I Lettura: La prima comunità cristiana è “una comunità che è il risultato dell’incontro di diverse persone rinnovate da quella forza che viene dall’alto e che produce un livello qualitativamente migliore dei rapporti umani” (E. Cuffaro).
Vangelo: “La rinascita dall’alto è una realtà contemporaneamente personale e comunitaria, individuale e sociale. Non esiste nessuna autentica rinascita personale che non abbia come conseguenza il mutamento profondo dei rapporti umani” (E. Cuffaro).
Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo – Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito». Gli replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro di Israele e non conosci queste cose? In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».
La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa
Così è chiunque è nato dallo Spirito – CCC 691: «Spirito Santo», tale è il nome proprio di colui che noi adoriamo e glorifichiamo con il Padre e il Figlio. La Chiesa lo ha ricevuto dal Signore e lo professa nel Battesimo dei suoi nuovi figli. Il termine «Spirito» traduce il termine ebraico Ruah, che nel suo senso primario significa soffio, aria, vento. Gesù utilizza proprio l’immagine sensibile del vento per suggerire a Nicodemo la novità trascendente di colui che è il Soffio di Dio, lo Spirito divino in persona. D’altra parte, Spirito e Santo sono attributi divini comuni alle tre Persone divine. Ma, congiungendo i due termini, la Scrittura, la liturgia e il linguaggio teologico designano la Persona ineffabile dello Spirito Santo, senza possibilità di equivoci con gli altri usi dei termini «spirito» e «santo».
Figlio dell’uomo – Catechismo degli Adulti 221: Per parlare di sé, Gesù preferiva usare il titolo di Figlio dell’uomo: lo si può arguire dal fatto che esso ricorre nei Vangeli ben ottantadue volte e sempre sulla sua bocca, come autodesignazione. Il riferimento è a un personaggio celeste del libro di Daniele, che appare «sulle nubi del cielo», riceve da Dio «potere, gloria e regno» su «tutti i popoli, nazioni e lingue», «un potere eterno, che non tramonta mai» (Dn 7,13-14).
Chiunque crede in lui abbia la vita eterna – Benedetto XVI (Omelia, 4 Novembre 2010): L’espres-sione «vita eterna» … designa il dono divino concesso all’umanità: la comunione con Dio in questo mondo e la sua pienezza in quello futuro. La vita eterna ci è stata aperta dal Mistero Pasquale di Cristo e la fede è la via per raggiungerla. È quanto emerge dalle parole rivolte da Gesù a Nicodemo e riportate dall’evangelista Giovanni: «E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna» (Gv 3,14-15). Qui vi è l’esplicito riferimento all’episodio narrato nel libro dei Numeri (21,1-9), che mette in risalto la forza salvifica della fede nella parola divina. Durante l’esodo, il popolo ebreo si era ribellato a Mosè e a Dio, e venne punito con la piaga dei serpenti velenosi. Mosè chiese perdono, e Dio, accettando il pentimento degli Israeliti, gli ordina: «Fatti un serpente e mettilo sopra un’asta; chiunque dopo esser stato morso lo guarderà, resterà in vita». E così avvenne. Gesù, nella conversazione con Nicodemo, svela il senso più profondo di quell’evento di salvezza, rapportandolo alla propria morte e risurrezione: il Figlio dell’uomo deve essere innalzato sul legno della Croce perché chi crede in Lui abbia la vita. San Giovanni vede proprio nel mistero della Croce il momento in cui si rivela la gloria regale di Gesù, la gloria di un amore che si dona interamente nella passione e morte. Così la Croce, paradossalmente, da segno di condanna, di morte, di fallimento, diventa segno di redenzione, di vita, di vittoria, in cui, con sguardo di fede, si possono scorgere i frutti della salvezza.
La Parola di Dio commentata dai Padri della Chiesa
“Voi vedete cosa l’anima fa nel corpo. Dà vita a tutte le membra: vede per mezzo degli occhi, ode per mezzo delle orecchie, odora per mezzo delle narici, per mezzo della lingua parla, per mezzo delle mani opera, per mezzo dei piedi cammina: è presente insieme a tutte le membra, perché esse vivano: dà a tutte la vita e a ciascuna il suo compito. L’occhio non ode, l’orecchio non vede, e neppure la lingua vede né l’orecchio e l’occhio parlano; eppure vivono: vive l’orecchio, vive la lingua: i compiti sono diversi, la vita è comune. Così è la Chiesa di Dio: in alcuni santi compie miracoli, in altri santi dice la verità, in altri custodisce la verginità, in altri ancora custodisce la pudicizia coniugale; in altri santi questo, in altri santi quello: ciascuno compie l’opera propria, ma tutti vivono parimenti. E quello che è l’anima per il corpo dell’uomo, lo è lo Spirito Santo per il corpo di Cristo che è la Chiesa: lo Spirito Santo opera in tutta la Chiesa ciò che l’anima opera in tutte le membra di un unico corpo… Se dunque volete vivere di Spirito Santo, conservate l’amore, amate la verità, per raggiungere così l’eterni-tà” (Sant’Agostino).
Silenzio / Preghiera / La tua traccia
«Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo?». Spesso pensiamo che tutto ciò che è oggetto di fede sia necessariamente lontano dalla ragione. Pensiamo che tutto quanto riguarda Dio, i suoi misteri, la sua logica, la sua opera, la sua morte e resurrezione, la vita eterna e ogni altra cosa sia avulsa dalla logica del mondo, estranea ad ogni logica. E quindi, o ragioni o credi, ci dice il mondo. Ma il mondo si sbaglia! Non c’è nulla sotto questo nostro cielo che non corrisponda meravigliosamente alla logica divina: tutto è stato da Dio, secondo il suo pensiero, per i suoi disegni. E quindi in ogni cosa troviamo questo linguaggio di Dio che ci informa su ciò che egli è nel più intimo e profondo del suo Cuore. Ecco perché Gesù non ha problemi ad affrontare anche gli argomenti più alti e spinosi, quelli più oscuri e lontani, spiegandoli per mezzo di ciò che quotidianamente ricade sotto i nostri occhi. Cos’è il Regno di Dio? Gesù non risponde con la filosofia o con termini sconosciuti agli uomini, ma partendo dalla massaia che impasta la farina col lievito, oppure dal pescatore che tira le reti pescando pesci buoni e cattivi. Impariamo la logica della natura e scopriremo la logica di Dio! Ma se non capiamo nemmeno queste cose elementari, come potremo mai riuscire ad entrare nella logica divina da cui tutto viene?
Preghiamo
Concedi al tuo popolo, Dio misericordioso, di proclamare la potenza del Signore risorto, perché in lui, sacramento universale di salvezza, manifesti al mondo la pienezza della vita nuova. Per il nostro Signore Gesù Cristo…