28 Marzo 2019 – Giovedì, III di Quaresima – (Ger 7,23-28; Sal 94[95]; Lc 11,14-23) – I Lettura: All’obbedienza e alla sottomissione del cuore il popolo ha preferito un culto esteriore, vacuo, rituale, sterile. Anche se la voce di Geremìa si alza forte contro Israele, il popolo si tura le orecchie per non udire: tale durezza porterà all’inevitabile castigo. Vangelo: L’espressione scacciare i demòni con il dito di Dio “allude ai miracoli di Mosè nelle piaghe d’Egitto, segno dell’azione divina. Gesù appare come il nuovo Mosè e il liberatore dalla schiavitù del male” (La Bibbia Via Verità e Vita, nota). L’uomo è scusabile se si inganna sulla dignità divina di Gesù, velata dalle umili apparenze del «Figlio dell’uomo», ma non lo è se chiude gli occhi e il cuore alle opere evidenti dello Spirito.
Chi non è con me è contro di me – Dal Vangelo secondo Luca: In quel tempo, Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle furono prese da stupore. Ma alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche Satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio. Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino. Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde».
Riflessione: «Questa è la nazione che non ascolta la voce del Signore, suo Dio, né accetta la correzione». I contemporanei di Gesù non perdono occasione per rendere ogni cosa oggetto di diatriba. Come era già avvenuto ai profeti, la Parola rimane inascoltata, gli inviti alla conversione disattesi e la misericordia mostrata respinta con ingratitudine. Se Gesù guarisce chiedono con quale autorità lo fa; se scaccia via i demòni, lo accusano di farlo in nome di Beelzebùl, capo dei demòni; se insegna come mai nessuno prima, pretendono un segno di conferma. E alla fine, con ingiusto processo e con perfidia infernale, lo consegnano, lo accusano, lo giudicano e lo uccidono! Ma guai a me se penso che tale atteggiamento appartenga solo a loro: io non sono certamente da meno. Dovrei vivere immerso nell’amore di Dio, bramare la sua compagnia, saziarmi del cibo della sua Parola… e invece trascorro le mie giornate corredandole di continui peccati, con il cuore e la mente spesso volte al male, alimentando il mio egoismo e rimanendo saldamente al centro dei miei interessi e pensieri.
La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa: Dio non tollera il male – Benedetto XVI (Angelus, 13 Marzo 2011): Di fronte al male morale, l’atteggiamento di Dio è quello di opporsi al peccato e salvare il peccatore. Dio non tollera il male, perché è Amore, Giustizia, Fedeltà; e proprio per questo non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e viva. Per salvare l’umanità, Dio interviene: lo vediamo in tutta la storia del popolo ebraico, a partire dalla liberazione dall’Egitto. Dio è determinato a liberare i suoi figli dalla schiavitù per condurli alla libertà. E la schiavitù più grave e più profonda è proprio quella del peccato. Per questo Dio ha mandato il suo Figlio nel mondo: per liberare gli uomini dal dominio di Satana, “origine e causa di ogni peccato”. Lo ha mandato nella nostra carne mortale perché diventasse vittima di espiazione, morendo per noi sulla croce. Contro questo piano di salvezza definitivo e universale, il Diavolo si è opposto con tutte le forze, come dimostra in particolare il Vangelo delle tentazioni di Gesù nel deserto, che viene proclamato ogni anno nella Prima Domenica della Quaresima. Infatti, entrare in questo Tempo liturgico significa ogni volta schierarsi con Cristo contro il peccato, affrontare – sia come singoli, sia come Chiesa – il combattimento spirituale contro lo spirito del male (Mercoledì delle Ceneri, Orazione Colletta).
Chi non è con me…: i rimedi per liberarci dall’incertezza morale – Paolo VI (Udienza Generale, 30 Agosto 1972): Ritorneremo ai rimedi, che possono liberarci dall’incertezza morale oggi dilagante e travolgente verso un nichilismo che potrebbe essere oggi sotto ogni aspetto catastrofico. I rimedi allora; primo, la giusta concezione della legge naturale (cfr. S. TH. I-IIæ, 94); secondo, il ricorso abituale alla propria buona coscienza (cfr. Rm 14-23); terzo, la fiducia nell’obbedienza a chi ha autorità di esercitarla sopra di noi, tanto in campo domestico (Ef 6,1; Col 3,20; 1Pt 3,1; etc.), quanto in quello civile (Rm 13,1-4; 1Pt 2,13-17); come in quello ecclesiastico (Lc 10,16; Mt 28,20; etc.). L’obbedienza, nell’economia della salvezza, avendo davanti a noi l’esempio di Cristo, «fatto obbediente fino alla morte, anzi alla morte di croce» (Fil 2,8), non degrada la persona umana, ma la solleva alla dignità dei figli del Padre e la inserisce nel piano comunitario, caratteristico del Vangelo, della carità e dell’unità. Pretendere di affrancare il fedele dal magistero stabilito da Cristo, sia per liberarlo dal dogmatismo dell’insegnamento ecclesiastico, sia per scioglierlo dai vincoli dell’autorità gerarchica istituita da Cristo nella Chiesa, significa strapparlo alla certezza sia della fede, che della norma morale, carisma questo della certezza di fede propria del cattolicesimo, e preferire l’insensato tormento del dubbio crepuscolare, della solitudine spirituale, della infecondità apostolica, quasi ad intaccare la comunione, che nella franca aderenza alla Chiesa autentica ci fa vivere in Cristo e di Cristo, per sentirsi così da Lui stesso ripetere la minaccia (o la condanna?): «Chi non è con me, è contro di me; e chi con me non raccoglie, disperde» (Lc 11,23).
Papa Francesco (Angelus, 5 Marzo 2017): Durante i quaranta giorni della Quaresima, come cristiani siamo invitati a seguire le orme di Gesù e affrontare il combattimento spirituale contro il Maligno con la forza della Parola di Dio. Non con la nostra parola, non serve. La Parola di Dio: quella ha la forza per sconfiggere Satana. Per questo bisogna prendere confidenza con la Bibbia: leggerla spesso, meditarla, assimilarla. La Bibbia contiene la Parola di Dio, che è sempre attuale ed efficace. Qualcuno ha detto: cosa succederebbe se trattassimo la Bibbia come trattiamo il nostro telefono cellulare? Se la portassimo sempre con noi, o almeno il piccolo Vangelo tascabile, cosa succederebbe?; se tornassimo indietro quando la dimentichiamo: tu ti dimentichi il telefono cellulare – oh!, non ce l’ho, torno indietro a cercarlo; se la aprissimo diverse volte al giorno; se leggessimo i messaggi di Dio contenuti nella Bibbia come leggiamo i messaggi del telefonino, cosa succederebbe? Chiaramente il paragone è paradossale, ma fa riflettere. In effetti, se avessimo la Parola di Dio sempre nel cuore, nessuna tentazione potrebbe allontanarci da Dio e nessun ostacolo ci potrebbe far deviare dalla strada del bene; sapremmo vincere le quotidiane suggestioni del male che è in noi e fuori di noi; ci troveremmo più capaci di vivere una vita risuscitata secondo lo Spirito, accogliendo e amando i nostri fratelli, specialmente quelli più deboli e bisognosi, e anche i nostri nemici. La Vergine Maria, icona perfetta dell’obbedienza a Dio e della fiducia incondizionata al suo volere, ci sostenga nel cammino quaresimale, affinché ci poniamo in docile ascolto della Parola di Dio per realizzare una vera conversione del cuore.
La Parola di Dio commentata dai Padri della Chiesa: Il dito di Dio è lo Spirito Santo – “Con dito di Dio egli indica lo Spirito Santo. Il Figlio è chiamato mano e braccio di Dio Padre perché compie ogni cosa per mezzo del Figlio e il figlio analogamente opera per mezzo dello Spirito Santo. Proprio come il dito è attaccato alla mano come qualcosa che non è estraneo ad essa ma che le appartiene per natura, così anche lo Spirito Santo, in ragione del suo essere uguale alla sostanza, è unito nella sua unicità al Figlio, anche se procede da Dio Padre. Il Figlio fa ogni cosa per mezzo dello Spirito consustanziale. Qui dice di proposito che è con il dito di Dio che scaccia i demòni, parlando come uomo. I Giudei nella debolezza e nella follia della loro mente non lo avrebbero sopportato se avesse detto: «Per mezzo del mio proprio Spirito io scaccio i demòni»” (Cirillo di Alessandria).
Silenzio / Preghiera / La tua traccia: «Ancora una volta il Vangelo ci mostra Gesù che lotta contro il male, contro il principe del male che teneva schiavo un uomo rendendolo muto, incapace di comunicare con gli altri. Gesù libera quest’uomo dalla sua schiavitù. E tutti, appena sentono parlare quest’uomo, si meravigliano. Lo spirito del male non si arrende e, se possibile, rafforza la sua resistenza e la sua opposizione a Gesù e al Vangelo. È una storia di opposizione e di lotta che continua ancora oggi. L’incomunicabilità è davvero frequente: è difficile comunicare tra persone, tra etnie, tra popoli, tra nazioni. E l’incomunicabilità crea tensioni e conflitti, talora drammatici. Il principe del male opera perché la divisione e l’inimicizia si allarghino. I discepoli, anche oggi, sono invitati a essere attenti e vigilanti, a non abbassare la guardia, perché siano sconfitti dagli spiriti del male e della divisione. E soprattutto debbono sapere che Gesù è davvero il più forte che può custodire la casa di cui parla il Vangelo. Questa casa è il cuore di ciascuno, è la comunità cristiana, è il mondo» (V. Paglia).
Santo del giorno: 28 Marzo – San Giuseppe Sebastiano Pelczar, Vescovo: Giuseppe Sebastiano Pelczar fu allo stesso tempo uomo di alta cultura e vescovo attento ai bisogni del popolo polacco. Era nato nel 1842 in un paesino ai piedi dei Carpazi, Korczyna. Fu ordinato sacerdote a Przemysl, diocesi di cui sarebbe divenuto vescovo nel 1900. Studiò a Roma tra 1866 e 1868 e, tornato in patria, fu professore per 22 anni al seminario di Przemysl, docente universitario a Cracovia e rettore. Si impegnò nella Società di san Vincenzo de’ Paoli e nella Società dell’educazione popolare, che diffondeva decine di migliaia libri tra le persone e istituiva biblioteche a centinaia. Nel 1891 fondò la Confraternita della Ss. V. Regina della Polonia. Infine, nel 1894 diede vita alla congregazione delle Ancelle del Sacro Cuore di Gesù. Nominato vescovo, nonostante la salute malferma, si prodigò nelle opere sociali, sulla spinta del magistero di Leone XIII: asili, mense e ricoveri per poveri e senza tetto, avviamento professionale delle ragazze, insegnamento gratuito per i ragazzi meno abbienti. Morì nel 1924.
Preghiamo: Dio grande e misericordioso, quanto più si avvicina la festa della nostra redenzione, tanto più cresca in noi il fervore per celebrare santamente la Pasqua del tuo Figlio. Egli è Dio e vive e regna con te…