I Lettura: Il Signore manifesta la sua onnipotenza agendo in situazioni umanamente disperate e utilizzando strumenti deboli o incapaci. Dio guida la storia della salvezza da protagonista. Anche quando tutto sembra perduto, egli è in grado di trovare soluzioni insperate; tutto questo per pura grazia. Dio però chiede anche la partecipazione fattiva dell’uomo per la realizzazione del suo disegno.
Vangelo: Il Vangelo secondo Luca comprende sei episodi che riguardano l’infanzia di Giovanni Battista e quella di Gesù. Oggi leggiamo l’annuncio della nascita del Battista al quale Zaccarìa reagisce con perplessità e dubbio. Viene annunciata la nascita di un grande uomo, colui che sarà inviato a preparare la strada al Messia. Zaccarìa, a causa della sua perplessità, rimane muto. Fra le riga si può trar-re l’insegnamento di quale sia il miglior atteggiamento per accogliere questi grandi avvenimenti divini.
La nascita di Giovanni Battista è annunciata dall’angelo – Dal Vangelo secondo Luca
Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccarìa, della classe di Abìa, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome Elisabetta. Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni. Avvenne che, mentre Zaccarìa svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, gli toccò in sorte, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l’offerta dell’incenso. Fuori, tutta l’assemblea del popolo stava pregando nell’ora dell’incenso. Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. Quando lo vide, Zaccarìa si turbò e fu preso da timore. Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccarìa, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elìa, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto». Zaccarìa disse all’angelo: «Come potrò mai conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanti negli anni». L’angelo gli rispose: «Io sono Gabriele, che sto dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annuncio. Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, che si compiranno a loro tempo». Intanto il popolo stava in attesa di Zaccarìa, e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto. Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: «Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna fra gli uomini».
La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa
Giovanni Battista – Giovanni Paolo II (Udienza Generale, 22 dicembre 1982): Siamo ormai al culmine dell’Avvento! La Chiesa, mediante la sua Liturgia, ci ha fatto riflettere, in questi giorni di grazia, sul mistero della duplice venuta del Cristo: quella dell’umiltà della nostra natura umana, e quella della definitiva sua parusia. La Liturgia ci raccomanda, pertanto, che il Signore, il quale ci dona di prepararci con gioia al mistero del suo Natale, ci trovi vigilanti nella preghiera ed esultanti nella sua lode. In questo periodo noi cristiani siamo invitati a meditare gli eventi mirabili e misteriosi dell’Incarnazione del Figlio di Dio, che si fa umile, povero, debole, fragile, nella commovente realtà di un Bimbo, avvolto in fasce e deposto in una mangiatoia. Ma è proprio questo Bimbo, che guida, orienta, contrassegna il comportamento, le scelte e la vita delle persone, che gli stanno accanto o che sono coinvolte nella sua apparizione. C’è l’anziana Elisabetta, che ha sentito fiorire miracolosamente nel suo grembo la vita di un figlio da anni aspettato come una grazia del Signore: Giovanni il Battista sarà il precursore del Messia; c’è il marito Zaccaria, la cui lingua si scioglie per cantare le grandi gesta di Dio per il suo popolo; ci sono dei Pastori, che possono contemplare il Salvatore; ci sono dei Magi, da anni alla ricerca dell’Assoluto nella cifra dei cieli e degli astri, e che si prostreranno in adorazione di fronte al Neonato; c’è il vecchio Simeone, che ha atteso anche lui da lungo tempo il Messia, “luce delle genti, gloria di Israele” (Lc 2,32); c’è Anna, la veneranda profetessa, che giubila per la “redenzione di Gerusalemme” (Lc 2,38); c’è Giuseppe, il silenzioso, vigile, attento, tenero, paterno custode e protettore della fragilità del Bimbo; c’è infine, e soprattutto, lei, la Madre, Maria santissima, che di fronte all’ineffabile disegno di Dio si è sprofondata nella sua pochezza definendosi “serva” del Signore ed inserendosi con piena disponibilità nel progetto divino. Ma accanto ed intorno a questo Bimbo ci sono, purtroppo, non soltanto persone che lo hanno atteso, cercato, amato, adorato; c’è anche la folla indifferente dei pellegrini e degli abitanti di Betlemme, o, addirittura, il re, potente e sospettoso, Erode, che pur di mantenere il suo potere, assassina dei piccoli Innocenti nel tentativo di eliminare l’ipotetico pretendente al trono. Dinanzi alla mangiatoia di Betlemme – come poi dinanzi alla croce sul Golgota – l’umanità fa già una sua scelta di fondo nei confronti di Gesù; una scelta che, in ultima analisi, è quella che l’uomo è chiamato a fare improrogabilmente, giorno dopo giorno, nei confronti di Dio, Creatore e Padre. E ciò si compie, innanzitutto e soprattutto, nell’àmbito del profondo della coscienza personale. È qui che avviene l’incontro tra Dio e l’uomo.
La Parola di Dio commentata dai Padri della Chiesa
«[Il Signore risorto] Apparve ai dieci discepoli, radunati insieme [nel cenacolo] a porte chiuse. Quando i discepoli, cioè i sentimenti della ragione, sono radunati insieme per uno scopo, e le porte dei cinque sensi sono chiuse alle vanità, allora di certo appare alla mente la grazia dello Spirito Santo. Si legge in Luca: a Zaccaria «entrato nel tempio del Signore, apparve l’angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso» [Lc 1,9.11]. Quando Zaccaria, che si interpreta «memoria del Signore» – vale a dire uomo giusto, perché ha riposto il Signore nel tesoro della sua memoria -, quando Zaccaria entra nel tempio del Signore, cioè nella sua coscienza nella quale il Signore dimora, allora l’angelo del Signore, cioè la grazia dello Spirito Santo, gli appare, lo illumina, stando alla destra dell’altare dell’incenso. L’altare dell’incenso rappresenta la compunzione della mente; la destra è la retta intenzione. Quindi la grazia del Signore sta alla destra dell’altare dell’incenso, perché approva quella compunzione, loda e gradisce quell’incenso che il giusto fa salire dalla retta intenzione della mente» (S. Antonio di Padova).
Silenzio / Preghiera / La tua traccia
«Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita». Quante nascite, quante vite, quanta grazia! Il Dio che si fa uomo si inserisce in un fiume di santità, di disponibilità a Dio. Quando pronuncia il suo “eccomi!”, questa è l’eco di tante voci, di tanti uomini e donne che hanno affermato con Gesù e come Gesù: «Ecco, io vengo per fare, o Dio, la tua volontà» (Eb 10,7). Oggi in particolare fermiamoci a riflettere sull’importanza della famiglia: lode a Dio per Sansone, ma lode a Dio per i suoi genitori; lode a Dio per il Battista, ma anche per la sua famiglia. Questi, dinanzi alle difficoltà, al dolore della sterilità, alla vecchiaia avanzata, hanno continuato a sperare nel Signore, ad affidarsi a colui che scruta i cuori e conosce i sentimenti e le opere di ciascuno. Con dignità hanno vissuto nel dolore, con umiltà hanno accolto il dono della vita, con spirito di servizio hanno accolto ed educato i figli all’amore per Dio, soprattutto con una esemplare condotta di vita. La Liturgia ci propone Sansone e il Battista, ma possiamo pensare alla storia di Isacco educato al timore del Signore dal padre Abramo; pensiamo al rapporto di Giuseppe col padre Giacobbe. Anche noi, per quanto a volte sembra improbabile, nasciamo per la gioia e l’esultanza di molti: con l’esempio, la preghiera, la testimonianza, la riparazione, l’intercessione… abbiamo tanto bene da fare, tanta grazia da distribuire, tanta luce da diffondere.
Preghiamo
O Dio, che hai rivelato al mondo con il parto della Vergine lo splendore della tua gloria, concedi al tuo popolo di venerare con fede viva e di celebrare con sincero amore il grande mistero dell’incarnazione. Per il nostro Signore Gesù Cristo…