I Lettura: Gli Aramei e le tribù del nord, nel tentativo di fermare l’avan-zata Assira, volevano creare una coalizione che coinvolgesse anche Giuda. Ma Acaz si rifiuta e i due alleati preparano una spedizione contro di lui per detronizzarlo e mettere al suo posto un nuovo regnante favorevole al loro progetto. Ma ciò non era nei piani di Dio, fedele alla promessa fatta a Davide di rendere salda la sua dinastia. L’invito del profeta di chiedere un segno avrebbe solennemente ridato fiducia al popolo, sconvolto dall’attacco degli alleati. Acaz, però, non vuole affidarsi a Dio che manifesta ugualmente la sua fedeltà alla casa di Davide annunciando la nascita di un figlio, l’erede.
II Lettura: Il peccato è una mentalità che si oppone a quella di Dio, caratterizza dall’avidità perché è di chi vuole per sé anche ciò che è esclusivamente di Dio: la divinità. Cristo invece, pur essendo di natura divina, si umiliò, si fece servo e obbediente, annullando il peccato. Il sacrificio di sé è l’atteggiamento generoso che caratterizza Dio, è lo stile di Cristo, è quel modo di essere che salva.
Vangelo: Dio ricomincia una storia nuova con l’umanità. Questo è possibile grazie alla verginità di Maria, un cuore, immacolato, che è tutto disponibile a Dio.
Ecco, concepirai un figlio e lo darai alla luce – Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’ange-lo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissi-mo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa
Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te – Giovanni Paolo II (Udienza Generale, 8 maggio 1996): “Piena di grazia”, è il nome che Maria possiede agli occhi di Dio. L’angelo, infatti, secondo il racconto dell’evangelista Luca, lo usa ancor prima di pronunciare il nome di “Maria”, ponendo così in evidenza l’aspetto prevalente che il Signore coglie nella personalità della Vergine di Nazaret. L’espressione “piena di grazia” traduce la parola greca kecharitoméne, la quale è un participio passivo. Per rendere con più esattezza la sfumatura del termine greco, non si dovrebbe quindi dire semplicemente “piena di grazia”, bensì “resa piena di grazia” oppure “colmata di grazia”, il che indicherebbe chiaramente che si tratta di un dono fatto da Dio alla Vergine. Il termine, nella forma di participio perfetto, accredita l’immagine di una grazia perfetta e duratura che implica pienezza. Lo stesso verbo, nel significato di “dotare di grazia”, è adoperato nella Lettera agli Efesini per indicare l’abbon-danza di grazia, concessa a noi dal Padre nel suo Figlio diletto (Ef 1,6). Maria la riceve come primizia della redenzione (cfr Redemptoris Mater, 10).
Maria, Madre e Vergine – CCC 506-597: Maria è vergine perché la sua verginità è il segno della sua fede «che non era alterata da nessun dubbio» e del suo totale abbandono alla volontà di Dio. Per la sua fede ella diviene la Madre del Salvatore: «Beatior est Maria percipiendo fidem Christi quam concipiendo carnem Christi – Maria è più felice di ricevere la fede di Cristo che di concepire la carne di Cristo». Maria è ad un tempo vergine e madre perché è la figura e la realizzazione più perfetta della Chiesa: «La Chiesa… per mezzo della Parola di Dio accolta con fedeltà diventa essa pure madre, poiché con la predicazione e il Battesimo genera a una vita nuova e immortale i figli, concepiti ad opera dello Spirito Santo e nati da Dio. Essa pure è la vergine che custodisce integra e pura la fede data allo Sposo».
Maria, Madre e Vergine – CCC 506-597: Maria è vergine perché la sua verginità è il segno della sua fede «che non era alterata da nessun dubbio» e del suo totale abbandono alla volontà di Dio. Per la sua fede ella diviene la Madre del Salvatore: «Beatior est Maria percipiendo fidem Christi quam concipiendo carnem Christi – Maria è più felice di ricevere la fede di Cristo che di concepire la carne di Cristo». Maria è ad un tempo vergine e madre perché è la figura e la realizzazione più perfetta della Chiesa: «La Chiesa… per mezzo della Parola di Dio accolta con fedeltà diventa essa pure madre, poiché con la predicazione e il Battesimo genera a una vita nuova e immortale i figli, concepiti ad opera dello Spirito Santo e nati da Dio. Essa pure è la vergine che custodisce integra e pura la fede data allo Sposo».
La Parola di Dio commentata dai Padri della Chiesa
Cosa rispose Gabriele a lei che esitava? – «“Dissi ciò che ho appreso, pronuncio ciò che ho sentito: ‘Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà da te sarà dunque santo e chiamato figlio di Dio’ (Lc 1,35); come colui dal quale è e al quale tende ogni creatura, come Creatore e Artefice di tutti, come Padre dei secoli, come generatore del tempo, come costruttore di tutti, come più antico dei cieli, come artefice degli angeli e formatore dell’umanità, e di quelli, per finire, che, per altri motivi, sarebbero periti. Oltre questo non posso farti sapere altro. Infatti, non ho, o Vergine, un mandato per dirti con quale diritto su ogni singolo punto: bensì che io sia ministro di quelle cose che rendono fausto per te il mio annuncio. Ammira dunque insieme a me il mistero e accogli la buona novella senza dubitare”» (Esichio di Gerusalemme).
Silenzio / Preghiera / La tua traccia
«Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». Abbiamo più volte ribadito, durante questo Tempo di Quaresima, la necessità di una radicale conversione: nella mente, nel cuore, nei gesti, nelle scelte… La solennità odierna ci dice cosa significhi concretamente questa conversione, come la si vive nel quotidiano. La vera conversione, infatti, non consiste semplicemente nel decidersi a non peccare più (cosa di per sé già lodevole e meritoria!), quanto piuttosto nel desiderare il pieno compimento della volontà divina nella propria vita. Ciò richiede il quotidiano impegno a disporsi nei confronti di Dio, dei suoi progetti, della sua Parola, con una totale apertura del cuore, un docile abbandono nel Signore, un’umile e operosa obbedienza della mente. Convertirsi significa mettere da parte ogni nostro progetto per seguire le vie che di volta in volta al Signore piacerà indicarci. Convertirsi significa adorare con gioia la realizzazione del sogno che Dio ha su di me. Convertirsi significa permettere allo Spirito Santo di operare in me secondo quanto egli riterrà opportuno, certi che egli opera sempre e solo per il nostro massimo bene e per la salvezza delle anime. Convertirsi significa farsi cooperatori della diffusione del Regno di Dio e del suo trionfo nel cuore di ogni uomo.
Preghiamo
O Padre, tu hai voluto che il tuo Verbo si facesse uomo nel grembo della Vergine Maria: concedi a noi, che adoriamo il mistero del nostro Redentore, vero Dio e vero uomo, di essere partecipi della sua vita immortale. Per il nostro Signore Gesù Cristo…