I Lettura: Giona si trova, suo malgrado, investito di una terribile missione: andare a Nìnive per invitare gli abitanti di quella città alla conversione poiché l’ira del Signore incombe su di loro.
Vangelo: Il brano ci mette in guardia dal pensare che la misericordia sia solo un sentimento che coinvolge viscere e cuore. Certamente essa è originata da tale sentimento, ma deve poi tradursi in un’azione, in un fare misericordia.
Chi è il mio prossimo? – Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai». Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».
La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa
La parabola del buon Samaritano – Deus Caritas Est 15: La parabola del buon Samaritano (cfr Lc 10,25-37) conduce soprattutto a due importanti chiarificazioni. Mentre il concetto di «prossimo» era riferito, fino ad allora, essenzialmente ai connazionali e agli stranieri che si erano stanziati nella terra d’Israele e quindi alla comunità solidale di un paese e di un popolo, adesso questo limite viene abolito. Chiunque ha bisogno di me e io posso aiutarlo, è il mio prossimo. Il concetto di prossimo viene universalizzato e rimane tuttavia concreto. Nonostante la sua estensione a tutti gli uomini, non si riduce all’espressione di un amore generico ed astratto, in se stesso poco impegnativo, ma richiede il mio impegno pratico qui ed ora. Rimane compito della Chiesa interpretare sempre di nuovo questo collegamento tra lontananza e vicinanza in vista della vita pratica dei suoi membri. Infine, occorre qui rammentare, in modo particolare, la grande parabola del Giudizio finale (cfr Mt 25,31-46), in cui l’amore diviene il criterio per la decisione definitiva sul valore o il disvalore di una vita umana. Gesù si identifica con i bisognosi: affamati, assetati, forestieri, nudi, malati, carcerati. «Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25,40). Amore di Dio e amore del prossimo si fondono insieme: nel più piccolo incontriamo Gesù stesso e in Gesù incontriamo Dio.
Amare… sempre amare – Evangelium Vitae 41: Con la sua parola e i suoi gesti Gesù esplicita ulteriormente le esigenze positive del comandamento circa l’inviolabilità della vita. Esse erano già presenti nell’Antico Testamento, dove la legislazione si preoccupava di garantire e salvaguardare le situazioni di vita debole e minacciata: il forestiero, la vedova, l’orfano, il malato, il povero in genere, la stessa vita prima della nascita (cfr Es 21,22; 22,20-26). Con Gesù queste esigenze positive acquistano vigore e slancio nuovi e si manifestano in tutta la loro ampiezza e profondità: vanno dal prendersi cura della vita del fratello (familiare, appartenente allo stesso popolo, straniero che abita nella terra di Israele), al farsi carico dell’estraneo, fino all’amare il nemico. L’estraneo non è più tale per chi deve farsi prossimo di chiunque è nel bisogno fino ad assumersi la responsabilità della sua vita, come insegna in modo eloquente e incisivo la parabola del buon samaritano (Lc 10,25-37). Anche il nemico cessa di essere tale per chi è tenuto ad amarlo (Mt 5,38-48; Lc 6,27-35) e a “fargli del bene” (Lc 6,27.33.35), venendo incontro alle necessità della sua vita con prontezza e senso di gratuità (Lc 6,34-35). Vertice di questo amore è la preghiera per il nemico, mediante la quale ci si pone in sintonia con l’amore provvidente di Dio: “Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti” (Mt 5,44-45; Lc 6,28.6,35).
La Parola di Dio commentata dai Padri della Chiesa
Il prossimo è ogni uomo – «Dimmi ora, o dottore della Legge, senza guardarmi con i tuoi occhi cattivi e indagatori, chi è per te il prossimo? Non deve essere forse chi è diventato tale per il semplice fatto che era nel bisogno? Tu credi spesso nella tua ignoranza che tuo prossimo sia semplicemente chi professa la tua religione o un tuo connazionale. Ma io dico e sostengo che prossimo è ogni uomo, ogni essere che partecipa della natura umana. Come vedi, ci alza anche il capo per il fatto di essere sacerdote, e colui che si vanta di essere levita e svolge le sacre funzioni del servizio sacerdotale secondo la Legge, ambedue – come te – dicono con orgoglio di conoscere i comandamenti divini. Eppure, a loro non viene nemmeno in mente il pensiero che il loro fratello abbandonato in terra nudo, coperto di ferite e morente, è un uomo della loro stessa nazione. Lo disprezzano come un sasso, come un pezzo di legno gettato via. Ma il Samaritano riconosce la natura umana e comprende chi è il prossimo, anche se ignora i comandamenti e voi lo ritenete uno zotico… Così, dunque, colui che voi considerate troppo lontano, eccolo vicino a chi ha bisogno di cure. Perciò, non rimanere attaccato alla lettera delle tue leggi giudaiche, quando devi riconoscere il tuo prossimo, non vederlo solo in quelli del tuo sangue, poiché è prossimo ogni persona e su di essa deve scendere lo spirito di carità» (Severo di Antiochia).
Silenzio / Preghiera / La tua traccia
«… e si prese cura di lui». Il Signore è il Dio-con-noi, è colui che viene, che si ferma, che ha compassione di ciascuno di noi: si prende cura di noi, versando l’olio della consolazione, il vino purificatore del suo Sangue. Egli ci prende con sé, ci conduce in un luogo di riparo e paga di persona. Il buon Samaritano non può evitare che il malcapitato finisca nelle mani dei briganti, ma non lo abbandona al suo destino. Dio spesso ci trova segnati dal peccato, malmenati dalla cattiveria degli uomini, sfigurati dalle maldicenze, denudati della nostra dignità di figli di Dio. Egli ci trova lungo le strade della nostra vita, dove nessuno osa fermarsi, dove nessuno vuole sporcarsi le mani. Egli lascia il Paradiso per noi, come il Samaritano ha lasciato il suo cammino, e facendosi nostro prossimo, paga di persona versando non olio e vino, ma il suo stesso Sangue, nutrendoci col suo stesso Corpo, offrendoci come consolazione e rifugio il suo stesso Cuore: la Chiesa, dove troviamo la forza dei Sacramenti, il sostegno della preghiera di tutti i santi, la serenità di una Madre premurosa che si prende cura di noi e intercede in nostro favore. Essere cristiani significa essere pronti a lasciare i nostri “paradisi”, il nostro itinerario, i nostri progetti, e fermarsi, guardare, muoversi a compassione, prendersi cura del prossimo. Dio lo ha già fatto per noi, ora facciamolo per lui.
Preghiamo
Infondi nel nostro spirito la tua grazia, o Padre; tu, che nell’annunzio dell’angelo ci hai rivelato l’incarnazione del tuo Figlio, per la sua passione e la sua croce, con l’intercessione della beata Vergine Maria, guidaci alla gloria della risurrezione. Per il nostro Signore Gesù Cristo…