I Lettura: Geremìa è braccato dai suoi nemici, lo cercano per catturarlo e farlo morire. La vita, le sofferenze del profeta e il suo amaro destino preconizza la morte di Gesù, l’agnello mansueto che viene portato al macello. Ma per questa morte si spalancheranno le porte della vita.
Vangelo: La mente ottenebrata dall’orgoglio non è capace di investigare il mistero del Verbo, e il cuore indurito si chiude ad ogni rivelazione. Neanche la testimonianza delle guardie mandate ad arrestare Gesù è riuscita ad aprire gli occhi dei farisei. Tutto è inutile, per essi tutti quelli che non ragionano come loro sono idioti, maledetti, gente plagiata. Solo la fede può portare a conoscere chi è veramente Gesù di Nàzareth.
Il Cristo viene forse dalla Galilea? – Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, all’udire le parole di Gesù, alcuni fra la gente dicevano: «Costui è davvero il profeta!». Altri dicevano: «Costui è il Cristo!». Altri invece dicevano: «Il Cristo viene forse dalla Galilea? Non dice la Scrittura: “Dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide, verrà il Cristo”?». E tra la gente nacque un dissenso riguardo a lui. Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno mise le mani su di lui. Le guardie tornarono quindi dai capi dei sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: «Perché non lo avete condotto qui?». Risposero le guardie: «Mai un uomo ha parlato così!». Ma i farisei replicarono loro: «Vi siete lasciati ingannare anche voi? Ha forse creduto in lui qualcuno dei capi o dei farisei? Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!». Allora Nicodèmo, che era andato precedentemente da Gesù, ed era uno di loro, disse: «La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?». Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea? Studia, e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta!». E ciascuno tornò a casa sua.
La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa
Alcuni di loro volevano arrestarlo – CCC 575-576: Molte azioni e parole di Gesù sono dunque state un «segno di contraddizione» per le autorità religiose di Gerusalemme, quelle che il Vangelo di san Giovanni spesso chiama «i Giudei», ancor più che per il comune popolo di Dio. Certamente, i suoi rapporti con i farisei non furono esclusivamente polemici. Ci sono dei farisei che lo mettono in guardia in ordine al pericolo che corre. Gesù loda alcuni di loro, come lo scriba di Mc 12,34, e mangia più volte in casa di farisei. Gesù conferma dottrine condivise da questa élite religiosa del popolo di Dio: la risurrezione dei morti, le forme di pietà (elemosina, preghiera e digiuno), e l’abitudine di rivolgersi a Dio come Padre, la centralità del comandamento dell’amore di Dio e del prossimo. Agli occhi di molti in Israele, Gesù sembra agire contro le istituzioni fondamentali del popolo eletto: l’obbedienza alla Legge nell’integralità dei suoi precetti scritti e, per i farisei, nell’interpretazione della tradizione orale; la centralità del Tempio di Gerusalemme come luogo santo dove Dio abita in un modo privilegiato; la fede nell’unico Dio del quale nessun uomo può condividere la gloria.
Allora Nicodèmo, che era andato precedentemente da Gesù… – CCC 595-596: Tra le autorità religiose di Gerusalemme non ci sono stati solamente il fariseo Nicodemo o il notabile Giuseppe di Arimatea ad essere, di nascosto, discepoli di Gesù, ma a proposito di lui sono sorti dissensi per lungo tempo al punto che, alla vigilia stessa della sua passione, san Giovanni può dire: «Tra i capi, molti credettero in lui», anche se in maniera assai imperfetta (Gv 12,42). La cosa non ha nulla di sorprendente se si tiene presente che all’indomani della pentecoste «un gran numero di sacerdoti aderiva alla fede» (At 6,7) e che «alcuni della setta dei farisei erano diventati credenti» (At 15,5) al punto che san Giacomo può dire a san Paolo: «Tu vedi, o fratello, quante migliaia di Giudei sono venuti alla fede e tutti sono gelosamente attaccati alla Legge» (At 21,20). Le autorità religiose di Gerusalemme non sono state unanimi nella condotta da tenere nei riguardi di Gesù. I farisei hanno minacciato di scomunica coloro che lo avrebbero seguito. A coloro che temevano: «Tutti crederanno in lui e verranno i Romani e distruggeranno il nostro luogo santo e la nostra nazione» (Gv 11,48) il sommo sacerdote Caifa propose profetizzando: «[È] meglio che muoia un solo uomo per il popolo e non perisca la nazione intera» (Gv 11,50). Il Sinedrio, avendo dichiarato Gesù reo di morte in quanto bestemmiatore, ma avendo perduto il diritto di mettere a morte, consegna Gesù ai Romani accusandolo di rivolta politica, cosa che lo metterà alla pari con Barabba accusato di «sommossa» (Lc 23,19). Sono anche minacce politiche quelle che i sommi sacerdoti esercitano su Pilato perché egli condanni a morte Gesù.
Costui è… – Paolo VI (Udienza Generale, 13 febbraio 1974): Gesù è mistero. Non lo avremo mai esplorato abbastanza, non mai compreso del tutto. La conoscenza di Lui ha dovuto finalmente risolversi nella fede, cioè in una conoscenza superrazionale; certissima, ma fondata su testimonianze che eccedono in parte un nostro sperimentale controllo; le quali testimonianze hanno però in se stesse la forza di convinzione, perché in fondo sono divine, e esigono da noi quella dilatante maniera di conoscere, con la mente e col cuore, senza tutto capire, perché troppo v’è da capire, che appunto chiamiamo fede.
La Parola di Dio commentata dai Padri della Chiesa
Il signore mi ha fatto vedere i loro intrighi – “Geremia non è stato ricevuto bene ad Anatot [Ger 11,21], sua patria, né Isaia nella sua, quale essa sia stata, e uguale sorte hanno avuto gli altri profeti: mi sembra pertanto che sia meglio comprendere questo rifiuto intendendo che la patria di tutti i profeti è il popolo della circoncisione che non ha bene accolto né loro, né le loro profezie. Invece i Gentili, che abitavano lontano dai profeti e non li conoscevano, hanno accettato la Parola di Gesù Cristo. «Nessun profeta è bene accolto nella sua patria», cioè dal popolo giudeo. Ma noi, che non appartenevamo all’Alleanza ed eravamo stranieri alle promesse, abbiamo accolto i profeti con tutto il nostro cuore; e Mosè e i profeti che hanno annunziato il Cristo, appartengono più a noi che a loro: infatti, per non aver accolto Gesù, essi non hanno accolto neppure coloro che lo avevano annunziato” (Origene).
Silenzio / Preghiera / La tua traccia
«Mai un uomo ha parlato così!». Non si finirebbe mai di contemplare il volto di queste guardie. Vi invito oggi a fissare con la fantasia lo sguardo di questi uomini: rozzi soldati, abituati alla sofferenza, pronti ad uccidere per niente, senza provare pietà o usare misericordia (basti pensare come proprio le guardie hanno catturato, coronato di spine e maltrattato burlandosi e colpendo gratuitamente, Gesù durante l’Ora della Passione). Li immaginiamo giungere mentre Gesù parla alla folla. Vorrebbero intervenire subito, senza perder tempo. A loro non interessano le parole e non hanno voglia di star lì a perdere tempo. Ma mentre si avvicinano, basta loro ascoltare poche parole: avvertono una sensazione strana, un sentimento nuovo mai provato prima: che parole sono queste? da dove vengono? Si fermano un attimo, si guardano, incrociano lo sguardo di Gesù. Dimenticano perché fossero lì e tornano indietro senza la preda ma con una speranza nuova che riempie il loro cuore. Hanno disobbedito, potrebbero essere condannati, licenziati, puniti severamente: nulla turba la pace che la Parola ha donato al loro cuore. Sì, rimaniamo a contemplarli e nello scorrere della scena chiediamoci: ma io quanto volte ho ascoltato le parole di Gesù? Quante volte ho incontrato il suo sguardo, ho ricevuto la sua grazia, la sua misericordia! Perché ancora dubito, perché non ho pace? Perché ancora non testimonio la mia gioia?
Preghiamo
Signore onnipotente e misericordioso, attira verso di te i nostri cuori, poiché senza di te non possiamo piacere a te, sommo bene. Per il nostro Signore Gesù Cristo…