I Lettura: Anticamente si attribuiva un valore sacro e talvolta anche profetico alle parole dei morenti; è quello che accade in questo brano biblico dove abbiamo Giacobbe morente. Dei 12 figli viene descritto-predetto il futuro così com’era in realtà in Palestina al tempo dei Giudici. Nel testo si parla anche di Giuda progenitore della tribù da cui sarebbe poi disceso il Messia. Tutto l’AT freme nell’attesa di un redentore perfetto e definitivo. Il patriarca Giacobbe, giunto al termine dei suoi giorni, vede lo scettro del Messia nella tribù di Giuda e nella discendenza di Davide.
Vangelo: Nonostante la monotonia e aridità del brano evangelico, in esso sono presenti ricchezze dottrinali. Innanzitutto Matteo intende affermare che Gesù è il perfetto discendente di Abramo e di Davide. In Gesù la storia della salvezza raggiunge il suo culmine e nello stesso tempo appare profondamente radicato nella storia del suo popolo. Questo lungo elenco di nomi dà un carattere di particolare concretezza all’evento dell’Incarnazione. Dio si è fatto veramente uomo.
Genealogia di Gesù Cristo, figlio di Davide – Dal Vangelo secondo Matteo
Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò Àcaz, Àcaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo. In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici.
La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa
Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide… – Giovanni Paolo II (Udienza Generale, 28 gennaio 1987): Il Vangelo secondo Matteo comincia, conformemente al costume ebraico, con la genealogia di Gesù (Mt 1,2-17) ed elenca, partendo da Abramo, le generazioni in linea maschile. A Matteo, infatti, preme di mettere in rilievo, mediante la paternità legale di Giuseppe, la discendenza di Gesù da Abramo e da Davide e, conseguentemente, la legittimità della sua qualifica di Messia. Tuttavia, alla fine della serie degli ascendenti leggiamo: “Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo” (Mt 1,16). Ponendo l’accento sulla maternità di Maria, l’evangelista implicitamente sottolinea la verità della nascita verginale: Gesù, come uomo, non ha padre terreno.
Il servizio della paternità – Redemptoris Custos 7: «Come si deduce dai testi evangelici, il matrimonio con Maria è il fondamento giuridico della paternità di Giuseppe. È per assicurare la protezione paterna a Gesù che Dio sceglie Giuseppe come sposo di Maria. Ne segue che la paternità di Giuseppe – una relazione che lo colloca il più vicino possibile a Cristo, termine di ogni elezione e predestinazione (cfr Rm 8,28s) – passa attraverso il matrimonio con Maria, cioè attraverso la famiglia. Gli evangelisti, pur affermando chiaramente che Gesù è stato concepito per opera dello Spirito Santo e che in quel matrimonio è stata conservata la verginità (cfr Mt 1,18-24; Lc 1,26-34), chiamano Giuseppe sposo di Maria e Maria sposa di Giuseppe (cfr Mt 1,16.18-20.24; Lc 1,27; 2,5). Ed anche per la Chiesa, se è importante professare il concepimento verginale di Gesù, non è meno importante difendere il matrimonio di Maria con Giuseppe, perché giuridicamente è da esso che dipende la paternità di Giuseppe. Di qui si comprende perché le generazioni sono state elencate secondo la genealogia di Giuseppe. “Perché — si chiede santo Agostino — non lo dovevano essere attraverso Giuseppe? Non era forse Giuseppe il marito di Maria? (…) La Scrittura afferma, per mezzo dell’autorità angelica, che egli era il marito. Non temere, dice, di prendere con te Maria come tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Gli viene ordinato di imporre il nome al bambino, benché non nato dal suo seme. Ella, dice, partorirà un figlio, e tu lo chiamerai Gesù. La Scrittura sa che Gesù non è nato dal seme di Giuseppe, poiché a lui preoccupato circa l’origine della gravidanza di lei è detto: viene dallo Spirito Santo. E tuttavia non gli viene tolta l’autorità paterna, dal momento che gli è ordinato di imporre il nome al bambino. Infine, anche la stessa Vergine Maria, ben consapevole di non aver concepito Cristo dall’unione coniugale con lui, lo chiama tuttavia padre di Cristo” (Sermo 51,10,16: PL 38,342). Il Figlio di Maria è anche figlio di Giuseppe in forza del vincolo matrimoniale che li unisce: “A motivo di quel matrimonio fedele meritarono entrambi di essere chiamati genitori di Cristo, non solo quella madre, ma anche quel suo padre, allo stesso modo che era coniuge di sua madre, entrambi per mezzo della mente, non della carne”.
La Parola di Dio commentata dai Padri della Chiesa
La paternità spirituale di Giuseppe – «Ma quando nacque lo stesso Re di tutte le genti, ebbe inizio la dignità della nascita verginale dalla Madre del Signore, la quale da una parte meritò di avere il figlio, dall’altra non meritò di essere violata nella sua integrità. E come quell’unione era priva di ogni violazione, così ciò che la madre diede alla luce in una maniera verginale, perché lo sposo non l’avrebbe accolto in modo puro e casto? Come, infatti, fu vergine la sposa, così fu casto lo sposo: e come rimase vergine la madre, così [rimase] casto lo sposo. Colui, dunque, che dice: Non doveva essere chiamato padre, poiché non aveva generato il figlio, costui richiede la concupiscenza nel generare i figli, non l’affetto della carità. È migliore colui che compiva nell’anima, ciò che un altro desidera compiere nella carne. Infatti, anche quelli che adottano i figli, li generano col cuore più castamente, non potendoli procreare con la carne» (Agostino).
Silenzio / Preghiera / La tua traccia
«Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo». A volte mi è capitato di sentir dire che tutte le religioni sono uguali, che l’importante è credere in Dio e che poco importa il nome con cui lo si invoca. Purtroppo, senza nulla togliere alla paternità e alla misericordia divina, a cui solo appartiene il giudizio, non possiamo non sottolineare l’unicità della bellezza e della verità della nostra religione cattolica. Noi cristiani crediamo nel Dio che si è rivelato ad Abramo, come lo credono anche ebrei e musulmani. Ma è innegabile che solo noi cristiani crediamo in un Dio che non si limita a slogan: il nostro Dio è un Dio che ama e questo amore lo vive e lo dimostra: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito» (Gv 3,16). Gesù, vero Dio e vero uomo, Verbo eterno fatto carne, è venuto come Dio d’amore che si fa nostro Maestro, nostro Modello, nostra Via, Verità e Vita: «avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine» (Gv 13,1); sino all’ultima goccia di Sangue. Il Natale ci parla della carne umana di questo Dio che ci rivela il vero significato della parola “amore”: è comunione, è farsi prossimo, è farsi dono, è dare la vita perché ci sia vita.
Preghiamo
Dio creatore e redentore, che hai rinnovato il mondo nel tuo Verbo, fatto uomo nel grembo di una Madre sempre vergine, concedi che il tuo unico Figlio, primogenito di una moltitudine di fratelli, ci unisca a sé in comunione di vita. Per il nostro Signore Gesù Cristo…