24 Giugno 2019 – Lunedì, XII del Tempo Ordinario – Natività di San Giovanni Battista (Solennità) – (Is 49,1-6; Sal 138[139]; At 13,22-26; Lc 1,57-66.80) – I Lettura: Fino ad ora, la missione del Profeta è stata diretta alla consolidazione e alla riunione dei regni di Giuda e d’Israele. Nei versetti seguenti, la sua vocazione prende un aspetto universale: ciò che Jahvè sta per operare, sarà un evento mondiale che rivelerà a tutte le nazioni l’azione salvifica di Dio. II Lettura: La salvezza, operata da Dio, inizia con l’elezione dei Patriarchi, la liberazione dall’Egitto, la missione dei Giudici… (cfr. vv. 17-20) ed, infine, con la consacrazione del re Davide al quale viene fatta una promessa. Così, Paolo, inizia il suo discorso ad Antiòchia. Introduce, poi, il messaggio di Gesù, soffermandosi su Giovanni e sulla testimonianza da lui resa a Cristo. Vangelo: Giovanni significa “Jahvè è Misericordia”, e già dalla sua nascita, avvenuta da genitori anziani, si manifesta la benevolenza di Dio. Nell’episodio della circoncisione, due sono i segni con cui Dio si manifesta come Misericordia: il nome del bambino, voluto malgrado nessuno in famiglia lo portasse, e attraverso le benedizioni del padre muto, improvvisamente risanato. Prodigi che suscitano meraviglia.
Giovanni è il suo nome – Dal Vangelo secondo Luca: Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui. Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.
Riflessione: «… sarai chiamato profeta dell’Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade». San Giovanni è da sempre considerato il punto di giuntura tra le promesse dei profeti e delle Scritture dell’Antico Testamento, e la realizzazione delle stesse nella persona di Cristo Gesù. Punto di giuntura perché egli è ancora tra coloro che sono chiamati a preparare la via al Signore che viene; ma è anche colui che riconosce e testimonia come ormai realizzate nella persona del Cristo le promesse stesse. La Chiesa celebra festosamente la sua nascita (contrariamente agli altri santi di cui, solitamente, celebra la morte, cioè la nascita in cielo degli stessi) perché sin dal grembo materno egli iniziò la sua testimonianza, quando esultò nel grembo di Elisabetta al saluto della Vergine che portava in sé il Signore. Testimonianza resa successivamente al Giordano dove il Battista indica Gesù come l’Agnello che toglie i peccati del mondo. Testimonianza espressa sino all’estremo con il martirio subìto per mano di Erode per affermare senza compromessi la via di Dio. La nascita del Battista ci dice la necessità di fare spazio a Dio, di preparargli una via attraverso cui poterci raggiungere. Ieri come oggi, egli attende quei testimoni, che come il Battista, con la vita, la parola e l’esempio preparino i cuori ai doni di Dio.
La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa: Natività di san Giovanni Battista – Giovanni Paolo II (Angelus, 24 giugno 1984): “Il Signore dal seno materno mi ha chiamato, fin dal grembo di mia madre ha pronunziato il mio nome” (Is 49,1). Oggi la Chiesa celebra la natività di san Giovanni Battista. Questa natività è, al tempo stesso, vocazione. Già nel grembo di sua madre Elisabetta, moglie di Zaccaria, Giovanni è stato chiamato per nome da Dio. Egli doveva presentarsi sulla strada della divina rivelazione come l’ultimo dei profeti dell’Antica Alleanza e, al tempo stesso, come il precursore di Gesù Cristo, nel quale si compie la nuova ed eterna alleanza di Dio con l’umanità. Nel giorno della circoncisione di Giovanni, suo padre Zaccaria, nell’inno di ringraziamento a Dio, pronunciò le seguenti parole: “E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade” (Lc 1,76). La Chiesa, fin dai tempi più antichi, ha circondato di particolare venerazione san Giovanni Battista, la sua vocazione e la sua speciale missione. In questa vocazione e missione la Chiesa ritrova se stessa come l’erede dell’antica alleanza e, in pari tempo, si sente chiamata a rendere testimonianza a Gesù Cristo, agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo (cfr. Gv 1,29). “Tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista” (Mt 11,11).
Che sarà mai questo bambino? – Card. Tarcisio Bertone (Omelia, 24 giugno 2010): Di fronte alla nascita di questo bambino bisogna soprattutto sapere riconoscere l’azione di Dio per dare alla storia dell’uomo una speranza e conservare nel cuore le parole e le esperienze che riguardano il bambino. Occorre porsi la domanda: “Che sarà mai questo bambino?”. Domanda che si pone per ogni bambino che nasce, perché nasce sempre con una speranza, con un futuro che è ancora tutto da scrivere e può portare i segni della creatività e della novità: “Davvero la mano del Signore stava con lui” (Lc 1,66). C’è dunque una novità legata a Giovanni e c’è un atteggiamento da parte di Giovanni per esprimere questa novità. Per questo egli vive in regioni deserte, fino al giorno della sua manifestazione ad Israele, e dopo questo cammino di crescita nel deserto, Giovanni è pronto, equipaggiato per svolgere la sua missione.
San Giovanni Battista visse in regioni deserte – CCC 2584: Stando «da solo a solo con Dio» i profeti attingono luce e forza per la loro missione. La loro preghiera non è una fuga dal mondo infedele, ma un ascolto della Parola di Dio, talora un dibattito o un lamento, sempre un’intercessione che attende e prepara l’intervento del Dio salvatore, Signore della storia.
La Parola di Dio commentata dai Padri della Chiesa: Il comportamento di Giovanni – “Quindi, anche Giovanni alle parole di invidia rispose annunziando la vita. Infatti, aggiunge subito: Io battezzo con acqua, ma in mezzo a voi sta uno che voi non conoscete (Gv 1,26). Giovanni non battezza con lo Spirito, ma con l’acqua, poiché, non potendo togliere i peccati, lava con l’acqua i corpi dei battezzati, tuttavia non lava lo spirito col perdono. Perché dunque battezza colui che non rimette i peccati col battesimo, se non perché, fedele alla sua missione di precursore, egli che nascendo aveva prevenuto colui che stava per nascere, prevenga battezzando il Signore che pure si accinge a sua volta a battezzare; e colui che predicando è divenuto precursore di Cristo, battezzando divenga anche suo precursore imitando il sacramento? Egli intanto annunziando il mistero sostiene che il Signore è in mezzo agli uomini e non è conosciuto, poiché il Signore mostrandosi attraverso la carne, è visibile nel corpo ed invisibile nella sua maestà. In merito aggiunge anche: Colui che viene dopo di me fu fatto prima di me (Gv 1,15). Così infatti è detto: fu fatto prima di me, come dire: fu posto prima di me. Dunque viene dopo di me, perché è nato dopo, ma fu fatto prima di me, poiché mi è passato avanti. Ma dicendo queste cose poco più sopra, rivela le cause del fatto che Cristo viene prima, quando aggiunge: perché era prima di me (ibid.). Come se dicesse apertamente: anche se è nato dopo [di me] è più grande di me, per il fatto che il tempo della sua nascita non lo limita. Infatti, egli nasce da madre nel tempo, ma è generato dal Padre fuori del tempo” (Gregorio Magno).
Silenzio / Preghiera / La tua traccia: Che sarà mai questo bambino? – La risposta arriverà molti anni dopo quando Giovanni sarà decollato per la Verità: sarà un martire. Nell’agenda del Battista, il martirio non era un qualcosa di molto improbabile: ogni giorno che passava, la nube di tragedia che si addensava sul suo capo si faceva sempre più tenebrosa e non soltanto per le sue invettive contro l’adultero Erode. Fin dall’inizio del suo ministero molte delegazioni, come mosche noiose, avevano assediato la sua cattedra: farisei, scribi, dignitari del Sinedrio… ma i maggiorenti della classe religiosa, pur nella capacità di intendere e di volere, per paura e per comodo, non vorranno riconoscere che il «battesimo di Giovanni veniva dal Cielo» (Mt 21,24-27). Quella del Battista era una società religiosa, ma in verità atea: Dio era stato ridotto a una slot-machine per erogare grazie e salvezza ai super consumatori di legge, precetti e codicilli vari. Questi maestri del nulla esisteranno sempre e sempre si opporranno ai profeti che ‘gridano’ nel deserto del cuore dell’uomo: deserto perché senza valori, senza morale, senza punti di riferimento. Ora tutti i credenti devono scoprire che la loro primaria vocazione è quella di essere ‘voce che grida’. Avendo Gesù «manifestato la sua carità dando per noi la vita, nessuno ha più grande amore di colui che dà la vita per lui e per i fratelli [cfr. 1Gv 3,16; Gv 15,13]. Già fin dai primi tempi quindi, alcuni cristiani sono stati chiamati, e altri lo saranno sempre, a rendere questa massima testimonianza d’amore davanti agli uomini, e specialmente davanti ai persecutori. Perciò il martirio, col quale il discepolo è reso simile al suo maestro che liberamente accetta la morte per la salute del mondo, e col quale diventa simile a lui nella effusione del sangue, è stimato dalla Chiesa come dono insigne e suprema prova di carità. Perché se a pochi è concesso, tutti però devono essere pronti a confessare Cristo davanti agli uomini e a seguirlo sulla via della croce durante le persecuzioni, che non mancano mai alla Chiesa» (LG 42).
Santo del giorno: 24 Giugno – Santa Maria Guadalupe, Vergine, fondatrice: Al secolo Anastasia Guadalupe García Zavala (1878-1963), a Guadalajara, in Messico, si dedicò all’assistenza dei malati. Aiutò il sacerdote Cipriano Íñiguez Martín del Campo alla fondazione della Congregazione delle Ancelle di S. Margherita Maria e dei Poveri, che diresse come superiora, promovendone lo sviluppo in tempi difficili per la Chiesa messicana. Nel 2000 è stato promulgato il decreto sulle sue virtù eroiche.
Preghiamo: O Padre, che hai mandato san Giovanni Battista a preparare a Cristo Signore un popolo ben disposto, allieta la tua Chiesa con l’abbondanza dei doni dello Spirito, e guidala sulla via della salvezza e della pace. Per il nostro Signore Gesù Cristo…