luglio, meditazioni

26 Luglio 2019

26 Luglio 2019 – Venerdì – Ss. Gioacchino e Anna (Memoria) – (Es 20,1-17; Sal 18[19]; Mt 13,18-23) – I Lettura: Le norme e le proibizioni contenute nel Decalogo vanno lette “alla luce del versetto introduttivo, dove Dio proclama Se stesso innanzitutto come il Liberatore dell’uomo. Se il Dio che ha liberato Israele dalla schiavitù egiziana, pone delle condizioni al suo popolo, per quanto esse possano sembrare restrittive, in nessun modo potranno essere intese come una nuova forma di schiavitù, costituita dalle proibizioni del Decalogo. Non avrebbe avuto senso eliminare una schiavitù politica per poi stabilirne una spirituale. La Legge mosaica – ovvero il Decalogo – deve essere intesa quindi come una Legge di libertà” (E. Cuffaro). Vangelo: «La Parola somiglia al seme perché il seme ha dentro di sé un’energia (cfr Mc 4,26-29), una vita intrinseca che si sprigiona quando esso viene deposto nella terra fertile a prescindere da colui che l’ha deposto. Così il ministro della Parola depone la Parola nei cuori ed essa produce i frutti con la sua efficacia, senza che l’annunciatore possa più influire. Per questo l’Apostolo Paolo trovandosi in carcere e ricordando alcuni che annunciano la Parola per motivi personali o di rivalità, si esprime in questi termini: “… Purché in ogni maniera… Cristo venga annunziato, io me ne rallegro e continuerò a rallegrarmene” (Fil 1,15-18)» (E. Cuffaro).

Colui che ascolta la Parola e la comprende, questi dà frutto Dal Vangelo secondo Matteo: In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».

Riflessione: «In quei giorni, Dio pronunciò tutte queste parole…».

I Dieci Comandamenti non sono l’imposizione arbitraria di un Signore tirannico. Essi sono stati scritti nella pietra, ma innanzitutto furono iscritti nel cuore dell’uomo come Legge morale universale, valida in ogni tempo e in ogni luogo. Oggi come sempre, le Dieci Parole della Legge forniscono l’unica base autentica per la vita degli individui, delle società e delle nazioni; oggi come sempre, esse sono l’unico futuro della famiglia umana. Salvano l’uomo dalla forza distruttiva dell’egoismo, dell’odio e della menzogna. Evidenziano tutte le false divinità che lo riducono in schiavitù: l’amore di sé sino all’esclusione di Dio, l’avidità di potere e di piacere che sovverte l’ordine della giustizia e degrada la nostra dignità umana e quella del nostro prossimo… Osservare i Comandamenti significa essere fedeli a Dio, ma significa anche essere fedeli a noi stessi, alla nostra autentica natura e alle nostre più profonde aspirazioni. Il vento che ancora oggi soffia dal Sinai ci ricorda che Dio desidera essere onorato nelle sue creature e nella loro crescita.

 (Giovanni Paolo II, Discorso sul Sinai, 26 febbraio 2000)

Santo del giorno: 26 Luglio – Ss. Gioacchino e Anna, Genitori della Beata Vergine Maria: Anna e Gioacchino sono i genitori della Vergine Maria. Gioacchino è un pastore e abita a Gerusalemme, anziano sacerdote è sposato con Anna. I due non avevano figli ed erano una coppia avanti con gli anni. Un giorno mentre Gioacchino è al lavoro nei campi, gli appare un angelo, per annunciargli la nascita di un figlio ed anche Anna ha la stessa visione. Chiamano la loro bambina Maria, che vuol dire «amata da Dio». Gioacchino porta di nuovo al tempio i suoi doni: insieme con la bimba dieci agnelli, dodici vitelli e cento capretti senza macchia. Più tardi Maria è condotta al tempio per essere educata secondo la legge di Mosè. Sant’Anna è invocata come protettrice delle donne incinte, che a lei si rivolgono per ottenere da Dio tre grandi favori: un parto felice, un figlio sano e latte sufficiente per poterlo allevare. È patrona di molti mestieri legati alle sue funzioni di madre, tra cui i lavandai e le ricamatrici.

Preghiamo: Dio dei nostri padri, che ai santi Gioacchino e Anna hai dato il privilegio di avere come figlia Maria, madre del Signore, per loro intercessione concedi ai tuoi fedeli di godere i beni della salvezza eterna. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

 

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