20 Luglio 2019 – Sabato, XV del Tempo Ordinario – (Es 12,37-42; Sal 135[136]; Mt 12,14-21) – I Lettura: La lettura odierna descrive la fuga di Israele dall’Egitto: il popolo passa dalla schiavitù alla libertà. Per Israele l’uscita dall’Egitto non è solo uscire da uno stato di umiliazione, ma significa mettersi in cammino verso il regno di Dio. La prontezza che Israele mostra ad uscire dall’Egitto è figura del fatto che al dono della libertà debba corrispondere un’adesione volontaria, pronta e senza sciupare tempo e grazia. Vangelo: Gesù, “saputo che lo volevano uccidere si allontanò”. È in questo atteggiamento mite che l’evangelista vede realizzare quanto il profeta Isaìa dice del Servo Sofferente. Gesù in prima persona ha vissuto la beatitudine dei miti, rifiutato va altrove e continua la sua predicazione. La missione di Gesù è quella di far trionfare la volontà di Dio, la quale è misericordia, bontà e fedeltà.
Impose loro di non divulgarlo, perché si compisse ciò che era stato detto – Dal Vangelo secondo Matteo: In quel tempo, i farisei uscirono e tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. Gesù però, avendolo saputo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed egli li guarì tutti e impose loro di non divulgarlo, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: «Ecco il mio servo, che io ho scelto; il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento. Porrò il mio spirito sopra di lui e annuncerà alle nazioni la giustizia. Non contesterà né griderà né si udrà nelle piazze la sua voce. Non spezzerà una canna già incrinata, non spegnerà una fiamma smorta, finché non abbia fatto trionfare la giustizia; nel suo nome spereranno le nazioni».
Riflessione: «Gesù, avendolo saputo, si allontanò di là». L’atteggiamento di Gesù non è quello di sfida, non è il tipo che tira dritto incurante di ciò che avviene intorno a lui: spesso i Vangeli ci parlano del suo doversi nascondere, fuggire, allontanarsi, cose che Egli fa pur non tralasciando l’opera che il Padre gli ha dato di compiere. In questo possiamo vedere Gesù come modello di prudenza, una delle quattro virtù principali del cristiano (e per questo definite virtù cardinali, in quanto sono come i cardini intorno a cui gira la nostra vita). Così la definisce il Catechismo: “La prudenza è la virtù che dispone la ragione pratica a discernere in ogni circostanza il nostro vero bene e a scegliere i mezzi adeguati per compierlo… È la prudenza che guida immediatamente il giudizio di coscienza. L’uomo prudente decide e ordina la propria condotta seguendo questo giudizio. Grazie alla virtù della prudenza applichiamo i principi morali ai casi particolari senza sbagliare e superiamo i dubbi sul bene da compiere e sul mal da evitare” (1806). E ancora: “L’uomo talvolta si trova ad affrontare situazioni che rendono incerto il giudizio morale e difficile la decisione. Egli deve sempre ricercare ciò che è giusto e buono e discernere la volontà di Dio espressa nella legge divina. A tal scopo l’uomo si sforza di interpretare i dati dell’esperienza e i segni dei tempi con la virtù della prudenza, con i consigli di persone avvedute e con l’aiuto dello Spirito Santo” (1787-1788).
Santo del giorno: 20 Luglio – Sant’Apollinare di Ravenna, Vescovo e martire: “Sant’Apollinare, originario di Antiochia, per primo rivestì la carica episcopale nella città imperiale di Ravenna, forse incaricato dallo stesso apostolo San Pietro, di cui si dice fosse stato discepolo. Si dedicò all’opera di evangelizzazione dell’Emilia-Romagna, per morire infine martire, come vuole la tradizione. Le basiliche di Sant’A-pollinare in Classe e Sant’Apollinare Nuovo sono luoghi privilegiati nel tramandarne la memoria. Il suo culto tuttavia si diffuse rapidamente anche oltre i confini cittadini. I pontefici Simmaco (498-514) ed Onorio I (625-638) ne favorirono la diffusione anche a Roma, mentre il re franco Clodoveo gli dedicò una chiesa presso Digione. In Germania probabilmente si diffuse ad opera dei monasteri benedettini, camaldolesi e avellani. Una chiesa era a lui dedicata anche a Bologna nell’area del Palazzo del Podestà, ma siccome fu demolita nel 1250 il cardinale Lambertini gli dedicò un altare nell’attuale Cattedrale cittadina. Sant’A-pollinare è considerato patrono della città di cui per primo fu pastore, nonché dell’intera regione Emilia-Romagna” (Avvenire).
Preghiamo: O Dio, che mostri agli erranti la luce della tua verità, perché possano tornare sulla retta via, concedi a tutti coloro che si professano cristiani di respingere ciò che è contrario a questo nome e di seguire ciò che gli è conforme. Per il nostro Signore Gesù Cristo…