giugno, Liturgia

Santissima Trinità (C) 16 Giugno 2019

Antifona d’ingresso

Sia benedetto Dio Padre, e l’unigenito Figlio di Dio, e lo Spirito Santo: perché grande è il suo amore per noi.

Colletta     

O Dio Padre, che hai mandato nel mondo il tuo Figlio, Parola di verità, e lo Spirito santificatore per rivelare agli uomini il mistero della tua vita, fa’ che nella professione della vera fede riconosciamo la gloria della Trinità e adoriamo l’unico Dio in tre persone. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

Oppure: 

Ti glorifichi, o Dio, la tua Chiesa, contemplando il mistero della tua sapienza con la quale hai creato e ordinato il mondo; tu che nel Figlio ci hai riconciliati e nello Spirito ci hai santificati, fa’ che, nella pazienza e nella speranza, possiamo giungere alla piena conoscenza di te che sei amore, verità e vita. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

Prima lettura        Pr 8,22-31

Prima che la terra fosse, già la Sapienza era generata.

La prima lettura della solennità ci presenta la personificazione della Sapienza. Essa si definisce come esistente fin dall’inizio della Creazione. In un certo senso la Sapienza è rappresentata come creata, più che come attributo del Creatore e più precisamente come la prima delle creature. Grazie a tale primato, essa è presente a tutte le opere del Creatore, conoscendone l’origine e il fine. La Sapienza stabilisce un legame particolare con l’umanità, discendendo e dimorando tra gli uomini.

Dal libro dei Proverbi

Così parla la Sapienza di Dio: «Il Signore mi ha creato come inizio della sua attività, prima di ogni sua opera, all’origine. Dall’eternità sono stata formata, fin dal principio, dagli inizi della terra. Quando non esistevano gli abissi, io fui generata, quando ancora non vi erano le sorgenti cariche d’acqua; prima che fossero fissate le basi dei monti, prima delle colline, io fui generata, quando ancora non aveva fatto la terra e i campi né le prime zolle del mondo. Quando egli fissava i cieli, io ero là; quando tracciava un cerchio sull’abisso, quando condensava le nubi in alto, quando fissava le sorgenti dell’abisso, quando stabiliva al mare i suoi limiti, così che le acque non ne oltrepassassero i confini, quando disponeva le fondamenta della terra, io ero con lui come artefice ed ero la sua delizia ogni giorno: giocavo davanti a Lui in ogni istante, giocavo sul globo terrestre, ponendo le mie delizie tra i figli dell’uomo».     Parola di Dio.

Salmo Responsoriale         Dal Salmo 8

«Tu solo sei stato creato a immagine di quell’essenza che trascende l’intel-letto, a somiglianza di quella bellezza nella quale non v’è difetto, rappresentazione della vera divinità, ricettacolo di vita beata, simulacro dell’autentica luce. Nessuna delle cose che esistono è dunque tanto grande da poter essere paragonata alla tua dimensione. Tutto il cielo di Dio è contenuto nel palmo della sua mano; la terra e il mare si racchiudono nel suo pugno. Ciò nondimeno, colui che è tanto grande e tale da contenere tutta la creazione in un palmo di mano, è interamente compreso da te. Nella tua natura abita, senza restrizione alcuna, colui che disse: In essi abiterò e camminerò (Lv 26,12). Se tu consideri tutto ciò, il tuo occhio non si fisserà su nessuna cosa terrena. Ma che dico? Neppure il cielo giudicherai degno di ammirazione!» (Gre-gorio di Nissa).

Rit. O Signore, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!

Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita,

la luna e le stelle che tu hai fissato,

che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi,

il figlio dell’uomo, perché te ne curi? Rit.

Davvero l’hai fatto poco meno di un dio,

di gloria e di onore lo hai coronato.

Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,

tutto hai posto sotto i suoi piedi. Rit.

Tutte le greggi e gli armenti

e anche le bestie della campagna,

gli uccelli del cielo e i pesci del mare,

ogni essere che percorre le vie dei mari. Rit.

Seconda lettura       Rm 5,1-5

Andiamo a Dio per mezzo di Cristo, nella carità diffusa in noi dallo Spirito.

La lettura fa parte della sezione dottrinale della lettera ai Romani. L’Apo-stolo Paolo parla della teologia della salvezza: la giustificazione del peccatore avviene mediante la fede e non in base alle opere compiute. La Giustificazione introduce il battezzato alla vita dello Spirito. Paolo conclude precisando che l’antico popolo dell’alleanza, non è escluso dalla salvezza.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli, giustificati per fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo. Per mezzo di lui abbiamo anche, mediante la fede, l’accesso a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo, saldi nella speranza della gloria di Dio. E non solo: ci vantiamo anche nelle tribolazioni, sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza. La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.     Parola di Dio.

Canto al Vangelo              Cfr. Ap 1,8

Alleluia, alleluia.

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo, a Dio, che è, che era e che viene. Alleluia.

Vangelo       Gv 16,12-15

Tutto quello che il Padre possiede, è mio; lo Spirito prenderà del mio e ve lo annuncerà.

Il brano del Vangelo è tratto da una sezione dei discorsi di addio pronunziati da Gesù nel contesto dell’ultima cena; riguarda precisamente una delle promesse del Paràclito. Gesù, dicendo ai suoi discepoli che ‘molte cose avrebbe ancora da dire’ e che ‘non sarebbero capaci di portarne il peso’, vuole sottolineare l’opera futura che farà lo Spirito Santo in loro, illuminando l’intelligenza e conducendo alla piena comprensione di tutto. In sostanza la vita piena di Gesù e il suo insegnamento sono incomprensibili alla mente umana se non grazie all’azione dello Spirito Santo.

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».  Parola del Signore.

La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa

La Sapienza di Dio – Benedetto XVI (Omelia, 17 dicembre 2009): “O Sapienza, che esci dalla bocca dell’Altissimo, ti estendi ai confini del mondo, e tutto disponi con soavità e con forza: vieni, insegnaci la via della saggezza” (Liturgia delle Ore, Vespri 17 dicembre). Questa stupenda invocazione è rivolta alla “Sapienza”, figura centrale nei libri dei Proverbi, della Sapienza e del Siracide che da essa sono detti appunto “sapienziali” e nei quali la tradizione cristiana scorge una prefigurazione del Cristo. Tale invocazione diventa davvero stimolante e, anzi, provocante, quando ci poniamo di fronte al Presepe, cioè al paradosso di una Sapienza che, uscita “dalla bocca dell’altissimo”, giace avvolta in fasce dentro una mangiatoia.

La vera fede – Card. Tarcisio Bertone (Omelia, 7 giugno 2007): Eccoci dunque insieme in questa Domenica in cui la Chiesa ci invita a contemplare l’intima natura del nostro Dio, rivelata da Gesù Cristo. Dopo l’annuncio della gioia della Risurrezione, e dopo essere stata corroborata dalla forza soave dello “Spirito di verità”, per essere testimone credibile della realtà e dell’identità del Signore, la Chiesa, in questo giorno, chiede a Dio nella preghiera la grazia di poter professare la vera fede. All’inizio, nell’orazio-ne della colletta, abbiamo infatti chiesto al Padre: “fa’ che nella professione della vera fede riconosciamo la gloria della Trinità e adoriamo l’unico Dio in tre persone”. Non abbiamo chiesto di conoscere la gloria di Dio nel “ragionare” sulla fede, ma anzitutto nel “professare” la vera fede, la fede della Chiesa di sempre. Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono sempre presenti nel cuore della vita della Chiesa, al centro della sua preghiera e della sua liturgia, e non come un mistero complicato e lontano, ma come una Presenza e come Dono intimo e continuo.

La santissima Trinità – CCC 234: Il mistero della Santissima Trinità è il mistero centrale della fede e della vita cristiana. È il mistero di Dio in se stesso. È quindi la sorgente di tutti gli altri misteri della fede; è la luce che li illumina. È l’insegnamento fondamentale ed essenziale nella «gerarchia delle verità» di fede. «Tutta la storia della salvezza è la storia del rivelarsi del Dio vero e unico: Padre, Figlio e Spirito Santo, il quale riconcilia e unisce a sé coloro che sono separati dal peccato».

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo… – CCC 232-233: I cristiani vengono battezzati «nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo» (Mt 28,19). Prima rispondono: «Credo» alla triplice domanda con cui ad essi si chiede di confessare la loro fede nel Padre, nel Figlio e nello Spirito: «Fides omnium christianorum in Trinitate consistit – La fede di tutti i cristiani si fonda sulla Trinità». I cristiani sono battezzati «nel nome» – e «non nei nomi» – del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo; infatti non vi è che un solo Dio, il Padre onnipotente e il Figlio suo unigenito e lo Spirito Santo: la Santissima Trinità.

Dio Uno e Trino – CCC 266-267: La fede cattolica consiste nel venerare un Dio solo nella Trinità, e la Trinità nell’Unità, senza confusione di Persone né separazione della sostanza: “altra infatti è la Persona del Padre, altra quella del Figlio, altra quella dello Spirito Santo; ma unica è la divinità del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, uguale la gloria, coeterna la maestà”. Inseparabili nella loro sostanza, le Persone divine sono inseparabili anche nelle loro operazioni. Ma nell’unica operazione divina ogni Persona manifesta ciò che le è proprio nella Trinità, soprattutto nelle missioni divine dell’Incarnazione del Figlio e del dono dello Spirito Santo.

Siamo chiamati a vivere… – Benedetto XVI (Omelia, 3 giugno 2012): La solennità liturgica della Santissima Trinità, che oggi celebriamo, ci invita a contemplare questo mistero, ma ci spinge anche all’impegno di vivere la comunione con Dio e tra noi sul modello di quella trinitaria. Siamo chiamati ad accogliere e trasmettere concordi le verità della fede; a vivere l’amore reciproco e verso tutti, condividendo gioie e sofferenze, imparando a chiedere e concedere il perdono, valorizzando i diversi carismi sotto la guida dei Pastori. In una parola, ci è affidato il compito di edificare comunità ecclesiali che siano sempre più famiglia, capaci di riflettere la bellezza della Trinità e di evangelizzare non solo con la parola, ma direi per «irradiazione», con la forza dell’amore vissuto.

Ci rivolgiamo a Maria – Giovanni Paolo II (Angelus, 15 giugno 2003): In questa domenica, che segue la Pentecoste, celebriamo la solennità della Santissima Trinità. L’Unità e la Trinità di Dio è il primo mistero della fede cattolica. Ad esso giungiamo al termine di tutto il cammino della rivelazione, che si è compiuto in Gesù: nella sua Incarnazione, Passione, Morte e Risurrezione. Dalla cima della ‘santa montagna’ che è Cristo, si contempla l’orizzonte primo ed ultimo dell’universo e della storia: l’A-more di Dio, Padre e Figlio e Spirito Santo. Dio non è solitudine, ma perfetta comunione. Dall’essere Dio comunione deriva la vocazione dell’in-tera umanità a formare un’unica grande famiglia, in cui le diverse razze e culture si incontrano e si arricchiscono reciprocamente (cfr. At 17,26). […] Ci rivolgiamo ora alla Vergine Maria, e la contempliamo quale mirabile creatura della Santissima Trinità: “termine fisso d’eterno consiglio”, come canta il sommo poeta Dante Alighieri (Par XXXIII, 3).

Preghiera dei Fedeli                                              (proposta)

​A Dio, che riempie della sua Presenza l’universo intero, portando a termine la perfezione del creato e animando la speranza di vita d’ogni essere umano, rivolgiamo la nostra fiduciosa preghiera.

Diciamo insieme: Dio, nostro tutto, noi speriamo in te!

– Trinità increata, rendi la Chiesa sempre più segno e strumento dell’in-tima comunione con te e della comunione fra individui, famiglie e popoli tutti. Preghiamo.

– Padre, dal quale proviene ogni paternità, estendi il tuo amore ai popoli di ogni razza e di ogni religione, affinché tu sia tutto in tutti. Preghiamo.

– Figlio, per mezzo del quale la speranza è data anche ai peccatori e ai sofferenti, conduci alla salvezza e alla vita coloro che ti cercano con cuore sincero. Preghiamo.

– Spirito Santo, Spirito di verità, che prendi la vita divina e l’annunzi ad ognuno di noi, guidaci alla verità tutta intera, affinché in te troviamo riposo e libertà. Preghiamo.

Celebrante: O Dio, tu sei il nostro tutto, a te aneliamo con gemiti inesprimibili; confortaci nella speranza di trovare in te ciò che crediamo; sostieni i nostri passi affinché ci conducano a te; rendici forti nella tribolazione, grandi nell’amore. Per Cristo nostro Signore.

Preghiera sulle offerte

Invochiamo il tuo nome, Signore, su questi doni che ti presentiamo: consacrali con la tua potenza e trasforma tutti noi in sacrificio perenne a te gradito. Per Cristo nostro Signore.

Prefazio

Il mistero di Dio uno e trino.

È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza,

rendere grazie sempre in ogni luogo

a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.

Con il tuo unico Figlio e con lo Spirito Santo

sei un solo Dio, un solo Signore, non nell’unità di una sola persona,

ma nella Trinità di una sola sostanza.

Quanto hai rivelato della tua gloria, noi lo crediamo,

e con la stessa fede, senza differenze,

lo affermiamo del tuo Figlio e dello Spirito Santo.

E nel proclamare te Dio vero ed eterno,

noi adoriamo la Trinità delle Persone,

l’unità della natura, l’uguaglianza nella maestà divina.

Gli Angeli e gli Arcangeli, i Cherubini e i Serafini,

non cessano di esaltarti uniti nella stessa lode: Santo…

 

Antifona alla comunione

Voi siete figli di Dio: egli ha mandato nei vostri cuori lo Spirito del Figlio suo, che grida “Abbà, Padre”. (Gal 4,6)

Oppure: “Lo Spirito di verità vi guiderà alla verità tutta intera”. (Gv 16,13)

Preghiera dopo la comunione

Signore Dio nostro, la comunione al tuo sacramento, e la professione della nostra fede in te, unico Dio in tre persone, ci sia pegno di salvezza dell’a-nima e del corpo. Per Cristo nostro Signore.

 

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