giugno, Liturgia

XIII del Tempo Ordinario (C) 30 Giugno 2019

Antifona d’ingresso

Popoli tutti, battete le mani, acclamate a Dio con voci di gioia. (Sal 47,2)

Colletta      

O Dio, che ci hai reso figli della luce con il tuo Spirito di adozione, fa’ che non ricadiamo nelle tenebre dell’errore, ma restiamo sempre luminosi nello splendore della verità. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

Oppure: 

O Dio, che ci chiami a celebrare i tuoi santi misteri, sostieni la nostra libertà con la forza e la dolcezza del tuo amore, perché non venga meno la nostra fedeltà a Cristo nel generoso servizio dei fratelli. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

Prima lettura           1Re 19,16b.19-21

Eliseo si alzò e seguì Elìa.

Per i profeti d’Israele era normale ungere i re, perché questa era la prassi, ma l’unzione di un profeta era un fatto nuovo, in quanto il carisma profetico si riceve direttamente da Dio, senza intermediari. In questa fase della sua vita, in cui Elìa ha imparato a incontrare Dio ascoltando la voce del silenzio (cfr. 1 Re 19,9-13), nelle profondità della contemplazione, egli acquista anche una inaspettata fecondità, divenendo padre di Eliseo, secondo lo spiri-to’ (E. Cuffaro).

Dal primo libro dei Re

In quei giorni, il Signore disse a Elìa: «Ungerai Eliseo, figlio di Safat, di Abel-Mecolà, come profeta al tuo posto». Partito di lì, Elìa trovò Eliseo, figlio di Safat. Costui arava con dodici paia di buoi davanti a sé, mentre egli stesso guidava il dodicesimo. Elìa, passandogli vicino, gli gettò addosso il suo mantello. Quello lasciò i buoi e corse dietro a Elìa, dicendogli: «Andrò a baciare mio padre e mia madre, poi ti seguirò». Elìa disse: «Va’ e torna, perché sai che cosa ho fatto per te». Allontanatosi da lui, Eliseo prese un paio di buoi e li uccise; con la legna del giogo dei buoi fece cuocere la carne e la diede al popolo, perché la mangiasse. Quindi si alzò e seguì Elìa, entrando al suo servizio.     Parola di Dio.

Salmo Responsoriale         Dal Salmo 15 (16)

«Fuggiamo da quaggiù. Puoi fuggire con l’animo anche se sei trattenuto col corpo: puoi essere qui ed essere insieme presente al Signore se l’anima tua a lui si unisce, se cammini con lui nei tuoi pensieri, se segui con la fede e non solo apparentemente le sue vie, se ti rifugi in lui. È infatti rifugio e fortezza, come dice Davide: In te mi rifugiai e non fui ingannato (Sal 76,3). Dio è dunque il nostro rifugio. Ma egli è nei cieli e sopra i cieli: lassù dobbiamo fuggire: là vi è pace, là vi è riposo da ogni fatica, là si banchetta nel grande sabato, come disse Mosè: I sabati saranno per voi giorno di banchetto sulla terra (Lv 25,5). È un banchetto pieno di letizia e tranquillità riposare in Cristo, contemplare la sua beatitudine» (Sant’Ambrogio).

Rit. Sei tu, Signore, l’unico mio bene.

Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.

Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu».

Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:

nelle tue mani è la mia vita. Rit.

Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;

anche di notte il mio animo mi istruisce.

Io pongo sempre davanti a me il Signore,

sta alla mia destra, non potrò vacillare. Rit.

Per questo gioisce il mio cuore

ed esulta la mia anima;

anche il mio corpo riposa al sicuro,

perché non abbandonerai la mia vita negli inferi,

né lascerai che il tuo fedele veda la fossa. Rit.

Mi indicherai il sentiero della vita,

gioia piena alla tua presenza,

dolcezza senza fine alla tua destra. Rit.

Seconda Lettura          Gal 5,1.13-18

Siete stati chiamati alla libertà.

Cristo ci ha liberati dai precetti dell’Antica Alleanza, ma non in vista di una vita senza regole; la libertà cristiana non consiste affatto nell’assenza di regole, bensì in una vita regolata dallo Spirito’ (E. Cuffaro).

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati

Fratelli, Cristo ci ha liberati per la libertà! State dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù. Voi infatti, fratelli, siete stati chiamati a libertà. Che questa libertà non divenga però un pretesto per la carne; mediante l’amore siate invece a servizio gli uni degli altri. Tutta la Legge infatti trova la sua pienezza in un solo precetto: «Amerai il tuo prossimo come te stesso». Ma se vi mordete e vi divorate a vicenda, badate almeno di non distruggervi del tutto gli uni gli altri! Vi dico dunque: camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare il desiderio della carne. La carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste. Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete sotto la Legge.     Parola di Dio.

Canto al Vangelo         1Sam 3,9; Gv 6,68c

Alleluia, alleluia.

Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta: tu hai parole di vita eterna.

Alleluia.

Vangelo        Lc 9,51-62

Prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme. Ti seguirò ovunque tu vada.

Le esigenze della vocazione cristiana vanno oltre le capacità umane. Il discepolo deve assomigliare in tutto al Maestro che fa la volontà del Padre, deve essere misericordioso e distaccato da tutto, ma prima deve abbandonare la presunzione di esserne capace da solo.

Dal Vangelo secondo Luca

Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio. Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio».  Parola del Signore.

La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa

Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme – Mons. Antonio Riboldi, Vescovo (Omelia, 1 luglio 2007): Il Vangelo che Luca ci propone oggi ha dello sconvolgente per tutto quello che vi è narrato. Si incrociano Gesù, che si dirige decisamente verso Gerusalemme, come a mostrare il suo deciso amore che si farà morte e resurrezione, e, sulla sua strada, una serie di rifiuti e di proposte che mettono in crisi le nostre risposte all’invito di Gesù a seguirlo. “Mentre stavano compiendosi i giorni in cui Gesù sarebbe stato tolto dal mondo – racconta Luca – egli si diresse decisamente verso Gerusalemme e mandò avanti dei messaggeri. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per fare i preparativi per Lui. Ma essi non vollero riceverlo, perché era diretto a Gerusalemme. (I Samaritani non credevano nella resurrezione e andare a Gerusalemme voleva dire preferire chi credeva diversamente da loro). Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi? Ma Gesù si voltò e li rimproverò, e si avviarono verso un altro villaggio. Mentre andavano per la strada, un tale gli disse: Ti seguirò dovunque tu vada. Gesù gli rispose: Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo (Certamente Gesù ha letto nelle parole di chi si offriva a seguirlo, il senso di un’avventura che nulla aveva a che vedere con la sequela, che non ammette se non “la piena” disponibilità). Ad un altro invece disse, (senza che lo avesse chiesto!): Seguimi! E costui rispose: Signore, concedimi di andare a seppellire prima mio padre. Gesù replicò: Lascia che i morti seppelliscano i morti: tu va’ e annunzia il Vangelo. Un altro disse: Ti seguirò, ma prima lascia che io mi congedi da quelli di casa. Ma Gesù gli rispose: Nessuno che ha messo la mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno dei cieli” (Lc 5,51-62). È davvero un Vangelo che fa tanto male alla nostra natura, che a volte sogna o vorrebbe fare grandi scalate nel bene, ma poi si fa fermare da tante “cose”, che sono i veri ostacoli al donarsi totalmente. Gesù, il Maestro che era ed è tra noi, sa molto bene che quando uno accetta di seguirLo, nel meraviglioso ma difficile cammino della santità, non può mai permettersi dei “ni”: vuole dei “sì” o dei “no” a tutto tondo. E se siamo sinceri, tutti noi sappiamo come, nella esperienza di vita sinceramente cristiana, sia forte a volte la tentazione di farsi prendere da considerazioni o condizioni, che sono in realtà come un mettere “grossi alberi di traverso” sulla strada della sequela.

In cammino verso Gerusalemme – CCC 557-558: Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato tolto dal mondo, [Gesù] si diresse decisamente verso Gerusalemme” (Lc 9,51). Con questa decisione, indicava che saliva a Gerusalemme pronto a morire. A tre riprese aveva annunziato la sua passione e la sua Risurrezione. Dirigendosi verso Gerusalemme dice: “Non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme” (Lc 13,33). Gesù ricorda il martirio dei profeti che erano stati messi a morte a Gerusalemme. Tuttavia, non desiste dall’invitare Gerusalemme a raccogliersi attorno a lui: “Gerusalemme… quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una gallina raccoglie i pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto!” (Mt 23,37b). Quando arriva in vista di Gerusalemme, Gesù piange sulla città ed ancora una volta manifesta il desiderio del suo cuore: “Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace! Ma ormai è stata nascosta ai tuoi occhi” (Lc 19,41-42).

Scenda un fuoco – CCC 2302-2303: Richiamando il comandamento: “Non uccidere” (Mt 5,21), nostro Signore chiede la pace del cuore e denuncia l’immoralità dell’ira omicida e dell’odio. L’ira è un desiderio di vendetta. “Desiderare la vendetta per il male di chi va punito è illecito”; ma è lodevole imporre una riparazione “al fine di correggere i vizi e di conservare il bene della giustizia. Se l’ira si spinge fino al proposito di uccidere il prossimo o di ferirlo in modo brutale, si oppone gravemente alla carità; è un peccato mortale. Il Signore dice: “Chiunque si adira contro il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio”(Mt 5,22).

Il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo – CCC 544: Il Regno appartiene ai poveri e ai piccoli, cioè a coloro che l’hanno accolto con un cuore umile. Gesù è mandato per «annunziare ai poveri un lieto messaggio» (Lc 4,18). Li proclama beati, perché «di essi è il regno dei cieli» (Mt 5,3); ai «piccoli» il Padre si è degnato di rivelare ciò che rimane nascosto ai sapienti e agli intelligenti. Gesù condivide la vita dei poveri, dalla mangiatoia alla croce; conosce la fame, la sete e l’indigenza. Anzi, arriva a identificarsi con ogni tipo di poveri e fa dell’amore operante verso di loro la condizione per entrare nel suo Regno.

Un cammino di fede – Catechismo degli Adulti 137: Gesù, con il suo messaggio, scuote sia la presunzione sia il pessimismo; suscita il coraggio audace dell’umiltà. Il suo è un invito a camminare dietro a lui, verso un futuro misterioso, dono gratuito e certo di Dio, non conquista solitaria e problematica dell’uomo. Dio è già all’opera nella storia per preparare un mondo nuovo. Il fascino della buona notizia fa uscire dalle illusorie sicurezze e dalle paure; attrae i nostri passi su una strada difficile e imprevedibile, ma senz’altro carica di promesse, come quella dei primi discepoli.

Preghiera dei Fedeli                                              (proposta)

Fratelli e sorelle, al Signore che s’incammina risolutamente verso il sacrificio della sua vita scegliendo tra i discepoli i suoi compagni di viaggio, chiediamo aiuto e forza per tutti noi che vogliamo seguirlo con la testimonianza della vita.

Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore! 

– Per il Papa, i vescovi e tutti i cristiani: siano Gesù vivente nel mondo, siano il sale che dà sapore alla terra e la luce che rischiara la vita. Preghiamo.

– Per coloro che il Signore chiama ad essere suoi sacerdoti e suoi religiosi: non rimangano prigionieri delle loro esitazioni ma offrano nell’obbedien-za il loro «sì» a Dio. Preghiamo.

– Per i giovani: perché il senso della loro vocazione sia compreso e vissuto, lasciando che il Signore li guidi nelle scelte. Preghiamo.

– Per la nostra comunità: sia la famiglia che accompagna Gesù e cerca la sua compagnia nella fedeltà al Vangelo. Preghiamo.

Celebrante: Signore Gesù, concedi ai cristiani di avere, nel fare il bene, la tua forza serena, senza esitazioni né tentennamenti. Tu che vivi…

Preghiera sulle offerte

O Dio, che per mezzo dei segni sacramentali compi l’opera della redenzione, fa’ che il nostro servizio sacerdotale sia degno del sacrificio che celebriamo. Per Cristo nostro Signore.

Prefazio delle Domeniche del Tempo Ordinario III    (proposta)

La nostra salvezza nel Figlio di Dio fatto uomo.

È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza,

rendere grazie sempre e in ogni luogo

a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.

Abbiamo riconosciuto il segno della tua immensa gloria

quando hai mandato tuo Figlio a prendere su di sé la nostra debolezza;

in lui nuovo Adamo hai redento l’umanità decaduta,

e con la sua morte ci hai resi partecipi della vita immortale.

Per mezzo di lui si allietano gli angeli

e nell’eternità adorano la gloria del tuo volto.

Al loro canto concedi, o Signore,

che si uniscano le nostre umili voci nell’inno di lode: Santo…

 

Antifona alla comunione

Anima mia, benedici il Signore: tutto il mio essere benedica il suo santo nome. (Sal 103,1)

Oppure: “Padre, prego per loro, perché siano in noi una cosa sola, e il mondo creda che tu mi hai mandato”, dice il Signore. (Gv 17,20-21)

Oppure: Gesù mosse decisamente verso Gerusalemme incontro alla sua passione. (cfr. Lc 9,51)

Preghiera dopo la comunione

La divina Eucaristia, che abbiamo offerto e ricevuto, Signore, sia per noi principio di vita nuova, perché, uniti a te nell’amore, portiamo frutti che rimangano per sempre. Per Cristo nostro Signore.

  Un po’ di pane per camminare

La tematica centrale della Parola odierna è costituita dalla vocazione cristiana con le sue radicali esigenze di libertà e di distacco interiore dalle cose e dalle persone. La prima lettura narra della vocazione del profeta Eliseo, destinato a essere in Israele il successore di Elìa; il vangelo presenta alcuni incontri, avvenuti lungo la strada per Gerusalemme, in cui tre uomini chiedono a Gesù di poter rimanere con Lui. La seconda lettura descrive la vocazione cristiana come un camminare nello Spirito per essere liberi.

Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto”. Lc usa il termine “analêmpsis-assunzione, innalzamento” che richiama il rapimento di Elìa, la sorte del “servo di Jahvé” in Is 41,1 e specialmente l’a-scensione di Gesù che tuttavia si intende sempre nella sua interezza di Passione – Morte – Resurrezione – Ascensione – Pentecoste.

Egli prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme”. Qui la traduzione rende il senso della frase, che tradotta letteralmente suonerebbe così: “Indurì il suo volto per andare verso Gerusalemme”. L’espres-sione lucana: “Indurire il volto” è un’espressione dal sapore idiomatico che allude alla decisione irrevocabile di compiere un determinato gesto.

Ma è anche una frase fortemente evocativa; infatti la ritroviamo nel terzo carme del servo di Jahvè: “Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto svergognato, per questo rendo la mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare confuso” (Is 50,7; cfr. Ez 21,7; 6,2; 13,17; 14,8; 15,7; 20,46).

Questo significa che qui Lc usa un linguaggio profetico. Nella trasfigurazione, Gesù parlava con Mosè ed Elìa dell’“è-xodos” che si apprestava a compiere a Gerusalemme (9,31). La presentazione di Gesù come profeta viene rafforzata, nel nostro passo, nei primi gesti di Gesù, dove scorgiamo nuovamente allusioni a Mosè ed Elìa. Gesù che manda messaggeri dinanzi a sé ci ricorda Es 23,20: “Ecco, io mando un angelo davanti a te per custodirti sul cammino e per farti entrare nel luogo che ho preparato”.

 

Leave a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *