I Lettura: Isaìa si rivolge a Gerusalemme e profetizza per lei il tempo della gloria, fine della schiavitù. Quando su tutto il resto della terra ancora regneranno le tenebre, una grande luce brillerà sulla città del Signore. Gerusalemme, la grande città di Davide, luogo della presenza del Signore, diventerà luce per le nazioni e centro di attrazione di tutti i popoli.
II Lettura: Il contenuto della rivelazione che Dio ha fatto conoscere a Paolo è l’universalità della salvezza, l’amore suo che vuol raggiungere ogni uomo. L’Apostolo esprime proprio il desiderio di Dio di farsi conoscere, perché l’Amore desidera manifestarsi per il bene dell’altro; perché, sentendosi amato, l’uomo possa vivere nell’amore e aprirsi al dono.
Vangelo: “Il racconto evangelico dei Magi descrive il loro viaggio dall’Oriente come un viaggio dell’anima, come un cammino verso l’incontro con Cristo. Essi sono attenti ai segni che ne indicano la presenza; sono instancabili nell’affrontare le difficoltà della ricerca; sono coraggiosi nel trarre le conseguenze di vita derivanti dall’incontro con il Signore. La vita è questa: la vita cristiana è camminare, ma essendo attenti, instancabili e coraggiosi. Così cammina un cristiano. Camminare attento, in-stancabile e coraggioso” (Papa Francesco).
Siamo venuti dall’oriente per adorare il re – Dal Vangelo secondo Matteo
Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”». Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.
La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa
Epifania: Giovanni Paolo II (Omelia, 6 Gennaio 2002): Quest’oggi, solennità dell’“Epifania”, che significa “Manifestazione”, ritorna con vigore il tema della luce. Quest’oggi il Messia, che a Betlemme si manifestò a umili pastori della regione, continua a rivelarsi luce dei popoli di ogni tempo e di ogni luogo. Per i Magi, venuti dall’Oriente ad adorarlo, la luce del “re dei Giudei che è nato” (Mt 2,2) assume la forma di un astro celeste, così splendido da attirare i loro sguardi e guidarli fino a Gerusalemme. Li pone così sulle tracce delle antiche profezie messianiche: “Una stella spunta da Giacobbe e uno scettro sorge da Israele…” (Nm 24,17). Quanto è suggestivo il simbolo della stella che ricorre in tutta l’icono-grafia del Natale e dell’Epifania! Ancor oggi evoca profondi sentimenti anche se, come tanti altri segni del sacro, rischia talora di venire banalizzato dall’uso consumistico che ne vien fatto. Tuttavia, ricollocata nel suo contesto originario, la stella che contempliamo nel presepe parla alla mente ed al cuore anche dell’uomo del terzo millennio. Parla all’uomo secolarizzato, ridestando in lui la nostalgia della sua condizione di viandante in cerca della verità e desideroso dell’assoluto. L’etimologia stessa del verbo “desiderare” evoca l’esperienza dei naviganti, i quali si orientano nella notte osservando gli astri, che in latino si chiamano “sidera”. Chi non sente il bisogno di una “stella” che lo guidi nel suo cammino sulla terra? Avvertono questa necessità sia gli individui che le nazioni. Per venire incontro a quest’anelito di universale salvezza, il Signore si è scelto un popolo, che fosse stella orientatrice per “tutte le famiglie della terra” (Gen 12,3). Con l’Incarnazione del suo Figlio, Dio ha poi allargato l’ele-zione ad ogni altro popolo, senza distinzione di razza e cultura. È nata così la Chiesa, formata da uomini e donne i quali, “riuniti insieme nel Cristo, sono guidati dallo Spirito Santo nel loro pellegrinaggio verso il Regno del Padre, ed hanno ricevuto un messaggio di salvezza da proporre a tutti” (GS 1). Risuona, pertanto, per l’intera Comunità ecclesiale l’oracolo del profeta Isaia, che abbiamo ascoltato nella prima Lettura: “Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, / la gloria del Signore brilla sopra di te… Cammineranno i popoli alla tua luce, / i re allo splendore del tuo sorgere” (Is 60,1.3).
Gesù chiave, centro e fine dell’uomo e della storia – Gaudium et Spes 10: Ecco: la Chiesa crede che Cristo, per tutti morto e risorto, dà sempre all’uomo, mediante il suo Spirito, luce e forza per rispondere alla sua altissima vocazione; né è dato in terra un altro Nome agli uomini, mediante il quale possono essere salvati. Essa crede anche di trovare nel suo Signore e Maestro la chiave, il centro e il fine di tutta la storia umana. Inoltre la Chiesa afferma che al di là di tutto ciò che muta stanno realtà immutabili; esse trovano il loro ultimo fondamento in Cristo, che è sempre lo stesso: ieri, oggi e nei secoli. Così nella luce di Cristo, immagine del Dio invisibile, primogenito di tutte le creature il Concilio intende rivolgersi a tutti per illustrare il mistero dell’uomo e per cooperare nella ricerca di una soluzione ai principali problemi del nostro tempo.
La Parola di Dio commentata dai Padri della Chiesa
“Si compie per i Magi il loro desiderio e, condotti dalla stella, arrivano fino al Bambino, il Signore Gesù Cristo. Nella carne, essi adorano il Verbo; nell’infanzia, la Sapienza; nella debolezza, il vigore; e nella verità dell’uomo, la maestà del Signore; e, per manifestare con segni esterni il mistero in cui credono e di cui hanno intelligenza, attestano con doni ciò che credono nel cuore. Offrono a Dio l’incen-so, all’uomo la mirra, al re l’oro, consci di venerare nell’unità la divina e l’umana natura” (Leone M.).
Silenzio / Preghiera / La tua traccia
«Àlzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te… Alza gli occhi intorno e guarda». La Liturgia ci fa contemplare oggi la figura di questi tre straordinari uomini. Perché straordinari? Perché solo loro riescono nell’or-dinario di un cielo stellato cogliere l’indicazione della presenza del Messia; solo loro, dove tutti gli altri uomini vedono semplici luci sparse, riconoscono l’itinerario che li conduce ai piedi del Dio incarnato. Sono straordinari perché sanno alzare gli occhi con sapienza: quanto abbiamo da imparare da loro! Sono straordinari perché non temono di lasciare i loro confini, di addentrarsi per sentieri sconosciuti, di giungere in luoghi mai prima da essi esplorati, pur di non perdere di vista la Stella. Quanto abbiamo da imparare da questi personaggi tanto misteriosi quanto straordinari: non erano gli unici a conoscere il firmamento e le sue luci, la Scritture e le sue promesse, non erano soli nell’attendere il compimento dei divini disegni, ma sono gli unici ad accorgersi che la piena e definitiva manifestazione di Dio è nel volto di quel bimbo, nella povertà di un presepe. Non temono il viaggio, non si scandalizzano della povertà, non si vergognano di prostrarsi dinanzi ad un neonato: lo adorano, e nell’offrirgli i loro doni, offrono se stessi. In loro siamo noi tutti, popoli di tutta la terra; con loro abbiamo anche noi potuto conoscere il volto di Dio; in loro abbiamo anche noi adorato il Dio fatto uomo e abbiamo offerto noi stessi.
Preghiamo
O Dio, che in questo giorno, con la guida della stella, hai rivelato alle genti il tuo unico Figlio, conduci benigno anche noi, che già ti abbiamo conosciuto per la fede, a contemplare la grandezza della tua gloria. Per il nostro Signore Gesù Cristo…