19 Agosto 2019 – Lunedì, XX del Tempo Ordinario – (Gdc 2,11-19; Sal 105[106]; Mt 19,16-22) – I Lettura: Iniziamo oggi la lettura del libro dei Giudici. In esso si narra la storia di Israele nel suo stabilirsi tra popolazioni della terra di Canaan e i cambiamenti che tutto ciò comporta, passando da una vita nomade e solitaria nel deserto, all’apprendimento dell’agricoltura e alla relazione con popoli sconosciuti. Avendo questi ultimi strutture religiose, sociali e politiche consolidate e diverse, il compito risulta da subito tutt’altro che semplice! Vangelo: Una persona giovane e ricca, sente nel cuore un’esi-genza più profonda; avverte che ha bisogno di fare altro oltre l’osservanza dei comandamenti, ma la risposta di Gesù lo fa andare via triste. L’insegnamento finale spinge a riflettere sulla pericolosità delle ricchezze che impediscono di seguire Cristo per essere totalmente liberi di dedicarsi a Dio e al prossimo.
Se vuoi essere perfetto, vendi quello che possiedi e avrai un tesoro nel cielo – Dal Vangelo secondo Matteo: In quel tempo, un tale si avvicinò e gli disse: «Maestro, che cosa devo fare di buono per avere la vita eterna?». Gli rispose: «Perché mi interroghi su ciò che è buono? Buono è uno solo. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti». Gli chiese: «Quali?». Gesù rispose: «Non ucciderai, non commetterai adulterio, non ruberai, non testimonierai il falso, onora il padre e la madre e amerai il prossimo tuo come te stesso». Il giovane gli disse: «Tutte queste cose le ho osservate; che altro mi manca?». Gli disse Gesù: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e vieni! Seguimi!». Udita questa parola, il giovane se ne andò, triste; possedeva infatti molte ricchezze.
Riflessione: «Udita questa parola, il giovane se ne andò, triste». Tanto la prima Lettura quanto il Vangelo mettono in risalto l’ostinazione, la chiusura del cuore e la sordità dinanzi a Dio e ai suoi precetti. Il Libro dei Giudici sottolinea quest’atteggiamento ripetuto del popolo di Israele: questi continua a seguire altre divinità, allontanandosi dai precetti di Dio e adattandosi agli usi e costumi dei popoli pagani. Traviando la via di Dio, si ritrovano nelle difficoltà e nelle sofferenze: ritornano a Dio, ma poi tornano a traviarsi. E così la storia di Israele invece di narrarci la gioia di un popolo eletto, ci riporta sconfitte, miserie e deportazioni, guerre e tristezze. Anche il giovane ricco avrebbe potuto farci leggere una storia diversa, la realizzazione di un desiderio che si fa storia di salvezza, la gioia dell’ascolto della Parola che crea santità. Ed eccoci invece dinanzi ad un popolo infedele, ad un giovane triste… eccoci dinanzi alla tristezza della nostra infedeltà. Queste storie sono un po’ la nostra storia, la nostra tristezza, il nostro peccato. Ma Dio è fedele e anche oggi rinnova il suo invito ad una vita di comunione con lui, anche oggi rinnova la sua eterna Alleanza con ciascuno di noi, anche oggi è qui a proporci di seguirlo per avere la gioia perfetta in questa terra e la vita eterna nella pace del Paradiso.
Santo del giorno: 19 Agosto – Santa Sara, Moglie di Abramo: “Con l’uscita di Abram da Carran prende avvio la vicenda che porterà alla costituzione del popolo eletto (Gen 13). In questo capitolo di avvio della storia di Israele la moglie di Abramo, Sara, gioca un ruolo fondamentale nella costruzione della discendenza eletta e del compimento della promessa di un Dio che cammina con gli uomini. «Principessa» è il significato del nome di Sara e la sua regalità sarà il segno della presenza di Dio. In Sara, infatti, si realizza la promessa di una discendenza ad Abramo: dopo aver concepito da Agar il figlio Ismaele, illegittimo, il patriarca chiede a Dio un figlio da Sara. La fede di Abramo troverà un segno proprio nella promessa di un figlio dalla moglie ormai anziana. Nascerà così Isacco, il «figlio del riso», poiché Sara aveva riso ascoltando la promessa. Al capitolo 23 del libro della Genesi si legge: «Abramo seppellì Sara, sua moglie, nella caverna del campo di Macpela di fronte a Mamre, cioè Ebron, nel paese di Canaan». Anche dopo la morte, quindi, Sara si lega a una promessa di Dio: quella di una terra promessa” (Avvenire).
Preghiamo: O Dio, che hai preparato beni invisibili per coloro che ti amano, infondi in noi la dolcezza del tuo amore, perché, amandoti in ogni cosa e sopra ogni cosa, otteniamo i beni da te promessi, che superano ogni desiderio. Per il nostro Signore Gesù Cristo…