16 Aprile 2019 – Martedì Santo – (Is 49,1-6; Sal 70[71]; Gv 13,21-33.36-38) – I Lettura: Il servo di YHWH chiede a tutti di essere ascoltato, anche ai più lontani: la sua missione dovrà giungere fino ai confini del mondo. Egli racconta la vicenda della sua vita mettendo in risalto la vocazione ricevuta da Dio e manifestando il Suo disegno. In un primo momento, tale missione sperimenta il fallimento. Pur tuttavia, il Servo sa riconoscere che Dio è al suo fianco e gradisce il suo operato. Vangelo: Dopo la lavanda dei piedi, Gesù dichiara apertamente che uno di loro lo tradirà. Tale dichiarazione lascia smarriti gli apostoli cercando di capire chi possa essere. Gesù non rivela il nome del traditore ma lo indica sottolineando che sarà colui al quale intingerà un boccone. Tale gesto vuole essere come segno di onore e di riguardo, ultima provocazione dell’amore, gesto al quale Giuda non corrisponderà. Il brano si conclude con il discorso d’addio da parte di Gesù, egli sa di lasciare un vuoto incolmabile ma necessario, che non sarà definitivo.
Uno di voi mi tradirà… Non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte – Dal Vangelo secondo Giovanni: In quel tempo, [mentre era a mensa con i suoi discepoli,] Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardavano l’un l’altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariòta. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui. Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto». Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte. Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire». Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte».
Riflessione: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Gesù conosce perfettamente il cuore di ciascuno dei suoi discepoli, come anche il nostro cuore. Ci conosce meglio di quanto noi stessi possiamo conoscerci, perché noi tendiamo sempre a giustificare e a minimizzare i nostri limiti, ci fidiamo dei nostri propositi e ci illudiamo sulla fermezza della nostra volontà. Gesù invece sa la misura esatta del nostro egoismo, della nostra debolezza, della nostra malizia come anche della nostra meschinità. Ma ciò non è un limite per la misericordia divina: Gesù sapeva chi lo avrebbe tradito, sapeva chi lo avrebbe abbandonato, chi lo avrebbe rinnegato… e non ne fa mistero, anzi parla loro apertamente. Lo dice apertamente a Giuda, che nel suo cuore sapeva già del prezzo pattuito e aspettava solo il momento propizio per consegnarlo (cfr. Mt 26,16); lo dice apertamente anche a Pietro, il quale invece continua a sentirsi immune da ogni vigliaccheria e fondandosi su un amore che ritiene capace di ogni sacrificio. Sappiamo che alla fine non sarà Pietro a dare la sua vita per il Maestro, ma sarà Gesù a dare la propria vita per lui e per tutti noi. Nonostante i nostri peccati, anzi proprio per i nostri peccati, per darci salvezza eterna.
La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa: Gesù fu profondamente turbato – Mons. Vincenzo Paglia, Vescovo (Omelia, 11 Aprile 2006): Il Vangelo di Giovanni, dal capitolo 13 al capitolo 17, riporta una serie di discorsi che manifestano la preoccupazione di Gesù per quel piccolo gruppo di discepoli e per quelli che attraverso la loro parola crederanno in lui (cfr. Gv 17,20). È un’ora segnata dall’inesorabile avvicinarsi della morte. Gesù ha il cuore affollato di sentimenti, anche contraddittori: non vuole morire ma neppure fuggire. È giunta comunque l’ora della sua “partenza”. Ma quel che lo angoscia è il futuro di quel piccolo gruppo a cui ha legato il suo Vangelo. Non è scontato che continueranno a stare insieme. Eppure è a loro che lascia l’eredità del cammino intrapreso. Dice loro: “Un comandamento nuovo vi do: che vi amiate gli uni gli altri”. Non è la prima volta che parla di questo comandamento, ma ora c’è la solennità di un testamento. È evidente la volontà di Gesù di creare una comunità d’amore tra i suoi; una comunità di fratelli, quella che gli uomini da soli non sanno creare. Proprio questi discepoli, infatti, durante la stessa cena, avevano appena discusso su chi fosse tra loro il più grande. Solo Gesù sa creare tra gli uomini un’amicizia nuova, fraterna, profonda e non competitiva.
In verità, in verità io vi dico: uno mi tradirà – Paolo VI (Omelia, 8 Aprile 1971): Fra i personaggi dell’ultima Cena non possiamo dimenticare un altro protagonista. Giuda. Stringe il cuore vederlo assiso all’agape pasquale. E non possiamo soffocare la commozione rileggendo la narrazione evangelica, e vedendo come la presenza del traditore pesi sul cuore del Maestro, che «turbato nello spirito» (Gv 13,21) non volle più contenere l’oppri-mente segreto: «In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà» (Ibid.). Sapete il resto; come avvenne discretamente la identificazione del traditore, e com’egli, scoperto, furtivamente lasciò il cenacolo: «Era notte», conclude l’Evangelista (Gv 13,30). «E colui stesso che usciva era notte», commenta Sant’Agostino (In Io. Tract. 62; PL 35, 1803). Chi non sente un brivido nel cuore ascoltando il commento ancor più grave e terribile di Gesù: «Sarebbe stato meglio che quell’uomo non fosse mai nato!» (Mc 14,21).
Giuda – Benedetto XVI (Udienza Generale, 18 Ottobre 2006): Perché egli tradì Gesù? La questione è oggetto di varie ipotesi. Alcuni ricorrono al fattore della sua cupidigia di danaro; altri sostengono una spiegazione di ordine messianico: Giuda sarebbe stato deluso nel vedere che Gesù non inseriva nel suo programma la liberazione politico-militare del proprio Paese. In realtà, i testi evangelici insistono su un altro aspetto: Giovanni dice espressamente che “il diavolo aveva messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo” (Gv 13,2); analogamente scrive Luca: “Allora satana entrò in Giuda, detto Iscariota, che era nel numero dei Dodici” (Lc 22,3). In questo modo, si va oltre le motivazioni storiche e si spiega la vicenda in base alla responsabilità personale di Giuda, il quale cedette miseramente ad una tentazione del Maligno. Il tradimento di Giuda rimane, in ogni caso, un mistero. Gesù lo ha trattato da amico (cfr. Mt 26,50), però, nei suoi inviti a seguirlo sulla via delle beatitudini, non forzava le volontà né le premuniva dalle tentazioni di Satana, rispettando la libertà umana.
La Parola di Dio commentata dai Padri della Chiesa: «Gesù si conturbò nello spirito e dichiarò solennemente: In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà [Gv 13,21]. Uno di voi, ma solo numericamente, non realmente; in apparenza, non per qualità; per convivenza fisica, non per vincolo spirituale; per vicinanza corporale, non compagno per unità di cuore; quindi non uno di voi, ma uno che sta per uscire da voi. Come si concilierebbe, altrimenti, la dichiarazione del Signore uno di voi, con quanto dice lo stesso autore di questo Vangelo nella sua lettera: Uscirono da noi, ma non erano dei nostri; se infatti fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi [1Gv 2,19]? Giuda non era dunque uno di loro: sarebbe infatti rimasto con loro, se fosse stato uno di loro. Che significa dunque: uno di voi mi tradirà, se non che uscirà da voi uno che mi tradirà? Infatti colui che dice: Se fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi, prima aveva detto: Uscirono dalle nostre file. Sicché è vera una cosa e l’altra: erano dei nostri, e non erano dei nostri: […] secondo la partecipazione esteriore ai sacramenti erano dei nostri, ma a causa delle loro colpe personali non lo erano» (Agostino).
Silenzio / Preghiera / La tua traccia: Il messaggio del Libro del Profeta Isaia – “Il messaggio unitario che si può raccogliere nelle tre parti di cui si compone il libro è questo. Il Signore, il “Santo d’Israele” – come ripetutamente viene chiamato – è il re dell’universo e guida gli eventi della storia secondo il suo piano di salvezza. Questo piano prevede per tutti un giudizio nel “giorno del Signore”: un castigo inappellabile per chi avrà vissuto nel peccato; la salvezza per tutti coloro che, appartenenti a qualunque popolo, avranno cercato Dio e operato il bene. A nessuno, quindi, è preclusa la possibilità di salvezza: l’annuncio profetico del giudizio serve appunto a predisporre tutti – cominciando dal popolo d’Israele – a una conversione sincera, a un’adesione convinta alla parola di Dio, a una condotta di vita improntata alla rettitudine e alla giustizia. L’attesa del banchetto escatologico preparato dal Signore diventa, in questa luce, un’attesa fiduciosa e ricca di speranza» (Giuliano Vigini, Guida alla Bibbia).
Santo del giorno: 16 Aprile – Santa Bernardetta Soubirous, Vergine: Quando, l’11 febbraio del 1858, la Vergine apparve per la prima volta a Bernadette presso la rupe di Massabielle, sui Pirenei francesi, questa aveva compiuto 14 anni da poco più di un mese. Era nata, infatti, il 7 gennaio 1844. A lei, povera e analfabeta, ma dedita con il cuore al Rosario, appare più volte la «Signora». Nell’apparizione del 25 marzo 1858, la Signora rivela il suo nome: «Io sono l’Immacolata Concezione». Quattro anni prima, Papa Pio IX aveva dichiarato l’Immacolata Concezione di Maria un dogma, ma questo Bernadette non poteva saperlo. La lettera pastorale firmata nel 1862 dal vescovo di Tarbes, dopo un’accurata inchiesta, consacrava per sempre Lourdes alla sua vocazione di santuario mariano internazionale. La sera del 7 Luglio 1866, Bernadette Soubirous decide di rifugiarsi dalla fama a Saint-Gildard, casa madre della Congregazione delle Suore della Carità di Nevers. Ci rimarrà 13 anni. Costretta a letto da asma, tubercolosi, tumore osseo al ginocchio, all’età di 35 anni, Bernadette si spegne il 16 aprile 1879, mercoledì di Pasqua.
Preghiamo: Concedi a questa tua famiglia, o Padre, di celebrare con fede i misteri della passione del tuo Figlio, per gustare la dolcezza del tuo perdono. Per il nostro Signore Gesù Cristo…