10 Giugno 2019 – Lunedì – Maria Madre della Chiesa (Memoria) – (Gen 3,9-15.20 oppure At 1,12-14; Sal 86[87]; Gv 19,25-34) – I Lettura: La sapienza di Dio porta alla vita e introduce l’uomo nel mondo della gratuità dell’amore e della libertà; seguire le parole dell’astuto serpente, porta soltanto alla scoperta della nudità con vergogna, una situazione radicalmente opposta a quella che indica l’armonia: la rottura di un rapporto di comunione, la paura della propria diversità, dell’altro e anche di Dio. Oppure (At 1,12-14): “Erano tutti perseveranti e concordi nella preghiera”. Si tratta di una preghiera compiuta nella più perfetta intimità e di un modo di vivere che non tiene conto né dei vincoli di parentela né dei ruoli sociali. Ciò che conta è l’adesione a Gesù e al suo progetto di vita. Questo è il vero fondamento di una comunità-comunione. Vangelo: Accanto alla croce in profonda comunione con Gesù, l’evangelista ricorda la presenza di quattro donne, più il discepolo prediletto. L’attenzione prioritaria è attribuita a Maria e confermata anche dal solenne titolo di “Donna”, col quale Gesù si rivolge a Lei come aveva fatto a Cana. Gesù indica in Maria la nostra Madre, modello da imitare ed esempio di vita evangelica.
Ecco tuo figlio! Ecco tua madre! – Dal Vangelo secondo Giovanni: In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé. Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito. Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato -, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.
Riflessione: «Disse alla madre: “Donna, ecco tuo figlio!”. Poi disse al discepolo: “Ecco tua madre!”». Il Catechismo della Chiesa Cattolica, così si esprime a proposito di questo bel mistero della fede che oggi celebriamo (nn° 964-965): «Il ruolo di Maria verso la Chiesa è inseparabile dalla sua unione a Cristo e da essa direttamente deriva. “Questa unione della Madre col Figlio nella opera della redenzione si manifesta dal momento della concezione verginale di Cristo fino alla morte di lui” (LG 57). Essa viene particolarmente manifestata nell’ora della sua passione: “La beata Vergine ha avanzato nel cammino della fede e ha conservato fedelmente la sua unione col Figlio sino alla croce, dove, non senza un disegno divino, se ne stette ritta, soffrì profondamente col suo Figlio unigenito e si associò con animo materno al sacrificio di lui, amorosamente consenziente alla immolazione della vittima da lei generata; e finalmente, dallo stesso Cristo Gesù morente in croce fu data come madre al discepolo con queste parole: Donna, ecco il tuo figlio (Gv 19,26)” (LG 58). Dopo l’ascensione del suo Figlio, Maria “con le sue preghiere aiutò le primizie della Chiesa” (LG 69). Riunita con gli Apostoli e alcune donne, “anche Maria implorava con le sue preghiere il dono dello Spirito, che l’aveva già presa sotto la sua ombra nell’annunciazione” (LG 59)». Madre della Chiesa, quindi, in quanto Madre naturale del Capo che è Cristo e Madre per grazia di noi che siamo membra di questo unico corpo mistico.
La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa: Significato della sofferenza nel piano divino della Redenzione – Giovanni Paolo II (Angelus, 15 Settembre 1991): Quale sconvolgente mistero è la Croce! Dopo aver a lungo meditato su di esso, San Paolo così scriveva ai cristiani della Galazia: “Quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo” (Gal 6,14). Anche la Vergine Santissima avrebbe potuto ripetere – e con maggior verità! – queste stesse parole. Contemplando sul Calvario il Figlio morente, Ella aveva infatti capito che il “vanto” della sua maternità divina raggiungeva in quel momento il suo culmine partecipando direttamente all’opera della Redenzione. Aveva inoltre capito che ormai il dolore umano, fatto proprio dal Figlio crocifisso, acquistava un valore inestimabile. Oggi, dunque, la Vergine Addolorata, ritta accanto alla Croce, con la muta eloquenza dell’esempio ci parla del significato della sofferenza nel piano divino della Redenzione. Ella, per prima, ha saputo e voluto partecipare al mistero salvifico, “associan-dosi con animo materno al sacrificio di Cristo, amorosamente consenziente all’immolazione della vittima da Lei generata” (LG 58). Intimamente arricchita da questa ineffabile esperienza, Ella s’accosta a chi soffre, lo prende per mano, lo invita a salire con Lei sul Calvario e a sostare davanti al Crocifisso. In quel corpo martoriato c’è l’unica risposta convincente agli interrogativi che salgono imperiosi dal cuore. E con la risposta c’è anche la forza necessaria per assumere il proprio posto in quella lotta, che – come ho scritto nella Lettera Apostolica Salvifici doloris – oppone le forze del bene a quelle del male (cfr. n. 27). Ed aggiungevo: “Coloro che partecipano alle sofferenze di Cristo conservano nelle proprie sofferenze una specialissima Particella dell’infinito tesoro della Redenzione del mondo, e possono condividere questo tesoro con gli altri” (Ibid.).
Stavano presso la croce di Gesù sua madre… – Benedetto XVI (Angelus, 17 settembre 2006): Narra l’evangeli-sta: ai piedi della Croce stava Maria (cfr. Gv 19,25-27). Il suo dolore forma un tutt’uno con quello del Figlio. È un dolore pieno di fede e di amore. La Vergine sul Calvario partecipa alla potenza salvifica del dolore di Cristo, congiungendo il suo “fiat”, il suo “sì”, a quello del Figlio. Cari fratelli e sorelle, spiritualmente uniti alla Madonna Addolorata, rinnoviamo anche noi il nostro “sì” al Dio che ha scelto la via della Croce per salvarci. Si tratta di un grande mistero che è ancora in atto, fino alla fine del mondo, e che chiede anche la nostra collaborazione. Ci aiuti Maria a prendere ogni giorno la nostra croce e a seguire fedelmente Gesù sulla via dell’obbedienza, del sacrificio e dell’amore.
La Parola di Dio commentata dai Padri della Chiesa: I dolori di Maria – “Questa donna ripiena di grazie che superano ogni misura naturale, i dolori, che non conobbe nel parto, li subì al tempo della passione, sentendosi lacerare tutta dal materno affetto e sentendosi trafitta come da spade, quando vedeva venir ucciso, come uno scellerato, colui ch’essa aveva conosciuto ch’era Dio, quando lo generò. Così dev’essere compresa la profezia: ‘La spada del dolore ti trafiggerà l’anima’ [Lc 2,35]. Però la letizia della risurrezione, che cantava la divinità di colui ch’era morto nella carne, assorbì tutto il dolore” (Giovanni Damasceno).
Silenzio / Preghiera / La tua traccia: Oggi celebriamo la memoria di Maria Madre della Chiesa e la Liturgia offre alla nostra meditazione il brano giovanneo di Maria ai piedi della croce. Si tratta di un episodio raccontato da un testimone oculare quale Gv che, l’unico tra i dodici, rimase accanto a Maria sotto la croce. Apparentemente sembra che Gesù intendesse affidare sua Madre a qualcuno, in previsione della propria morte imminente. Un’analisi dettagliata del testo, ci permette di capire che nell’intenzione di Gesù c’erano della finalità più alte e più importanti. Ci meraviglia intanto la duplice ripetizione: “Ecco tua Madre”, “Ecco tuo figlio”, perché se Gesù avesse avuto in mente un semplice affidamento di tipo familiare, l’interlocutore sarebbe stato soltanto Giovanni. Invece Egli si rivolge in primo luogo a Maria, affidando lui a Lei, e solo secondariamente Gesù si rivolge al discepolo. Ciò significa che il primo soggetto di questo affidamento non è Maria, ma è il proprio discepolo. Perché Gesù ha atteso l’agonia per compiere questo affidamento e non lo ha fatto prima? Perché questo affidamento non riguarda una semplice volontà testamentaria, bensì è un atto strettamente connesso al mistero della redenzione. Non poteva perciò avere altro luogo che sotto la croce. Notiamo pure che Gesù la chiama “donna”, esattamente come a Cana. E ciò ci riporta al primo dei segni anticipatori dell’ora del Messia. Maria è presente all’inizio e alla fine del ministero di Gesù: a Cana e sul Golgota. La presenza della Vergine copre tutto l’arco dell’opera della redenzione, e ciò indica una partecipazione profonda di Lei al ministero del Messia. Sotto la croce, Maria viene data alla Chiesa nascente come Madre, appunto, in senso messianico. Non poteva perciò avere altro luogo questo affidamento, perché la Chiesa non poteva essere affidata a Maria se non nel momento della sua nascita, ossia – secondo Gv – sotto la croce. Parimenti solo nel momento della sua nascita, la Chiesa può rivolgersi a Maria chiamandola “Madre”.
Santo del giorno: 10 Giugno – Beata Vergine Maria Madre della Chiesa: Il 21 novembre 1964, a conclusione della terza Sessione del Concilio Vaticano II, dichiarò la beata Vergine Maria «Madre della Chiesa, cioè di tutto il popolo cristiano, tanto dei fedeli quanto dei Pastori, che la chiamano Madre amantissima». La Sede Apostolica pertanto, in occasione dell’Anno Santo della Riconciliazione (1975), propose una messa votiva in onore della beata Maria Madre della Chiesa, successivamente inserita nel Messale Romano; diede anche facoltà di aggiungere l’invocazione di questo titolo nelle Litanie Lauretane (1980). Papa Francesco, considerando attentamente quanto la promozione di questa devozione possa favorire la crescita del senso materno della Chiesa, come anche della genuina pietà mariana, ha stabilito nel 2018 che la memoria della beata Vergine Maria, Madre della Chiesa, sia celebrata dal Calendario Romano nel Lunedì dopo Pentecoste.
Preghiamo: Dio Padre di misericordia,il tuo unico Figlio, morente sulla croce, ha dato a noi come madre nostra la sua stessa madre, la beata Vergine Maria;fa’ che, sorretta dal suo amore, la tua Chiesa,sempre più feconda nello Spirito, esulti per la santità dei suoi figlie riunisca tutti i popoli del mondo in un’unica famiglia. Per il nostro Signore Gesù Cristo…