29 Agosto 2019 – Giovedì – Martirio di San Giovanni Battista (Memoria) – (Ger 1,17-19; Sal 70[71]; Mc 6,17-29) – I Lettura: “La memoria odierna si apre significativamente con un testo del profeta Geremìa, figura degli strumenti umili e dimessi che Dio si compiace di usare, chiamandoli a far risuonare la Parola del Dio vivente. La predicazione del vangelo non va intesa come un fatto informativo, ma come un fatto trasformativo. La Parola di Dio ha, insomma, una sua efficacia (cfr. Is 55,10-11), che comincia a operare nel cuore umano fin dal momento dell’ascolto, se questo ascolto è compiuto dal soggetto nella disposizione della fede” (E. Cuffaro). Vangelo: La morte cruenta di Giovanni Battista, uomo giusto e santo, fedele al suo mandato e messo a morte per la sua libertà di parola, fa presentire l’arresto e la condanna ingiusta di Gesù. Giovanni Battista muore per la malvagità di una donna e la debolezza di un sovrano, ma la sua morte non è uno dei tanti fatti di cronaca che da sempre fanno parte della storia umana, è invece una Parola che Dio rivolge a tutti gli uomini: morire per la Verità è farsi discepolo del Cristo, ed è offrire la propria vita per la salvezza degli uomini.
«Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista» – Dal Vangelo secondo Marco: In quel tempo, Erode aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto. E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.
Riflessione: «Giovanni diceva a Erode: “Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello”». Giovanni il Battista viene definito dalla Scrittura la “voce” che grida nel deserto. Ma perché gridare in un deserto? Chi può sentire? Non è uno sforzo inutile? Apparentemente sì, e la logica vorrebbe convincerci dell’assurdità della cosa. Assurdo per l’uomo ma non per Dio. Già nell’Antico Testamento, nel libro del profeta Ezechièle, troviamo l’invito di Dio, rivolto al profeta stesso, a rivolersi ad un ammasso di ossa. Perché mai parlare a delle ossa morte? Il profeta obbedisce e vede che su quelle ossa ricrescono i nervi, i muscoli e la pelle. Ancora Dio invita il profeta a pregare lo Spirito ed ecco che i corpi riprendano vita (cfr Ez 37). Le ossa inaridite, morte, simboleggiano l’uomo nel peccato, lontano da Dio. La parola del profeta permette loro di riavere la vita. Ecco perché non è inutile gridare in un deserto: Dio non si rassegna alla morte dell’uomo, Dio non vuole la morte del peccatore ma la sua conversione (cfr Ez 33,11). Giovanni alza la voce nel deserto di morte del palazzo di Erode, ma incontra la chiusura alla grazia. La parola che converte, per chi non l’accoglie, diviene pungolo di morte e desiderio di vendetta: preludio di perdizione eterna. E il santo precursore ne fa le spese sulla sua stessa vita, come da lì a poco farà lo stesso Signore, morendo per la verità, a causa del peccato e dell’ostinazione degli uomini.
Santo del giorno: 29 Agosto – Martirio di San Giovanni Battista: “Giovanni sigilla la sua missione di precursore con il martirio. Erode Antipa, imprigionatolo nella fortezza di Macheronte ad Oriente del Mar Morto, lo fece decapitare. Egli è l’amico che esulta di gioia alla voce dello sposo e si eclissa di fronte al Cristo, sole di giustizia: ‘Ora la mia gioia è compiuta; egli deve crescere, io invece diminuire’. Alla sua scuola si sono formati alcuni dei primi discepoli del Signore” (Messale Romano).
Preghiamo: O Dio, che a Cristo tuo Figlio hai dato come precursore, nella nascita e nella morte, san Giovanni Battista, concedi anche a noi di impegnarci generosamente nella testimonianza del tuo Vangelo, come egli immolò la sua vita per la verità e la giustizia. Per il nostro Signore Gesù Cristo…