agosto, meditazioni

16 Agosto 2019

16 Agosto 2019 – Venerdì, XIX del Tempo Ordinario – (Gs 24,1-13; Sal 135[136]; Mt 19,3-12) – I Lettura: Nel brano odierno abbiamo una prima parte (la seconda sarà letta domani) dove gli studiosi biblici vedono un “Credo” proclamato nel rituale della celebrazione dell’alleanza, di cui si hanno tanti esempi nella Bibbia. La conquista di Canaan è un dono assoluto di Iahvè, preparato nei secoli attraverso tanti eventi provvidenziali divini, con lo scopo di favorire la base per sviluppare il piano della salvezza. Per bocca di Giosuè è Dio che parla al suo popolo ricordando tutto ciò che ha fatto. Vangelo: Nella prima parte del brano evangelico, Gesù è molto chiaro nel contestare le abitudini permissive del tempo, ricordando ai discepoli il disegno originario di Dio fin dalla creazione: l’uomo e la donna sono stati pensati per un matrimonio indissolubile. Il ripudio è inconciliabile con questo principio evangelico, inizialmente permesso da Mosè per la “durezza di cuore”, cioè per via di una condotta che non si lascia illuminare dalla Parola di Dio.

Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all’inizio però non fu così Dal Vangelo secondo Matteo: In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: «È lecito a un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?». Egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li fece maschio e femmina e disse: “Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne”? Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». Gli domandarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l’atto di ripudio e di ripudiarla?». Rispose loro: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all’inizio però non fu così. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di unione illegittima, e ne sposa un’altra, commette adulterio». Gli dissero i suoi discepoli: «Se questa è la situazione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi». Egli rispose loro: «Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Infatti vi sono eunuchi che sono nati così dal grembo della madre, e ve ne sono altri che sono stati resi tali dagli uomini, e ve ne sono altri ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca».

Riflessione: «Chiunque ripudia la propria moglie… commette adulterio». Gesù nei Vangeli è sempre molto concreto e chiaro, specialmente quando affronta temi che toccano la fede e la morale. In questo caso, riguardo l’uomo e la donna uniti in matrimonio, Gesù riprende anzitutto ciò che era già stato espressamente detto attraverso la Scrittura: l’uomo e la donna non sono più due ma una sola carne! L’uomo non può quindi dividere ciò che Dio ha unito. Chi, allontanandosi dal proprio coniuge, si unisce ad altri commette adulterio. Esso è un peccato che, se commesso con piena coscienza e deliberato consenso, viene considerato mortale. Ecco perché chi vive in situazioni di matrimonio irregolare, non avendo intenzione di interrompere tale situazione e non volendo impegnarsi ad astenersi dalle azioni illegittime, non può ordinariamente accostarsi al sacramento della Confessione (seppur si avesse il dolore del peccato, mancherebbe comunque l’elemento indispensabile del “proponimento di non più commetterne”) e di conseguenza l’impossibilità di accostarsi alla Comunione Eucaristica. A scanso di equivoci e confusioni, né la Scrittura, né il Magistero, tanto meno il papa hanno mai affermato il contrario!!! Il Matrimonio è una promessa di fedeltà che realizza la fedeltà di Cristo alla Chiesa e a ciascuno di noi, anche se noi venissimo meno all’amore per lui tradendolo. I coniugi cristiani realizzano nella propria vita e nella propria carne quel mistero grande dell’amore di Dio per l’uomo (cfr. Ef 5,32): mistero di gratuità, di fedeltà, di redenzione, di dono.

Santo del giorno: 16 Agosto – San Rocco, Terziario francescano, Pellegrino e Taumaturgo: Le fonti su di lui sono poco precise e rese più oscure dalla leggenda. In pellegrinaggio diretto a Roma dopo aver donato tutti sui beni ai poveri, si sarebbe fermato a ad Acquapendente, dedicandosi all’assistenza degli ammalati di peste e facendo guarigioni miracolose che diffusero la sua fama. Peregrinando per l’Italia centrale si dedicò ad opere di carità e di assistenza promuovendo continue conversione. Sarebbe morto in prigione, dopo essere stato arrestato presso Angera da alcuni soldati perché sospettato di spionaggio. Invocato nelle campagne contro le malattie del bestiame e le catastrofi naturali, il suo culto si diffuse straordinariamente nell’Italia del Nord, legato in particolare al suo ruolo di protettore contro la peste. Gregorio XIII introdusse il nome di Rocco nel Martirologio Romano, sotto il pontificato di Urbano VIII la Congregazione dei Riti accordo un Ufficio e una Messa propri per le chiese costruite in onore del santo. Infine, nel 1694, Innocenzo XII presrisse ai Francescani di celebrare la festa con rito doppio maggiore, forte della citazione fatta nel 1547 da Paolo IV nella Bolla Cum a nobis di San Roco quale membro del Terz’Ordine di San Francesco.

Preghiamo: Dio onnipotente ed eterno, che ci dai il privilegio di chiamarti Padre, fa’ crescere in noi lo spirito di figli adottivi, perché possiamo entrare nell’eredità che ci hai promesso. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

 

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