Dicembre, meditazioni

24 Dicembre 2019

I Lettura: “Nel suo intervento profetico, per bocca di Natan, Dio si rivolge a Davide e gli dice in sostanza di non illudersi di poter fare qualcosa per il Signore. Al contrario, è il Signore che ricopre Davide di benefici… In sintesi, il significato della profezia è questo: vengono capovolti i termini della questione posta da Davide, e questo capovolgimento è funzionale alla comprensione dei termini esatti della teologia della salvezza: servire Dio non è un piacere che gli facciamo, è piuttosto una grazia che riceviamo” (E. Cuffaro).

Vangelo: Zaccarìa, padre di Giovanni, fu colmato di Spirito Santo e profetò: nel senso pieno della parola; poiché se la prima parte del cantico (vv. 68-75) è un inno di ringraziamento, la seconda (vv. 76-79) è una visione del futuro. Zaccarìa finalmente può sciogliere la lingua e il cuore in un cantico di lode. Il Benedictus, largamente composto di frasi tratte dall’Antico Testamento, è una preghiera di grazie per la misericordia di Dio che ha visitato e redento il suo popolo, suscitando per l’umanità intera una salvezza potente. In questa luce il cantico di Zaccarìa è un’azio-ne di grazie cristiana.

Ci visiterà un sole che sorge dall’alto – Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Zaccarìa, padre di Giovanni, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo: «Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo, e ha suscitato per noi un Salvatore potente nella casa di Davide, suo servo, come aveva detto per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo: salvezza dai nostri nemici, e dalle mani di quanti ci odiano. Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri e si è ricordato della sua santa alleanza, del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, di concederci, liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore, in santità e giustizia al suo cospetto, per tutti i nostri giorni. E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati. Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio, ci visiterà un sole che sorge dall’alto, per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra di morte, e dirigere i nostri passi sulla via della pace».

La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa

Zaccarìa, padre di Giovanni, fu colmato di Spirito Santo – Benedetto XVI (Udienza Generale, 29 agosto 2012): La nascita del Battista è segnata dalla preghiera: il canto di gioia, di lode e di ringraziamento che Zaccaria eleva al Signore e che recitiamo ogni mattina nelle Lodi, il «Benedictus», esalta l’azione di Dio nella storia e indica profeticamente la missione del figlio Giovanni: precedere il Figlio di Dio fattosi carne per preparargli le strade (cfr Lc 1,67-79). L’esistenza intera del Precursore di Gesù è alimentata dal rapporto con Dio, in particolare il periodo trascorso in regioni deserte (cfr Lc 1,80); le regioni deserte che sono luogo della tentazione, ma anche luogo in cui l’uomo sente la propria povertà perché privo di appoggi e sicurezze materiali, e comprende come l’unico punto di riferimento solido rimane Dio stesso. Ma Giovanni Battista non è solo uomo di preghiera, del contatto permanente con Dio, ma anche una guida a questo rapporto.

E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo – CCC 719: Giovanni è «più che un profeta». In lui lo Spirito Santo termina di «parlare per mezzo dei profeti». Giovanni chiude il ciclo dei profeti inaugurato da Elia. Egli annunzia che la consolazione di Israele è prossima; è la «voce» del Consolatore che viene. Come farà lo Spirito di verità, egli viene «come testimone per rendere testimonianza alla Luce» (Gv 1,7). In Giovanni, lo Spirito compie così le «indagini dei profeti» e il «desiderio» degli angeli: «L’uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo. E io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio. […] Ecco l’Agnello di Dio» (Gv 1,33-36).

La Parola di Dio commentata dai Padri della Chiesa

“«Sarà ricolmato di Spirito Santo fin dal seno della madre sua». Il popolo dei Giudei non riusciva a vedere affatto il Signore mentre egli compiva «miracoli e prodigi» [cfr Gv 4,48] e curava le loro infermità: Giovanni invece, mentre è ancora nel seno della madre, esulta di gioia e non può trattenersi, al punto che tenta, all’arrivo della madre di Gesù, di uscire dal seno di Elisabetta. Perché ecco – dice Elisabetta – appena è giunto il tuo saluto alle mie orecchie, il fanciullo ha trasalito di gioia nel mio seno [Lc 1,44]. Giovanni era ancora nel seno della madre e aveva già ricevuto lo Spirito Santo: lo Spirito Santo infatti non era il principio della sua sostanza e della sua natura. La Scrittura aggiunge poi: egli ricondurrà molti figli di Israele al Signore Dio loro. Giovanni ricondurrà «molti»; il Signore non ricondurrà molti, ma tutti: questa è la sua opera, ricondurre tutti a Dio Padre. E precederà davanti a Cristo nello spirito e nella potenza di Elia. Non dice: nell’anima di Elia; ma: «nello spirito e nella potenza di Elia». Ci fu in Elia potenza e spirito come in tutti i profeti, e, secondo l’economia dell’incar-nazione, potenza e spirito furono nel nostro Signore e Salvatore stesso. A questo proposito si dirà infatti poco dopo a Maria: Lo Spirito Santo verrà in te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra [Lc 1,35]. Orbene lo spirito, che era in Elia, venne su Giovanni, e la potenza che aveva abitato in Elia si manifestò anche in lui. Quello fu trasportato in cielo, questi invece è stato il precursore del Signore, ed è morto prima di lui per discendere agli inferi e annunziare il suo avvento” (Origene).

Silenzio / Preghiera / La tua traccia

«Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio, ci visiterà un sole che sorge dall’alto». Si conclude oggi il Tempo di Avvento. Stanotte le campane di ogni angolo della terra suoneranno a festa, prolungando il canto degli angeli che inneggiano a Dio, dandogli gloria, e annunciando la pace per ogni uomo amato da Dio. Come ci siamo preparati? Come ci troverà questo Sole che sorge dall’alto? Lo lasceremo dietro la porta a bussare o lo lasceremo entrare perché possa rimanere con noi? Apriremo le finestre della nostra anima perché questo Sole possa illuminarci e riscaldarci, possa purificarci e risanarci? Dio non viene perché ce lo siamo meritati, ma per la sua grande tenerezza e misericordia. Egli viene comunque, spargendo il seme sulle pietre e sul buon terreno, sia dove presto le spine soffocheranno tutto che dove il buon seme frutterà anche per cento volte. Il Signore viene illuminando ogni uomo, ma lasciando ciascuno nella libertà di accoglierlo o respingerlo. Gesù viene come frutto più bello della Provvidenza che fa scendere la sua pioggia sui giusti e sugli ingiusti: sta poi a ciascuno di noi lasciarci fecondare e permettere allo Spirito Santo di far germogliare in noi la vita nuova, far maturare in noi l’uomo nuovo che non è più succube del peccato ma vincitore in Cristo.

Preghiamo

Affrettati, non tardare, Signore Gesù: la tua venuta dia conforto e speranza a coloro che confidano nel tuo amore misericordioso. Tu sei Dio, e vivi e regni con Dio Padre…

 

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