meditazioni, Novembre

26 Novembre 2019

I Lettura: Il re Nabucodònosor ha fatto un sogno che lo tiene turbato, lo reputa un messaggio degli dèi ma non ne comprende il significato. I saggi di corte convocati per darne la spiegazione si trovano di fronte ad una prova insormontabile: il re non racconta il sogno e vuole che ne diano la spiega-zione. Solo Daniele riesce nella prova. Raccontando anche il sogno manifesta che le sue parole vengono veramente da Dio, l’unico che conosce i segreti dei cuori.

Vangelo: Come la distruzione di Gerusalemme e del suo tempio segna la fine di una nazione con le sue leggi, le sue tradizioni e la nascita di nuovi assetti politici-religiosi, così la venuta del Signore contrassegna la fine di un mondo vecchio e la comparsa di nuovi cieli e una terra nuova. Per il cri-stiano, la venuta del Signore è giorno di gioia, compimento delle promesse e liberazione piena. Poiché non conosciamo il giorno della sua venuta, non lasciandoci trascinare da false dottrine, dobbiamo prepararci alla venuta del Redentore con la preghiera, la vigilanza, la penitenza e la fiducia nella salvezza che Dio ci offre.

Non sarà lasciata pietra su pietra – Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine». Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo».

La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa

Non sarà lasciata pietra su pietra – Giovanni Paolo II (Omelia, 19 novembre 1995): Chi ascoltava queste parole aveva visto con i propri occhi la magnificenza del tempio di Gerusalemme. Il Signore, pertanto, annunciava eventi relativamente vicini nel tempo. È noto, infatti, che la distruzione di Gerusalemme e del tempio ebbero luogo nel settanta dopo Cristo. Alla domanda: “Maestro, quando accadrà questo e quale sarà il segno che ciò sta per compiersi?” (Lc 21,7), Cristo dà una risposta che direttamente riguarda la distruzione di Gerusalemme, ma potrebbe anche riferirsi alla fine del mondo. Preannuncia guerre e rivolgimenti, ammonendo contro i falsi messia: “Si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno, e vi saranno di luogo in luogo terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandi dal cielo” (Lc 21,10-11). Simili eventi accompagnarono la caduta di Israele e la distruzione di Gerusalemme ad opera dei Romani, ma si può dire che si sono realizzati anche in altre epoche della storia. Non ha forse visto il nostro secolo molte guerre e rivoluzioni? La storia dell’uomo e quella dell’umanità portano il segno del loro destino escatologico. L’orientamento del tempo verso le “ultime realtà” ci rende consapevoli di non avere sulla terra una stabile dimora. Siamo infatti in attesa di un eterno destino, costituito da quel mondo futuro, l’eone redento, in cui abitano stabilmente la giustizia e la pace.

La fine del mondo – Card. Tarcisio Bertone (Omelia, 18 novembre 2007): La fine del mondo, nelle parole di Gesù, non appare un prodotto della storia umana, ma un evento il cui protagonista è Dio. Egli concluderà la storia della salvezza mediante il suo Figlio Gesù, risorto e glorificato. Dunque ecco la sorpresa conclusiva: la fine segna un inizio, si realizza la città di Dio tra gli uomini. Questo insegnamento di Gesù è quanto basta per orientare la vita degli Apostoli, e di ogni cristiano: anche se le modalità e i particolari rimangono un segreto del Padre, noi sappiamo e sentiamo che il Signore è vicino. Non siamo nel buio, perché una cosa è certa: le parole di Gesù non ci vogliono spaventare mostrandoci la distruzione di questo mondo: vogliono, semmai, ricordarci che la vita, che qui in terra si consuma e che noi impregniamo ogni giorno con la qualità delle nostre azioni, può diventare, e anzi diventa immortale ed eterna. Una volta poste le basi della comprensione della parola di Dio che la liturgia odierna ci propone, possiamo riflettere sull’oggi della nostra esistenza. Che cosa faremo noi nel tempo in cui viviamo? Il Signore ci invita a programmare le nostre esistenze alla luce di Cristo secondo le grandi direttrici della fede, speranza e carità.

La Parola di Dio commentata dai Padri della Chiesa

… non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta – Queste parole «rispondevano a verità per il tempio costruito da Salomone… Ma c’è anche un altro tempio, costruito di belle pietre e ornato di doni, di cui il Signore sembra indicare la distruzione: la sinagoga dei Giudei, il cui invecchiato edificio va in rovina al sorgere della Chiesa. E c’è anche un tempio in ciascuno di noi, che crolla se viene a mancare la fede; soprattutto quando si ostenta il nome di Cristo per impadronirsi dei sentimenti interiori. Può darsi che questa interpretazione sia la più utile per me. Che mi gioverebbe, infatti, conoscere il giorno del giudizio? A che mi serve, avendo io coscienza di tutti i miei peccati, che il Signore venga, se non viene nella mia anima, se non torna nel mio spirito, se Cristo non vive in me e non parla in me? È a me che Cristo deve venire, è per me che deve realizzarsi il suo avvento. Orbene, il secondo avvento del Signore ha luogo alla fine del mondo, allorché noi possiamo dire: “Per me il mondo è crocifisso, e io per il mondo” [Gal 6,14]» (Sant’Ambrogio)

Silenzio / Preghiera / La tua traccia

«Badate di non lasciarvi ingannare». Il tema delle profezie è sempre stato fucina di grandi inganni. L’uomo è sempre alla ricerca di sapere cosa riserva il futuro e purtroppo spesso è disposto anche a scendere a patti col diavolo rivolgendosi a chi lavora con lui e per lui, come cartomanti e fattucchieri. Ma, senza voler entrare in un argomento che ci porterebbe lontano dal tema del Vangelo odierno, possiamo pensare anche al fiorente mercato degli oroscopi: non c’è rivista, giornale o trasmissione di intrattenimento che, per radio o per video, non abbia un angolo riservato ai segni zodiacali. E così tanti buoni cristiani, dopo aver detto nelle preghiere mattutine rivolte a Dio: “sia fatta la tua volontà”, corrono subito a capire quale sia la volontà di Giove sui pesci o di Marte sulla bilancia! E Gesù ancora oggi ci ripete: non lasciatevi ingannare! La tipica risposta che ricevo in questi casi è: “li leggo ma non ci credo”, “ma che male faccio”. Qualcuno giustifica persino il ricordo a chi legge mani, fa i tarocchi o altre pratiche di divinazione affermando che lo ha fatto non per far male a qualcuno ma solo per sapere o per curiosità. Non lasciatevi ingannare! Il futuro appartiene solo a Dio e chi lo cerca altrove si ritrova dritto tra le braccia del demonio. Chi indaga sul futuro tramite maghi o fattucchiere commette peccato grave e deve pentirsi e confessarsi. Chi segue oroscopi o altre forme di divinazione sul futuro commette peccato: deve pentirsi e confessarsi. Non lasciatevi ingannare! La prima predizione sul futuro la fece Satana quando predisse a Eva che anche mangiando della mela non sarebbero morti, anzi sarebbero diventati come Dio: ci basti da lezione!

Preghiamo

Ridesta, Signore, la volontà dei tuoi fedeli perché, collaborando con impegno alla tua opera di salvezza, ottengano in misura sempre più abbondante i doni della tua misericordia. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

 

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