5 Dicembre 2019 – Giovedì, I del Tempo di Avvento
(Is 26,1-6; Sal 117[118]; Mt 7,21.24-27)
I Lettura: Il Cantico di Isaìa è la celebrazione della città della salvezza. Essa si erge forte e gloriosa, perché è il Signore stesso che ne ha gettato le fondamenta e le mura di difesa, rendendola sicura e tranquilla. Egli ora ne spalanca le porte per accogliere il popolo dei giusti: «Apritemi le porte della giustizia: entrerò a rendere grazie al Signore».
Vangelo: Gesù confronta l’adesione sincera alla sua parola o il suo rifiuto a due immagini contrapposte: la costruzione della casa da parte della persona saggia e quella della persona stolta. I contrapposti esiti richiamano le conseguenze della sequela di Dio che si conclude sempre con le benedizioni e le maledizioni causate dalla fedeltà o infedeltà.
Chi fa la volontà del Padre mio, entrerà nel regno dei cieli – Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».
La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa
La casa costruita sulla roccia – Giovanni Paolo II (Omelia, 6 giugno 1999): Che cosa Cristo, dice in proposito, nella pagina dell’odierno Vangelo? Terminando il discorso della montagna, disse: “chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sulla roccia” (Mt 7,24-25). L’opposto di colui che costruì sulla roccia è l’uomo che costruì sulla sabbia. La sua costruzione si dimostrò poco resistente. Di fronte alle prove e alle difficoltà crollò. Cristo ci insegna questo. Una casa costruita sulla roccia. L’edificio della vita. Come costruirlo affinché non crolli sotto la pressione degli avvenimenti di questo mondo? Come costruire questo edificio perché da “abitazione sulla terra” diventi un’“abitazione ricevuta da Dio?, una dimora eterna nei cieli non costruita da mani di uomo” (cfr 2Cor 5,1)? Oggi udiamo la risposta a questi interrogativi essenziali della fede: alla base della costruzione cristiana c’è l’ascolto e il compimento della parola di Cristo. E dicendo “la parola di Cristo” abbiamo in mente non soltanto il suo insegnamento, le parabole, le promesse, ma anche le sue opere, i segni, i miracoli. E soprattutto la sua morte, la risurrezione e la discesa dello Spirito Santo. Più ancora: abbiamo in mente il Figlio di Dio stesso, l’eterno Verbo del Padre, nel mistero dell’incarnazione. “Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità” (Gv 1,14).
Disporre il cuore a fare la volontà del Padre – CCC 2610-2611: Come Gesù prega il Padre e rende grazie prima di ricevere i suoi doni, così egli ci insegna questa audacia filiale: «Tutto quello che domandate nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto» (Mc 11,24). Tale è la forza della preghiera: «Tutto è possibile per chi crede» (Mc 9,23), con una fede che non dubita. Quanto Gesù è rattristato dalla «incredulità» (Mc 6,6) dei suoi compaesani e dalla poca fede dei suoi discepoli, tanto si mostra pieno di ammirazione davanti alla fede davvero grande del centurione romano e della Cananea. La preghiera di fede non consiste soltanto nel dire: «Signore, Signore», ma nel disporre il cuore a fare la volontà del Padre. Gesù esorta i suoi discepoli a portare nella preghiera questa passione di collaborare al disegno divino.
Conoscere la volontà di Dio – CCC 2826: È mediante la preghiera che possiamo discernere la volontà di Dio ed ottenere la costanza nel compierla. Gesù ci insegna che si entra nel regno dei cieli non a forza di parole, ma facendo «la volontà del Padre mio che è nei cieli» (Mt 7,21).
Costruire sulla roccia lasciandosi guidare dal Magistero – Benedetto XVI (Omelia, 26 maggio 2012): Nella società attuale viviamo una situazione per certi versi precaria, caratterizzata dalla insicurezza e dalla frammentarietà delle scelte. Mancano spesso validi punti di riferimento a cui ispirare la propria esistenza. Diventa, pertanto, sempre più importante costruire l’edificio della vita e il complesso delle relazioni sociali sulla roccia stabile della Parola di Dio, lasciandosi guidare dal Magistero della Chiesa.
La Parola di Dio commentata dai Padri della Chiesa
«“Non chiunque mi dice: Signore, Signore!, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli” [Mt 7,21]. Prima ha detto che coloro i quali manifestano esteriormente una vita onesta non debbono essere accolti se le loro dottrine sono malvagie; ora, al contrario, afferma che non si deve dar credito a coloro i quali, mentre possono vantare l’integrità della loro fede, vivono disonestamente, distruggendo con le loro malvagie opere la purezza della dottrina. L’una e l’altra virtù è infatti necessaria ai servi di Dio, in modo che le opere siano confermate dalle parole, e le parole dalle opere. A quest’affermazione potrebbe sembrar contraria l’altra che dice: “Nessuno può dire: ‘Signore Gesù’, se non nello Spirito Santo” [1Cor 12,3]. Ma è consuetudine delle Scritture riconoscere alle parole lo stesso valore dei fatti, affinché risultino palesi nelle loro conseguenze, e respingere coloro che, senza addurre opere, si vantano di possedere la conoscenza del Signore, e perciò si sentono dire dal Salvatore: “Andate via da me, operatori di iniquità! Io non vi conosco” [Lc 13,27]. Nello stesso senso si esprime l’Apostolo: “Confessano di conoscere Dio, ma coi fatti lo negano” [Tt 1,16]» (San Girolamo).
Silenzio / Preghiera / La tua traccia
«Chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia». Vegliamo e attendiamo il Signore che viene: egli viene come Parola che edifica. Gesù è il Verbo eterno fatto carne nella storia degli uomini. È la Parola il mezzo con il quale tutto è stato creato di ciò che esiste (cfr Gv 1,3). È la Parola che indirizza, che salva, che dà vita nuova e abbondante. Gesù è la Parola del Padre che consola, che libera, che guarisce. Nessuno prima di lui ha mai parlato come lui (cfr Gv 7,46); e dopo di lui, parleranno come lui solo quanti apriranno le labbra mossi dallo Spirito Santo, dono della sua morte e risurrezione. Ascoltare e mettere in pratica la Parola è sorgente di salvezza, certezza di beatitudine, felicità eterna. Avvento è creare silenzio intorno e dentro di noi, fare spazio alla Parola che viene perché ci indichi le sue vie, perché ci edifichi nella sua grazia. Avvento è mettersi in ascolto, è dare a Dio le chiavi della nostra vita, del nostro futuro, dei nostri progetti, di ogni nostra scelta. Senza Gesù, senza la Parola, la nostra vita rimane sorda e muta, il nostro cammino si fa vagare, il nostro edificio si fa maceria che crolla, la nostra rovina sarà grande ed eterna! È con Gesù che abbiamo ordine e armonia nel nostro edificio spirituale, è in Gesù che otteniamo una casa salda, indistruttibile ed eterna.
Preghiamo
Ridesta la tua potenza, Signore, e con grande forza soccorri i tuo fedeli; la tua grazia vinca le resistenze del peccato e affretti il momento della salvezza. Per il nostro Signore Gesù Cristo…