I Lettura: Nel testo odierno della prima lettera di Giovanni l’affermazione “Dio è amore” risulta essere il compendio dell’intera storia della salvezza, vicenda che si snoda nel corso dei secoli sotto la sapiente mano di Dio che, fedele alla sua promessa, guida i suoi figli verso la redenzione annunciata. Amore di misericordia e perdono dunque che ama e chiede amore.
Vangelo: La compassione di Gesù esprime e conferma il tratto misericordioso dell’amore divino. Il Dio giusto giudice delle vicende passate si rileva nell’umanità del Cristo anche colmo di un sentimento che, traboccante di carità, si piega verso le folle affamate.
Moltiplicando i pani, Gesù si manifesta profeta – Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, sceso dalla barca, Gesù vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i suoi discepoli dicendo: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congedali, in modo che, andando per le campagne e i villaggi dei dintorni, possano comprarsi da mangiare». Ma egli rispose loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Gli dissero: «Dobbiamo andare a comprare duecento denari di pane e dare loro da mangiare?». Ma egli disse loro: «Quanti pani avete? Andate a vedere». Si informarono e dissero: «Cinque, e due pesci». E ordinò loro di farli sedere tutti, a gruppi, sull’erba verde. E sedettero, a gruppi di cento e di cinquanta. Prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero a loro; e divise i due pesci fra tutti. Tutti mangiarono a sazietà, e dei pezzi di pane portarono via dodici ceste piene e quanto restava dei pesci. Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini.
La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa
Carissimi, amiamoci gli uni gli altri – Ad Gentes 12: La presenza dei cristiani nei gruppi umani deve essere animata da quella carità con la quale Dio ci ha amato: egli vuole appunto che anche noi reciprocamente ci amiamo con la stessa carità. Ed effettivamente la carità cristiana si estende a tutti, senza discriminazioni razziali, sociali o religiose, senza prospettive di guadagno o di gratitudine. Come Dio ci ha amato con amore disinteressato, così anche i fedeli con la loro carità debbono preoccuparsi dell’uomo, amandolo con lo stesso moto con cui Dio ha cercato l’uomo. Come quindi Cristo percorreva tutte le città e i villaggi, sanando ogni malattia ed infermità come segno dell’avvento del regno di Dio, così anche la Chiesa attraverso i suoi figli si unisce a tutti gli uomini di qualsiasi condizione, ma soprattutto ai poveri ed ai sofferenti, prodigandosi volentieri per loro. Essa infatti condivide le loro gioie ed i loro dolori, conosce le aspirazioni e i problemi della vita, soffre con essi nell’angoscia della morte. A quanti cercano la pace, essa desidera rispondere con il dialogo fraterno, portando loro la pace e la luce che vengono dal Vangelo.
Dio, «colui che è», è verità e amore – CCC 214: Dio, «colui che è», si è rivelato a Israele come colui che è «ricco di grazia e di fedeltà» (Es 34,6). Questi due termini esprimono in modo sintetico le ricchezze del nome divino. In tutte le sue opere Dio mostra la sua benevolenza, la sua bontà, la sua grazia, il suo amore; ma anche la sua affidabilità, la sua costanza, la sua fedeltà, la sua verità. «Rendo grazie al tuo nome per la tua fedeltà e la tua misericordia» (Sal 138,2). Egli è la verità, perché «Dio è luce e in lui non ci sono tenebre» (1Gv 1,5); egli è «amore», come insegna l’apostolo Giovanni (1Gv 4,8).
La moltiplicazione dei pani – Paolo VI (Omelia, 16 marzo 1969): Il Divino Maestro, attraversato il lago, voleva isolarsi per raccogliersi, con il gruppo degli Apostoli, in preghiera. Senonché, al loro sbarco trovarono una moltitudine entusiastica per l’eco e l’incanto della parola di Gesù. A migliaia le persone avevano guadato il Giordano più a monte e attendevano che il grande Profeta parlasse ancora, mostrasse la sua potenza. C’era un vasto prato, ed il Signore invitò tutti a disporvisi a piccoli gruppi. Qui il Vangelo entra nei particolari dell’imminente prodigio. La domanda di Gesù all’Apo-stolo Filippo sul da farsi; la risposta pessimistica dell’interpellato; la notizia recata da Andrea sul ragazzo che aveva portato cinque pani d’orzo e due pesci; la meravigliosa calma di Colui che avrebbe provveduto a tutti in modo sorprendente. Con eccezionale, inesauribile larghezza i pani crescevano di numero nelle mani del Figlio di Dio: tutti ne ebbero e poterono saziarsi a volontà. San Marco nota che i beneficati furono più di cinquemila, senza contare le donne e i fanciulli. Questo strepitoso miracolo del Signore non potrà essere compreso appieno se non si pensa al discorso che Gesù tenne il giorno seguente a Cafarnao. La gente era sempre in cospicuo numero; si accalcava intorno a Lui per implorare: dacci ancora di quel pane. Ed ecco la risposta del Redentore del mondo: non cercate il pane che passa, che muore; cercate il pane della vita, quello che non perisce, giacché viene dal Cielo. Alla premessa segue amplissima spiegazione. Ne riferisce diffusamente San Giovanni al capo sesto del suo Vangelo, la cui lettura e meditazione il Papa raccomanda a quanti sono in grado di istruirsi nelle meraviglie della fede.
La Parola di Dio commentata dai Padri della Chiesa
“Nelle parole evangeliche sempre la lettera è unita allo spirito, e se qualche particolare sulle prime ti sembra privo di calore, se lo tocchi vedrai che brucia. Il Signore stava nel deserto, e le folle lo seguivano, abbandonando le loro città, cioè le loro antiche abitudini e le varie loro credenze religiose. Il fatto che Gesù scende dalla barca, significa che le folle avevano certamente la volontà di andare da lui, ma non le forze necessarie per farlo; per questo il Salvatore scende dal luogo ove stava e va loro incontro, allo stesso modo che in un’altra parabola il padre corre incontro al figlio pentito [cfr. Lc 15,20]. Vista la folla, ne ha compassione e cura i malati per dare alla fede sincera e piena subito il suo premio” (San Girolamo).
Silenzio / Preghiera / La tua traccia
«In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio». Ci stiamo a poco a poco lasciando dietro le spalle le festività natalizie e la domanda su cui dobbiamo ancora una volta soffermarci è: perché Dio si è fatto carne? Chi ha meritato l’onore della sua visita? Forse c’è stato un uomo tanto santo da costringere Dio a farsi come lui? O qualcuno ha accumulato un credito tale agli occhi di Dio da ritenersi questi in dovere di liberarlo dai lacci del peccato e della morte? No, ci ricorda san Giovanni nella Prima Lettura: ha fatto tutto Dio! È lui che ci ha creati e, dopo averlo noi tradito col peccato, ci ha voluto redimere. Essendoci noi gettati tra le braccia di Satana, egli da Buon Pastore non ci ha lasciati divorare dal lupo ma si è offerto vittima per ridarci la vita. Essendoci venduti al Maligno per gustare l’effimero frutto della disobbedienza, egli si è offerto come riscatto pagando col suo Sangue, salvandoci e guarendoci con le sue piaghe. E se anche volessimo continuare a rinnegarlo, egli rimane fedele alla sua Parola, alle sue promesse e al suo sconfinato amore.
Preghiamo
O Padre, il cui unico Figlio si è manifestato nella nostra carne mortale, concedi a noi, che lo abbiamo conosciuto come vero uomo, di essere interiormente rinnovati a sua immagine. Egli è Dio, e vive e regna con te…