febbraio, meditazioni

12 Febbraio 2020 – Mercoledì, V del Tempo Ordinario

12 Febbraio 2020 – Mercoledì, V del Tempo Ordinario

(1Re 10,1-10; Sal 36[37]; Mc 7,14-23)

I Lettura: Il regno di Saba, agli inizi del 1000 a.C., si estende nella parte sud-occidentale della penisola arabica. La regina di questo regno si reca da Salomone per interessi commerciali. La stessa però rimane molto colpita dalla sapienza e dalla ricchezza del re israelita, innalzando un canto di lode e di benedizione a Jahvè per la sapienza scoperta. La gloria e la saggezza di Salomone vengono riconosciute da una regina straniera, proprio come un giorno Cristo sarà visitato e onorato dai re pagani.

Vangelo: Ciò che rende l’uomo puro o impuro, cioè buono o cattivo, di fronte a Dio non sono le cose che vengono a contatto con lui, ma l’atteggiamento del suo cuore considerato sede del pensiero e della volontà, origine di ogni sua parola e azione. I cristiani si distinguono dagli altri uomini e diventano santi non con pratiche esteriori, ma con la purezza del cuore. È dal cuore che possono uscire le intenzioni cattive che distruggono l’uomo e la creazione di Dio. L’ingresso nel nuovo popolo di Dio non richiederà purificazioni esteriori, ma una conversione del cuore, il cui segno è il Battesimo.

Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo – Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù, chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». Quando entrò in una casa, lontano dalla folla, i suoi discepoli lo interrogavano sulla parabola. E disse loro: «Così neanche voi siete capaci di comprendere? Non capite che tutto ciò che entra nell’uomo dal di fuori non può renderlo impuro, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna?». Così rendeva puri tutti gli alimenti. E diceva: «Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».

La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa

Così rendeva puri tutti gli alimenti – CCC 582: Gesù dà compimento alla Legge sulla purità degli alimenti, tanto importante nella vita quotidiana giudaica, svelandone il senso «pedagogico» con una interpretazione divina: «Tutto ciò che entra nell’uomo dal di fuori non può contaminarlo […]. Dichiarava così mondi tutti gli alimenti […]. Ciò che esce dall’uomo, questo sì contamina l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore dell’uomo,escono le intenzioni cattive» (Mc 7,18-21). Dando con autorità divina l’interpretazione definitiva della Legge, Gesù si è trovato a scontrarsi con certi dottori della Legge, i quali non accettavano la sua interpretazione, sebbene fosse garantita dai segni divini che la accompagnavano. Ciò vale soprattutto per la questione del sabato: Gesù ricorda, ricorrendo spesso ad argomentazioni rabbiniche, che il riposo del sabato non viene violato dal servizio di Dio o del prossimo, servizio che le guarigioni da lui operate compiono.

Dal cuore degli uomini escono i propositi di male: Le passioni – CCC 1763-1764: Il termine «passioni» appartiene al patrimonio cristiano. Per sentimenti o passioni si intendono le emozioni o moti della sensibilità, che spingono ad agire o a non agire in vista di ciò che è sentito o immaginato come buono o come cattivo. Le passioni sono componenti naturali della psicologia umana; fanno da tramite e assicurano il legame tra la vita sensibile e la vita dello spirito. Nostro Signore indica il cuore dell’uomo come la sorgente da cui nasce il movimento delle passioni.

Dal cuore… – Paolo VI (Udienza Generale, 7 novembre 1973): E il cuore, che cosa è? La nostra domanda si pone per il discorso religioso e morale, che si estende a quello psicologico e ideale. Qual è il significato di questo termine tanto usitato? Siamo tentati di far nostra la definizione di S. Agostino, che fa coincidere il senso della parola cuore con l’Io: … cor meum, ubi ego sum quicumque sum (Conf. X,3: PL 32,781). E siamo confortati a scegliere questo senso pregnante, indicativo della personalità sentimentale, intellettuale e soprattutto operativa dell’uomo, dal linguaggio biblico, che prescinde dal significato puramente fisiologico di questo organo per indicare ciò ch’è vivo, genetico, operante, morale, responsabile, spirituale nell’uomo. Il cuore è la cella interiore della psicologia umana; è la sorgente degli istinti, dei pensieri, e soprattutto delle azioni dell’uomo. Di ciò ch’è buono, e di ciò ch’è cattivo: ricordiamo la parola di Gesù Maestro: «È dal cuore infatti che escono i mali pensieri, gli omicidii, gli adulterii, le fornicazioni, i furti, le menzogne, le bestemmie; e queste sono le cose che contaminano l’uomo» (Mt 15,19-20). Quale triste introspezione! E ciò che la rende grave è la parola biblica che ci ammonisce come l’occhio di Dio veda in trasparenza il nostro cuore, questo segreto nascondiglio della nostra realtà morale.

La Parola di Dio commentata dai Padri della Chiesa

Le cose che macchiano l’uomo – «Dio, infatti, non richiede dall’uomo se mentre sta per mangiare si lava le mani, ma se ha il cuore puro e la coscienza monda dalle impurità dei peccati. In effetti, cosa giova lavare le mani ed avere la coscienza macchiata? Quindi i discepoli del Signore poiché erano puri di cuore e preferivano una coscienza monda ed immacolata, non davano importanza a lavarsi le mani, che con tutto il corpo, insieme, nel battesimo avevano lavato, mentre il Signore diceva a Pietro: “Chi una volta è lavato, non ha bisogno di lavarsi di nuovo, ma è tutto puro, come siete voi” [Gv 13,10]. Invece, che quel lavacro dei Giudei fosse necessario al popolo, il Signore da tempo lo aveva mostrato per mezzo del profeta, dicendo: “Lavatevi, siate puri, togliete l’iniquità dai vostri cuori” [Is 1,16]. Con questo lavacro, quindi, fu prescritto non che si lavassero le mani, ma che togliessero le iniquità dai loro cuori. Per questo, se gli scribi e i farisei, avessero voluto capire o accettare questa celeste purificazione non si lamenterebbero mai delle mani impure» (Cromazio di Aquileia).

Silenzio / Preghiera / La tua traccia

«Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo». Esaminando la nostra coscienza troviamo molti peccati, tante impurità che ammorbano il nostro quotidiano, rovinano il rapporto con Dio e con il prossimo, non permettono di gioire dei doni divini e ci mettono nella situazione di sprecare tanta grazia. Ma la cosa peggiore è che nella maggior parte dei casi cerchiamo la giustificazione a tanto male fuori di noi, accusando tutto e tutti pur di non metterci in discussione: è colpa degli altri, è colpa della società, è colpa dei tempi brutti che viviamo. E così siamo pieni di rabbia e maltrattiamo il prossimo, ma diamo la colpa agli altri che non sono come li vorremmo. Siamo pieni di egoismo ma diamo la colpa agli altri che, se non ci facciamo forti, ci mettono i piedi in faccia. Rubiamo, ma perché tutti rubano. Abbiamo la bocca piena di parolacce e di oscenità, ma perché i colleghi parlano solo di queste cose e non si può fare la figura del bigotto… E così ci ritroviamo pieni di ogni tipo di lordume e impurità, ma la cosa peggiore è che siamo convinti che sia colpa degli altri! Se siamo cattivi, malvagi, rabbiosi, superbi… non diamo la colpa a ciò che dall’esterno giunge a noi, ma ricordiamo che l’impurità viene dall’interno del nostro cuore, dall’assenso al male, dal sì dato al peccato.

Preghiamo

Custodisci sempre con paterna bontà la tua famiglia, Signore, e poiché unico fondamento della nostra speranza è la grazia che viene da te, aiutaci sempre con la tua protezione. Per il nostro…

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