meditazioni, Novembre

28 Novembre 2019

28 Novembre 2019 – Giovedì, XXXIV del Tempo Ordinario

(Dn 6,12-28; Dn 3,68-74; Lc 21,20-28)

I Lettura: Sotto il regno di Dario, Daniele subisce una dura prova e manifesta la sua saggezza non risolvendo enigmi, ma nell’atteggiamento del giusto che confida in Dio.

Vangelo: Il Figlio dell’uomo verrà con grande potenza e gloria, tutti lo vedranno e sarà un evento di liberazione per i credenti e di condanna per gli empi. Anche se Luca tralascia il giudizio universale (cfr Mt 25,31-46), il giudizio di condanna degli empi è implicito nel racconto. Solo chi avrà perseverato nella fede si salverà (cfr Lc 21,19).

Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti – Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano verso i monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli che stanno in campagna non tornino in città; quelli infatti saranno giorni di vendetta, affinché tutto ciò che è stato scritto si compia. In quei giorni guai alle donne che sono incinte e a quelle che allattano, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri in tutte le nazioni; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti. Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina».

La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa

Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti… – Mons. Vincenzo Paglia, Vescovo (Omelia, 29 novembre 2007): Il brano evangelico parla del destino di Gerusalemme. E a noi viene in mente l’attuale condizione di Gerusalemme, dove la comunità cristiana ha iniziato a muovere i suoi primi passi, anche se presto contrastati, come suggerisce Luca. Oggi, Gerusalemme è la città delle tre religioni: ebraismo, cristianesimo e islam. Eppure con difficoltà sembra trovare pace. Non possiamo dimenticarla; anche per noi sono vere le parole del salmo: “Si attacchi la lingua al mio palato se mi dimentico di te Gerusalemme” (Sal 137,5-6). La visione della Gerusalemme celeste (Apocalisse), ove tutti i popoli si ritrovano attorno all’unico Dio, ci tiene ancor più legati a questa città e, attraverso di essa, a tutte le città degli uomini. L’attuale disordine del mondo, che provoca “angoscia di popoli in ansia”, spinge i credenti ad “alzarsi e a levare il capo” perché il Figlio dell’uomo è vicino, è venuto anzi ad abitare in mezzo agli uomini. Egli può indicare a tutti il cammino della pace. È nostra la responsabilità di mostrare al mondo il Vangelo dell’amore.

La Parusia: la venuta pubblica e manifesta del Cristo glorioso – Catechismo degli Adulti 1175: La parusia è la meta della storia. Porterà la perfezione totale dell’uomo e del mondo. Dio infatti ha voluto «ricapitolare in Cristo tutte le cose» (Ef 1,10), «per mezzo di lui riconciliare a sé tutte le cose» (Col 1,20). La nostra risurrezione è prolungamento della sua. Significativamente nei primi secoli le assemblee cristiane preferivano pregare rivolte a oriente, da dove sorgerà il sole che inaugurerà il giorno eterno. La stessa fede viene professata ai nostri giorni dal concilio Vaticano II: «Il Signore è il fine della storia umana, il punto focale dei desideri della storia e della civiltà, il centro del genere umano, la gioia di tutti i cuori, la pienezza delle loro aspirazioni. Egli è colui che il Padre ha risuscitato da morte, ha esaltato e collocato alla sua destra, costituendolo giudice dei vivi e dei morti. Nel suo Spirito vivificati e coadunati, noi andiamo pellegrini incontro alla finale perfezione della storia umana».

La Parola di Dio commentata dai Padri della Chiesa

Beato chi pensa al giudizio – «Beata l’anima che notte e giorno non si preoccupa d’altro che di rendere agevole il suo compito quel giorno in cui ogni creatura dovrà presentare i suoi conti al grande giudice. Colui, infatti, che tiene fisso innanzi agli occhi quel giorno e quell’ora e medita su quel tribunale che non può essere ingannato, non può commettere se non qualche lievissimo peccato; poiché, quando pecchiamo, pecchiamo per mancanza di timor di Dio; perciò, se uno tiene ben fisso lo sguardo sulle pene che sono minacciate, il suo intimo ed istintivo timore gli consentirà soltanto di cadere in qualche involontaria azione o pensiero. Perciò, ricordati di Dio, conservane il timore nel tuo cuore e invita tutti a pregare con te» (San Basilio di Cesarea).

Silenzio / Preghiera / La tua traccia

«Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte… Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina». Dio ha creato bella ogni cosa, in tutto ha messo ordine e armonia, come ci ricorda la Scrittura: «Ha creato i cieli con sapienza» (Sal 136,5) e anche quando l’uomo col peccato induce la creazione a ribellarsi e a sconvolgersi, essa non perde l’impronta e la presenza del suo Creatore. Gesù non aveva certo un interesse “ecologico” nelle parole pronunciate nel Vangelo odierno, ma potremmo approfittare per chiederci: cosa fare dinanzi allo sconvolgimento della natura? Vi sono almeno quattro atteggiamenti possibili: il primo è quello della indifferenza, di chi per pigrizia o per abitudine non intende porsi il problema. Potremmo definirli ecoagnostici. Quindi abbiamo gli eterni ottimisti che pensano che alla fine in qualche modo si risolverà, sempre se dovesse succedere qualcosa. Ci sono poi i catastrofisti, cioè coloro che affrontano il problema come se già fosse tutto distrutto. E infine i più pericolosi: coloro che sanno solo puntare il dito, gridare la propria rabbia agli altri, portatori sani di odio (ho impresso lo sguardo di una minorenne verso un potente della politica all’ONU), che pensano di risolvere gli sconvolgimenti con la violenza delle parole. A queste quattro categorie risponde il Vangelo esortando tutti ad alzare il capo e ad attendere la liberazione: Dio, Creatore di tutto è colui che instaurerà cieli nuovi e nuova terra. Preserviamo, cambiamo stili di vita… ma soprattutto convertiamoci!

Preghiamo

Ridesta, Signore, la volontà dei tuoi fedeli perché, collaborando con impegno alla tua opera di salvezza, ottengano in misura sempre più abbondante i doni della tua misericordia. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

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