7 Settembre 2019 – Sabato, XXII del Tempo Ordinario – (Col 1,21-23; Sal 53[54]; Lc 6,1-5)
I Lettura: Paolo sembra essere investito del ruolo sacerdotale che offre, anziché sacrifici di animali, una comunità degna. I tre aggettivi «santi, immacolati, irreprensibili» che seguono specificano tale dignità, garantendo, con un richiamo alle vittime sacrificali dell’AT, la condizione di novità della comunità, resa tale dal sangue di Cristo.
Vangelo: Gesù proclama una nuova legge di libertà, svincolando l’uomo dall’osservanza solo este-riore e formale della Legge. Sta per enunciare un comandamento nuovo che si basa sull’amore; egli non vuole che la Legge diventi un giogo per l’uomo, ma che la pratichi come strumento di comu-nione con Dio, come segnale che indichi la strada del ritorno a Lui. Egli annunzia un nuovo sabato che ci pone dinanzi a Dio come figli e non più come servi.
Perché fate in giorno di sabato quello che non è lecito? – Dal Vangelo secondo Luca
Un sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani. Alcuni farisei dissero: «Perché fate in giorno di sabato quello che non è lecito?». Gesù rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell’offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non sia lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?». E diceva loro: «Il Figlio dell’u-omo è signore del sabato».
La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa
Il riposo di Dio – Dies Domini 11: Il «riposo» di Dio non può essere banalmente interpretato come una sorta di «inattività» di Dio. L’atto creatore che è a fondamento del mondo è infatti di sua natura permanente e Dio non cessa mai di operare, come Gesù stesso si preoccupa di ricordare proprio in riferimento al precetto del sabato: «Il Padre mio opera sempre e anch’io opero» (Gv 5,17). Il riposo divino del settimo giorno non allude a un Dio inoperoso, ma sottolinea la pienezza della realizzazione compiuta e quasi esprime la sosta di Dio di fronte all’opera «molto buona» (Gen 1,31) uscita dalle sue mani, per volgere ad essa uno sguardo colmo di gioioso compiacimento: uno sguardo «contempla-tivo», che non mira più a nuove realizzazioni, ma piuttosto a godere la bellezza di quanto è stato compiuto; uno sguardo portato su tutte le cose, ma in modo particolare sull’uomo, vertice della creazione. È uno sguardo in cui si può in qualche modo già intuire la dinamica «sponsale» del rapporto che Dio vuole stabilire con la creatura fatta a sua immagine, chiamandola ad impegnarsi in un patto di amore. È ciò che egli realizzerà progressivamente, nella prospettiva della salvezza offerta all’intera umanità, mediante l’alleanza salvifica stabilita con Israele e culminata poi in Cristo: sarà proprio il Verbo incarnato, attraverso il dono escatologico dello Spirito Santo e la costituzione della Chiesa come suo corpo e sua sposa, ad estendere l’offerta di misericordia e la proposta dell’amore del Padre all’intera umanità.
Perché fate in giorno di sabato quello che non è lecito? – CCC 347: La creazione è fatta in vista del sabato e quindi del culto e dell’adorazione di Dio. Il culto è inscritto nell’ordine della creazione. «Operi Dei nihil praeponatur» – «Nulla si anteponga all’opera di Dio», dice la Regola di san Benedetto, indicando in tal modo il giusto ordine delle preoccupazioni umane. Il sabato è nel cuore della Legge di Israele. Osservare i comandamenti equivale a corrispondere alla sapienza e alla volontà di Dio espresse nell’opera della creazione.
Il Figlio dell’uomo è signore del Sabato – CCC 582: Gesù dà compimento alla Legge sulla purità degli alimenti, tanto importante nella vita quotidiana giudaica, svelandone il senso «pedagogico» con una interpretazione divina: «Tutto ciò che entra nell’uomo dal di fuori non può contaminarlo […]. Dichiarava così mondi tutti gli alimenti […]. Ciò che esce dall’uomo, questo sì contamina l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore dell’uomo, escono le intenzioni cattive» (Mc 7,18-21). Dando con autorità divina l’interpretazione definitiva della Legge, Gesù si è trovato a scontrarsi con certi dottori della Legge, i quali non accettavano la sua interpretazione, sebbene fosse garantita dai segni divini che la accompagnavano. Ciò vale soprattutto per la questione del sabato: Gesù ricorda, ricorrendo spesso ad argomentazioni rabbiniche, che il riposo del sabato non viene violato dal servizio di Dio o del prossimo, servizio che le guarigioni da lui operate compiono.
La Parola di Dio commentata dai Padri della Chiesa
«Sono grandi le opere di Dio: tenere insieme il cielo, dar la luce al sole e agli altri astri, dar la forza di crescere ai semi della terra, tenere in piedi l’uomo, perfezionare un’anima; ma c’è dell’altro di gran lunga più grande… Queste cose per volontà di Dio Padre stanno nel cielo e sulla terra; e sebbene tutte le cose siano state fatte attraverso il Figlio, tuttavia tutto è stato fatto da Dio. Lui è la sorgente e il principio di tutte le cose, e in lui tutto è stato fondato, sebbene poi in seguito dai tesori nascosti in se stesso, secondo un piano della sua potenza eterna, abbia tirato fuori le singole cose. Però, sebbene Cristo operi in tutte le cose, l’opera rimane tuttavia di colui che opera in Cristo; e perciò: “Il Padre mio agisce ogni giorno e io agisco in lui” (Gv 5,17), perché è opera del Padre tutto quello che fa il Figlio di Dio, mentre il Padre è in lui; ma è anche vero perciò che ogni giorno tutte le cose son fatte dal Figlio, perché il Padre agisce nel Figlio… C’è, dunque, un lavoro di Dio nel giorno di sabato? Ma certo; e se così non fosse, il sole cadrebbe, la luce del sole si spegnerebbe, la terra non starebbe compatta, la crescita dei frutti verrebbe meno; la vita dell’uomo finirebbe, se, in omaggio alla legge del sabato, l’esercizio di tutte le potenze naturali si mettesse a riposo. Ma non c’è riposo e il corso è sempre uguale e, come negli altri sei giorni, così anche di sabato tutti gli elementi fanno i compiti loro assegnati. Dunque, in ogni tempo, attraverso le cose create, il Padre agisce; agisce nel Figlio, che vien da lui, e per mezzo di lui, tutte queste cose sono opera del Padre… e attraverso il Figlio, l’opera del Padre viene eseguita anche di sabato; così non c’è riposo in Dio, poiché per Iddio non c’è un giorno senza attività. Ci son, dunque, le opere di Dio; bisognerebbe cercare quale sia il suo riposo. L’opera di Dio è l’opera di Cristo; il riposo di Dio è Cristo Dio; così che tutte le cose che son di Dio, son vere in Cristo, in modo che il Padre possa trovar riposo in esse» (Ilario di Poitiers, In Psalm. 94,48 s.).
Silenzio / Preghiera / La tua traccia
«Il Figlio dell’uomo è signore del sabato». Ancora una volta Gesù ci ricorda la libertà a cui ci chiama e che egli stesso ci ha conquistato con la sua morte e risurrezione: «Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi» (Gal 5,1). È il Padre che «ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del Figlio del suo amore, per mezzo del quale abbiamo la redenzione, il perdono dei peccati» (Col 1,13). Ma questa libertà di Cristo in noi è insidiata continuamente da tanti affetti disordinati. Non pensiamo a chissà quali cose peccaminose, anzi sono spesso quelle che appaiono cose lecite e che si rivestono perfino di necessità ad impedirci davvero di essere liberi. Cristo ci chiama e noi diciamo sì, ma chiediamo tempo per poterci adeguare, per prepararci psicologicamente, per maturare spiritualmente… e spesso queste sono solo scuse per continuare a resistere alla sua grazia, per continuare a vivere come quando eravamo lontani dalla grazia, schiavi dei vizi e degli affetti disordinati. Sì, il Signore ci chiama a conversione ma rimaniamo schiavi di un certo modo di vestirci (che devono dire i colleghi!), di parlare (una parolaccia ogni tanto dà colore alla frase!), di atteggiarci (se perdono sempre penseranno che sono stupido!). E continuando ad alimentare il rispetto umano, e certi nostri umani affetti (sarebbe bello partecipare a quelle iniziative spirituali, o andare a testimoniare ma… ho il nipotino, il cane, il gatto… magari più in là!), rimaniamo imprigionati a presidiare le nostre catene di morte.
Preghiamo
O Dio, nostro Padre, unica fonte di ogni dono perfetto, uscita in noi l’amore per te e ravviva la nostra fede, perché si sviluppi in noi il germe del bene e con il tuo aiuto maturi fino alla sua pienezza. Per il nostro Signore Gesù Cristo…