luglio, meditazioni

15 Luglio 2019

15 Luglio 2019 – Lunedì, XV del Tempo Ordinario – San Bonaventura (Memoria) – (Es 1,8-14.22; Sal 123[124]; Mt 10,34-11,1) – I Lettura: Il libro dell’Èsodo, inizia dopo la morte di Giuseppe e quando sorge in Egitto un nuovo re che non lo aveva conosciuto. Il nuovo faraone ha solo preoccupazioni prettamente politiche essendo gli Ebrei molto più numerosi degli egiziani, e teme possano diventare una minaccia per l’equilibrio del suo potere. Decide così di indebolire questo popolo inducendolo alla schiavitù e sopprimendo i primogeniti maschi. Vangelo: Il brano del Vangelo odierno, è la conclusione del discorso sulla missione. Il brano continua a descrivere la dura radicalità del discepolato; scelta esclusiva di Dio anche a costo di perdere l’affetto dei familiari e condurre una vita sacrificata. L’essere cristiano comporta il perdere la propria vita per salvarla. È proprio questo morire che fa germogliare la vita in tutta la sua pienezza. La forza, la speranza e la dignità del discepolo sta nel fatto che in lui è presente Cristo; pur essendo il più piccolo che non ha autorità, che non possiede carismi particolari… basta avere fede in Lui.

Sono venuto a portare non pace, ma spada Dal Vangelo secondo Matteo: In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada. Sono infatti venuto a separare l’uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera; e nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa. Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà. Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto. Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa». Quando Gesù ebbe terminato di dare queste istruzioni ai suoi dodici discepoli, partì di là per insegnare e predicare nelle loro città.

Riflessione: «Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra». Spesso scambiamo la religione come il luogo del “volemose bene”, dove bisogna essere disposti a sacrificare tutto pur di stare in pace con tutti. Sappiamo dall’esempio di Gesù che in realtà non è così. Pensare ad una fede che debba necessariamente produrre pace e concordia significa essere disposti al compromesso, giocare al ribasso, far entrare tutti senza distinzioni. Gesù invece è sempre stato molto chiaro: ci sono i pesci buoni e quelli non buoni (cfr. Mt 13,48); ci sono le pecore e ci sono le capre (cfr. Mt 25,32-33); c’è il grano buono, che produce il trenta, il sessanta o il cento per uno, e c’è la zizzania che soffoca il grano buono (cfr. Mt 13,30). Non si può prescindere da tale certezza: Dio si dona a tutti, ma non tutti lo accolgono; la grazia è per tutti, ma non tutti l’accettano. E la pace è minacciata proprio dal peccato: finché sulla terra ci sarà il peccato, non ci sarà mai pace. Perché il peccato fomenta l’egoismo, l’orgoglio, la superbia, l’immoralità, l’invidia, il tornaconto e ogni altro disordine, e il disordine crea litigi, divisioni e guerre. Cristo viene come luce, ma alla sua luce si dividono i figli della luce dai figli delle tenebre che lotteranno contro la Luce e faranno guerra ai figli di Dio. A noi sta scegliere da che parte stare!

Santo del giorno: 15 Luglio – San Bonaventura, Vescovo e dottore della Chiesa: “Giovanni Fidanza nacque a Bagnoregio (Viterbo) nel 1218. Bambino fu guarito da san Francesco, che avrebbe esclamato: « Oh bona ventura ». Gli rimase per nome ed egli fu davvero una «buona ventura» per la Chiesa. Studiò a Parigi e durante il suo soggiorno in Francia, entrò nell’Ordine dei Frati Minori. Insegnò teologia all’università di Parigi e formò intorno a sé una reputatissima scuola. Nel 1257 venne eletto generale dell’Ordine francescano, carica che mantenne per diciassette anni con impegno al punto da essere definito secondo fondatore dell’Ordine. Scrisse numerose opere di carattere teologico e mistico ed importante fu la «Legenda maior», biografia ufficiale di San Francesco, a cui si ispirò Giotto per il ciclo delle Storie di San Francesco. Fu nominato vescovo di Albano e cardinale. Partecipò al II Concilio di Lione che, grazie anche al suo contributo, segnò un riavvicinamento fra Chiesa latina e Chiesa greca. Proprio durante il Concilio, morì a Lione, il 15 luglio 1274. (Avvenire)

Preghiamo: Dio onnipotente, guarda a noi tuoi fedeli riuniti nel ricordo della nascita al cielo del vescovo san Bonaventura, e fa’ che siamo illuminati dalla sua sapienza e stimolati dal suo serafico ardore. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

 

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