febbraio, meditazioni

4 Febbraio 2020

I Lettura: Davide ci insegna che nessun potere, nessuna gloria possono riempire il bene di una relazione. In un cristianesimo che, talvolta, dimentica la propria piena umanità, il grande Davide ci richiama alla dignità immensa di essere anzitutto uomini.

 Vangelo: In entrambe le situazioni si guarisce attraverso una trasgressione. Gesù tocca, prende la mano della bambina (era proibito nel Libro del Levitico toccare un cadavere) e ritorna in vita. Mentre nel secondo episodio è la stessa emorroissa che compie questa trasgressione ricevendo la guarigione.

Fanciulla, io ti dico: àlzati! – Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno. Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male. E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male». Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.

La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa

Ora una donna… – Mulieris Dignitatem13: Scorrendo le pagine del Vangelo, passa davanti ai nostri occhi un gran numero di donne, di diversa età e di diverso stato. Incontriamo donne colpite da malattia o da sofferenze fisiche, come la donna che aveva “uno spirito che la teneva inferma, era curva e non poteva drizzarsi in nessun modo”(cfr Lc 13,11), o come la suocera di Simone che era “a letto con la febbre” (Mc 1,30), o come la donna “affetta da emorragia” (Mc 5,25-34), che non poteva toccare nessuno, perché si riteneva che il suo tocco rendesse l’uomo “impuro”. Ciascuna di loro fu guarita, e l’ultima, l’emorroissa, che tocco il mantello di Gesù “tra la folla” (Mc 5,27), fu da lui lodata per la grande fede: “La tua fede ti ha salvata” (Mc 5,34). C’è poi la figlia di  Giàiro, che Gesù fa tornare in vita, rivolgendosi a lei con tenerezza: “Fanciulla, io ti dico, alzati!” (Mc 5,41). E ancora c’è la vedova di Naim, alla quale Gesù fa tornare in vita l’unico figlio, accompagnando il suo gesto con un’espressione di affettuosa pietà: “Ne ebbe compassione e le disse: ‘Non piangere’”(Lc 7,13). E infine c’è la Cananea, una donna che merita da parte di Cristo parole di speciale apprezzamento per la sua fede, la sua umiltà e per quella grandezza di spirito, di cui è capace soltanto un cuore di madre: “Donna, davvero grande è la tua fede! Ti sia fatto come desideri” (Mt 15,28). La donna cananea chiedeva la guarigione della figlia.

Chi ha toccato le mie vesti? – CCC 1503-1504: La compassione di Cristo verso i malati e le sue numerose guarigioni di infermi di ogni genere sono un chiaro segno del fatto che Dio ha visitato il suo popolo e che il regno di Dio è vicino. Gesù non ha soltanto il potere di guarire, ma anche di perdonare i peccati: è venuto a guarire l’uomo tutto intero, anima e corpo; è il medico di cui i malati hanno bisogno. La sua compassione verso tutti coloro che soffrono si spinge così lontano che egli si identifica con loro: «Ero malato e mi avete visitato» (Mt 25,36). Il suo amore di predilezione per gli infermi non ha cessato, lungo i secoli, di rendere i cristiani particolarmente premurosi verso tutti coloro che soffrono nel corpo e nello spirito. Esso sta all’origine degli instancabili sforzi per alleviare le loro pene. Spesso Gesù chiede ai malati di credere. Si serve di segni per guarire: saliva e imposizione delle mani, fango e abluzione. I malati cercano di toccarlo «perché da lui usciva una forza che sanava tutti» (Lc 6,19). Così, nei sacramenti, Cristo continua a «toccarci» per guarirci.

La Parola di Dio commentata dai Padri della Chiesa

Cristo è toccato dalla fede – «Cominciò a sperare in un rimedio che potesse salvarla: riconobbe che il tempo era venuto per il fatto che si presentava un medico dal cielo, si levò per andare incontro al Verbo, vide che egli era pressato dalla folla. Ma non credono coloro che premono intorno, credono quelli che lo toccano. Cristo è toccato dalla fede, è visto dalla fede, non lo tocca il corpo, non lo comprendono gli occhi; infatti non vede colui che non guarda pur avendo gli occhi, non ode colui che non intende ciò che ode, e non tocca colui che non tocca con fede… Se ora noi consideriamo fin dove giunge la nostra fede e se comprendiamo la grandezza del Figlio di Dio, vediamo che a suo confronto noi non possiamo che toccare la frangia del suo vestito, senza poterne toccare le parti superiori. Se dunque anche noi vogliamo essere guariti, tocchiamo la frangia della tunica di Cristo. Egli non ignora quelli che toccano la sua frangia, e che lo toccano quando egli è voltato dall’altra parte. Dio non ha bisogno degli occhi per vedere, non ha sensi corporali, ma possiede in se stesso la conoscenza di tutte le cose. Felice dunque chi tocca almeno la parte estrema del Verbo: e chi mai potrebbe riuscire a toccarlo tutto intero?» (Sant’Ambrogio).

Silenzio / Preghiera / La tua traccia

«Chi ha toccato le mie vesti?». Gesù è assediato da ogni parte. La gente vuole vederlo, vuole incontrarlo, vuole parlargli o anche solo toccarlo. Un padre lo ha avvicinato supplicandolo di guarire la propria bambina che versa in gravissime condizioni, e Gesù ha accettato di andare con lui. Tutti lo spingono, lo strattonano: il cammino è spesso impedito o comunque molto lento. A un certo punto Gesù si ferma: vuole capire chi lo ha toccato! Capiamo lo stupore dei discepoli: tutti ti hanno toccato o cercano di farlo. Ma Gesù sente che tra i tanti che lo spintonano solo una persona lo ha davvero toccato: una forza di guarigione e liberazione era uscita da lui. Una donna avverte la guarigione ottenuta e viene allo scoperto: «Figlia, la tua fede ti ha salvato». Anche noi siamo tra coloro che spesso si ritrovano ad assediare Gesù: abbiamo bisogno di grazie, a volte perfino di miracoli, abbiamo bisogno di essere liberati da tanti lacci, di essere guariti da mali fisici e spirituali. Con la preghiera, con i Sacramenti, attraverso pellegrinaggi, con digiuni e penitenze… talloniamo Gesù, gli stiamo intorno quasi asfissiandolo: ma quanti di noi lo toccano davvero? Tutti lo spintonano, ma quanti lo toccano? Quanti lo raggiungono non con le parole, non con i gesti, ma con la fede, con il cuore, con la potenza della grazia capace di “rubargli” quella forza che sana e libera?

Preghiamo

Dio grande e misericordioso, concedi a noi tuoi fedeli di adorarti con tutta l’anima e di amare i nostri fratelli nella carità del Cristo. Egli è Dio, e vive e regna con te…

 

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