Antifona d’ingresso
Tu sei giusto, Signore, e sono retti i tuoi giudizi: agisci con il tuo servo secondo il tuo amore. (Sal 119,137.124)
Colletta
O Padre, che ci hai donato il Salvatore e lo Spirito Santo, guarda con benevolenza i tuoi figli di adozione, perché a tutti i credenti in Cristo sia data la vera libertà e l’eredità eterna. Per il nostro Signore Gesù Cristo…
Oppure:
O Dio, tu sai come a stento ci raffiguriamo le cose terrestri, e con quale maggiore fatica possiamo rintracciare quelle del cielo; donaci la sapienza del tuo Spirito, perché da veri discepoli portiamo la nostra croce ogni giorno dietro il Cristo tuo Figlio. Egli è Dio, e vive e regna con te…
Prima Lettura Sap 9,13-18
Chi può immaginare che cosa vuole il Signore?
La prima lettura ricorda che i limiti dell’uomo possono essere superati dalla sapienza di Dio. Chi è colui che può capire qual è il volere di Dio nella propria vita? L’uomo di fronte a questa domanda non riesce a capirne la profondità perché immerso nelle cose umane; solo se il Signore gli fa il dono della sapienza e della sua grazia potrà comprendere ciò che è bene per la sua vita.
Dal libro della Sapienza
«Quale uomo può conoscere il volere di Dio? Chi può immaginare che cosa vuole il Signore? I ragionamenti dei mortali sono timidi e incerte le nostre riflessioni, perché un corpo corruttibile appesantisce l’anima e la tenda d’argilla opprime una mente piena di preoccupazioni. A stento immaginiamo le cose della terra, scopriamo con fatica quelle a portata di mano; ma chi ha investigato le cose del cielo? Chi avrebbe conosciuto il tuo volere, se tu non gli avessi dato la sapienza e dall’alto non gli avessi inviato il tuo santo spirito? Così vennero raddrizzati i sentieri di chi è sulla terra; gli uomini furono istruiti in ciò che ti è gradito e furono salvati per mezzo della sapienza». Parola di Dio.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 89 (90)
Signore, sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione.
Tu fai ritornare l’uomo in polvere,
quando dici: «Ritornate, figli dell’uomo».
Mille anni, ai tuoi occhi,
sono come il giorno di ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte. Rit.
Tu li sommergi:
sono come un sogno al mattino,
come l’erba che germoglia;
al mattino fiorisce e germoglia,
alla sera è falciata e secca. Rit.
Insegnaci a contare i nostri giorni
e acquisteremo un cuore saggio.
Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietà dei tuoi servi! Rit.
Saziaci al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
rendi salda per noi l’opera delle nostre mani,
l’opera delle nostre mani rendi salda. Rit.
Seconda Lettura Fm 9b-10.12-17
Accoglilo non più come schiavo, ma come fratello carissimo.
Per Paolo la salvezza si attua esclusivamente mediante una vera e profonda conversione a Cristo. Questa però non può restare un puro sentimento interiore, ma deve dare origine ad atteggiamenti concreti di fraternità e di amore, che trovano il loro ambito naturale nella comunità: qui tutte le barriere sono praticamente superate e si attua in Cristo una vera ugua–glianza tra tutti.
Dalla lettera di san Paolo apostolo a Filèmone
Carissimo, ti esorto, io, Paolo, così come sono, vecchio, e ora anche prigioniero di Cristo Gesù. Ti prego per Onèsimo, figlio mio, che ho generato nelle catene, Te lo rimando, lui che mi sta tanto a cuore. Avrei voluto tenerlo con me perché mi assistesse al posto tuo, ora che sono in catene per il Vangelo. Ma non ho voluto fare nulla senza il tuo parere, perché il bene che fai non sia forzato, ma volontario. Per questo forse è stato separato da te per un momento: perché tu lo riavessi per sempre; non più però come schiavo, ma molto più che schiavo, come fratello carissimo, in primo luogo per me, ma ancora più per te, sia come uomo sia come fratello nel Signore. Se dunque tu mi consideri amico, accoglilo come me stesso.
Parola di Dio.
Canto al Vangelo Sal 118,135
Alleluia, alleluia.
Fa’ risplendere il tuo volto sul tuo servo e insegnami i tuoi decreti.
Alleluia.
Vangelo Lc 14,25-33
Chi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo.
Le due parabole della costruzione di una torre e della partenza di un re per la guerra spiegano la necessità che la sequela di Cristo sia totale e senza ripensamenti. Esse ci insegnano che prima di prendere delle decisioni bi–sogna riflettere, perché è meglio non intraprendere un’impresa, piuttosto che affrontarla con mezzi inadeguati e fallire lo scopo: farsi discepolo di Gesù è una scelta seria che coinvolge tutta la vita.
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro: «Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo. Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”. Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace. Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo». Parola del Signore.
La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa
La conoscenza di Dio – CCC 37-38: Nelle condizioni storiche in cui si trova, l’uomo incontra molte difficoltà per conoscere Dio con la sola luce della ragione. «Infatti, sebbene la ragione umana, per dirla semplicemente, con le sole sue forze e la sua luce naturale possa realmente pervenire ad una conoscenza vera e certa di un Dio personale, il quale con la sua provvidenza si prende cura del mondo e lo governa, come pure di una legge naturale inscritta dal Creatore nelle nostre anime, tuttavia la stessa ragione incontra non poche difficoltà ad usare efficacemente e con frutto questa sua capacità naturale. Infatti le verità che concernono Dio e riguardano i rapporti che intercorrono tra gli uomini e Dio trascendono assolutamente l’ordine delle cose sensibili, e, quando devono tradursi in azioni e informare la vita, esigono devoto assenso e la rinuncia a se stessi. Lo spirito umano, infatti, nella ricerca intorno a tali verità, viene a trovarsi in difficoltà sotto l’influsso dei sensi e dell’immaginazione ed anche a causa delle tendenze malsane nate dal peccato originale. Da ciò consegue che gli uomini facilmente si persuadono, in tali argomenti, che è falso o quanto meno dubbio ciò che essi non vorrebbero che fosse vero». Per questo l’uomo ha bisogno di essere illuminato dalla rivelazione di Dio, non solamente su ciò che supera la sua comprensione, ma anche sulle «verità religiose e morali che, di per sé, non sono inaccessibili alla ragione, affinché nella presente condizione del genere umano possano essere conosciute da tutti senza difficoltà, con ferma certezza e senza mescolanza d’errore».
… non più però come schiavo… – Veritatis Splendor 100: Così il Catechismo della Chiesa Cattolica, dopo aver affermato che «in materia economica, il rispetto della dignità umana esige la pratica della virtù della temperanza, per moderare l’attaccamento ai beni di questo mondo; della virtù della giustizia, per rispettare i diritti del prossimo e dargli ciò che gli è dovuto; e della solidarietà, seguendo la regola aurea e secondo la liberalità del Signore, il quale “da ricco che era, si è fatto povero” per noi, perché noi diventassimo “ricchi per mezzo della sua povertà” (2Cor 8,9)», presenta una serie di comportamenti e di atti che contrastano la dignità umana: il furto, il tenere deliberatamente cose avute in prestito o oggetti smarriti, la frode nel commercio (cfr Dt 25,13-16), i salari ingiusti (cfr Dt 24,14-15; Gc 5,4), il rialzo dei prezzi speculando sull’ignoranza e sul bisogno altrui (cfr Am 8,4-6), l’appropriazione e l’uso privato dei beni sociali di un’impresa, i lavori eseguiti male, la frode fiscale, la contraffazione di assegni e di fatture, le spese eccessive, lo sperpero, ecc. Ed ancora: «Il settimo comandamento proibisce gli atti o le iniziative che, per qualsiasi ragione, egoistica o ideologica, mercantile o totalitaria, portano all’asservimento di esseri umani, a misconoscere la loro dignità personale, ad acquistarli, a venderli e a scambiarli come fossero merci. Ridurre le persone, con la violenza, ad un valore d’uso oppure ad una fonte di guadagno, è un peccato contro la loro dignità e i loro diritti fondamentali. San Paolo ordinava ad un padrone cristiano di trattare il suo schiavo cristiano “non più come uno schiavo, ma… come un fratello… come uomo…, nel Signore” (Fm 16)».
La schiavitù. Colmare la distanza tra lettera e spirito – Compendio della dottrina sociale della Chiesa 158: La solenne proclamazione dei diritti dell’uomo è contraddetta da una dolorosa realtà di violazioni, guerre e violenze di ogni tipo, in primo luogo i genocidi e le deportazioni di massa, il diffondersi pressoché ovunque di forme sempre nuove di schiavitù quali il traffico di esseri umani, i bambini soldato, lo sfruttamento dei lavoratori, il traffico illegale delle droghe, la prostituzione: «Anche nei Paesi dove vigono forme di governo democratico non sempre questi diritti sono del tutto rispettati». Esiste purtroppo una distanza tra «lettera» e «spirito» dei diritti dell’uomo, ai quali è tributato spesso un rispetto puramente formale. La dottrina sociale, in considerazione del privilegio accordato dal Vangelo ai poveri, ribadisce a più riprese che «i più favoriti devono rinunziare a certi loro diritti per mettere con più liberalità i propri beni a servizio degli altri» e che un’affermazione eccessiva di uguaglianza «può dar luogo a un individualismo dove ciascuno rivendica i propri diritti, sottraendosi alla responsabilità del bene comune».
Uguaglianza tra gli uomini – CCC 1934-1935: Tutti gli uomini, creati ad immagine dell’unico Dio e dotati di una medesima anima razionale, hanno la stessa natura e la stessa origine. Redenti dal sacrificio di Cristo, tutti sono chiamati a partecipare alla medesima beatitudine divina: tutti, quindi, godono di una eguale dignità. L’uguaglianza tra gli uomini poggia essenzialmente sulla loro dignità personale e sui diritti che ne derivano: «O-gni genere di discriminazione nei diritti fondamentali della persona… in ragione del sesso, della stirpe, del colore, della condizione sociale, della lingua o della religione, deve essere superato ed eliminato, come contrario al disegno di Dio».
Se uno viene a me e non mi ama più… – CCC 1618: Cristo è il centro di ogni vita cristiana. Il legame con lui occupa il primo posto rispetto a tutti gli altri legami, familiari o sociali. Fin dall’inizio della Chiesa, ci sono stati uomini e donne che hanno rinunciato al grande bene del matrimonio per seguire l’Agnello dovunque vada, per preoccuparsi delle cose del Signore e cercare di piacergli, per andare incontro allo Sposo che viene. Cristo stesso ha invitato certuni a seguirlo in questo genere di vita, di cui egli rimane il modello: «Vi sono infatti eunuchi che sono nati così dal ventre della madre; ve ne sono alcuni che sono stati resi eunuchi dagli uomini, e vi sono altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca» (Mt 19,12).
Preghiera dei Fedeli (proposta)
Fratelli e sorelle, oggi Gesù ci invita a rinnovare la nostra adesione a lui, approfondendo il nostro amore, accettando la croce e distaccando il cuore dai beni della terra. Preghiamo perché la sua grazia ci aiuti donandoci la luce della sapienza e diciamo insieme: Ascoltaci, o Signore!
– Per i sacerdoti, le suore, i diaconi: perché in loro i credenti possano trovare «guide spirituali» e persone disponibili all’accompagnamento personale nella fede. Preghiamo. Rit.
– Per coloro che vogliono essere discepoli del Signore: sappiano distaccare il cuore dai beni di questo mondo per amare disinteressatamente Dio e il prossimo. Preghiamo. Rit.
– Per tutte le persone che soffrono: sappiano portare con fede e amore la loro croce accanto a Gesù. Preghiamo. Rit.
– Per la nostra comunità cristiana: perché sappia testimoniare con coraggio la scelta cristiana nella società civile. Preghiamo. Rit.
Celebrante: Signore Gesù, oggi ci hai insegnato che nessuno può essere tuo discepolo se è schiavo delle sue ambizioni, dei suoi beni, dei suoi sentimenti. Donaci la tua sapienza perché sappiamo rompere queste schiavitù crescendo nella fede. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
Preghiera sulle offerte
O Dio, sorgente della vera pietà e della pace, salga a te nella celebrazione di questo mistero la giusta adorazione per la tua grandezza e si rafforzi la fedeltà e la concordia dei tuoi figli. Per Cristo nostro Signore.
Prefazio delle Domeniche del Tempo Ordinario VI (proposta)
Il pegno della Pasqua eterna.
È veramente cosa buona e giusta renderti grazie
e innalzare a te l’inno di benedizione e di lode,
Dio onnipotente ed eterno,
dal quale tutto l’universo riceve esistenza, energia e vita.
Ogni giorno del nostro pellegrinaggio sulla terra
è un dono sempre nuovo del tuo amore per noi,
e un pegno della vita immortale,
poiché possediamo fin da ora le primizie del tuo Spirito,
nel quale hai risuscitato Gesù Cristo da morte,
e viviamo nell’attesa che si compia la beata speranza
nella Pasqua eterna del tuo regno.
Per questo mistero di salvezza, insieme agli angeli e ai santi,
cantiamo a una sola voce l’inno della tua gloria: Santo…
Antifona alla comunione
Come il cervo anela ai corsi d’acqua, così l’anima mia anela a te, o Dio: l’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente. (Sal 42,2-3)
Oppure:
“Io sono la luce del mondo”, dice il Signore, “chi segue me non cammina nelle tenebre, ma avrà la luce della vita”. (Gv 8,12)
Oppure:
“Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo”. (Lc 14,27)
Preghiera dopo la comunione
O Padre, che nutri e rinnovi i tuoi fedeli alla mensa della parola e del pane di vita, per questi doni del tuo Figlio aiutaci a progredire costantemente nella fede, per divenire partecipi della sua vita immortale. Per…