27 Luglio 2019 – Sabato, XVI del Tempo Ordinario – (Es 24,3-8; Sal 49[50]; Mt 13,24-30) – I Lettura: La stipulazione dell’Alleanza sinaitica si compone di due elementi fondamentali che preludono all’Alleanza nuova stabilita in Cristo: l’insegnamento, rappresentato dalla rivelazione della Volontà di Dio, e l’effusione del sangue. Vangelo: La parabola della zizzania è dedicata interamente all’azione del maligno la cui pericolosità consiste, soprattutto, nel suo modo di agire nascosto e subdolo. Per difendersi occorrono pazienza e vigilanza.
Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura – Dal Vangelo secondo Matteo: In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponételo nel mio granaio”».
Riflessione: «… mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania». Nei Vangeli troviamo continuamente l’invito a vegliare per riconoscere il padrone quando giunge e per non cadere nella tentazione del peccato (cfr Mt 24,42-43; 25,13; 26,41; Mc 13,37; Lc 21,36 e tanti altri). Il nemico riesce a seminare la zizzania perché trova tutti dormienti. Non è difficile capire a quante situazioni della nostra vita si possa applicare tale situazione. Il sonno, come ci ricorda Gesù, rappresenta la coscienza distratta, oppressa, appesantita dagli affanni di questo mondo. Il sonno della coscienza sopraggiunge quando non interroghiamo il cuore, quando non lo indirizziamo. E quando il sonno ci assale non siamo più in grado di guidare i nostri passi, molliamo lo sterzo e finiamo fuori strada. Ed ecco che il nemico, Satana, colui che come leone ruggente va in giro per divorarci, non perde occasione di darci la spinta giusta per farci deviare. E senza accorgercene ci ritroviamo in una selva oscura, che la diritta via era smarrita! E quanto è difficile da estirpare in noi la zizzania senza l’intervento della misericordia divina: velocemente cresce e occupa tutto il nostro cuore.
Santo del giorno: 27 Luglio – Sant’Ugo di Lincoln, Fanciullo martire: «Il nostro martire, noto, per distinguerlo da un altro santo omonimo della stessa città, come il “piccolo Ugo di Lincoln”, era figlio di una povera donna, della quale c’è stato tramandato il nome di Beatrice, ed abitava a Lincoln, nella regione inglese del Lincolnshire. Nacque probabilmente nel 1246. Il 31 luglio del 1255, il giovinetto, che aveva circa otto anni, scomparve in circostanze misteriose. Il suo corpo, ormai esangue, fu ritrovato il 29 agosto successivo, ricoperto di immondizie, in un anfratto o in un pozzo, di proprietà di un ebreo di nome Jopin. Tanto bastò per incriminare dell’uccisione del piccolo Ugo gli ebrei della sua città. L’accusa era sempre quella che, nel corso del Medioevo e sino quasi ai nostri giorni, si ripeterà in continuazione: quella, vale a dire, di aver ucciso ritualmente fanciulli innocenti. A Jopin, in primo luogo, si addebitava di aver attirato il piccolo Ugo nella sua abitazione. Insieme, quindi, ad altri correligionari lì convenuti per l’occasione, egli avrebbe torturato il bambino, flagellandolo e coronandolo di spine, ed, infine, lo avrebbe crocefisso in irrisione della morte di Cristo. La storia, tramandateci da antiche cronache, continua a dire che la terra, con vari prodigi, si rifiutò di coprire il misfatto, accogliendo e nascondendo nelle sue viscere il corpo di Ugo. Per tale ragione, il cadaverino inerme del giovane fu abbandonato in un pozzo o in un anfratto, come già ricordato. Qualche tempo dopo la scomparsa, i compagni di gioco del piccolo riferirono alla madre di aver visto Ugo seguire l’ebreo. Nell’andare alla casa di questi, ella scoprì il corpo del figlio. Su Jopin pesava, quindi, la pesante accusa di aver commesso un omicidio rituale. Egli confessò questo crimine confidando nella promessa del giudice incaricato del caso, certo Giovanni di Lexington, che sarebbe stata risparmiata la vita a lui ed agli altri ebrei coinvolti qualora si fosse autoaccusato del misfatto, indicando nei suoi correligionari i complici. Nella sua deposizione, Jopin aggiunse, inoltre, che era un’usanza ebraica quella di crocifiggere ragazzi cristiani una volta l’anno in odio a Cristo. Il re Enrico III, però, passando per Lincoln circa cinque settimane dopo, agli inizi di ottobre, rifiutò di mantenere la promessa di Giovanni di Lexington. Jopin fu, quindi, giustiziato e novantuno ebrei di Lincoln furono arrestati e tradotti a Londra. Diciotto di loro furono giustiziati. I superstiti, ritenuti colpevoli, dapprima condannati a morte, furono perdonati grazie ai buoni uffici dei francescani o, secondo taluno, grazie all’esborso di una gran somma di denaro. I miracoli, che si disse essersi verificati sulla tomba del bambino per sua intercessione, fecero sì che il suo corpo fosse traslato dalla chiesa della parrocchia a cui Ugo apparteneva alla maestosa cattedrale gotica di Lincoln, dove fu lì sepolto con tutti gli onori e venerato come martire. Il racconto del martirio del piccolo S. Ugo è stato oggetto, nel corso del Medioevo, di ballate poetiche. Se vi era una qualche base di verità storica nell’accusa contro gli ebrei della città di Lincoln e di Jopin in particolare non c’è dato poterlo accertare con sicurezza. Quel che è indubitabile è che tali accuse (non provate), frutto di pregiudizi religiosi, assai spesso sono state strumentalmente utilizzate allo scopo di discriminare, nel corso dei secoli, gli appartenenti alla stirpe d’Israele e di estorcere ingenti somme di denaro alle loro comunità» (Francesco Patruno).
Preghiamo: Sii propizio a noi tuoi fedeli, Signore, e donaci i tesori della tua grazia, perché, ardenti di speranza, fede e carità, restiamo sempre fedeli ai tuoi comandamenti. Per il nostro Signore Gesù Cristo…