luglio, meditazioni

9 Luglio 2019

9 Luglio 2019 – Martedì, XIV del Tempo Ordinario – (Gen 32,23-33; Sal 16[17]; Mt 9,32-38) – I Lettura: L’episodio racchiuso in questi versetti interrompe il racconto dell’incontro di Giacobbe con Esaù. Prima di continuare, infatti, l’autore vuole aiutare il lettore ad inquadrare l’insieme delle storie di Giacobbe e presentare l’autentica figura del patriarca. Per l’autore la lotta notturna di Giacobbe è il segno di una misteriosa prova che il patriarca supera (cfr. Sap 10,12). Sulla base di questa vittoria egli viene costituito capostipite dell’intero Israele. Vangelo: “Le persone si radunano, affamate e assetate, a migliaia. Gesù prova compassione, si lascia coinvolgere emotivamente, affettivamente dalle tante persone che cercano una risposta, che cercano luce interiore. E chiede ai suoi di pregare perché il Padre mandi operai nella messe. Davanti allo smarrimento della folla Gesù propone come soluzione… la Chiesa! La Chiesa, la comunità dei fratelli e sorelle che hanno incontrato la misericordia di Dio e sono diventati discepoli, è chiamata ad avere la stessa compassione del Signore, ad agire per sostenere l’umanità conducendola verso Dio in Cristo. Siamo la consolazione di Dio per le persone che incontreremo in questa giornata, siamo noi il volto di Dio. Siamo chiamati a diventare trasparenza del vangelo, a rendere accessibile Dio ad ogni persona. Che grande dono abbiamo ricevuto, che dignità!” (P. Curtaz).

La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Dal Vangelo secondo Matteo: In quel tempo, presentarono a Gesù un muto indemoniato. E dopo che il demonio fu scacciato, quel muto cominciò a parlare. E le folle, prese da stupore, dicevano: «Non si è mai vista una cosa simile in Israele!». Ma i farisei dicevano: «Egli scaccia i demòni per opera del principe dei demòni». Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe perché mandi operai nella sua messe!».

Riflessione: «Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore». L’annotazione di questo sentimento di compassione di Cristo sulle folle, viene descritto dopo aver riportato la reazione cieca dei Farisei che accusano Gesù di cacciare i demòni per opera del principe dei demòni. Proprio quelle guide che Dio aveva suscitato da sempre in mezzo al popolo per poterlo sostenere, guidare, illuminare e condurre tra le braccia di Dio, proprio loro sono coloro che confondono il gregge, lo scandalizzano e lo disperdono, allontanandolo dal Cristo e immettendo falsità nella loro fragile coscienza. Gesù non reagisce con disprezzo, non condanna, non punta il dito, ma prova compassione: egli che non è venuto per giudicare e condannare, ha come obiettivo che nessuno vada perduto. La sua compassione è ricerca di una via per giungere al cuore degli uomini, è desiderio di salvezza per tutti, slancio di offerta e riparazione al Padre per ciascuno. Uno sguardo di misericordia, capace di andare oltre le reazioni e i sentimenti. Uno sguardo attento, che si china sulla stanchezza dei fratelli e ne scorge lo smarrimento. Uno sguardo che si fa preghiera al Padre, invito per ognuno di noi ad implorare guide sante, pastori secondo il suo Cuore, pronti a mettersi essi stessi in ascolto del Buon Pastore e desiderosi di darsi per il bene del gregge.

Santo del giorno: 9 Luglio – Sante 7 Francescane Missionarie di Maria, Vergini e martiri: Sette suore della congregazione delle Francescane Missionarie di Maria, suor Maria Ermellina di Gesù (Irma Grivot), suor Maria della Pace (Marianna Giuliani), suor Maria Chiara (Clelia Nanetti), suor Maria Adolfina (Anne-Catherine Dierks), suor Maria Amandina (Pauline Jeuris), suor Maria di Santa Natalia (Jeanne-Marie Kerguin) e suor Maria di San Giusto (Anne-Françoise Moreau), giunsero il 4 maggio 1899 a Taiyuan, nella provincia dello Shanxi. S’impegnarono subito nell’orfanotrofio della missione, che accoglieva circa duecento bambine. Quando la rivolta del movimento dei “Boxers”, che avversavano gli occidentali e la religione cristiana, si estese allo Shanxi, le suore scelsero di affrontare il rischio del martirio. Il 5 luglio 1900, insieme ai frati, ai seminaristi e ad alcuni laici, furono imprigionate nell’“Albergo della pace celeste”. Ne uscirono il 9 luglio, per essere condotte al palazzo del viceré dello Shanxi e venire uccise, insieme ai loro compagni. Furono le ultime a morire, per decapitazione. Incluse nel gruppo capeggiato dal vescovo monsignor Gregorio Grassi, che contava in tutto ventisei martiri, sono state beatificate il 24 novembre 1946 da papa Pio XII e canonizzate da san Giovanni Paolo II il 1° ottobre 2000.

Preghiamo: O Dio, che nell’umiliazione del tuo Figlio hai risollevato l’umanità dalla sua caduta, donaci una rinnovata gioia pasquale, perché, liberi dall’oppressione della colpa, partecipiamo alla felicità eterna. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

 

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