I Lettura: Il testo di Malachìa annuncia la venuta del Precursore chiamandolo Elìa. Anche Gesù si riferirà a Giovanni il Battista chiamandolo Elìa. Il riferimento, però, non è alla persona del profeta, ma al ruolo e al carisma particolare che il Battista condivide con Elìa. La venuta del Signore metterà alla prova il cuore dell’uomo, mettendone in luce le intenzioni nascoste. Malachìa afferma la necessità di una preparazione dell’umanità che preceda l’incontro con il Signore. Questo è, appunto, il compito del ministero profetico personificato da Elìa e che caratterizza il ministero di Giovanni Battista.
Vangelo: Il racconto della circoncisione di Giovanni prepara quello della circoncisione di Gesù. Mentre, però, “a proposito di Giovanni, Luca si sofferma abbastanza sulla circoncisione e fa invece soltanto un rapido cenno sulla sua nascita, riguardo a Gesù fa l’inverso: il suo racconto della nascita è piuttosto lungo, mentre quello della circoncisione è solo accennato. Giovanni, infatti, è ancora nell’antica alleanza; con Gesù, invece nasce un’alleanza nuova” (Il Nuovo Testamento, Ed. Paoline).
Nascita di Giovanni Battista – Dal Vangelo secondo Luca
In quei giorni, per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.
La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa
La venuta del Messia – CCC 524: La Chiesa, celebrando ogni anno la liturgia dell’Avvento, attualizza questa attesa del Messia: mettendosi in comunione con la lunga preparazione della prima venuta del Salvatore, i fedeli ravvivano l’ardente desiderio della sua seconda venuta. Con la celebrazione della nascita e del martirio del Precursore, la Chiesa si unisce al suo desiderio: «Egli deve crescere e io invece diminuire» (Gv 3,30).
Giovanni inaugura il Vangelo – CCC 523: San Giovanni Battista è l’immediato precursore del Signore, mandato a preparargli la via. «Profeta dell’Altissimo» (Lc 1,76), di tutti i profeti è il più grande e l’ultimo; egli inaugura il Vangelo; saluta la venuta di Cristo fin dal seno di sua madre e trova la sua gioia nell’essere «l’amico dello sposo» (Gv 3,29), che designa come «l’Agnello di Dio […] che toglie il peccato del mondo» (Gv 1,29). Precedendo Gesù «con lo spirito e la forza di Elia» (Lc 1,17), gli rende testimonianza con la sua predicazione, con il suo battesimo di conversione ed infine con il suo martirio.
Giovanni è il suo nome – Giovanni Paolo II (Omelia, 24 giugno 1988): Le particolari circostanze della nascita di Giovanni ci sono state tramandate dall’evangelista Luca. Secondo un’antica tradizione, essa avvenne ad Ain-Karim, davanti alle porte di Gerusalemme. Le circostanze che accompagnarono questa nascita erano tanto inconsuete, che già a quell’epoca la gente si domandava: “Che sarà mai questo bambino?” (Lc 1,66). Per i suoi genitori credenti, per i vicini e per i parenti era evidente, che la sua nascita fosse un segno di Dio. Essi vedevano chiaramente che la “mano del Signore” era su di lui. Lo dimostrava già l’annuncio della sua nascita al padre Zaccaria, mentre questi provvedeva al servizio sacerdotale nel tempio di Gerusalemme. La madre, Elisabetta, era già avanti negli anni e si riteneva fosse sterile. Anche il nome “Giovanni” che gli fu dato era inconsueto per il suo ambiente. Il padre stesso dovette dare ordine che fosse chiamato “Giovanni” e non, come tutti gli altri volevano,“Zaccaria” (cfr Lc 1,59-63). Il nome Giovanni significa, in lingua ebraica “Dio è misericordioso”. Così già nel nome si esprime il fatto che il neonato un giorno annuncerà il piano di salvezza di Dio. Il futuro avrebbe pienamente confermato le predizioni e gli avvenimenti che circondarono la sua nascita: Giovanni, figlio di Zaccaria e di Elisabetta, divenne la “voce di uno che grida nel deserto” (Mt 3,3), che sulle rive del Giordano chiamava la gente alla penitenza e preparava la via a Cristo. Cristo stesso ha detto di Giovanni il Battista che “tra i nati di donna non è sorto uno più grande” (cfr Mt 11,11). Per questo anche la Chiesa ha riservato a questo grande messaggero di Dio una venerazione particolare, fin dall’inizio.
La Parola di Dio commentata dai Padri della Chiesa
«Elisabetta concepì un uomo, Maria un uomo: Elisabetta madre di Giovanni, Maria madre di Cristo: ma Elisabetta soltanto un uomo, Maria Dio e l’uomo. È meraviglioso come mai una creatura abbia potuto concepire il Creatore. Cosa richiede maggiore intelligenza, fratelli miei, che egli abbia assunto la carne dalla sola madre, o l’aver creato il primo uomo senza padre e senza madre? Quel primo uomo determinò la nostra caduta quando la donna, ad opera della quale siamo morti, accolse nel cuore i veleni del serpente. Infatti il serpente la convinse di peccato, e persuadendola fu ammesso il male. Se così quindi avvenne la nostra prima caduta, allorché la donna accolse nel cuore i veleni del serpente, non desti meraviglia che la nostra salvezza si sia operata allorché la Donna ha concepito nel suo grembo la carne dell’Onnipotente. Entrambi i sessi erano caduti, entrambi dovevano essere ricostituiti. Per la donna eravamo entrati nella morte, per la Donna ci è stata resa la salvezza.» (Agostino
Silenzio / Preghiera / La tua traccia
«Purificherà i figli di Levi, … perché possano offrire al Signore un’offerta secondo giustizia». Quando attendiamo un ospite, cerchiamo di mettere in ordine la casa, pulendo bene ogni angolo. Se chi viene a visitarci è una persona particolarmente importante, allora non solo si ordina e si spazza, ma se è il caso si cerca di abbellire al massimo, comprando un bel mazzo di fiori da porre sul tavolo, una pianta da sistemare all’ingresso. Riguardo tovaglie, posate e suppellettili, si usa il “servizio buono”: insomma si cura ogni particolare perché l’ospite sia ricevuto con sommo onore e abbia una buona impressione di quanto siamo e abbiamo. Il Tempo di Avvento è questo tempo forte liturgico in cui siamo chiamati a mettere ordine, abbellire con ogni virtù la nostra vita, uscire i buoni propositi dai loro bui cassetti, rivestire il nostro cuore dei sentimenti del Cristo. È il Tempo in cui facciamo memoria, e rendiamo liturgicamente presente, della Visita di Dio al suo popolo: egli viene per dimorare in noi, porre la sua tenda nella nostra anima. Il Natale è Dio che è con noi per sempre, che viene per mai più lasciarci.
Preghiamo
Dio onnipotente ed eterno, è ormai davanti a noi il Natale del tuo Figlio: ci soccorra nella nostra indegnità il Verbo che si è fatto uomo nel seno della Vergine Maria e si è degnato di abitare fra noi. Egli è Dio, e vive e regna con te…