I Lettura: Il re Àcaz è politicamente isolato. Gli eserciti del regno di Israele e del regno di Damasco stanno premendo ai confini, sembra non esserci scampo. Alla luce di questa situazione, il profeta Isaìa propone come soluzione la fiducia in Dio. Il re preferisce invece optare per le alleanze umane. Nonostante l’incredulità di Àcaz, Isaìa promette un segno della presenza di Dio che salva. Il profeta non invitava a mettere da parte ogni iniziativa umana, ma voleva richiamarlo a non porre fiducia solo negli uomini.
Vangelo: Nel Vangelo odierno viene riportato ciò che comunemente chiamiamo l’Annunciazione. In questo annuncio abbiamo il compimento della promessa fatta da Dio a Davide, inoltre con il richiamo a Giacobbe, si vuole vedere in Gesù la realizzazione di tutte le promesse. Il compiersi in Gesù delle promesse, è opera esclusiva di Dio e non dell’uomo; una vergine, rimanendo tale, darà alla luce un figlio.
Ecco, concepirai e darai alla luce un figlio – Dal Vangelo secondo Luca
Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa
La vergine concepirà e partorirà un figlio – Giovanni Paolo II (Omelia, 23 gennaio 1999): «Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna…» (Gal 4,4). Cosa è la pienezza del tempo? Dalla prospettiva della storia umana, la pienezza del tempo è una data concreta. È la notte in cui il Figlio di Dio venne al mondo a Betlemme, secondo quanto annunciato dai profeti, come abbiamo ascoltato nella prima lettura: «il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele» (Is 7,14). Queste parole pronunciate molti secoli prima, si sono compiute nella notte in cui venne al mondo il Figlio concepito ad opera dello Spirito Santo nel seno della Vergine Maria.
Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te – Redemptoris Mater 8: La ragione del duplice saluto… è che nell’anima di questa “figlia di Sion” si è manifestata, in un certo senso, tutta la “gloria della grazia”, quella che “il Padre… ci ha dato nel suo Figlio diletto”. Il messaggero saluta, infatti, Maria come “piena di grazia”: la chiama così, come se fosse questo il suo vero nome. Non chiama la sua interlocutrice col nome che le è proprio all’anagrafe terrena: Miryam (= Maria), ma con questo nome nuovo: “piena di grazia”. Che cosa significa questo nome? Perché l’arcangelo chiama così la Vergine di Nazaret? Nel linguaggio della Bibbia “grazia” significa un dono speciale, che secondo il Nuovo Testamento ha la sua sorgente nella vita trinitaria di Dio stesso, di Dio che è amore (cfr 1Gv 4,8). Frutto di questo amore è l’elezione – quella di cui parla la lettera agli Efesini. Da parte di Dio questa elezione è l’eterna volontà di salvare l’uomo mediante la partecipazione alla sua stessa vita (cfr 2Pt 1,4) in Cristo: è la salvezza nella partecipazione alla vita soprannaturale. L’effetto di questo dono eterno, di questa grazia dell’elezione dell’uomo da parte di Dio è come un germe di santità, o come una sorgente che zampilla nell’anima come dono di Dio stesso, che mediante la grazia vivifica e santifica gli eletti. In questo modo si compie, cioè diventa realtà, quella benedizione dell’uomo “con ogni benedizione spirituale”, quell’“essere suoi figli adottivi… in Cristo”, ossia in colui che è eternamente il “Figlio diletto” del Padre. Quando leggiamo che il messaggero dice a Maria “piena di grazia”, il contesto evangelico, in cui confluiscono rivelazioni e promesse antiche, ci lascia capire che qui si tratta di una benedizione singolare tra tutte le “benedizioni spirituali in Cristo”. Nel mistero di Cristo ella è presente già “prima della creazione del mondo”, come colei che il Padre “ha scelto” come Madre del suo Figlio nell’incarnazione – ed insieme al Padre l’ha scelta il Figlio, affidandola eternamente allo Spirito di santità. Maria è in modo del tutto speciale ed eccezionale unita a Cristo, e parimenti è amata in questo Figlio diletto eternamente, in questo Figlio consostanziale al Padre, nel quale si concentra tutta “la gloria della grazia”. Nello stesso tempo, ella è e rimane aperta perfettamente verso questo “dono dall’alto” (cfr. Gc 1,17). Come insegna il concilio, Maria “primeggia tra gli umili e i poveri del Signore, i quali con fiducia attendono e ricevono da lui la salvezza”.
La Parola di Dio commentata dai Padri della Chiesa
«Alla Vergine Maria, l’arcangelo Gabriele, con ammirazione, disse prima di tutto: “Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te; ecco concepirai e darai alla luce un figlio, e lo chiamerai Emanuele” [Lc 1,28.50]. Fausto annunzio quello di Gabriele che segnò il repentino inizio di letizia. Mentre, infatti, la prima vergine per la sentenza di condanna finiva nelle angustie inflitte a lei a seguito della trasgressione e da lei derivarono molti gemiti: ogni donna per causa sua, fu costituita nel dolore ed ogni parto, per lei, provava l’afflizione; la seconda vergine, per la denominazione angelica, respinse ogni miseria del sesso femminile, chiuse ogni fonte di tristezza che suole esser compagna delle partorienti, e dissipò ogni nube di disperazione che si addensava sulla donna in parto; e inoltre, fece brillare tra gli oppressi la luce di letizia» (Esichio di Gerusalemme).
Silenzio / Preghiera / La tua traccia
«Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». Accompagniamo oggi l’Arcangelo Gabriele in questo viaggio unico: parte dal Cielo, dal Trono di Dio, portando un messaggio che tutta la Creazione attendeva da secoli: è giunto il Tempo del compimento delle promesse antiche! Accompagniamolo con lo sguardo, come fecero dal Paradiso tutti gli Angeli e gli Arcangelo, i Serafini e i Cherubini, i Troni e Potenze. Accompagniamolo con la stessa speranza che ebbero i Patriarchi e i profeti, i giusti e i santi che dagli inferi attendevano la Redenzione. Un viaggio solenne, avvolto dal silenzio, carico di significato: da quel viaggio e per quel viaggio nulla sarebbe stato più uguale, il corso degli eventi e della storia avrebbe avuto da lì principio e compimento. Ed eccolo giungere ad un’umile dimora, entra in una casa che profuma di quotidiana virtù. La misericordia divina irrompe nella normalità di una giornata in cui nessun uomo sapeva, mentre tutto cambiava. Quell’annuncio sarebbe rimasto come fonte di ogni futura gioia. Questa gioia immensa portava nel cuore l’Arcangelo. Ed è questa gioia che per prima affiora dalle sue celesti labbra. “Rallègrati!”: è il saluto, ma più di un saluto, è una realtà teologica che esprime il senso stesso del nostro vivere e morire. Dio è fedele al suo amore, e quanto promesso e preparato, ora si è fatto storia: sia gioia piena!
Preghiamo
Tu hai voluto, o Padre, che all’annunzio dell’angelo la Vergine immacolata concepisse il tuo Verbo eterno, e avvolta dalla luce dello Spirito Santo divenisse tempio della nuova alleanza: fa’ che aderiamo umilmente al tuo volere, come la Vergine si affidò alla tua parola. Per il nostro Signore Gesù…