiamo che sei venuto da Dio come maestro; nessuno infatti può compiere questi segni che tu compi, se Dio non è con lui». Gli rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio». Gli disse Nicodèmo: «Come può nascere un uomo quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?». Rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito. Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito».

La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa

Se uno non nasce dall’alto – CCC 1226-1228: Dal giorno della pentecoste la Chiesa ha celebrato e amministrato il santo Battesimo. Infatti san Pietro, alla folla sconvolta dalla sua predicazione, dichiara: «Pentitevi, e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati; dopo riceverete il dono dello Spirito Santo» (At 2,38). Gli Apostoli e i loro collaboratori offrono il Battesimo a chiunque crede in Gesù: Giudei, timorati di Dio, pagani. Il Battesimo appare sempre legato alla fede: «Credi nel Signore Gesù e sarai salvato tu e la tua famiglia», dichiara san Paolo al suo carceriere a Filippi. Il racconto continua: «Subito il carceriere si fece battezzare con tutti i suoi» (At 16,31-33). Secondo l’apostolo san Paolo, mediante il Battesimo il credente comunica alla morte di Cristo; con lui è sepolto e con lui risuscita: «Quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte. Per mezzo del Battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova» (Rm 6,3-4). I battezzati si sono «rivestiti di Cristo». Mediante l’azione dello Spirito Santo, il Battesimo è un lavacro che purifica, santifica e giustifica. Il Battesimo è quindi un bagno d’acqua nel quale «il seme incorruttibile» della Parola di Dio produce il suo effetto vivificante. Sant’Agostino dirà del Battesimo: «Si unisce la parola all’elemento, e nasce il sacramento».

Il Battesimo non è un atto formale – Papa Francesco (Udienza Generale, 8 Gennaio 2014): Può nascere in noi una domanda: ma è davvero necessario il Battesimo per vivere da cristiani e seguire Gesù? Non è in fondo un semplice rito, un atto formale della Chiesa per dare il nome al bambino e alla bambina? È una domanda che può venire… E a tale proposito, è illuminante quanto scrive l’apostolo Paolo: «Non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Per mezzo del battesimo dunque siamo stati sepolti insieme a lui nella morte affinché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova» (Rm 6,3-4). Dunque non è una formalità! È un atto che tocca in profondità la nostra esistenza. Non è lo stesso, un bambino battezzato o un bambino non battezzato: non è lo stesso! Non è lo stesso una persona battezzata o una persona non battezzata. Noi, con il battesimo, veniamo immersi in quella sorgente inesauribile di vita che è la morte di Gesù, il più grande atto d’amore di tutta la storia; e grazie a questo amore possiamo vivere una vita nuova, non più in balìa del male, del peccato e della morte, ma nella comunione con Dio e con i fratelli.

La Parola di Dio commentata dai Padri della Chiesa

Il Battesimo garanzia della nostra salvezza – “Dobbiamo mantenere ferma e costante la norma della fede e osservare i comandamenti di Dio: credere cioè in Dio, temerlo perché è il Signore, e amarlo perché è nostro Padre. Ora, l’adempimento di queste opere lo si consegue con la fede, come dice Isaìa: Se non avete fede, non potrete comprendere [Is 7,9]. La verità ci porta alla fede, perché la fede ha per oggetto cose che esistono veramente: così che noi crediamo in esseri che davvero sono, e proprio perché realmente sono, manteniamo costantemente ferma la nostra convinzione a loro riguardo. Dato poi che la fede è garanzia della nostra salvezza, dobbiamo prenderci gran cura di acquistare una vera intelligenza delle realtà che veramente esistono. Ed è la fede che ce la procura, come ci hanno tramandato gli anziani che furono discepoli degli apostoli. In primo luogo [la fede] ci raccomanda di ricordare che abbiamo ricevuto il battesimo per la remissione dei peccati, nel nome di Dio Padre e nel nome di Gesù Cristo, il Figlio di Dio incarnato, morto e risorto, e nello Spirito Santo di Dio; [di ricordarci] inoltre, che questo battesimo è il sigillo della vita eterna ed è la nostra nuova nascita in Dio, così che ora noi non siamo più figli di uomini mortali, ma figli del Dio eterno; [e di ricordarci] infine, che l’Essere eterno è Dio, che è al di sopra di ogni cosa creata; che tutto è a lui soggetto perché egli ha fatto tutte le cose. Perciò Dio non ha autorità e dominio sopra realtà create da un altro, ma su ciò che viene da lui, e ogni cosa è di Dio; per questo motivo, Dio è onnipotente, e ogni cosa proviene da Dio” (Ireneo di Lione).

Silenzio / Preghiera / La tua traccia

«Concedi ai tuoi servi di proclamare con tutta franchezza la tua parola, stendendo la tua mano affinché si compiano guarigioni, segni e prodigi nel nome del tuo santo servo Gesù». Il libro degli Atti degli Apostoli narra le vicende della Chiesa nascente in un contesto di entusiasmo ma anche di persecuzione: da un lato, infatti, san Luca ci racconta come il Regno di Dio si espande con la potenza dello Spirito Santo attraverso l’opera missionaria dei primi discepoli, dall’altro lato, però, non nasconde il muro di diffidenza e pericolo che tale annuncio incontra nel mondo, sfociando perfino nella persecuzione fino alla morte. Dinanzi a tali pericoli come reagiscono i discepoli? Ritornano ciascuno nelle proprie case? Cercano una mediazione (o meglio un compromesso) tra la propria fede in Cristo e le esigenze del mondo? Affrontano i nemici confidando nelle proprie forze? Niente di tutto questo: per nulla intimoriti dalle minacce, decisi a non mercanteggiare la Parola di Dio con le effimere suggestioni del mondo, consapevoli delle proprie umane debolezze, si riuniscono in preghiera e invocano la grazia di Dio. Chiedono al Signore il dono della franchezza nel parlare, invocano la conferma della loro predicazione attraverso guarigioni e prodigi, manifestano il desiderio di glorificare Dio con la loro vita.

Preghiamo

Dio onnipotente ed eterno, che ci dai il privilegio di chiamarti Padre, fa’ crescere in noi lo spirito di figli adottivi, perché possiamo entrare nell’eredità che ci hai promesso. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

 

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