gennaio, meditazioni

10 Gennaio 2020

I Lettura: L’amore è una forza da cui si innesca un movimento che vivifica l’uomo. Anzitutto l’amore di Dio che per primo ha preso l’iniziativa di amarci fino a donarci il Suo Figlio Unigenito. Il secondo movimento è la nostra risposta d’amore nei confronti di Dio e infine il nostro amore per i fratelli, così importante che S. Paolo dirà: “Chi ama il prossimo ha adempiuto la legge”. E lo stesso Giovanni affermerà: “Sappiamo d’essere passati da morte a vita perché amiamo i fratelli”.

Vangelo: «Luca è molto attento a testimoniare la presenza dello Spirito di Dio in Gesù. Gesù, che è la Parola di Dio, e lo Spirito santo sono “compagni inseparabili” (Basilio di Cesarea), dunque dove Gesù parla e agisce là c’è anche lo Spirito. Con questa insistenza Luca è intenzionato a far comprendere al lettore che Gesù è “ispirato”, che la sua sorgente interiore, il suo respiro profondo è lo Spirito di Dio, il Soffio del Padre. Non è un profeta come gli altri, sui quali lo Spirito scendeva momentaneamente, perché in lui lo Spirito riposava, dimorava, lo riempiva di quella forza che non è potere, ma partecipazione all’azione e allo stile di Dio» (E. Bianchi).

Oggi si è adempiuta questa Scrittura – Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode. Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’anno di grazia del Signore». Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inser-viente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca.

La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa

Credo nello Spirito Santo – CCC 689: Colui che il Padre ha mandato nei nostri cuori, lo Spirito del suo Figlio, è realmente Dio. Consustanziale al Padre e al Figlio, ne è inseparabile, tanto nella vita intima della Trinità quanto nel suo dono d’amore per il mondo. Ma adorando la Santissima Trinità, vivificante, consustanziale e indivisibile, la fede della Chiesa professa anche la distinzione delle Persone. Quando il Padre invia il suo Verbo, invia sempre il suo Soffio: missione congiunta in cui il Figlio e lo Spirito Santo sono distinti ma inseparabili. Certo, è Cristo che appare, egli, l’immagine visibile del Dio invisibile, ma è lo Spirito Santo che lo rivela.

Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione – CCC 1286: Nell’Antico Testamento, i profeti hanno annunziato che lo Spirito del Signore si sarebbe posato sul Messia atteso in vista della sua missione salvifica. La discesa dello Spirito Santo su Gesù, al momento del suo Battesimo da parte di Giovanni, costituì il segno che era lui che doveva venire, che egli era il Messia, il Figlio di Dio. Concepito per opera dello Spirito Santo, tutta la sua vita e la sua missione si svolgono in una totale comunione con lo Spirito Santo che il Padre gli dà «senza misura» (Gv 3,34).

La missione congiunta del Figlio e dello Spirito – CCC 690: Gesù è Cristo, «unto», perché lo Spirito ne è l’unzione, e tutto ciò che avviene a partire dall’incarnazione sgorga da questa pienezza. Infine, quando Cristo è glorificato, può, a sua volta, dal Padre, inviare lo Spirito a coloro che credono in lui: comunica loro la sua gloria, cioè lo Spirito Santo che lo glorifica. La missione congiunta si dispiegherà da allora in poi nei figli adottati dal Padre nel corpo del suo Figlio: la missione dello Spirito di adozione sarà di unirli a Cristo e di farli vivere in lui: «La nozione di unzione suggerisce… che non c’è alcuna distanza tra il Figlio e lo Spirito. Infatti, come tra la superficie del corpo e l’unzione dell’olio né la ragione né la sensazione conoscono intermediari, così è immediato il contatto del Figlio con lo Spirito; di conseguenza colui che sta per entrare in contatto con il Figlio mediante la fede, deve necessariamente dapprima entrare in contatto con l’olio. Nessuna parte infatti è priva dello Spirito Santo. Ecco perché la confessione della signoria del Figlio avviene nello Spirito Santo per coloro che la ricevono, dato che lo Spirito Santo viene da ogni parte incontro a coloro che si approssimano per la fede».

Il lieto annuncio – Redemptoris Missio 13: Gesù di Nazaret porta a compimento il disegno di Dio. Dopo aver ricevuto lo Spirito Santo nel battesimo, egli manifesta la sua vocazione messianica: percorre la Galilea «predicando il Vangelo di Dio e dicendo: “Il tempo è compiuto, il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al Vangelo”» (Mc 1,14-15). La proclamazione e l’instaurazione del regno di Dio sono l’oggetto della sua missione: “È per questo che sono stato inviato” (Lc 4,43). Ma c’è di più: Gesù è lui stesso la “buona novella”, come afferma già all’inizio della missione nella sinagoga del suo paese, applicando a sé le parole di Isaia sull’Unto, inviato dallo Spirito del Signore (cfr Lc 4,14-21). Essendo la “buona novella”, in Cristo c’è identità tra messaggio e messaggero, tra il dire, l’agire e l’essere. La sua forza, il segreto dell’efficacia della sua azione sta nella totale identificazione col messaggio che annunzia: egli proclama la “buona novella” non solo con quello che dice o fa, ma con quello che è.

La Parola di Dio commentata dai Padri della Chiesa

«Gesù “ripiegandolo restituì il libro al ministro e si pose a sedere. E gli occhi di tutti nella sinagoga erano fissi in lui”[Lc 4,20]. Anche ora, se lo volete, in questa sinagoga, in questa nostra assemblea gli occhi vostri possono fissare il Salvatore. Quando voi riuscite a rivolgere lo sguardo più profondo del vostro cuore verso la contemplazione della Sapienza, della Verità e del Figlio unico di Dio, allora i vostri occhi vedranno Gesù. Felice assemblea quella di cui la Scrittura testimonia che “gli occhi di tutti erano fissi in lui”. Come desidererei che questa nostra assemblea potesse ricevere una simile testimonianza, cioè che tutti voi, catecumeni e fedeli donne, uomini e fanciulli aveste gli occhi, non gli occhi del corpo ma quelli dell’anima, rivolti a guardare Gesù! Quando voi vi volgerete verso di lui, dalla sua luce e dal suo volto i vostri volti saranno fatti più chiari, e potrete dire: “Impressa su di noi è la luce del tuo volto, o Signore” [Sal 4,7]» (Origene).

Silenzio / Preghiera / La tua traccia

«Questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede». Il Concilio Vaticano II, in uno dei suoi documenti principali così afferma: “A Dio che si rivela è dovuta «l’obbedienza della fede» (Rm 16,26; cfr Rm 1,5; 2Cor 10,5-6), con la quale l’uomo gli si abbandona tutt’intero e liberamente prestandogli il pieno ossequio dell’intelletto e della volontà e assentendo volontariamente alla Rivelazione che egli fa. Perché si possa prestare questa fede, sono necessari la grazia di Dio che previene e soccorre e gli aiuti interiori dello Spirito Santo, il quale muova il cuore e lo rivolga a Dio” (Dei Verbum 5). È quanto avvenuto, almeno inizialmente, nella sinagoga di Nàzaret. Alla Parola segue la Rivelazione del Figlio; i presenti, mossi dallo Spirito Santo ascoltano e credono; il risultato finale è la gioia interiore e la testimonianza esteriore. Questo percorso di fede deve avvenire in ciascuno di noi. Tutto inizia con l’ascolto, la disponibilità, l’apertura alla grazia: Dio ci mostra il suo volto e noi ci abbandoniamo liberamente a lui. La grazia veglia e ci assiste in questo itinerario. Lo Spirito Santo muove il nostro cuore e lo rivolge a Dio, evitando che possiamo cadere nell’errore, rimanere nel peccato o accecarci con l’illusione di una falsa fede.

Preghiamo

O Dio, che in Cristo tuo Figlio hai rivelato a tutti i popoli la sapienza eterna, fa’ risplendere su di noi la gloria del nostro Redentore, perché giungiamo alla luce che non ha tramonto. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

 

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