20 Giugno 2019 – Giovedì, XI del Tempo Ordinario – (2Cor 11,1-11; Sal 110[111]; Mt 6,7-15) – I Lettura: Il sentimento di gelosia espresso da Paolo nella prima lettura verso la comunità di Corìnto, si rifà a quella di IHWH per Israele. La gelosia di Paolo nasce dalla responsabilità che ha di conservare nella fedeltà al Vangelo la chiesa di Corìnto. Vi erano, in quel tempo, dei “super apostoli” (così ironicamente chiamati da Paolo) che predicavano errori fra la gente di Corìnto, rischiando di sviarli nel cammino di fede. Vangelo: Il punto principale dell’insegnamento di Gesù in merito alla preghiera consiste nello stare attenti a non cercare di piegare Dio alla nostra volontà, ma di elevarci all’altezza della sua volontà sapiente e amante, per adorarla e farla nostra. In pratica, poche parole e molta lode e amore. Bisogna rivolgersi al Padre mostrando il cuore nuovo di figli, dimenticando se stessi e cercando solo il Padre e il suo regno.
Voi dunque pregate così – Dal Vangelo secondo Matteo: In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».
Riflessione: «Voi dunque pregate così». Gesù ci insegna come pregare il Padre, cosa chiedere, come lodarlo. La sua preghiera è il fondamento di ogni nostra richiesta e lode a Dio; racchiude ogni altro nostro desiderio e, nella sua semplicità, ci indica il percorso spirituale per la santità. Contemplando le parole di Gesù possiamo dire che anzitutto il Maestro ci invita a stringerci ai fratelli, a sentirci un solo corpo, figli di un solo Padre: uno sguardo intorno a noi per elevare insieme lo sguardo al cielo. Quindi esprimiamo la cosa più bella che sentiamo nel cuore: il desiderio che il suo Nome sia glorificato, santificato. Ma cosa vuol dire e come avviene ciò? La gloria di Dio è l’uomo vivente, l’uomo che vive alla luce di Dio e che permette a Dio di espandere il suo regno di amore, di giustizia e di pace. Ecco perché, affinché sia santificato il suo nome, dobbiamo desiderare che si affermi il suo regno: in noi, nelle nostre famiglie, nell’intera società. Ma perché ciò avvenga dobbiamo impegnarci a compiere la sua volontà, altrimenti percorreremo strade che non sono le sue e fonderemo regni che non si fondano sulla sua parola. Una volontà ferma e perseverante, come quella degli angeli in cielo, così sia anche tra noi in terra. Quindi, per avere forza e salute al fine di attuare la sua volontà, invochiamo il pane quotidiano, quello della tavola, come Provvidenza, e quello spirituale, come Sacramento. Continuando, ci dichiariamo peccatori e bisognosi di misericordia, ma al contempo dichiariamo che la misura del suo perdono corrisponde a quella da noi usata per i nostri fratelli. Concludiamo, proprio perché peccatori, implorando di non abbandonarci nella tempesta della tentazione e di librarci dalle insidie del Maligno.
Santo del giorno: 20 Giugno – San Giovanni (Scalcione) da Matera, Abate: “Nacque nel 1070 a Matera da una famiglia di nobili. Da giovane si trasferì a Taranto dove chiese ospitalità e lavoro ai monaci basiliani dell’Isola di San Pietro. Ispirato da una visione si recò in Calabria e poi in Sicilia continuando a condurre un’esistenza nel segno della penitenza e della rinuncia. Ritornato in Puglia, a Ginosa, si fece conoscere come predicatore nella zona e attirando l’ammirazione di molti. Imprigionato a causa di false calunnie fu liberato miracolosamente. Allontanatosi dalla terra natia, vi fece ritorno in seguito a una visione. Dopo un incontro e un periodo di permanenza con l’eremita san Guglielmo da Vercelli decise di andare in Palestina. Tuttavia passando per Bari comprese che la sua missione doveva svolgersi in quella città. Dopo un periodo di predicazione si fermò vicino a Pulsano, dove fondò una comunità che in sei mesi vide l’adesione di 50 monaci. La Congregazione monastica fu detta degli «Scalzi». Morì nel monastero di Foggia nel 1139” (Avvenire).
Preghiamo: O Dio, fortezza di chi spera in te, ascolta benigno le nostre invocazioni, e poiché nella nostra debolezza nulla possiamo senza il tuo aiuto, soccorrici con la tua grazia, perché fedeli ai tuoi comandamenti possiamo piacerti nelle intenzioni e nelle opere. Per il nostro Signore Gesù Cristo…