agosto, meditazioni

13 Agosto 2019

13 Agosto 2019 – Martedì, XIX del Tempo Ordinario – (Dt 31,1-8; Dt 32,3-4a.7-9.12; Mt 18,1-5.10.12-14) – I Lettura: Prima di salire sul monte Nebo per vedere la terra promessa, Mosè trasmette i suoi voleri a Giosuè a cui viene affidata la missione di conquistare Canaan e di installarvi le dodici tribù. Il fatto che vi siano un susseguirsi di vari capi alla guida del popolo eletto, scandito dall’affermazione che Dio sarà sempre con loro, ci assicura che è Dio stesso a tessere le fila della storia. Vangelo: Alla domanda dei discepoli di chi fosse il più grande nel Regno dei Cieli, Gesù dà loro una risposta che è del tutto inaspettata. Facendo avvicinare un bambino e mostrandoglielo afferma che è necessario convertirsi e diventare come i fanciulli. Il bambino, che nella mentalità Orientale era scarsamente considerato, diventa il segno della fede e dell’accoglienza del Regno di Dio, non tanto per il fatto di essere piccolo e innocente, ma per la sua fiducia spontanea. Il bambino è l’essere che ha bisogno di tutti e di tutto: per diventare grandi nel Regno dei Cieli è necessario imitare questa totale fiducia nei confronti di Dio.

Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli Dal Vangelo secondo Matteo: In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?». Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me. Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli. Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita? In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda».

Riflessione: «Il Signore stesso cammina davanti a te. Egli sarà con te, non ti lascerà e non ti abbandonerà». Dio si è manifestato a noi come l’Emmanuele, il Dio-con-noi. Colui che vediamo passeggiare nel giardino dell’Eden con i nostri Progenitori, rimane con le sue creature anche dopo il loro peccato, anzi promette ai Patriarchi e conferma con i Profeti che egli è il Dio fedele e che mai ci abbandonerà. Non abbandona Israele, suo eletto, anzi è presente e operante a suo favore. Così come è presente in ciascuno di noi, specialmente nei bambini, nei bisognosi, nei sofferenti, negli ultimi della società, negli esclusi ed emarginati.

Santo del giorno: 13 Agosto – Sant’Ippolito, Sacerdote e martire: Nel 230, durante l’impero di Alessandro Severo, la cui tolleranza in fatto di religione permise alla Chiesa di riorganizzarsi, venne eletto Papa Ponziano. Ma proprio in questa parentesi di pace avvenne nella Chiesa di Roma la prima funesta scissione che contrappose al legittimo pontefice un antipapa, nella persona di quell’Ippolito, restituito da un provvidenziale martirio all’unità e alla santità. Ippolito, sacerdote, colto e austero, era giunto ad accusare di eresia lo stesso pontefice San Zefirino e il diacono Callisto, e quando quest’ul-timo fu eletto papa nel 217, si ribellò, accettando di essere lui stesso invalidamente eletto dai suoi partigiani. Si mantenne nello scisma anche durante il pontificato di San Urbano I e di San Ponziano. Intanto l’imperatore Alessandro Severo veniva ucciso in Germania. Gli subentrava il trace Massimino, più duro nei confronti dei cristiani. Trovandosi di fronte a una Chiesa con due capi, spedì entrambi ai lavori forzati in una miniera della Sardegna. Ponziano rinunciò al pontificato. A succedergli fu Antero, che governò la Chiesa solo per 40 giorni. Ippolito morì nel 235.

Preghiamo: Dio onnipotente ed eterno, che ci dai il privilegio di chiamarti Padre, fa’ crescere in noi lo spirito di figli adottivi, perché possiamo entrare nell’eredità che ci hai promesso. Per il nostro…

 

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