aprile, meditazioni

8 Aprile 2019

8 Aprile 2019 – Lunedì, V di Quaresima – (Dn 13,1-9.15-17.19-30.33-62; Sal 22[23]; Gv 8,12-20) – I Lettura: Nel libro di Danièle si trova narrato il lungo episodio dell’accusa a Susanna. Questo racconto ha un significato spirituale molto profondo e attuale per gli uomini di tutti i tempi: chi vive secondo la retta Fede ed osserva la Legge di Dio è aiutato dalla Provvidenza divina, anche se può sembrare, inizialmente, che Dio lo abbia abbandonato. L’importante è confidare sempre in Dio e non perdere mai la speranza in Lui. Vangelo: Gesù proclama “Io sono la luce del mondo”. Per fare questa affermazione, Gesù prende lo spunto dalle luminarie della Festa delle Capanne, nella quale si illuminava il tempio di Gerusalemme con tanta profusione di luci. Superando l’orizzonte giudaico, Gesù si proclama la luce non solo di Gerusalemme, ma di tutta l’umanità. Egli, per la prima volta, si proclama, in modo solenne ed esplicito, la luce del mondo, cioè la rivelazione divina che porta vita e salvezza.

Io sono la luce del mondoDal Vangelo secondo Giovanni: In quel tempo, Gesù parlò [ai farisei] e disse: «Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita». Gli dissero allora i farisei: «Tu dai testimonianza di te stesso; la tua testimonianza non è vera». Gesù rispose loro: «Anche se io do testimonianza di me stesso, la mia testimonianza è vera, perché so da dove sono venuto e dove vado. Voi invece non sapete da dove vengo o dove vado. Voi giudicate secondo la carne; io non giudico nessuno. E anche se io giudico, il mio giudizio è vero, perché non sono solo, ma io e il Padre che mi ha mandato. E nella vostra Legge sta scritto che la testimonianza di due persone è vera. Sono io che do testimonianza di me stesso, e anche il Padre, che mi ha mandato, dà testimonianza di me». Gli dissero allora: «Dov’è tuo padre?». Rispose Gesù: «Voi non conoscete né me né il Padre mio; se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio». Gesù pronunciò queste parole nel luogo del tesoro, mentre insegnava nel tempio. E nessuno lo arrestò, perché non era ancora venuta la sua ora.

Riflessione: «Io sono la luce del mondo». Sin dall’inizio del suo Vangelo, san Giovanni indica Gesù come «la luce vera, quella che illumina ogni uomo» (Gv 1,9). La luce splende nelle tenebre, dissolvendole: Cristo, come luce del mondo, illumina chi abita nelle tenebre e nell’ombra della morte (cfr. Sal 107 [106],10.14). La luce si diffonde, penetra, risplende, irradiando colori e offrendo alla vista la dimensione effettiva della realtà. Se la luce fisica apre i nostri occhi alla verità dell’orizzonte, la Luce di Cristo ci fa cogliere le profondità dei misteri divini, ma anche la verità di quanto ci circonda. È la luce che riceve il giovane Danièle, e che gli permette di vedere gli infimi orizzonti dei cuori perversi dei due anziani che avevano ingiustamente accusato Susanna. La luce in Danièle, si fa via ai suoi occhi, illumina la mente alla verità dei fatti e ridona vita a chi aveva già ricevuto la condanna a morte. Anche a noi Cristo dona la sua luce, dona se stesso come luce: egli è per noi luce nel rivelare il volto misericordioso del Padre; è per noi luce che dirige i nostri passi sulla via della pace (cfr. Lc 1,79).

La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa: Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita – Benedetto XVI (Angelus, 6 Gennaio 2012): Gesù è il sole apparso all’orizzonte dell’umanità per illuminare l’esistenza personale di ognuno di noi e per guidarci tutti insieme verso la meta del nostro pellegrinaggio, verso la terra della libertà e della pace, in cui vivremo per sempre in piena comunione con Dio e tra di noi.

Voi siete la luce del mondo – Benedetto XV (Discorso, 11 Febbraio 1918): L’eccellenza del ministero affidato ai sacri oratori dipende dall’esser desso continuazione dell’opera di Gesù Cristo. Il divin Salvatore disse apertamente agli Apostoli e, nella loro persona, a tutti i futuri suoi ministri: «Come mandò me il Padre, anch’io mando voi» (Gv 20,21). Ad indicare poi in qual modo avrebbero dovuto continuare la missione di Lui, che, come aveva detto altra volta, «era venuto nel mondo al fine di rendere testimonianza alla verità» (Gv 17,37), Gesù Cristo soggiunse: «Predicate l’Evangelo» (Mc 16,15). Di qui si comprende agevolmente che, come aveva potuto dire di sé, nel senso più rigoroso e proprio della parola, di esser luce del mondo, «Io sono la luce del mondo» (Gv 8,12), così, per sua infinita bontà, abbia potuto dire «luce del mondo» anche coloro che, con Lui e per Lui, erano destinati a diffondere la luce della verità in mezzo al mondo: «Voi siete la luce del mondo» (Mt 5,14).

Diffondere Cristo, Luce delle genti – Benedetto XVI (Messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale 2009): Alle Chiese antiche come a quelle di recente fondazione ricordo che sono poste dal Signore come sale della terra e luce del mondo, chiamate a diffondere Cristo, Luce delle genti, fino agli estremi confini della terra. La missio ad gentes deve costituire la priorità dei loro piani pastorali […]. La spinta missionaria è sempre stata segno di vitalità delle nostre Chiese (cfr. Redemptoris Missio 2). È necessario, tuttavia, riaffermare che l’e-vangelizzazione è opera dello Spirito e che prima ancora di essere azione è testimonianza e irradiazione della luce di Cristo (cfr. Redemptoris Missio 26) da parte della Chiesa locale, la quale invia i suoi missionari e missionarie per spingersi oltre le sue frontiere. Chiedo perciò a tutti i cattolici di pregare lo Spirito Santo perché accresca nella Chiesa la passione per la missione di diffondere il Regno di Dio e di sostenere i missionari, le missionarie e le comunità cristiane impegnate in prima linea in questa missione, talvolta in ambienti ostili di persecuzione. Invito, allo stesso tempo, tutti a dare un segno credibile di comunione tra le Chiese, con un aiuto economico, specialmente nella fase di crisi che sta attraversando l’umanità, per mettere le giovani Chiese locali in condizione di illuminare le genti con il Vangelo della carità. Ci guidi nella nostra azione missionaria la Vergine Maria, stella della Nuova Evangelizzazione, che ha dato al mondo il Cristo, posto come luce delle genti, perché porti la salvezza “sino all’estremità della terra” (At 13,47).

La Parola di Dio commentata dai Padri della Chiesa: Il dominio della ragione illuminata – «Dunque, fratelli miei, avere l’anima, e non avere l’intelligenza – cioè non farne uso né vivere secondo essa – significa vivere da bestie. C’è in noi qualcosa di bestiale, in effetti, per il quale viviamo nella carne: ma l’intelletto deve gover-narlo. L’intelletto, infatti, governa dall’alto i moti dell’anima che si muove secondo la carne e brama effondersi senza freno nei piaceri carnali. A chi dev’essere dato il nome di marito? A colui che governa o a colui che è governato? Senza alcun dubbio, quando la vita è ben ordinata, l’anima è governata dall’intelletto che appar-tiene all’anima stessa. L’intelletto non è infatti qualcosa di diverso dall’anima; esso è qualcosa dell’anima; come l’occhio non è qualcosa di altro dalla carne, ma è qualcosa della carne. Ma pur essendo l’occhio qualcosa della carne, esso solo gioisce della luce; le altre membra del corpo possono essere inondate dalla luce, ma non possono percepirla. Soltanto l’occhio può essere inondato dalla luce e insieme gioirne. Così nella nostra anima c’è qualcosa che è chiamata intelletto. Questa parte dell’anima che è chiamata intelletto e spirito, è illuminata da una luce superiore. Questa luce superiore da cui la mente umana è illuminata, è Dio. Era la vera luce che illumina ogni uomo che viene nel mondo [Gv 1,9]. Questa luce era Cristo» (Agostino).

Silenzio / Preghiera / La tua traccia: Io sono la luce del mondo: i farisei provano astio verso Gesù perché comprendono bene la sua affermazione. Innanzi tutto, Io Sono è la stessa espressione con la quale Dio si rivelò agli Israeliti, quando inviò Mosè a liberarli dal paese di Egitto (Es 3,14). Proclamarsi luce del mondo nel contesto della festa delle Capanne assume, infine, un significato particolarissimo. Alla sera dell’ultimo giorno della festa delle Capanne, il popolo con una grandiosa luminaria, faceva memoria della nube luminosa che aveva accompagnato Israele nel deserto. Era il segno della presenza del Signore, Luce di Israele, che di notte indicava la via da percorrere (cfr. Es 13,20-22). Ma non era solo memoria di un passato, era anche un’esperienza perenne per il popolo eletto: «È in te la sorgente della vita, alla tua luce vediamo la luce» (Sal 36,9); ed era anche struggente attesa (cfr. Mt 4,16), e Gesù da Simeone era stato indicato «luce per illuminare le genti» (Lc 2,32). In questo contesto, appare chiaro che Gesù era cosciente di portare a compimento le antiche profezie e che sarà la sua luce a fugare le tenebre in chi lo accoglie. I farisei vogliono prove, e soltanto una testimonianza solida, così come sta scritto nella loro Legge, può provare la sincerità delle affermazioni di Gesù. I farisei non possono penetrare il mistero di Gesù, il Figlio di Dio, perché non conoscono il Padre, non conoscono Gesù, il Figlio di Dio, perché giudicano secondo la carne. I farisei sono nell’errore perché giudicano Gesù dall’apparenza, che è quella di un uomo comune; «essi non vedono risplendere nella carne la gloria del Figlio di Dio» (sant’Agostino) perché accecati dall’odio e dalla vanagloria. Un errore che si perpetua ancora oggi in molte menti che credono di essere illuminate.

Santo del giorno: 8 Aprile – Santa Giulia Billiart Vergine, Fondatrice: Nacque il 12 luglio 1751 da una famiglia agiata a Cuvilly (Francia), sedici anni dopo, la miseria colpì la famiglia e Giulia fu costretta a lavorare. A 22 anni, fu colpita dalla paralisi alle gambe e, sotto la guida del suo parroco, si dedicò alle pratiche di pietà e al catechismo dei bambini. Costretta alla fuga, durante la Rivoluzione Francese, perché accusata di nascondere dei sacerdoti, si diresse ad Amiens, dove incontrò padre Varin, superiore dei Padri della Fede, il quale la convinse a fondare un’organizzazione per l’educazione cristiana delle fanciulle. Cominciò nel 1803 la vita in comune con alcune compagne, pronunciando i voti nel 1804, anno in cui avvenne la miracolosa guarigione delle sue gambe. Superiora nel 1805, allargò la sua opera fondando scuole dappertutto in Francia e Belgio, nel 1809 a causa di false calunnie fu costretta a lasciare la sua Casa, ma tutta la Comunità la seguì a Namur in Belgio. Nel frattempo cambiarono il nome in «Suore di Nostra Signora di Namur». E anche in Belgio seppe diffondere le sue fondazioni. Fervente devota al Sacro Cuore ebbe anche il dono di estasi e miracoli, morì a Namur l’8 aprile 1816.

Preghiamo: O Padre, che con il dono del tuo amore ci riempi di ogni benedizione, trasformaci in creature nuove, per esser preparati alla Pasqua gloriosa del tuo regno. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

 

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