febbraio, meditazioni

22 Febbraio 2019

22 Febbraio 2019 – Venerdì – Cattedra di San Pietro (Festa) – (1Pt 5,1-4; Sal 22[23]; Mt 16,13-19) – I Lettura: L’apostolo Pietro si rivolge agli anziani, che in altri contesti sono i presbiteri, ma qui potrebbe conservare il suo significato etimologico di anziano. Un’esortazione rivolta ai pastori, un invito ad essere dolci, pazienti, e sopra tutto disinteressati. Pietro, apostolo di Cristo, è stato testimone della sua passione, e questo dà al suo scritto il sigillo dell’autorità e della veridicità. Vangelo: Il primato di Pietro è un potere per il bene della Chiesa e, poiché deve durare sino alla fine dei tempi, sarà trasmesso a coloro che gli succederanno nel corso dei secoli. Inferi, alla lettera «Ade» (in ebraico Sheol), designa il soggiorno dei morti (cfr. Nm 16,33). Le potenze degli inferi, «evocano le potenze del Male che, dopo aver trascinato gli uomini nella morte del peccato, li incatena definitivamente nella morte eterna. Seguendo il suo Signore, morto, “disceso agli inferi” [1Pt 3,19] e risuscitato [At 2,27.31], la Chiesa avrà la missione di strappare gli eletti all’impero della morte, temporale ed eterna, per farli entrare nel regno dei cieli [cfr. Col 1,3; 1Cor 15,26; Ap 6,8; 20,13]» (Bibbia di Gerusalemme).

Tu sei Pietro, e a te darò le chiavi del regno dei cieli Dal Vangelo secondo Matteo: In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».

Riflessione: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». Per una felice coincidenza liturgica, il vangelo oggi proclamato riporta lo stesso episodio che abbiamo meditato ieri, seppur nella versione di Matteo (ieri era dal Vangelo secondo Marco). Anche oggi risuona nelle nostre anime la domanda perentoria di Gesù: «Voi chi dite che io sia?». La risposta di Pietro ci porta a riflettere sulla festa che oggi celebriamo: la Cattedra di Pietro. La risposta di Pietro e la conferma successiva del Cristo, infatti, pongono l’apostolo in una luce diversa rispetto agli altri. A Pietro, infatti, Gesù consegna “le chiavi” del regno. La scelta di Gesù rientra nell’esercizio pieno della sua assoluta libertà e autorità, non è costretto da nulla e in realtà non sappiamo perché abbia scelto proprio Pietro (come del resto non sappiamo perché sceglie noi, alcuni come suoi ministri, altri come sposi cristiani, altri come missionari, ecc…): non è il più santo, non il più dotto o sapiente o docile… Ma Dio, nella sua grande misericordia, lo ha scelto e voluto come suo Vicario in terra. Di fatto, la consegna delle chiavi, indica l’amministra-zione di ciò che appartiene a Dio: i Sacramenti e quindi la comunione con Dio attraverso il Battesimo, la Confessione e la Comunione, la grazia dell’Eucaristia celebrata e vissuta, la custodia del “deposito della fede”, il segno dell’unità del corpo mistico del Cristo… tutto questo e tanto altro ancora, affidato ad un uomo peccatore, impulsivo, come Pietro!

La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa: La nostra fede – Papa Francesco (Omelia, 22 Febbraio 2016): In questo momento, ad ognuno di noi il Signore Gesù ripete la sua domanda: «Voi, chi dite che io sia?» (Mt 16,15). Una domanda chiara e diretta, di fronte alla quale non è possibile sfuggire o rimanere neutrali, né rimandare la risposta o delegarla a qualcun altro. Ma in essa non c’è nulla di inquisitorio, anzi, è piena di amore! L’amore del nostro unico Maestro, che oggi ci chiama a rinnovare la fede in Lui, riconoscendolo quale Figlio di Dio e Signore della nostra vita. E il primo chiamato a rinnovare la sua professione di fede è il Successore di Pietro, che porta con sé la responsabilità di confermare i fratelli (cfr. Lc 22,32). Lasciamo che la grazia plasmi di nuovo il nostro cuore per credere, e apra la nostra bocca per compiere la professione di fede e ottenere la salvezza (cfr. Rm 10,10). Facciamo nostre, dunque, le parole di Pietro: «Tu sei il Cristo, il figlio del Dio vivente» (Mt 16,16). Il nostro pensiero e il nostro sguardo siano fissi su Gesù Cristo, inizio e fine di ogni azione della Chiesa. Lui è il fondamento e nessuno ne può porre uno diverso (1Cor 3,11). Lui è la “pietra” su cui dobbiamo costruire. Lo ricorda con parole espressive sant’Agostino quando scrive che la Chiesa, pur agitata e scossa per le vicende della storia, «non crolla, perché è fondata sulla pietra, da cui Pietro deriva il suo nome. Non è la pietra che trae il suo nome da Pietro, ma è Pietro che lo trae dalla pietra; così come non è il nome Cristo che deriva da cristiano, ma il nome cristiano che deriva da Cristo. […] La pietra è Cristo, sul fondamento del quale anche Pietro è stato edificato» (In Joh 124, 5: PL 35, 1972). Da questa professione di fede deriva per ciascuno di noi il compito di corrispondere alla chiamata di Dio.

La Cattedra di San Pietro – Benedetto XVI (Angelus, 22 Febbraio 2009): La festa della Cattedra di san Pietro, importante ricorrenza liturgica che pone in luce il ministero del Successore del Principe degli Apostoli. La Cattedra di Pietro simboleggia l’autorità del Vescovo di Roma, chiamato a svolgere un peculiare servizio nei confronti dell’intero Popolo di Dio. Subito dopo il martirio dei santi Pietro e Paolo, alla Chiesa di Roma venne infatti riconosciuto il ruolo primaziale in tutta la comunità cattolica, ruolo attestato già nel II secolo da sant’I-gnazio di Antiochia (Ai Romani, Pref.: Funk, I, 252) e da sant’Ireneo di Lione (Contro le eresie III, 3,2-3). Questo singolare e specifico ministero del Vescovo di Roma è stato ribadito dal Concilio Vaticano II. “Nella comunione ecclesiastica, – leggiamo nella Costituzione dogmatica sulla Chiesa – vi sono legittimamente delle Chiese particolari, che godono di proprie tradizioni, rimanendo integro il primato della Cattedra di Pietro, la quale presiede alla comunione universale della carità (cfr. S. Ign. Ant., Ad Rom., Pref.), tutela le varietà legittime, e insieme veglia affinché ciò che è particolare, non solo non nuoccia all’unità, ma piuttosto la serva” (Lumen Gentium 13).

La Parola di Dio commentata dai Padri della Chiesa: Tu sei Pietro, e a te darò le chiavi del regno dei cieli – Pietro fu «preposto a tutti gli altri, e così, quando vien detto “pietra”, quando vien nominato “fondamento”, quando vien costituito “portiere del regno dei cieli”, quando vien preposto come “arbitro del legare e dello sciogliere” i cui giudizi rimarranno stabili anche nei cieli, ci è dato conoscere quale sia la sua unione con Cristo attraverso il mistero di questi appellativi. Ed ora compie con maggior pienezza e potenza gli incarichi affidatigli, ed eseguisce in tutti i particolari gli uffici e gli impegni, in colui e con colui dal quale fu glorificato. Se, dunque, da noi si fa qualche azione retta o si prende qualche decisione giusta, se con le suppliche quotidiane otteniamo qualcosa dalla misericordia di Dio, è per la sua opera e per i suoi meriti: nella sua sede vive la sua potestà, vi eccelle la sua autorità» (San Leone Magno).

Silenzio / Preghiera / La tua traccia: Tu sei Pietro – Il primato di Pietro è fondante per la Chiesa, una santa cattolica e apostolica, ed è abbondantemente testimoniato dal Magistero. Gesù, fin dagli inizi della vita pubblica, scelse dodici uomini perché stessero con lui e prendessero parte alla sua missione, facendoli partecipi della sua autorità e mandandoli ad annunziare il regno di Dio e a guarire gli ammalati (CCC 551). Ma tra i Dodici soltanto a Pietro venne assegnato un posto preminente: «Nel collegio dei Dodici Simon Pietro occupa il primo posto. Gesù a lui ha affidato una missione unica. Grazie ad una rivelazione concessagli dal Padre, Pietro aveva confessato: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente” [Mt 16,16]. Nostro Signore allora gli aveva detto: “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa” [Mt 16,18]. Cristo, “Pietra viva”, assicura alla sua Chiesa fondata su Pietro la vittoria sulle potenze di morte. Pietro, a causa della fede da lui confessata, resterà la roccia incrollabile della Chiesa. Avrà la missione di custodire la fede nella sua integrità e di confermare i suoi fratelli» (CCC 552). E a tanto Gesù aggiunge l’autorità di governare la casa di Dio, che è la Chiesa e l’incarico “di legare e di sciogliere”, un mandato che «risulta essere stato pure concesso al collegio degli Apostoli, unito al suo capo» (LG 22). Tale incarico indica «l’autorità di assolvere dai peccati, di pronunciare giudizi in materia di dottrina, e prendere decisioni disciplinari nella Chiesa. Gesù ha conferito tale autorità alla Chiesa attraverso il ministero degli Apostoli e particolarmente di Pietro, il solo cui ha esplicitamente affidato le chiavi del Regno» (CCC 553). Ora, questo «ufficio pastorale di Pietro e degli altri Apostoli costituisce uno dei fondamenti della Chiesa ed è continuato dai Vescovi sotto il primato del Papa» (CCC 881). Ubi Petrus, ibi Ecclesia, ibi Deus. In tempi così burrascosi tale verità è l’unica àncora di salvezza: noi vogliamo stare con Pietro, perché con lui c’è la Chiesa, con lui c’è Dio.

Santo del giorno: 22 Febbraio – Santa Margherita da Cortona, Religiosa: “Nata a Laviano (Perugia) nel 1247, diciottenne va a convivere con un giovane nobile di Montepulciano, che non la sposa neppure quando nasce un figlio, e che muore assassinato nove anni dopo. (La tradizione racconta di un cagnolino che la guida a ritrovarlo cadavere, in un bosco). Allontanata dai parenti dell’uomo e dalla propria famiglia trova accoglienza a Cortona. Lavora come infermiera per le partorienti, educa il figlio, che si farà poi francescano, e si dedica agli ammalati poveri. Prende con sé alcune volontarie che si chiameranno «Poverelle», promuove l’assistenza gratuita a domicilio, si fa aiutare da famiglie importanti e nel 1278 fonda l’ospedale della Misericordia. Vive un periodo da contemplativa e una domenica ricompare a Laviano, per raccontare in chiesa, durante la Messa, le sue vicende giovanili, e per chiedere perdono. A Cortona spesso la gente va da lei, nella cella presso la Rocca dove si è stabilita nel 1288: chiede il suo intervento nelle contese cittadine e nelle lotte con altre città. Nel 1289 Margherita è tra coloro che danno vita alla Confraternita delle Laudi. Morirà a Cortona nel 1297” (Avvenire).

Preghiamo: Concedi, Dio onnipotente, che tra gli sconvolgimenti del mondo non si turbi la tua Chiesa, che hai fondato sulla roccia con la professione di fede dell’apostolo Pietro. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

Leave a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *