11 Febbraio 2020 – Martedì, V del Tempo Ordinario
(1Re 8,22-23.27-30; Sal 83[84]; Mc 7,1-13)
I Lettura: Leggiamo due tratti della lunga preghiera che viene attribuita a Salomone. Incontriamo tutta la teologia dell’alleanza, dottrina centrale dell’AT: Dio assicura la sua benevolenza ad Israele a condizione che quest’ultimo osservi la Legge. Poi si parla della presenza di Dio, la sua immensità. Nella preghiera di Salomone Dio è percepito vicino e presente pur essendo trascendente e diverso. È il Dio che “i cieli dei cieli non possono contenere”, eppure abita sulla terra, si volge alla nostra supplica, ascolta il nostro grido.
Vangelo: Gesù, parlando della tradizione orale, dichiara che, inculcata dagli scribi, è di origine umana e quindi non può essere imposta come divina. Contro i farisei sottolinea che la loro osservanza è puramente esteriore e quindi non gradita a Dio. Gesù espone con forza, richiamandosi alla grande tradizione dei profeti, qual è la vera religione e il vero culto: è interiore, è vicinanza del cuore a Dio, è osservanza del suo comandamento, è realizzazione della sua parola.
Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini – Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate — i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti —, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?». Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini”. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini». E diceva loro: «Siete veramente abili nel rifiutare il comandamento di Dio per osservare la vostra tradizione. Mosè infatti disse: “Onora tuo padre e tua madre”, e: “Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte”. Voi invece dite: “Se uno dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è korbàn, cioè offerta a Dio”, non gli consentite di fare più nulla per il padre o la madre. Così annullate la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte».
La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa
Lourdes – Benedetto XVI (Omelia, 14 settembre 2008): Cari fratelli e sorelle, la vocazione primaria del santuario di Lourdes è di essere un luogo di incontro con Dio nella preghiera, e un luogo di servizio ai fratelli, soprattutto per l’accoglienza dei malati, dei poveri e di tutte le persone che soffrono. In questo luogo Maria viene a noi come la madre, sempre disponibile ai bisogni dei suoi figli. Attraverso la luce che emana dal suo volto, è la misericordia di Dio che traspare. Lasciamoci toccare dal suo sguardo: esso ci dice che siamo tutti amati da Dio, mai da Lui abbandonati! Maria viene a ricordarci che la preghiera, intensa e umile, confidente e perseverante, deve avere un posto centrale nella nostra vita cristiana. La preghiera è indispensabile per accogliere la forza di Cristo. “Chi prega non spreca il suo tempo, anche se la situazione ha tutte le caratteristiche dell’emergenza e sembra spingere unicamente all’azione” (Deus caritas est 36). Lasciarsi assorbire dalle attività rischia di far perdere alla preghiera la sua specificità cristiana e la sua vera efficacia. La preghiera del Rosario, così cara a Bernadette e ai pellegrini di Lourdes, concentra in sé la profondità del messaggio evangelico. Ci introduce alla contemplazione del volto di Cristo. In questa preghiera degli umili noi possiamo attingere grazie abbondanti.
Dio ha detto tutto nel suo Verbo – CCC 65: «Dio, che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio» (Eb 1,1-2). Cristo, il Figlio di Dio fatto uomo, è la Parola unica, perfetta e definitiva del Padre, il quale in lui dice tutto, e non ci sarà altra parola che quella.
Onora tuo padre e tua madre (Dt 5,16; Mc 7,10) – CCC 2218: Il quarto comandamento ricorda ai figli divenuti adulti le loro responsabilità verso i genitori. Nella misura in cui possono, devono dare loro l’aiuto materiale e morale, negli anni della vecchiaia e in tempo di malattia, di solitudine o di indigenza. Gesù richiama questo dovere di riconoscenza. «Il Signore vuole che il padre sia onorato dai figli, ha stabilito il diritto della madre sulla prole. Chi onora il padre espia i peccati, chi riverisce la madre è come chi accumula tesori. Chi onora il padre avrà gioia dai propri figli, sarà esaudito nel giorno della sua preghiera. Chi riverisce suo padre vivrà a lungo; chi obbedisce al Signore dà consolazione alla madre» (Sir 3,2-6). «Figlio, soccorri tuo padre nella vecchiaia, non contristarlo durante la sua vita. Anche se perdesse il senno, compatiscilo e non disprezzarlo mentre sei nel pieno del vigore. […] Chi abbandona il padre è come un bestemmiatore, chi insulta la madre è maledetto dal Signore» (Sir 3,12-13.16).
La Parola di Dio commentata dai Padri della Chiesa
«“Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei; tutto quello che vi dicono, fatelo dunque ed osservatelo; ma non agite come loro agiscono: infatti dicono e non fanno. Confezionano grossi fardelli e li pongono sulle spalle degli uomini, ma loro non li vogliono spostare neppure con un dito” [Mt 23,2s]. Non denunciava la legge data da Mosè – che anzi invitava ad osservare fino a quando sarebbe esistita Gerusalemme – ma rimproverava coloro che avevano sulle labbra le frasi della legge, ma non avevano amore ed erano perciò ingiusti verso Dio e verso il prossimo. Così aveva detto Isaia: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me; è inutile il culto che mi rendono, perché insegnano dottrine e comandamenti umani” [Is 29,13]. Non chiamava comandamenti umani la legge data da Mosè, ma le tradizioni degli anziani, che quelli si erano congegnate e pretendevano di osservare violando la legge di Dio e disubbidendo perciò al suo Verbo» (Ireneo di Lione).
Silenzio / Preghiera / La tua traccia
«Così annullate la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte». La Parola di Dio ci rivela il volto e i sentimenti di Dio. Essa indica chiaramente quali sono gli atteggiamenti, le priorità, la mentalità con cui affrontare e vivere il quotidiano. Ordina le cose che non vanno fatte, stabilisce le motivazioni delle cose da fare: quando, verso chi, perché… Nella Parola troviamo le declinazioni dell’amore, del servizio, del vivere per instaurare il regno di Dio e dargli gloria. Eppure, essa si scontra continuamente, nella nostra coscienza, con una legge che le si oppone, una tradizione e una mentalità creata dagli uomini e che stride con le esigenze evangeliche. Pensiamo al rispetto umano, che frena lo slancio missionario rinchiudendoci tra le sbarre del “che devono pensare gli altri?”. Pensiamo al quieto vivere predicato dai filosofi di questo mondo, che uccide ogni esigenza evangelica con un semplice “ma chi te lo fa fare” o “ma perché sempre tu?”. E così, anche se la Parola di Dio mi dice di santificare le feste, c’è la famiglia da accudire; e se mi indica le opere di misericordia come visitare gli infermi o consolare gli afflitti, mi giustifico affermando che siamo sempre di corsa e non c’è mai tempo. E così, senza rendercene conto, ci ritroviamo da servi della Parola a servi di questo mondo: e di cose simili ne facciamo molte!
Preghiamo
Custodisci sempre con paterna bontà la tua famiglia, Signore, e poiché unico fondamento della nostra speranza è la grazia che viene da te, aiutaci sempre con la tua protezione. Per il nostro…